Dan Smyers e Shay Mooney non avevano pianificato di realizzare l’album Bigger Houses. Dopo il vortice di successo ottenuto col clamoroso singolo del 2018 ‘Tequila’ e l’altrettanto importante impatto della collaborazione con Justin Bieber del 2019, ‘10,000 Hours’, entrambi i membri dell’acclamatissimo duo country si sentivano esausti e un po’ disillusi. “Eravamo arrivati alla fine del tour ed eravamo davvero a pezzi”, racconta Mooney a Apple Music. “Eravamo semplicemente stremati. Ci siamo detti ‘Cavolo, non è stato divertente come avrebbe dovuto essere’. Eravamo così stanchi di continuare a fare cose incredibili. Raggiungi tutti questi obiettivi, ma nel corso del tempo si accumulano talmente tanti impegni che non sopporti di doverli rispettare”. Dopo una lunga e franca conversazione, i due sono tuttavia riusciti a riconciliarsi non solo tra loro ma anche con ciò che li ha fatti innamorare della musica in primo luogo: il contatto con il pubblico, il tempo trascorso insieme, il potere catartico delle canzoni. Alcuni incontri casuali in amicizia sono rapidamente diventati sessioni di scrittura, e Bigger Houses ha cominciato a prendere forma. “Ci siamo concessi di trascorrere davvero del tempo insieme, di concentrarci sulla musica, di scrivere canzoni come facevamo quando siamo arrivati in città con una chitarra acustica o un pianoforte”, dice Smyers a Apple Music. “Non stavamo forzando nulla, non cercavamo di essere qualcosa e non stavamo dicendo ‘Okay, bene, abbiamo fatto quel pezzo con Bieber: ora come vogliamo procedere?’ Non è stato un passaggio veramente intenzionale. Eravamo noi stessi per la prima volta dopo tanto tempo”. Bigger Houses si apre con l’euforica ‘Breakin’ Up With a Broken Heart’, una spensierata canzone d’addio che ricorda i Rascal Flatts. ‘Save Me the Trouble’ è una ballata da stadio potente almeno quanto ‘Tequila’, e sfrutta al massimo l’alchimia vocale della coppia. Momenti clou sono anche il coinvolgente brano two-step ‘Heaven Back’ e la canzone che dà il titolo all’album, che chiude il disco con una nota di vulnerabile gratitudine.