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Santadi
Chiesa di San Nicolò
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Santadi
Sito istituzionale

Santadi è un centro della Sardegna nella provincia del Sud Sardegna.

Da sapere

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Il paese è rinomato per la sua ricca enogastronomia, per le bellezze naturalistiche e per le numerose testimonianze del passato.

Origine del nome

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Sull'origine del nome di Santadi si sono verificate in passato delle discordanze. Una tesi sostiene l'origine punica del toponimo, in particolare la derivazione dalle parole 'Sin', ovvero luogo, e 'Duadi', cioè acqua, ad indicare la ricchezza dell'elemento dell'acqua nel territorio. Questa tesi ha ricevuto una contestazione in un articolo dell'Unione Sarda del 20 ottobre 1988, nel quale l'autore, Padre Filippo Pili, ha sostenuto la totale infondatezza di questa derivazione. Più probabile la derivazione da 'Sant'Agata', la santa alla quale era consacrata la vecchia chiesa ubicata a Santadi Basso, costruita sui resti di un tempio romano, quella che i santadesi chiamavano 'Sa Cresia Manna' (la chiesa grande). Già in documenti del XVI secolo si parla di Santa Ada e ancor prima di Sant'Agatha, Villa di Sant'Agatha di Zulkes (o Solki), Villa di Sant'Agata e poi, dal XVI secolo appunto, di Villa di Santa Ada, Santa Adi, Santadi.

Cenni geografici

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Santadi si trova nella regione storica del Sulcis e confina con Assemini (Cagliari), Domus de Maria, Nuxis, Piscinas, Pula (Cagliari), Teulada, Villa San Pietro (Cagliari) e Villaperuccio.

Zone montuose del territorio comunale

Il territorio comunale si estende complessivamente per 116 km², di cui circa 50 occupati da un fitto bosco di lecci, lillatri, sughere, con sottobosco costituito da vegetazione tipica dell'area mediterranea. Il centro abitato è situato a 134 metri sul livello del mare, al centro di un'ampia vallata dalla quale si erge un gruppo montuoso che nel territorio comunale raggiunge la massima altitudine con i 1104 metri del Monte Tiriccu. Il comune è privo di sbocco sul mare.

Il paesaggio è prevalentemente collinare e montuoso, non mancano comunque delle fertili piane. Il territorio comunale e più in generale quello del Sulcis-Iglesiente nel suo complesso costituisce la zona geologicamente più antica d'Italia e tra le più antiche d'Europa, risalente a quasi 600 milioni di anni fa.

L'acqua è un elemento abbondante grazie ai numerosi rilievi. Il principale corso d'acqua è il rio Mannu, avente regime torrentizio, il quale separa le due borgate principali, Santadi Basso e Santadi Centro. Il torrente costituisce uno dei maggiori immissari del lago artificiale di Monte Pranu. Sono presenti alcuni piccoli bacini d'acqua artificiali come il laghetto di Crabì e quello di Su Benatzu. Le falde sono numerose e ricchissime d'acqua; proprio le acque sotterranee hanno favorito importanti fenomeni carsici: il territorio santadese brulica di grotte e cavità. Le Grotte Is Zuddas sono un esempio importante di tale fenomeno.

Santadi è uno dei comuni che costituiscono il Parco del Sulcis (o di Gutturu Mannu), un parco naturale di decine di migliaia di ettari coperti da macchia mediterranea. Nel parco sorge una delle foreste più grandi in Italia: 35.000 ettari senza soluzione di continuità, di grande valore naturalistico, la lecceta più estesa al mondo.

Quando andare

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Clima

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Alluvione nei monti di Santadi del 10 ottobre 2018

Il clima è tipicamente mediterraneo, con lunghe estati secche e inverni miti e talvolta piovosi. Le piogge si concentrano nel semestre che va dalla metà di ottobre alla metà di aprile; i mesi mediamente più piovosi sono novembre e dicembre, mentre luglio è il più siccitoso; molto siccitosi sono generalmente agosto e giugno e talvolta settembre e maggio. Santadi paese ha una piovosità media di 665,3 mm, in base ai dati raccolti a partire dal 1922 dall'Ente Idrografico della Sardegna. Pantaleo, località ai piedi delle montagne santadesi, registra invece una piovosità media di 877,6 mm.

