Teramo | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Abruzzo | |
Territorio | Teramano | |
Altitudine | 265 m s.l.m. | |
Superficie | 152,84 km² | |
Abitanti | 54.892 (2015) | |
Nome abitanti | Teramani | |
Prefisso tel | 39 0861 | |
CAP | 64100 | |
Fuso orario | UTC 1 | |
Patrono | San Berardo Vescovo (19 dicembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Teramo è una città dell'Abruzzo.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]In prossimità del Gran Sasso e dei Monti della Laga, sulle prime propaggini appenniniche dell'Abruzzo settentrionale Teramo gode di una splendida posizione panoramica fra le più alte vette abruzzesi e il non lontano litorale adriatico.
Cenni storici
[modifica]Si chiamava Pretut l’antica città di Teramo, ed era il centro più importante della zona. Città dei Pretuzi, si dice fosse stata fondata dai Fenici come emporio commerciale e fu indipendente fino al III secolo a.C., quando fu assoggettata ai Romani che le mutarono il nome in Interamnia Pretutiorum, "città fra i fiumi" (in particolare il Tordino e il Vezzola). Con Roma la città conobbe un periodo di grande prosperità grazie ai collegamenti con la capitale, Furono costruiti templi, il teatro, l’anfiteatro.
Le invasioni barbariche la esposero al sacco dei Visigoti nel 410 d.C., che la rasero al suolo. Nel 568 avvenne la sua ricostruzione; soggetta ai Normanni, fu poi dominio vescovile, periodo che vide la costruzione della nuova cattedrale nel Trecento. Alla fine del secolo si costituì la signoria degli Acquaviva, che misero a tacere per un po’ le lotte intestine che caratterizzavano la vita sociale teramana. Occupata dai Francesi sul finire del XVI secolo, tornò agli Spagnoli e al Regno delle Due Sicilie di cui seguì le vicende fino all'Unità d'Italia.
Come orientarsi
[modifica]Quartieri
[modifica]- Castello — Il suo territorio di riferimento coincide con quello della Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria.
- Colleatterrato — Il quartiere, di recente costituzione, è nato dall'espansione demografica a seguito dell'istituzione della "zona 167". Si trova nella parte più a est della città ed è diviso principalmente in tre zone: Colleatterrato Alto, Colleatterrato Basso e Contrada Casalena.
- Colleparco — È una delle zone residenziali di più recente sviluppo, si trova in alta collina e vi ha sede il Università degli studi di Teramo. La sua notevole altitudine la porta ad essere la più alta di tutta la città.
- Madonna della Cona individuato anche col solo nome di Cona — Coincide con il territorio della Parrocchia della Madonna della Cona. Si trova nella parte ovest della città e si sviluppa attorno alla statale 80. Tra i primissimi insediamenti fuori le antiche mura e luogo di ritrovamento di reperti archeologici romani (necropoli etc..), oltre che di uno degli ultimi esempi di archeologia industriale (Fornace di mattoni con metodo Hoffman). Nel quartiere, prevalentemente residenziale, hanno sede 3 scuole superiori: l'Alberghiero, i Geometri e l'Istituto Tecnico Commerciale per Programmatori.
- Gammarana — Si trova alle spalle della stazione ferroviaria, tra gli anni cinquanta e sessanta era una zona industriale, poi è divenuta residenziale.
- Madonna delle Grazie - Campo Fiera — Si estende a sud della città, poco oltre le vecchie mura cittadine. Comprende il parco dedicato ad Ivan Graziani e il santuario della Madonna delle Grazie.
- Piano della Lenta — Si estende a nord dell'area urbana cittadina lungo la strada statale 81 Piceno Aprutina che conduce alla vicina Ascoli Piceno. È quasi totalmente residenziale e conta più di 3000 abitanti.
- San Benedetto — Nuovissimo quartiere di Teramo. Sorto all'inizio degli anni 2000 nella zona est della città, a ridosso della zona di Colleatterrato basso, popolato da circa 6.000 abitanti.
- San Berardo — Situato nella zona est di Teramo, è un quartiere prevalentemente residenziale dedicato al patrono della città. È uno dei quartieri storici della città, il suo gonfalone è bianco e rosso e reca il simbolo del drago alato. Coincide con il territorio della Parrocchia del Duomo.
