«L'altro anniversario, ovviamente... quello della causa di questo trambusto» replicò frustrato.

«La commemorazione per i cento anni dalla fondazione dell'Accademia? Grande, non so come avremmo fatto senza i tuoi auguri. Questo sì che è un gesto carino da parte tua. Ora puoi anche andare via.» JJ sapeva essere molto velenosa.

«Che figo! E che succede, quindi? Ci sarà una festa?» L'unico forse a non rendersi conto dell'aria cattiva che tirava era James, il quale aveva il difetto di non saper tenere la bocca chiusa. Tutti lo guardarono stralunati. Accortosi dell'enorme smacco scosse il capo come per diniego ritornando nella posa da bodyguard.

«Organizzeranno un ballo. Credo sappiate che gli inviti saranno a coppie. Avrei tanto voluto invitarti mia cara, ma purtroppo non ci sarò. Ci tenevo che lo sapessi.» Colton posò i suoi occhi grigi verso i miei in modo fin troppo penetrante. Mi sentii a disagio per quel contatto tant'è che allontanai il vassoio con un gesto secco: era certo che non avessi più fame.

«Non che ci fosse stata possibilità che io accettassi!» ironizzai mostrando un sorriso di circostanza. Colton non si scoraggiò, anzi, si sporse in avanti per potermi scrutare meglio, mentre si umidificava le labbra eccitato da quella risposta. Tutto il tavolo si mosse in mio soccorso, ma non interruppero il soliloquio del bruno. Stavano attendendo un passo falso. Io non avevo ceduto neanche di un centimetro, approfittando di quella vicinanza per poter ricercare dei punti deboli. Le sue iridi si rivelarono piene di pagliuzze avorio, quasi dello stesso colore delle brevi cicatrici che separavano il sopracciglio sinistro in tre punti. I capelli castani rasati ai lati e lasciati ribelli nelle lunghezze centrali facevano sì che tutto il focus fosse diretto al suo sguardo: così profondo e penetrante. Schiuse nuovamente le sottili labbra rossastre per mostrarmi il migliore dei suoi sorrisi maliziosi.

«Noto che ti stai facendo desiderare... mi piace» soffiò a qualche centimetro dal mio volto mostrandomi due fila di denti bianchissimi. Spalancai gli occhi irritata: non era quello il mio intento. Io lo detestavo!

«Frena l'entusiasmo, amico. Delaney mi pare ti abbia appena dato un motivo per sparire, perciò vedi di andartene. Il tuo piccolo show è finito.» Chris intervenne spazientito mantenendo la sua espressione più truce per tutto il tempo necessario. Incuteva timore solo a udirlo. Non un singolo muscolo tradiva l'emozione che provava: sembrava incapace di provarne.

Colton alzò un angolo della bocca facendosi lentamente indietro con consapevolezza. «Nessun problema, amico. È stato un piacere parlare con voi. Delaney.» Lanciò un occhiolino nella mia direzione prima di sparire nella parte opposta percorsa da Lake e Kit.

Mi voltai per poterlo osservare andare via. Stringeva i pugni e ogni passo sembrava ben calcolato, quasi si imponesse di essere perfetto in quella circostanza. Quando aprì la porta di servizio della sala, scomparve definitivamente dalla nostra vista.

«Sbaglio o il tizio con cui stavi per fare a botte ha espressamente detto che gli piaci?» James sembrò addirittura più confuso di me. Finalmente poteva ritornare seduto senza più l'espressione da segugio sul volto.

«È ovvio che gli piaci. Sei la ragazza nuova con un margine incredibile di miglioramento. Trasudi fascino del ventunesimo secolo da tutti i pori. Inoltre, c'è considerare che lo hai letteralmente steso, i ragazzi vanno matti per quelle toste come te. Onestamente credo potrebbe rivelarsi molto interessante, lui è anche parecchio bravo con i suoi poteri. Ti consiglio di dargli un'opportunità se ti interessa.» Sol non badò a mezzi termini, lasciandomi di stucco.

«Credo di essere d'accordo con lei. Non è male.» Anche JJ diede inaspettatamente la sua approvazione.

«Ma siete serie? Non c'è possibilità che a uno così possa piacere lei» Max espose le sue perplessità dopo aver riafferrato la mela lasciata a metà.

«Concordo con lui, è un babbeo, egocentrico che non sa neanche tenere sotto controllo la sua squadra. Deve esserci un secondo fine alle sue azioni.» Potei leggere frustrazione negli occhi cristallini del caposquadra.

Misi le mani avanti facendo pressione per alzarmi da quel tavolo. Ero snervata da ciò che avevano pronunciato Chris e Max. Fissai James, il quale si strinse nelle spalle.

«Ve la siete cercata» li canzonò JJ, notando il mio fastidio, mentre aggrovigliava un ciuffo biondo tra le sue dita affusolate.

«Ehi, ehi, calma. Pensiamo a qualcosa di più bello. È vero che farai coppia con me e che mi porterai a questa festa?» James prese le mie mani tra le sue implorandomi con lo sguardo. Aveva gli occhi traslucidi e mai avrei potuto dargli una risposta negativa. Anche perché, in quell'esatto momento, un pezzo di polpettone mi colpì in pieno petto, bloccandomi dall'esprimere qualsiasi altra parola che non fosse "vendetta". 

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