32 - Il Lethifold

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La McGranitt, dalla quale Harry si sarebbe aspettato un urlo di trionfo o un sorriso, aveva la fronte corrugata.
"Non c'è modo di saperlo con certezza" mormorò.
Hermione stringeva la copia di Grattastinchi fra le braccia, cone terrorizzata all'idea di lasciarlo andare. Lo accarezzava con dolcezza dietro le orecchie e quello, per tutta risposta, ronfava contento senza muovere di un millimetro la coda in segno di disagio.
"Sapere cosa?" chiese Harry.
La professoressa si avvicinò al corpo del vero Grattastinchi e lo esaminò attentamente, posando sopra di lui una mano e socchiudendo gli occhi per concentrarsi.
"Credo che l'ultimo frammento dell'anima di Voldemort non sia stato eliminato" concluse. "Neanche la bacchetta più potente del mondo è stata capace di eliminarlo con un incantesimo. Dobbiamo usare qualcosa per distruggerlo, ma dobbiamo farlo immediatamente."
Harry trasalì. Si immaginò nuovamente nella Camera dei Segreti a raccogliere zanne di Basilisco, e con quelle colpire ripetutamente il corpo inerme di Grattastinchi. Neanche Ron - che non lo sopportava da anni - sarebbe stato capace di farlo. E allo stesso modo sarebbe stato estremamente cruento eliminarlo con la spada di Godric Grifondoro, che si era rivelata cruciale in altre occasioni.
"Non esiste un modo... più delicato?" tentò Hermione, che con grande probabilità aveva fatto il suo stesso ragionamento.
La McGranitt non rispose. Sembrava immersa nel suo mare di pensieri e ragionamenti: si mordeva l'interno delle labbra sottili con lo sguardo fisso in un punto casuale, torcendosi le mani come se questo potesse aiutarla a trovare una soluzione più velocemente.
"Un modo ci sarebbe" disse Harry infine.
La professoressa posò su di lui uno sguardo duro.
"Cosa, Potter?"
"Foxx ha... aveva... un Lethifold nei sotterranei. Potrebbe ingoiare il corpo di Grattastinchi. E anche quello di Voldemort, per essere più sicuri."
"Il Lethifold è una creatura estremamente pericolosa, e l'unica persona capace di gestirla non c'è più" ragionò Hermione.
La McGranitt li zittì entrambi sollevando una mano.
"Potrebbe funzionare."
Hermione fece per aprire la bocca ma poi, forse ricordandosi che la McGranitt era una professoressa con più esperienza di lei, la richiuse controvoglia.
"Quando Foxx è scappato siamo andati nei sotterranei a cercare il Lethifold. Era ancora lì, confinato grazie a un elementare incantesimo di contenimento. L'abbiamo affidato a Charlie Weasley, che si occupa principalmente di draghi ma conosce delle persone nel settore che studiano i dissennatori e le creature simili a loro."
Harry realizzò, sentendosi estremamente stupido, che dopo la fuga di Foxx il Lethifold non poteva essere rimasto incustodito nel suo ufficio.
"E dove si trovano queste persone?" chiese Hermione.
"Siamo fortunati" rispose la McGranitt. "Hogwarts."