A fronte di questi valori medi, possono esservi annate particolarmente siccitose, come quella 2001-2002 (appena 336,2 mm tra l'agosto 2001 ed il luglio 2002) e lunghissimi periodi senza precipitazioni, come nel 1924 (totale assenza di piogge dal 4 aprile al 1 ottobre). Il territorio è stato tuttavia flagellato anche da fenomeni alluvionali: il ponte che unisce le due borgate di Santadi Basso e Santadi Centro è stato più volte divelto dal rio Mannu. Si ricordano alcuni episodi alluvionali notevoli, testimoniati dai dati pluviometrici disponibili a partire dal 1922. Nel novembre 1933 si ebbero quasi 258 mm mensili a Santadi e 370 mm a Pantaleo, con 82 mm nel solo giorno 20 in tale località. Nel marzo 1953 ci fu uno degli episodi più gravi, con l'allagamento di Santadi Basso e Terresoli, dovuto al rio Mannu ed ai suoi affluenti: il 16 marzo caddero 91 mm a Santadi, 98 mm a Pantaleo e 201 mm a Is Cannoneris, località più a monte di Pantaleo; tra il 14 ed il 16 marzo 243 mm a Pantaleo e 168 mm a Santadi. Gli anni cinquanta e sessanta furono generalmente molto piovosi. Altra importante alluvione si ebbe il 15 gennaio 1961, quando caddero 102 mm in 24 ore a Santadi e ben 544 mm tra dicembre 1960 e gennaio 1961. L'ultima grande esondazione del rio Mannu si ebbe il 27 novembre 1971 (84 mm in 24 ore a Santadi, con 287 mm mensili; 100 mm in 24 ore a Pantaleo, con 322 mm mensili): in tale giorno venne divelto anche il ponte tra via Roma e via Cagliari. Gli anni ottanta e novanta ed i primi anni 2000 furono spesso avari di precipitazioni, si segnala comunque qualche episodio di pioggia alluvionale, come nell'agosto 1997. Nei due decenni degli anni 2000 e 2010 si verifica un'alternanza tra annate sopra media e periodi siccitosi. Si segnala l'eccezionale piovosità del periodo tra il maggio e l'agosto 2018 (normalmente, in altre annate, molto siccitoso), con prosecuzione nei mesi di ottobre e novembre 2018 e l'episodio alluvionale del giorno 10 ottobre 2018, quando un violento temporale notturno portò grande devastazione nell'alveo del rio Is Castangias (affluente del rio Mannu) ed il quasi straripamento del rio Mannu a Santadi Basso.

L'andamento termico è simile a quello delle altre località pianeggianti dell'entroterra meridionale sardo. Le temperature sono più elevate nei mesi di luglio e agosto, specialmente tra l'ultima decade di luglio e la prima di agosto, con valori diurni medi ben sopra i 30 gradi e picchi oltre i 40 (specie quando i venti si dispongono da sud-est). Più freddi sono i mesi di gennaio e febbraio, con valori diurni medi attorno ai 14 gradi e valori notturni attorno ai 5; non mancano le gelate durante l'inverno (eccezionalmente anche in primavera e fine autunno), con valori che si sono avvicinati ai −5 °C nei maggiori episodi di ondate di freddo.

Neve a Santadi nel gennaio 1999

La neve cade abbastanza frequentemente alle quote elevate, con più episodi durante la stagione fredda nei maggiori rilievi. Diviene sempre più rara alle quote sotto i 700/800 m, con tempi di ritorno di molti anni in pianura, specie nevicate con accumulo. In alcune annate ci sono stati episodi nevosi di rilievo con accumulo al suolo, peraltro in coincidenza con le altre località pianeggianti e costiere del sud dell'Isola; in particolare si segnalano in tempi recenti il gennaio 1985, il febbraio 1986, il gennaio 1993 ed il gennaio 1999. L'episodio più significativo della seconda metà del Novecento rimane quello del febbraio 1956, quando la neve coprì tutta la Sardegna in modo inconsueto.

Nel decennio 2010 si sono verificati episodi di neve senza accumulo il 12 febbraio 2010, il 7, 11 e 12 febbraio 2012, la notte tra il 31 dicembre 2014 ed il 1° gennaio 2015.

Cenni storici

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Preistoria ed Età Antica

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Cultura di Bonu Ighinu, neolitico medio, statuine feminili in osso, da Santadi e da Tattinu
Terme romane di Is Figueras (Pantaleo)

Il territorio di Santadi è abitato fin dalla preistoria. I primi insediamenti sono databili al periodo prenuragico. Testimonianze archeologiche della presenza umana in tale epoca sono degli idoletti femminili in osso, rappresentanti la Dea Madre, rinvenuti in caverne in località Monte Meana, risalenti al Neolitico Medio, ovvero a circa 3500 anni prima di Cristo.

Numerose sono le vestigia che documentano la presenza della civiltà nuragica (II millennio a.C.): una delle più note è la Tomba Dei Giganti di Barrancu Mannu. La tomba, in granito giallo-rosa, è databile al bronzo medio (1300 a.C. circa) ed è composta da un corpo tombale absidato, un corridoio coperto e da una esedra arcuata dove è presente un piccolo pertugio, sormontato da un architrave, con la funzione di ingresso alla tomba. Anche i nuraghe, presenti in gran numero, testimoniano la frequentazione massiccia del territorio santadese da parte di tale civiltà: esempi sono i nuraghe de S'Ossiga, Mannu de Barrua, Pimpini, Senzu, de su Schisorgiu, Sanna.

Capitolo a parte, per quanto riguarda le testimonianze archeologiche di epoca nuragica, merita il Tempio nuragico di Su Benatzu (Grotta Pirosu o Grotta del Tesoro), sito in località Su Benatzu, in prossimità delle Grotte Is Zuddas. Si tratta di una grotta santuario scoperta nel giugno 1968, la più importante della Sardegna per ricchezza dei rinvenimenti. A circa 150 metri dall'ingresso si trova la Sala del Tesoro, nella quale sono stati rinvenuti numerosi resti ceramici e metallici (di rame, bronzo e oro), databili tra gli anni 820 e 730 a.C.

Intorno al 1000 a.C. e con sempre maggiore insistenza nei successivi secoli, la Sardegna cominciò ad essere frequentata dai fenici e dai punici, che si spinsero dalle coste verso l'entroterra, territorio santadese incluso, ove iniziarono a stanziarsi, spesso scontrandosi con le preesistenti comunità nuragiche. Notevoli le testimonianze della civiltà fenicio-punica a Santadi (VII-III secolo a.C.): l'Insediamento di Pani Loriga è l'esempio più importante di questa fase storica. Il sito, che sorge su una collina, era già frequentato in epoca prenuragica e nuragica, come prova la presenza di domus de janas, anche se le tracce più evidenti sono quelle di epoca fenicio-punica: risalgono a questa fase gli insediamenti abitativi e le necropoli.

Nel 238 a.C. i romani conquistarono la Sardegna, sconfiggendo Cartagine nella prima guerra punica. Da questo momento inizia la fase romana anche nel territorio santadese. Ai romani si devono le terme in località Is Figueras, nei pressi di Pantaleo. Un'altra testimonianza romana era la chiesa di Sant'Agata, edificata sui resti di un tempio romano, di cui oggi si conserva qualche limitata traccia (un capitello in stile corinzio ed una lapide con epigrafe latina). La presenza romana durò per molti secoli, fino al 456 dopo Cristo, quando la Sardegna venne occupata dai Vandali.

Medioevo

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Durante il periodo della dominazione vandalica, come narra lo storico Procopio, alcuni Mauri ribelli sarebbero stati esiliati dall'Africa alle alture nei pressi di Cagliari, identificabili probabilmente con i monti sulcitani ed il territorio santadese. Discenderebbe da questo fatto l'appellativo di 'Mauritano' per ciò che riguarda Santadi ed il suo territorio.

Nel 534 d.C. la Sardegna passò dai Vandali ai Bizantini. Molto limitate le testimonianze di epoca altomedievale nel territorio santadese. Una sepoltura rinvenuta nel 1972 in località Barrua de Basciu risale probabilmente a tale periodo, o forse al periodo tardo romano.

L'espansione araba nel Mediterraneo provocò un'interruzione dei collegamenti tra la Sardegna e Bisanzio, così, intorno al IX secolo d.C., l'Isola si rese autonoma: nacquero i Giudicati. Santadi ed il suo territorio facevano parte del Giudicato di Cagliari, ed in particolare della Curatoria del Sulcis. Al secolo XI risale la prima testimonianza scritta su Santadi: il Giudice Torchidorio I lasciava per testamento all'Arcivescovo di Cagliari, assieme ad altre nove Ville, la Villa di Sant'Agatha de Zulkis, l'odierna Santadi.

Alla caduta del giudicato, nel 1258, il territorio santadese passò sotto il dominio della Repubblica di Pisa, in particolare della famiglia Della Gherardesca. In seguito, nel 1324, passò agli aragonesi, che lo infeudarono a Pietro de Sena e successivamente al Vescovo di Sant'Antioco, che in quel periodo si trovava a Tratalias: comincia il periodo della Baronia. Con l'abolizione della Diocesi del Sulcis, il feudo e le relative entrate fiscali furono trasferite all'Arcivescovo di Cagliari, creando però un contenzioso secolare con il vescovo di Iglesias.

A partire dalla metà del XIV secolo, a causa delle epidemie di peste e dei continui conflitti tra Arborea e Aragonesi, nel Sulcis iniziò un progressivo processo di spopolamento con la scomparsa pressoché totale, nel giro di un paio di secoli, di tutti i centri abitati e la loro caduta in rovina. Santadi seguì, come le altre Ville, questo destino.

Età moderna

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Dopo il forte spopolamento al termine del Medioevo, tracce di attività umana sono documentate già dalla fine del XVI secolo, in particolare risultano da alcuni atti giudiziari. Anche nel XVII secolo la presenza umana a Santadi è ben documentata. È comunque solo a partire dal XVIII secolo che si registra una considerevole ripresa demografica, anche per via di migrazioni di pastori e agricoltori dal Campidano, da Iglesias e dal Nuorese.

La nuova fase di popolamento era essenzialmente legata alla vita rurale: nel territorio santadese, e più in generale nel Sulcis, sorsero numerosi Furriadroxius, insediamenti autosufficenti dislocati in campagna e abitati da poche famiglie. Spesso questi nuclei abitativi prendevano il nome dalla famiglia che originariamente li aveva costituiti (Is Pinnas= 'Su de Is Pinnas', ovvero il luogo della famiglia Pinna), oppure da elementi fisici del posto (Su Benatzu= luogo umido, dove rimane l'acqua). Alcuni di questi insediamenti divennero più importanti e registrarono una forte crescita, prendendo l'appellativo di 'Addeu' o 'Boddeu', come nel caso di Santadi Basso (su Addeu de Baxiu), che rappresenta il nucleo abitativo da cui trae origine l'attuale Santadi.

Da Santadi Basso, spesso soggetto alle alluvioni del Rio Mannu, la popolazione iniziò a trasferirsi nella zona a destra del fiume, presso il colle di San Nicolò, determinando la costituzione dell'attuale Santadi Centro (su Addeu de Susu). Ancora nell'anno 1800, tuttavia, Santadi Basso risultava il più popoloso tra i due.

Età Contemporanea

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Dalla nascita del Comune alla Prima Guerra Mondiale
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Nell'anno 1839 si registrò l'abolizione dei feudi e quindi la fine della Baronia. Nel 1853 venne costituito il Comune di Santadi, comprendente anche gli attuali comuni di Villaperuccio e Nuxis. Negli anni '60 del secolo '800 venne acquistato dal neonato comune il terreno sul quale sorgerà il municipio, parte dalla Curia (in quanto vi si trovava il vecchio cimitero) e parte dalla famiglia Piras. Nel 1868 venne costruito il ponte sul rio Mannu, tra Santadi Basso e Santadi Centro, mentre nel 1891 si procedette all'espropriazione dei terreni lungo la strada che collegava le due borgate, l'attuale Via Fontane, per favorire la costruzione di nuove case e l'unione delle due parti del paese. Fu in questi decenni che vennero anche sistemate le strade di collegamento con i paesi limitrofi ed iniziò ad essere interrotto l'isolamento. Alla fine del secolo fu realizzato anche il Monte Granatico.

Nel 1870 il Comune di Santadi fece dividere in lotti quelle terre che un tempo erano dell'intera comunità e le fece mettere all'asta pubblica: si trattava essenzialmente di terreni boschivi. In assenza di offerte si passò alla trattativa privata e all'acquisto da parte di Leone Gouin, per conto della società francese Petin et Gaudet (conosciuta in paese come Des Forges), nonostante un'offerta più cospicua da parte dell'altro potenziale acquirente, il cagliaritano Vincenzo Ridi. Tuttavia i rapporti tra i francesi ed il comune si deteriorarono presto, arrivando allo scontro giudiziario. La Petin et Gaudet procedette in un primo tempo allo sfruttamento del legname per la carbonizzazione, successivamente alla distillazione del legno. Tra il 1913 ed il 1914 ci fu la costruzione degli stabilimenti, delle abitazioni e di tutte le strutture necessarie alla società, in località Pantaleo; venne costruita anche una linea ferroviaria tra gli stabilimenti e Porto Botte, per i trasporto dei prodotti ricavati dallo sfruttamento boschivo. Tra il 1915 ed il 1918 si verificò il boom dell'attività, con un calo verso il 1919. La società francese continuò le attività di taglio del legname e produzione del carbone fino alla fine degli anni '30. Le attività nei boschi attirarono lavoratori forestieri, molti provenienti dalla Toscana, alcuni dei quali si stanziarono a Santadi e misero su famiglia: molti cognomi santadesi richiamano queste origini.

Il primo sindaco di Santadi fu Efisio Basciu, ricco proprietario terriero, in carica dal 1875. Nei primi decenni amministrativi si alternarono alla carica di sindaco il già citato Basciu, Antonio Ziranu, Pietro Sanna e Antioco Balia; quest'ultimo fu vittima di un attentato il 29 marzo 1909 in località S'Arcu de Camburu.

Santadi pagò un notevole tributo di sangue durante la Grande Guerra, con ben 86 Caduti ed innumerevoli mutilati e reduci (all'epoca Nuxis e Villaperuccio ancora erano parte del territorio comunale, pertanto nel conteggio sono inclusi i nativi di tali paesi).

Dal ventennio fascista a oggi
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Durante il ventennio fascista il territorio del Sulcis subì notevoli trasformazioni, dovute all'avvio dello sfruttamento dei giacimenti carboniferi. A Santadi arrivò negli anni '30 la corrente elettrica, seppur solo in alcune zone. Anche la Seconda Guerra Mondiale portò a perdite di vite umane tra i cittadini santadesi.

Dopo il termine del Secondo Conflitto Mondiale, Santadi registrò un forte fenomeno migratorio verso le regioni settentrionali d'Italia e verso alcuni stati esteri, anche per via della crisi dei tradizionali settori di sbocco occupazionale, quello minerario e quello legato allo sfruttamento boschivo. Negli anni '60 del Novecento le condizioni economiche iniziarono a migliorare: nel 1960 si costituisce la Cantina di Santadi, mentre nel 1962 la Latteria Sociale. Nei decenni successivi alla guerra si registrò un progressivo spopolamento dei furriadroxius ed un accrescimento della popolazione nelle zone centrali; si sviluppò anche la zona di Merareddu, che andò acquisendo sempre maggiore importanza. Il paese cambiò radicalmente aspetto: le case vecchie vennero progressivamente soppiantante da costruzioni nuove, con il boom del settore edilizio durante il periodo tra gli anni 1960 e 1990.

Nel giugno 1968 ci furono due importanti avvenimenti: la scoperta del tempio nuragico di Su Benatzu e la prima edizione del Matrimonio Mauritano.

Nel 1957 Nuxis diventa comune autonomo, mentre Villaperuccio ottiene il medesimo status nel 1979.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Santadi


Frazioni

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  • Barrancu Mannu
  • Barrua de Basciu
  • Barrua de Susu
  • Bau Arena
  • Crabì
  • Casa del Frate
  • Camburu
  • Cruccuroni
  • Is Aresus
  • Is Arrus
  • Is Canis
  • Is Cattas
  • Is Collus
  • Is Cosas
  • Is Langius
  • Is Lois de Basciu
  • Is Lois de Susu
  • Is Morinus
  • Is Pinnas
  • Is Piroddis
  • Is Pirosus
  • Is Pisanus (presso Barrancu Mannu)
  • Is Pisanus (presso Statale 293)
  • Is Sabas
  • Is Scanus
  • Is Serventis
  • Is Sinzus
  • Is Sollais
  • Is Toneddus
  • Is Vaccas
  • Is Xianas
  • Is Zuddas
  • Morimenta de Basciu
  • Morimenta de Susu
  • Pantaleo
  • Su Benatzu
  • Terresoli
  • Tuerredda
  • Vaticanu


Come arrivare

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In aereo

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Aeroporto di Cagliari-Elmas.

In auto

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  • Da Sassari, Olbia, Nuoro e Oristano percorrere la SS 131 Carlo Felice fino a Sanluri, uscire a Samassi, proseguire per Vallermosa e Siliqua, poi, continuare in direzione "Giba-Carbonia". Arrivati a una rotatoria continuare in direzione Santadi per almeno di una trentina di km, poi, superato Nuxis e arrivati a un'altra rotatoria, girare a sinistra per poter arrivare a destinazione.
  • Da Cagliari prendere la SS 130, continuare fino all'uscita "Vallermosa-Siliqua", poi, continuare in direzione Siliqua percorrendo la SS 293. Continuare in direzione "Giba-Carbonia", poi, arrivati a una rotatoria continuare in direzione Santadi per almeno di una trentina di km, poi, superato Nuxis e arrivati a un'altra rotatoria, girare a sinistra per poter arrivare a destinazione.

In nave

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Dal porto di Cagliari.

In autobus

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Come spostarsi

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Cosa vedere

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Architetture religiose

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  • 39.094138.715811 Chiesa di San Nicolò (Chiesa Patronale di San Nicolò di Bari). È la principale chiesa di Santadi, sita nella parte alta di Piazza Marconi. La sua datazione è incerta, probabilmente l'impianto è tardo settecentesco, mentre la facciata è della fine del secolo successivo. Presenta linee classiche e campanile a vela. L'interno è a croce latina, con navata unica e composta da quattro volte a botte; alcuni affreschi decorano gli interni. Arredi sacri presenti nella Chiesa, databili al XIX secolo, conservano notevole valore. Oltre alla statua lignea di San Nicolò è presente quella di Sant'Isidoro.
  • 39.0698.713382 Chiesa di Santa Maria di Monte Fracca (A Barrua). Chiesetta campestre posta ai piedi di una collina chiamata 'Monte Fracca'. Secondo una leggenda tramandata oralmente e riportata in un canto religioso chiamato Is Coggius, sarebbe sorta nel 1724, per opera degli abitanti di Barrua e di un cacciatore, al quale sarebbe apparsa la Vergine Maria. La chiesa ha un impianto molto semplice, navata unica, tetto a doppio spiovente e campanile a vela.
  • 39.090448.742553 Chiesa di San Giovanni Bosco (A Terresoli). La sua costruzione risale alla seconda metà del Novecento (come le chiese di Is Cattas e Is Sabas).
  • Chiesa della Madonna di Fatima (A Is Sabas). Presenta un impianto molto semplice.
  • 39.090168.798094 Chiesa di Pantaleo. Costruita da una società francese che era dedita allo sfruttamento boschivo del territorio santadese, per le esigenze spirituali di operai e dirigenti. Di piccole dimensioni, è immersa nella vasta foresta di lecci del massiccio montuoso sulcitano.
  • Chiesa di San Giuseppe (A Is Cattas).

Musei

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  • 39.093918.717365 Museo Archeologico comunale, Via Umberto I 17, 39 0781 954203, 39 348 8866797, . Adulti: 5,00 €; minori fino ai 14 anni e scolaresche: 3,00 €; Gruppi di 20 persone: 4,00 €. Museo archelogico Museo etnografico 'Sa Domu Antiga' Insediamento fenicio-punico di Pani Loriga: 7,00 € adulti, 4,00 € minori fino ai 14 anni e scolaresche, 5,00 € gruppi di 20 persone. Mer-Gio 8:00-14:00; Ven-Dom 8:00-13:30 e 15:30-18:30.
  • 39.092858.715656 Museo Etnografico 'Sa Domu Antiga', Via Mazzini 37, 39 348 8866797, . Adulti: 5,00 €; minori fino ai 14 anni e scolaresche: 3,00 €; Gruppi di 20 persone: 4,00 €. Museo archelogico Museo etnografico 'Sa Domu Antiga' Insediamento fenicio-punico di Pani Loriga: 7,00 € adulti, 4,00 € minori fino ai 14 anni e scolaresche, 5,00 € gruppi di 20 persone. Mer-Gio 8:00-14:00; Ven-Dom 8:00-13:30 e 15:30-18:30.
  • 39.09298.715247 Museo delle bambole, Via Mazzini 53 (Si trova all'interno di un'abitazione privata), 39 347 4379092, . Al suo interno troverete una collezione di bambole con costumi tradizionali e d'epoca da tutto il mondo.

Siti archeologici

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Tomba dei giganti di Barrancu Mannu

Luoghi di interesse naturalistico

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Grotte di Is Zuddas
  • 39.0460148.70658611 Grotte di Is Zuddas, Località Is Zuddas, 39 0781 1888010, 39 340 061 62 33, . Visite: alle 12:00 e alle 16:00 nei giorni feriali; alle 11:00, 12:15, 15:00 e 16:15 nei giorni festivi. Si tratta delle grotte più famose di Santadi, uno scenario sotterraneo creato dall'incessante azione dell'acqua.
    Il rilievo del monte Meana, nel quale si sviluppa la cavità, è costituito da rocce dolomitiche risalenti a circa 530 milioni di anni. La grotta, ancora in attività, consta di diverse sale ognuna delle quali si differenzia per la particolarità delle concrezioni. Negli anni sessanta la grotta venne utilizzata come cava di marmo, poi nel 1971, grazie all’intervento dello Speleo Club Santadese, si provvide alla chiusura ed al controllo della cavità. La grotta ha una temperatura costante di 16 gradi e umidità vicina al 100%.
    Lungo il percorso turistico, che si sviluppa per circa 500 metri, si possono ammirare numerose e talvolta imponenti concrezioni: dalle stalattiti alle stalagmiti, passando per le colate e le cannule fino alle rare eccentriche di aragonite. Queste ultime rappresentano la caratteristica principale delle grotte. Le aragoniti si presentano sotto due forme distinte: le aragoniti aciculari, che appaiono come grossi ciuffi di cristalli simili ad aghi, chiamate anche dagli speleologi “fiori di grotta”; e le spettacolari aragoniti eccentriche (la cui elevatissima concentrazione in un'unica sala rende le Grotte di Is Zuddas uniche al mondo): formazioni filiformi che sviluppandosi in ogni direzione, apparentemente senza essere influenzate dalla gravità, assumono spesso delle forme bizzarre. Nella grandiosa sala dell’Organo ogni anno, per la ricorrenza del Natale, viene allestito un grande presepe.
  • Grotta Monte Meana (Situata nella stessa collina delle Grotte Is Zuddas, ovvero monte Meana. L'ingresso si trova nelle vicinanze del furriadroxiu di Is Cattas). La grotta riveste notevole importanza archeologica, in quanto al suo interno furono rinvenute delle statuine in osso rappresentanti la Dea Madre, prime testimonianze della presenza umana a Santadi. Vari ambienti costituiscono questa grotta, all'interno della quale si possono trovare quegli elementi che ricorrono anche nelle vicine Grotte Is Zuddas, comprese le rare aragoniti. La parte più bassa della grotta si allaga solitamente nei periodi più piovosi dell'anno, anche per effetto delle piene del rio Is Carrillus. All'interno della cavità fu condotto nei primi anni '90 un esperimento di permanenza lunga all'interno di questi ambienti, organizzato dallo Speleo Club Santadese e condotto dallo speleonauta Giancarlo Sulas.
  • Grotta Il Campanaccio. Si tratta di una grotta scoperta nel 1975 che prende il nome dal fatto che al suo interno vennero rinvenuti i resti di una capra con il suo campanaccio, risalenti apparentemente al periodo bizantino. È situata nel colle Monte Meana, ed è probabile che in realtà costituisca, insieme alle grotte Monte Meana, Is Zuddas e tutte le altre della collina, un'unica grande cavità. Al suo interno fu condotto un nuovo esperimento di permanenza lunga, nell'anno 2008, da parte di Giancarlo Sulas.
  • Grotta Pirosu (Sita in località Su Benatzu). Riveste enorme importanza dal punto di vista archeologico, in quanto al suo interno, nel 1968, fu rinvenuto un tempio nuragico.
  • 39.118998.8008612 Foresta di Pantaleo. Quasi la metà del territorio comunale di Santadi è occupata da una vasta estensione boschiva, la foresta di Pantaleo. Quest'area ha un'importanza considerevole dal punto di vista naturalistico, per via della grande biodiversità che conserva. L'area è di notevole interesse anche dal punto di vista geologico e archeologico. Pantaleo è parte del Parco Del Sulcis.


