« Moccicoso Jorgenson! ».
L'urlo acuto si propagò nel dormitorio femminile, destando quei pochi che si erano rifiutati di ascoltare la propria sveglia.
Se qualcuno fosse stato abbastanza coraggioso, o pazzo a seconda delle opinioni, di affacciarsi sul corridoio, avrebbe visto un' infervorata Astrid Hofferson marciare verso i dormitori dei ragazzi.
Non che fosse una novità, Astrid era ben nota per il suo caratterino, ma questo non impediva alle persone di pregare di non essere il motivo della sua rabbia.
Regola numero uno della Berk Academy? Mai e poi mai fare infuriare uno dei "Cavalieri", in particolar modo Astrid Hofferson.
***
Berk Academy, un vero e proprio castello che si stagliava sulla scogliera di Bergen, tra moderno e antico. Una scuola privilegiata per pochi, destinata ai giovani eredi di famiglie benestanti che, con pugno di ferro, dominavano l'economia, la politica, giustizia, e così via delle terre Scandinave.
I giovani venivano accolti non appena le scuole primarie finivano e continuavano i loro studi fino alla maggiore età: una volta usciti da lì, avevano in mano conoscenza di alto livello che avrebbero sfruttato nel loro futuro. Era l'Harvard della Norvegia, ma per ricchi. Estremamente ricchi.
***
Una giornata no era decisamente iniziata per Astrid: appena sveglia aveva notato le occhiaie profonde, i capelli spettinati e la testa che le martellava. E come se non bastasse un brufolo aveva deciso di fare capolino, sulla sua candida pelle priva di imperfezioni.
Aveva rubato i trucchi della sua compagna di stanza, giusto per nascondere i segni sul viso, ma non appena si era specchiata aveva notato un altro particolare: due baffi, disegnati con un pennarello nero. E inutile dirlo, la ragazza sapeva già chi fosse l'autore di tale scherzo.
Ed eccola lì, mentre scendeva con furia le scale che la portavano ai dormitori dei ragazzi, fulminando chiunque provasse solo a guardarla. Appena giunse davanti alla stanza desiderata, iniziò a bussare con tale foga, che in tanti si chiesero se fosse la volta buona che venisse buttata giù.
Un'assonato Testa di Tufo aprì, sbadigliando rumorosamente: « Ma sei scema? ».
Astrid non replicò e spinse via il poveretto, che borbottò qualcosa; inziò a guardarsi intorno ma la stanza era vuota. Si voltò verso l'amico: « Dov'è Moccicoso? ».
« E lo chiedi a me perché ... »
« Perché è il tuo migliore amico e, piccolo particolare, compagno di stanza? ».
Testa di Tufo fece spallucce, grattandosi il sedere con la sua solita nonchalance: « Mica sono il suo babysitter -si lasciò cadere sul suo letto- credo sia comunque nella pista da hockey ».
La ragazza non disse nulla, sbuffò appena ed uscì, ma non prima di aver udito il commento dell'amico riguardante i suoi baffi disegnati. Inutile dire che Testa di Tufo si beccò un cuscino in faccia.
***
La pista da hockey era uno dei tanti regali fatti dalle famiglie, che ovviamente non si risparmiavano in donazioni, per essere sicuri che i loro figli avessero il meglio.
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Berk Academy
FanfictionBergen, Norvegia. Un perla tra i fiordi dove un tempo salparono i vichinghi, tra storia e innovazione. Nascosto tra le rocce e i boschi le rovine un vecchio castello, ora casa un nuovo mondo: un'accademia esclusiva, solo per i più fortunati, che pos...