- San Leonardo — È uno dei quartieri storici della città, nel XVI secolo incorporò il sestiere di Sant'Antonio, il suo gonfalone è una galera, fornita di remi, in campo rosso. Coincide con il territorio della Parrocchia di Sant'Antonio.
- Santa Maria a Bitetto — È uno dei quartieri storici della città, nel XVI secolo incorporò il sestiere di Santa Croce; il suo gonfalone è nero e rosso e reca il simbolo dell'elefante con una torre sulla schiena. Coincide con il territorio della Parrocchia del Carmine. Santo Spirito Oggi conosciuto come Porta Romana, è uno dei quartieri storici della città; il suo gonfalone è giallo bianco e verde con in mezzo il simbolo della torre. Coincide con il territorio della Parrocchia di Santo Spirito.
- Villa Mosca — Quartiere prevalentemente residenziale. È sede dell'ospedale "Mazzini" di Teramo.
- Villa Pavone — Agglomerato artigianale situato nell'estremo levante della città.
- Stazione — Quartiere residenziale e commerciale compreso tra i quartieri Gammarana e San Berardo.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100 (A circa 50 km), ☎ 39 085 4324201.
- Aeroporto di Ancona
In auto
[modifica]- Autostrada A24 Roma - Teramo
- Autostrada A14 Milano - Bari uscita Mosciano Sant'Angelo
- Strada statale 80-raccordo, che collega Teramo al casello autostradale Teramo - Giulianova - Mosciano Sant'Angelo sulla autostrada A14 Adriatica
- Strada Statale 80 del Gran Sasso
- Strada Statale 81 Piceno Aprutina collega Teramo con la città di Ascoli Piceno
In treno
[modifica]- Stazione di Teramo, che collega la città con la stazione di Giulianova (e altri paesi della costa come Roseto degli Abruzzi, Pineto, Silvi, Pescara) dove incrocia le linee di grande collegamento nord - sud della dorsale adriatica.
In autobus
[modifica]La città è raggiungibile grazie alle linee di pullman gestite dalla Azienda TUA.
Come spostarsi
[modifica]Con mezzi pubblici
[modifica]La città è servita dagli autobus urbani gestiti dall'azienda STAUR [link non funzionante].
Cosa vedere
[modifica]- 1 Cattedrale di Santa Maria Assunta. Il Duomo di Teramo fu voluto dal Vescovo Guido II; la sua costruzione iniziò nel 1158 e fu dettata dalla necessità di ricostruire la città che era stata distrutta e data alle fiamme, ivi compresa l'antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis. Nel Trecento il vescovo Nicolò degli Arcioni provvide al suo ampliamento; altri lavori si ebbero nel Quattrocento e nel XVIII secolo, quando il Duomo fu adattato a forme barocche che un intervento riparatore del 1932 provvide fortunatamente ad eliminare. I restauri del 2007 hanno contribuito a ripristinare ulteriormente le caratteristiche originarie dell'edificio.
La chiesa mostra influenze stilistiche sia romaniche che gotiche ed ha la particolarità di avere due facciate contrapposte. Quella più spettacolare guarda su piazza Orsini ed ha il caratteristico coronamento orizzontale di gran parte delle chiese d'Abruzzo; qui la facciata orizzontale è decorata da una merlatura ed interrotta dallo slanciato timpano che partendo dal portale centrale si sviluppa in altezza per tutta la facciata ed oltre, slanciando e movimentando notevolmente l'insieme. L'imponente portale strombato è decorato da un fregio con mosaici che accolgono angeli musici e da colonne e colonnette a tortiglione, sostenute da due leoni accovacciati.
L'altra facciata, opposta a quella principale, guarda su piazza Martiri della Libertà; è meno eclatante, con stile più semplice e lineare. La porta di accesso, collocata al termine della scalinata, è una falsa porta che serve di abbellimento. All'interno dello spazio della luce del finto varco, dall'anno 2000, è stata inserita l'opera bronzea eseguita dal giuliese Venanzo Crocetti che rappresenta l'Annunciazione.
L'interno dell'imponente edificio è scandito da tre navate con colonne ed arcate a tutto sesto di notevole slancio. L'altare mostra un'opera di gran pregio: un paliotto d'argento formato da trentacinque lamine d'argento dorato, sbalzate e cesellate, raffiguranti episodi della vita di Cristo, lavoro quattrocentesco dall'incisore Nicola da Guardiagrele. Altra grande opera è il Polittico di Sant'Agostino di sedici tavole, pure quattrocentesco, del veneziano Iacobello del Fiore.
Dà prestigio alla cattedrale, oltre all'innegabile bellezza della chiesa, anche il campanile che costituisce uno dei migliori esempi di gotico lombardo esistenti in Abruzzo. Fra Millecento e Milleduecento fu realizzata la parte inferiore; nel Trecento gli furono aggiunti due piani; Nel Quattrocento la guglia a forma ottagonale, i cui angoli sono sormontati da cuspidi o piccole torri.
- 2 Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti, Piazza Sant'Anna, ☎ 39 0861 250301. Nel cuore del centro storico ed archeologico di piazza Sant'Anna, l'edificio religioso, addossato al bastione della Torre Bruciata, è molto vicino alla chiesa di Santa Caterina. Entrambe le chiese in origine facevano parte del complesso dell'Antica cattedrale di Santa Maria Aprutiensis ed ora appartengono alla locale parrocchia della chiesa di Sant'Antonio. La costruzione si compone di quanto è sopravvissuto ed è stato conservato del corpo di fabbrica dell'Antica cattedrale. Questa identificazione dell'attuale struttura con una porzione del primo centro liturgico e spirituale della città è stata svelata dagli scavi e dagli studi che Francesco Savini condusse nell'area archeologica dall'anno 1896 e che si protrassero fino ai primi anni del XX secolo. Dal 1902 è stata inclusa nell'elenco dei Monumenti nazionali italiani. La chiesa attuale ha modeste dimensioni, è interamente costruita in pietra e laterizi, la facciata è aperta dal modesto ingresso e si completa del campanile a vela che si alza sulla destra del prospetto. La parete longitudinale di sinistra mostra le ghiere di tre archi tompagnati e due finestre. Nell'arco centrale si trova un secondo ingresso. Queste aperture aggiunte tra l'XI ed il XII secolo, murate in età moderna, appartenevano ad un atrio affrescato di cui resta il dipinto del sottarco centrale.
- 3 Antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis. L'attuale edificio è ciò che resta dell'antica Cattedrale teramana dedicata a Santa maria Aprutiensis edificata nel IV secolo. Fa parte di una zona di recupero che comprende anche l'antico vescovado. Cattedrale e vescovado furono entrambi edificati su edifici romani, fra i quali la Domus di Largo Torre Bruciata. Molti materiali romani di reimpiego sono emersi durante i lavori di recupero della chiesa, che fu Cattedrale della città fino al 1157, quando venne distrutta dalla devastazione e dall'incendio di Teramo ad opera delle truppe del Conte di Loretello. L'origine di Sancta Maria Aprutiensis è molto antica, poiché un documento di Gregorio Magno già la menziona.
Rimessa in luce fra il 1980 e il 1993, l'edificio ha tre navate con diverse pavimentazioni, divise da colonnati costruiti con materiali di spoglio. Rimane attualmente visibile la chiesa di Sant'Anna dei Pompetti che insiste sull'area. L'antica cattedrale fu ulteriormente impoverita con l'asportazione di materiale per l'edificazione della cattedrale nuova.
- 4 Santuario e convento della Madonna delle Grazie, Largo Madonna delle Grazie. La chiesa attuale ha l'aspetto che le è derivato dai lavori dell'ultimo decennio dell'Ottocento. Al suo interno si trova conservata una pregevole statua lignea della Madonna col Bambino esposta sull'altare maggiore e risale al tardo Quattrocento. Antichi ex voto (XV secolo), un crocefisso per processioni del Cinquecento sono altre opere degne di attenzione conservate nell'edificio. La chiesa fu poi dedicata alla Madonna delle Grazie per la protezione che si ritenne abbia dato alla città in tempi antichi verso truppe nemiche e in tempi recenti per lo scampato pericolo di distruzioni belliche.
Il convento ha un chiostro romanico - gotico, testimonianza dei ripetuti adattamenti architettonici avvenuti nel tempo. Fondato infatti nel XII secolo come monastero benedettino femminile e intitolato a Sant'Angelo delle Donne, dal 1448 fu convertito in convento dei Frati Minori osservanti che nel decennio 1460-70 lo riedificarono pressoché totalmente, mantenendo tracce dell'antico solo nel chiostro. Arcate quattrocentesche a tutto sesto caratterizzano i lati lunghi; arcate a sesto acuto nei lati corti sembrano sopravvivenze trecentesche.
- 5 Chiesa e convento di San Domenico, Corso Porta Romana. Di edificazione tardo trecentesca, fu ricostruita all'inizio del Novecento nelle forme che le vediamo. L'interno è a una sola navata , con archi a sesto acuto costruiti con un intervento di consolidamento tardo gotico. La chiesa conserva resti di affreschi trecenteschi soprattutto sulle pareti del coro e sulla parete sinistra della navata, che presentano storie di Cristo e San Tommaso e sono attribuiti a Luca d'Atri.
Del primo Quattrocento sono invece gli affreschi della controfacciata (San Donato vescovo, Sant'Antonio Abate, San Giobbe). Una Annunciazione sulla parete vicina è del Maestro del Giudizio di Loreto Aprutino.
La chiesa è completata da un convento trecentesco; sono rimasti il chiostro con archi a tutto sesto e larghi pilastried un portale ad ogiva. Resti di affreschi delle storie di San Domenico sono di fattura seicentesca.
- 6 Chiesa dei Cappuccini, Viale Mazzini. Le cronache riferiscono che la chiesa fu fondata nell'819; ebbe poi numerosi rifacimenti. Il portale è in conci di pietra, e la facciata presenta decorazioni realizzate con mattoni messi a taglio o figure geometriche romboidali in laterizio, un tipo di decorazione che riconduce ai decori dell'antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis. Dell'ampliamento del XIV secolo, con l'aggiunta di due navate, rimane la navata destra, interrotta dall'inserimento di ambienti usati come sacrestia, oltre che da piccole cappelle, che mostrano caratteristiche cinquecentesche. Dell'antico chiostro di cui disponeva la chiesa non rimane traccia.
L'edificio conserva un tabernacolo intarsiato e altari lignei settecenteschi di Giovanni palombieri e della sua scuola; pure settecenteschi sono i dipinti dell'altare maggiore, che mostra sul retro opere più antiche ascrivibili alla fine del XVI secolo. Una Madonna col Bambino di Giacomo da Campli, un tempo appartenente alla chiesa, è esposto nelle raccolte della Pinacoteca Civica.
- 7 Borgo Medioevale, detto anche Castello della Monica, Via del Castello. Il Borgo Medioevale è un complesso di edifici ottocenteschi realizzati sul piccolo colle di San Venanzio, attraverso una stravagante fusione in unica struttura di differenti stili architettonici e artistici, dal neogotico al moresco, con numerose contaminazioni derivanti dalle tante esperienze formative maturate nel tempo dal suo autore e proprietario Gennaro della Monica. Questo gruppo di fabbricati ed aree verdi è anche identificato, meno esattamente, con la denominazione di Castello Della Monica. L'edificio è in fase di restauro e il suo 'interno non è attualmente visitabile.(Ottobre 2015)
- 8 Casa Catenacci, poi Corradi, ora Capuani, Via Vittorio Veneto. Risale al Quattrocento l'aspetto attuale di questa antica casa in laterizio, con portici ad arco ogivale. Originariamente dei Catenacci, l'edificio ebbe successive modifiche ed aggiunte, quali ad esempio la loggia sul corpo più basso ed una serie di finestre. Tracce tardo trecentesche di reimpiego sono una colonnina tortile e uno stemma murati sotto il portico. Una lapide riporta il motto NON BENE PRO TOTO LIBERTAS VENDITUR AURO - La libertà non si vende neppure per tutto l'oro del mondo -. La famiglia Corradi, che è documentata in città fin dal Trecento, ne ebbe a lungo la proprietà. Nel Settecento il palazzo fu Teatro cittadino, fino a quando Teramo ottenne il permesso di edificare un teatro, idea a lungo osteggiata dal governo borbonico. Costruito infine nel 1868 il teatro comunale, il teatro Corradi fu progressivamente disertato; alla sua chiusura la casa ritornò abitazione privata ed è attualmente conosciuta anche come Casa Capuani.
- 9 Osservatorio astronomico di Collurania, Contrada Specola, ☎ 39 0861 439711, fax: 39 0861 439740. È uno dei dodici osservatori astronomici pubblici italiani ed è parte dell'Istituto nazionale di astrofisica. Fu fondato e voluto dall'astronomo teramano Vincenzo Cerulli, al quale è stato in seguito dedicato. Fu costruito tra il 1890 e il 1891 nei terreni di proprietà della famiglia Cerulli su un poggio che fronteggia la città di Teramo. L'Istituto si trova all'interno di un boschetto di pini e abeti, la cupola d'argento dell'Osservatorio spicca nel panorama e rappresenta uno dei tratti caratteristici del paesaggio locale. La struttura, insieme con il Museo degli strumenti scientifici, dove si trova raccolto il materiale strumentale utilizzato per la ricerca astronomica di questo Istituto nel secolo scorso, è visitabile previa prenotazione dagli alunni di scuole primarie e secondarie. Per ciascuna visita è consentita la presenza di massimo 50 persone. È obbligatorio prenotarsi telefonicamente contattando la sig.ra Sandra Forti al numero 39 0861-439711. (ottobre 2015)
- 10 Fonte della Noce, Via Fonte della Noce. gratuito. È una fontana storica della città di Teramo che assume la sua denominazione dalla fitta presenza degli alberi di noce che la circondano. Costruita in epoca medievale, in pietra e laterizi, su un'ampia area rettangolare è dotata di lavatoio pubblico e due abbeveratoi. Si trova all'interno dell'area naturale del Parco fluviale del Vezzola a pochi passi dal centro cittadino. Ha approvvigionato di acqua potabile l'intera zona nord di Teramo fino agli anni trenta del XX secolo. Il sito è noto e ricordato anche nelle vicende locali, in particolare nella Storia di Teramo scritta nel 1588 dalo storico Mutio dè Muzji che ha tramandato, con dovizia di particolari, la visita alla cittadina abruzzese della regina Giovanna di Trastámara, più nota come Giovanna d'Aragona, vedova del re Ferdinando I di Napoli. La sovrana, nell'anno 1514, trascorse cinque giorni nella città di Teramo per acquisirne il possesso e fu particolarmente colpita dalle acque di questa fonte ed ordinò di allestire il banchetto di una cena, allietata da musici e danzatori, da consumare presso l'area della fontana. A ricordo di questo evento, una lapide che reca scolpite le parole della descrizione del Muzji, è stata posta in occasione del quattrocentesimo anno dalla visita della sovrana.
- 11 Biblioteca "Dèlfico". Il Duomo di Teramo fu voluto dal Vescovo Guido II; la sua costruzione iniziò nel 1158 e fu dettata dalla necessità di ricostruire la città che era stata distrutta e data alle fiamme, ivi compresa l'antica cattedrale di Sancta Maria Aprutiensis. Nel Trecento il vescovo Nicolò degli Arcioni provvide al suo ampliamento; altri lavori si ebbero nel Quattrocento e nel XVIII secolo, quando il Duomo fu adattato a forme barocche che un intervento riparatore del 1932 provvide fortunatamente ad eliminare. I restauri del 2007 hanno contribuito a ripristinare ulteriormente le caratteristiche originarie dell'edificio.
Periodo romano
[modifica]Per approfondire, vedi: Teramo romana. |
Molteplici sono le testimonianze della Teramo romana, che furono nel tempo inglobate in strutture architettoniche successive; ora si stanno recuperando, per quanto possibile, e restaurando per renderle fruibili al pubblico.
- 12 Anfiteatro romano, Via Irelli. Ciò che sopravvive dell'antica struttura dista solo pochi metri ad ovest dal teatro romano. La porzione più evidente della residua muratura perimetrale, in laterizio, di questo edificio è visibile in via San Berardo e nell'area immediatamente a sinistra del Duomo. La planimetria da cui si sviluppava aveva forma ellittica con un perimetro di 208 metri, l'asse maggiore misurava 74 metri e l'asse minore 56 metri. Il piano antico è situato a 6 metri di profondità rispetto all'attuale livello stradale. Nel perimetro murario è possibile leggere i diversi accessi che un tempo conducevano all'interno della struttura. Una serie di passaggi secondari conducevano direttamente alle gradinate per il pubblico. In epoca mediioevale l'anfiteatro, come pure il vicino teatro romano, è stato utilizzato come cava di materiale per la costruzione di vari edifici limitorfi, in particolare il Duomo edificato nel XII secolo sull'area occupata dalla parte parte nord-occidentale dell'anfiteatro stesso. Nella parete destra esterna del Duomo e in alcuni muri interni, si possono osservare pietre scolpite asportate dall'anfiteatro rimesse in opera. Nel perimetro in cui insisteva l'anfiteatro ora sorge il palazzo del seminario aprutino, eretto per volontà del vescovo Armeni e distrutto e riedificato dal vescovo Pirelli.
- 13 Teatro romano (Via Paris). Il teatro fu costruito in un periodo di grande floridezza economica della città, all'inizio del II secolo d.C., durante l'impero di Adriano. Il tessuto del centro urbano dell'epoca si estendeva tra Piazza Martiri della Libertà ed il Santuario della Madonna delle Grazie, tra via Stazio e Torre Bruciata era circondato da mura di cinta. L'area destinata al teatro si allargava in 20 arcate di blocchi di travertino che circondavano la cavea, alcune ancora visibili. Le gradinate, disposte a semicerchio, potevano accogliere circa 3.000 spettatori. Il trascorrere del tempo lo ha visto essere incluso e parzialmente ricoperto dalla costruzione di abitazioni, saccheggiato nel medioevo quando divenne una sorta di cava di pietre destinate all'elevazione di altri edifici.
- 14 Sor Paolo Proconsole, Largo Proconsole. Statua risalente al I secolo a.C. che ritrae il dignitario togato romano Paolo Proconsole. Questa effigie è molto cara a tutti i teramani e gode di una grande simpatia e popolarità. Localmente la chiamano, con antica confidenza, nel pittoresco dialetto, con il solo nome di: «Gnor Paolo» o «Sor Paolo». Nel corso tempo, ha ricoperto un importante ruolo all'interno della vita sociale come statua parlante. Nella sua mano sinistra, dove forse vi fu una pergamena, venivano infilati biglietti satirici, denunce di malcontento, lamentele e proteste rivolte ai governanti e ai signori della città. In tempi più recenti ai foglietti sono state affidate anche parole di poesie d'amore ed i tifosi hanno consegnato alla statua le loro bandiere affinché le mostrasse. L'Università Popolare Medio Adriatica ha scelto l'immagine di Sor Paolo Proconsole come proprio emblema.
- Domus romane. Sono importanti testimonianze archeologiche della città romana le quattro domus portate alla luce a seguito di scavi: la Domus di largo Torre bruciata; la Domus di Madonna delle Grazie; la Domus di porta Carrese; la Domus Savini o del Leone.
- Mosaico di Bacco.
- 15 Mosaico del Leone, Via Antica Cattedrale (presso Palazzo Savini). Il Mosaico del Leone è una decorazione pavimentale del tablino della omonima Domus, sita nel seminterrato di Palazzo Savini. Annoverato tra gli emblemi della storia archeologica teramana, è databile intorno al I secolo a.C., così come quelli, simili nella fattura, rinvenuti a Pompei e nella Villa Adriana a Tivoli. È stato universalmente riconosciuto come uno degli esempi più alti dell'arte del mosaico. Le tessere dello sfondo sono quadrangolari, allungate quelle dei baffi, tonde quelle della pupilla e dell'iride. Complessivamente qui è applicata la disposizione centripeta, ossia quella in cui la grandezza delle tessere va decrescendo dall'esterno verso l'interno; il perimetro dell'emblema teramano è ornato da un motivo a treccia a due capi con nodi serrati su fondo scuro. I colori impiegati sono due: l'arancio e il grigio verde in diverse gradazioni tonali; quattro file di tessere compongono ogni nastro. Al centro della scena vi è un leone in posizione di attacco, mentre con la zampa anteriore artiglia un serpente, che a sua volta avvinghia la coda attorno alla zampa posteriore sinistra del leone. Quasi ad occupare tutta la scena è la testa con le fauci spalancate e la folta criniera resa con tessere dalle diverse tonalità del giallo oro. La pelle del serpente è resa da colori arancio e verde cupo sul dorso, mentre il ventre è realizzato da minuti frammenti beige con macchie scure. L'ambientazione è quella ai margini di una pozza d'acqua azzurra, tutt'intorno vi sono elementi vegetali: due alberi dei quali uno dal fusto nodoso e largo e chioma ampia, l'altro dal fusto sottile e foglie palmate con bacche e frutti. Molto accentuato è l'effetto chiaroscurale: una fonte di luce sembra provenire da destra inondando completamente il muso del leone. La scoperta risale al 1891, durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Savini.
- 16 Complesso archeologico di Largo Madonna delle Grazie (appena fuori la Porta Reale sul tracciato delle mura urbiche del centro storico medievale). L'area fu indagata nei primi anni Novanta del secolo scorso e restituita nel 2000 con l'inaugurazione del piccolo parco urbano conosciuto come "la domus di Largo Madonna delle Grazie". Gli ambienti più importanti, con pavimenti decorati e intonaci dipinti, sono protetti da un'alta copertura di acciaio. Le strutture della domus più antica, di età tardo-repubblicana (seconda metà del II - primo quarto del I sec. a. C.), si impiantano sui resti livellati dell'abitato proto-urbano con muri di terracruda e ciottoli di fiume e pavimentazioni in battuto con ricche decorazioni del repertorio geometrico che girano intorno a un grande peristilio centrale. La ristrutturazione di epoca imperiale è riconoscibile dall'inserimento di una grande vasca cementizia ad U, che taglia i precedenti ambienti, sul lato nord-ovest di detto peristilio. Tra II e I sec. a. C., va inquadrato cronologicamente il complesso residenziale privato con le pavimentazioni in battuto, cocciopesto e calcareo, impreziosite da raffinati disegni geometrici di cultura, gusto e moda di quella propaganda tardo-repubblicana diffusa in ogni angolo delle Province conquistate. Due pavimenti sono caratterizzati dal motivo centrale a losanga inscritto in un grande cerchio a doppia bordatura e a tutto campo, racchiuso in una cornice a meandro di svastiche correnti, alternate e modulate da quadrati di raccordo. Il sito di Madonna delle Grazie è senza dubbio il luogo dove incontrarsi per una piacevole passeggiata alla riscoperta dell'antica Interamnia, che si concluderà con la visita ai grandi monumenti pubblici: il teatro e l'anfiteatro, a nord-ovest nei pressi della Cattedrale, sul lato opposto del promontorio dove nel Quattrocento sarà pianificata la nuova città.
Eventi e feste
[modifica]- Interamnia World Cup. è una manifestazione sportiva internazionale per club che assume a tutti gli effetti il ruolo di coppa del mondo giovanile di pallamano under 21 (le categorie interessate sono under 10-12-14-16-18-21). Dal 1972, anno in cui venne organizzata la prima edizione, si svolge annualmente a Teramo nei primi giorni di luglio (solitamente dal 4 al 10 luglio di ogni anno), con gare che si tengono in campi sportivi allestiti in varie zone della città e anche in altre località della provincia di Teramo. Al torneo partecipano squadre giovanili provenienti da tutti i continenti e ogni anno sono oltre trenta le nazioni che prendono parte alla manifestazione: questa dura solitamente una settimana e si apre con il momento forse più atteso di tutto il torneo, una grande sfilata inaugurale di tutti gli atleti partecipanti che parte da Corso San Giorgio, il corso principale di Teramo, per poi spostarsi verso piazza Martiri della libertà. Dal 2005 vi è associata la manifestazione Teramo città aperta al mondo che ha lo scopo di promuovere la cultura della pace tra i popoli. Questo titolo deriva dal riconoscimento che l'UNICEF attribuì a Teramo nel 1989, per merito dell'Interamnia World Cup, allorché dichiarò, appunto, “Teramo, città aperta al mondo”.
- Riti della Settimana Santa.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Le pietanze tipiche della zona includono: mazzarelle, scrippelle 'mbusse, spaghetti alla chitarra, timballo e virtù, una pietanza teramana che si prepara a maggio.
Il vino cotto è un vino dolce teramano.
Prezzi medi
[modifica]- Ristorante i Tigli, Viale Mazzini, ☎ 39 0861 241043.
- Ristorante Gran Sasso, Via Vinciguerra, 12, ☎ 39 0861 245747.
- Ristorante Duomo, Via Irelli, ☎ 39 0861 241774, [email protected].
- Pizzeria La Cantinetta, Piazza Verdi, 4, ☎ 39 0861 248375.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- Hotel Abruzzi, Viale Giuseppe Mazzini, 18 (Tre stelle), ☎ 39 0861 241043.
- Gran Sasso, Via Luigi Vinciguerra, 12 (Tre stelle), ☎ 39 0861 245747.
- Michelangelo, Viale A. de Paulis Fedele, 9 (Tre stelle), ☎ 39 0861 413668.
Bed and Breakfast
- Anfiteatro, vai Vincenzo Irelli 35, ☎ 39 340 0886080, fax: 39 0861 240655.
- Erica e Martina, Via G. Celli, 15, ☎ 39 0861 412570.
- Antica Interamnia, Via Dei Mosaici 12, ☎ 39 0861 413445.
- La Casa di Rose, Vico dei Mosaici, 9, ☎ 39 389 7862496.
- Oasi Verde, Via Evangelista, 15, ☎ 39 0861 410395.
Sicurezza
[modifica]Farmacie di Turno
[modifica]Per farmacie di turno consulta il sito ufficiale qui
Farmacia
[modifica]- Salus, Piazza Martiri della Libertaà, ☎ 39 0861 248826.
- Core, Via Riccitelli, ☎ 39 0861 244853.
- Del Corso, Corso San Giorgio, ☎ 39 0861 244272.
- Delle Grazie, Via Noè Lucidi, 3/5, ☎ 39 0861 246950.
- Di Pierro, Via De Gasperi, ☎ 39 0861 411960.
- Di Giacinto, Via Crucioli, 129, ☎ 39 0861 247604.
- Guerrieri Crocetti, Piazza Orsini, ☎ 39 0861 244233.
- Iannetti-Caccia, Viale Crispi, 137, ☎ 39 0861 411300.
- Lucangeli, Piazza Verdi, 18, ☎ 39 0861 244332.
- Pezzella, Via Po, 76, ☎ 39 0861 410615.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- Poste italiane (Ufficio postale Teramo centro), Via Giacomo Paladini 42, ☎ 39 0861 323601.
- Poste italiane (Agenzia 1), Viale Bovio 95, ☎ 39 0861 257931.
- Poste italiane (Agenzia 2), Via Noè Lucidi 25, ☎ 39 0861 248882.
- Poste italiane (Agenzia 3), Via Giacomo Pannella 43, ☎ 39 0861 239834.
- Poste italiane (Agenzia 4), Via Cona 102, ☎ 39 0861 240235.
- Poste italiane (Agenzia 5), Piazza Rishon Lezion 2, ☎ 39 0861 412486.
Nei dintorni
[modifica]- Civitella del Tronto — La città-fortezza sull'antico confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Vi si trovano una fortezza borbonica e il santuario e convento di Santa Maria dei lumi.
- Campli — Comprende il Palazzo Farnese, la Scala Santa e la Porta Orientale.
- Abbazia di San Clemente al Vomano — Chiesa romanica fra le più belle d'Abruzzo, si mostra nella forma datale dai restauri del Millecento che interessarono la precedente costruzione del IX secolo. È in ottimo stato di conservazione; è adibita a chiesa cimiteriale.
- Atri — Città fra le più antiche della regione, conserva un patrimonio artistico di prim'ordine, la cui eccellenza (fra le tante) è sicuramente ravvisabile nella stupenda Cattedrale, insigne fra le pur ragguardevoli chiese d'Abruzzo.
- Tortoreto — Il centro storico è un caratteristico borgo medievale in collina; la sua posizione consente di spaziare su un lungo raggio di mare e di monti, tanto da venir definito sentinella adriatica. Più nota e frequentata è la frazione di Tortoreto Lido, un centro costruito da pochi decenni, che si trova proprio lungo la costa
- Alba Adriatica — Si è sviluppata come stazione balneare a partire dagli anni Sessanta, tanto da raggiungere l'indipendenza amministrativa da Tortoreto.
- Montepagano — Appartato su un colle, in vista del mare, è il paese che ha dato origine a Roseto degli Abruzzi, di cui viene considerato quale antico centro storico. È collegato a Roseto per mezzo di antichi percorsi pedonali, riportati alla luce con un paziente lavoro di restauro, che offrono una occasione unica per suggestive escursioni a contatto con la natura. Montepagano per secoli è stato il principale centro della zona, proprietà dell'Abbazia di San Giovanni in Venere.
- Isola del Gran Sasso d'Italia — Con il suo Santuario di san Gabriele dell'Addolorata.
- Gran Sasso
- Prati di Tivo — Località sciistica alle falde del Gran Sasso.
- Giulianova — La città antica, su un colle, conserva resti delle fortificazioni e antiche chiese; lo sviluppo urbanistico dilagato sulla costa costituisce una delle più importanti stazioni balneari della regione.
- Valle San Giovanni — A 8 chilometri da Teramo.
- Varano
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