Eventi e feste

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  • Carnevale Santadese. Il Carnevale Santadese ha conosciuto fasi alterne, alcune edizioni sono saltate, in particolare negli anni 2010. La festa è stata riproposta dalla Pro Loco Santadi a partire dal 2018, con un crescendo nell'edizione 2019. La parte più importante dell'evento è rappresentata dalla sfilata dei carri allegorici e dei gruppi a piedi, alcuni dei quali indossano le maschere della tradizione carnevalesca sarda. La partenza è da trazione fissata in Santadi Basso, l'arrivo in Piazza Marconi; in alcune edizioni la partenza è stata a Merareddu.
  • Matrimonio Mauritano. Prima domenica di agosto. Dal 1968 si svolge ogni anno con grande successo di pubblico 'Sa Coia Maureddina' (il Matrimonio Mauritano). Si tratta di un'autentica cerimonia matrimoniale che rievoca i riti passati delle genti rurali del Sulcis. Si tiene la prima domenica del mese di agosto e vede un coinvolgimento di molte associazioni e semplici cittadini del paese, oltre alle istituzioni comunali. L'organizzazione è a cura della Pro Loco di Santadi.
    I momenti più importanti sono: la vestizione degli sposi, i quali vengono abbigliati con gli abiti tradizionali; il corteo nuziale, con le traccas, i gruppi folk ed i cavalieri; il momento della celebrazione del Sacramento, in Piazza Marconi, nel Sagrato della Chiesa di San Nicolò; il rito chiamato Sa Gratzia, una speciale e antica benedizione; Su Cumbiru, ovvero l'offerta di dolci e torta nuziale che nella serata gli sposi fanno alla popolazione; il momento dei balli e dei canti della tradizione, nella nottata.
    Nei giorni precedenti al matrimonio si ha la presentazione della coppia di sposi alla comunità e si tengono poi i festeggiamenti civili, con vari spettacoli, solitamente culminanti il sabato sera.
    Matrimonio Mauritano su Wikipedia Matrimonio Mauritano (Q86665848) su Wikidata
  • Festa patronale di San Nicolò e Sant'Isidoro. Prima domenica di settembre. I festeggiamenti religiosi prevedono due processioni, che solitamente si svolgono la domenica ed il lunedì; San Nicolò viene collocato in un carro trainato da una coppia di buoi, mentre Sant'Isidoro viene portato a mano dagli agricoltori e dagli allevatori di Santadi. Le parti del paese toccate dalle processioni sono le zone centrali, Santadi Basso e Merareddu. I festeggiamenti civili prevedono spettacoli che variano di anno in anno.
  • Festa di Santa Maria di Monte Fracca (Nella frazione di Barrua). Seconda domenica di settembre, anche se alcune edizioni si sono tenute nel mese di giugno (come nel 1998), ed in un remoto passato si tenevano ad agosto. I festeggiamenti religiosi prevedono due processioni: una, nel giorno del sabato, parte dalla Chiesa di San Nicolò e giunge fino alla Chiesa di Santa Maria, percorrendo diversi chilometri nelle campagne di Santadi; normalmente la statua lignea di Santa Maria viene trasportata in un carretto condotto da buoi. L'altra processione si svolge, nel giorno della domenica, all'interno della frazione di Barrua, con la statua trasportata da quattro persone a mano. I festeggiamenti civili non si tengono ogni anno.
  • Pane e Olio in Frantoio. L'evento si tiene in un fine settimana tardo autunnale, tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. A partire dal 2003 si svolge una grande manifestazione dedicata a due prodotti simbolo della gastronomia santadese: il pane e l'olio d'oliva. In realtà poi l'evento è più in generale dedicato alla tradizione enogastronomica del paese, ed include prodotti come formaggio e vino. La visita guidata ai frantoi oleari costituisce una delle esperienze di maggiore richiamo. Altre attrattive sono la possibilità di effettuare degustazioni, oppure l'opportunità di conoscere le tecniche tradizionali di produzione alimentare, ad esempio quelle legate al pane (molitura, cottura a forno a legna). Durante la manifestazione c'è poi la possibilità di visitare i siti di maggiore interesse naturalistico e culturale del territorio.


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Dove mangiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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  • 39.093348.717883 Villa Santadi, Via Carcere 24. A partire da 211,00 €. Check-in: 16:00-22:00, check-out: 7:00-11:00. Hotel 4 stelle. Dispone di Wi-Fi gratuito, parcheggio, deposito bagagli, TV a schermo piatto, bollitore elettrico, minibar, riscaldamento, aria condizionata, cassaforte, set da stiro, articoli da toeletta gratuiti e bagno privato con doccia. Animali domestici ammessi su richiesta.
  • 39.092188.71594 Casa del Cicloturista, Via Carbonia 1, 39 338 1980445 (prenotazione casa), 39 339 2197277 (prenotazione tour in bicicletta e assistenza biciclette). Qui è possibile alloggiare ma anche noleggiare una bicicletta e/o prenotare un tour in bicicletta.


Sicurezza

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Numeri utili

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  • 39.092068.715041 Carabinieri, Via Garibaldi 9, 39 0781 955022, fax: 39 0781 955022, . Lun-Dom 10:00-18:00.
  • 39.093658.711722 Guardia medica, Piazza Repubblica, 39 0781 941065. Lun-Ven 20:00-8:00; Sab 10:00-24:00; Dom 0:00-8:00.
  • 39.092898.715243 Farmacia Sundas, Via Mazzini 53, 39 0781 955181. Durante l'anno: Lun-Sab 9:00-13:00 e 16:30-19:30; Dal 1° giugno al 21 settembre: Lun-Sab 9:00-13:00 e 17:00-20:00.


Come restare in contatto

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