~

Elizabeth Smull poteva sembrare una donnetta minuta e terrorizzata dalle bacchette, se osservata durante le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure; ma quando la porta della Stanza delle Necessità si aprì dall'esterno, e lei apparve sulla soglia con due grossi guanti di pelle di drago e una tuta molto simile a quelle utilizzate dai babbani per l'apicoltura, Harry notò divertito che la McGranitt - una delle donne più dure e coraggiose che lui avesse mai conosciuto - sembrava molto più impaurita di lei.
La sostituita di Foxx si infilò i guanti con sicurezza, raccolse il cadavere di Grattastinchi e intimò a tutti di uscire dalla stanza.
"Devo aprire un'altra stanza e non posso farlo se ci siete voi dentro."
Harry, la McGranitt, Hermione e il nuovo Grattastinchi uscirono senza fiatare dalla Stanza delle Necessità seguendo la professoressa Smull, che si fermò proprio davanti al muro aspettando che la porta si chiudesse davanti a loro. Poi, con estrema concentrazione, cominciò a misurare con lunghi passi il pavimento del settimo piano finché la parvenza di una nuova porta non iniziò a prendere forma sul muro.
Si delineò in fretta: non era una porta grande e nemmeno troppo complessa. Sembrava la porta di una camera blindata, lucida e scura, con un enorme pomello di metallo incastonato sulla sinistra.
"Professoressa, potrebbe...?" chiese con gentilezza alla McGranitt, indicando la porta.
"Oh, certamente" sussultò la McGranitt, estraendo la bacchetta e picchiettando con leggerezza la maniglia. Harry ed Hermione si guardarono facendo un mezzo sorriso; era buffo che una donna che lavorava con le creature magiche più pericolose al mondo avesse paura delle bacchette.
La porta fece uno scatto e si aprì appena, lasciando giusto lo spazio di una fessura.
Quando la Smull allungò la mano e sospinse la porta quella si aprì da sola, rivelando una stanza deludente. Era grande quanto uno stanzino delle scope, buia e umida, e appena Harry ci mise piede venne investito da una folata di aria caldissima che gli increspò i capelli e gli fece venire voglia di togliersi la maglietta.
"I Lethifold vivono in luoghi tropicali, quindi ho dovuto ricreare un clima adatto a loro" spiegò la professoressa.
Al centro della stanza, per terra, c'era una botola: Harry non l'aveva notata perché era grande quasi quanto il pavimento stesso, talmente larga che anche una persona della stazza di Hagrid avrebbe potuto attraversarla. Uno strano alone luminoso la circondava, ma Harry non riuscì a capire se venisse dal basso o se la sovrastasse; quando la McGranitt mosse la bacchetta, lanciando uno degli incantesimi non verbali che Harry non aveva ancora imparato a fare, l'alone spari e la Smull sollevò il pannello che copriva l'apertura sul pavimento.
"Sarebbe meglio se andassi da sola" disse. "Ma se qualcuno di voi vuole assistere, siete i benvenuti."
Harry guardò Hermione, che si mordeva il labbro nervosamente.
"Io resto qui" disse la ragazza. "Non voglio assistere."
La McGranitt annuì comprensiva, e anche Harry, che moriva dalla voglia di andare lì sotto e vedere da vicino il Lethifold, strinse la mano di Hermione e guardò le due professoresse.
"Resto con lei."
Hermione gli sorrise.
La McGranitt e la Smull cominciarono ad avvicinarsi alla botola, e all'improvviso la porta della Stanza delle Necessità si aprì con un tonfo. Ron, trafelato, si appoggiò allo stipite e cercò di riprendere fiato. Dietro di lui, ancora più stanco e ansante, c'era Hagrid.
"Resto io con lei" affannò Ron. "Voi andate."
Harry ebbe una voglia improvvisa di abbracciarli entrambi.
"Vi abbiamo cercato per tutto il castello" borbottò Hagrid, che aveva uno sguardo visibilmente provato e si stava evidentemente trattenendo dallo stringere i presenti in uno dei suoi famosi abbracci spezza-ossa. "State tutti bene?"
"Noi stiamo bene" rispose Hermione, con un velo di tristezza nello sguardo. "Stiamo per distruggere Voldemort una volta per tutte."
"Penso che debba assistere anche tu, Hagrid" suggerì Harry, senza rivelare al mezzogigante cosa si celasse sotto la botola.
Hagrid, con sguardo interrogativo, seguì i presenti lungo le scalette di pietra che portavano di sotto facendo i gradini sette alla volta e piegato in due, perché l'apertura era abbastanza larga per permettergli di entrare ma non sufficientemente alta. Dopo qualche minuto un nuova stanza si rivelò. Era più larga della precedente, più calda e talmente umida che i muri di pietra grondavano acqua.
«Ci siamo» disse Elizabeth Smull. «State indietro.»
Una sagoma scura si mosse sul pavimento. Harry indietreggiò e sentì Hagrid trattenere il respiro.
«Ma quello è un Letalmanto» mormorò eccitato. «Creatura affascinante, Silente non mi ha mai permesso di allevarne uno.»
Harry era segretamente felice della reazione di Hagrid, perché era anche l'unico motivo per cui l'aveva esortato a scendere insieme a loro.
«Ora lascerò il gatto sul pavimento, e torneremo fra qualche minuto" disse la Smull. «Se avrà funzionato, porteremo qui anche il corpo di Voi-Sapete-Chi.»
Grattastinchi venne adagiato sul pavimento, e tutti i presenti risalirono lentamente le scalette di pietra.
Tornare nel corridoio del settimo piano fu come farsi un bagno nel Lago Nero in pieno inverno; la porta blindata venne richiusa dalla McGranitt con un colpo di bacchetta, e Harry si lasciò cadere per terra, esausto, felice di ascoltare per dieci minuti Hagrid che parlava concitato del Lethifold che avevano appena visto, quasi dimenticandosi che diversi piani sotto di lui c'erano i cadaveri di Draco Malfoy e Reynard Foxx stesi sul pavimento della Sala d'Ingresso.
Hermione li ascoltava con interesse, tenendo in grembo Grattastinchi addormentato.
«Sono passati dieci minuti» annunciò la professoressa, dopo quella che a Harry era sembrata un'eternità. «Questa volta scenderò da sola.»

Harry Potter e il Mistero di Godric's Hollow - Ottavo Libro (non ufficiale)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora