San Giovanni Suergiu | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Sardegna | |
Territorio | Sulcis | |
Altitudine | 16 m s.l.m. | |
Superficie | 72,37 km² | |
Abitanti | 5.668 (2021) | |
Nome abitanti | Sangiovannesi | |
Prefisso tel | 39 0781 | |
CAP | 09010 | |
Fuso orario | UTC 1 | |
Patrono | San Giovanni Battista (24 giugno) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
San Giovanni Suergiu è una cittadina della Sardegna meridionale nella provincia del Sud Sardegna.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]San Giovanni Suergiu si trova nel Sulcis e confina con Carbonia, Giba, Portoscuso, Sant'Antioco e Tratalias.
Cenni storici
[modifica]Preistoria e storia antica
[modifica]Il territorio sangiovannese fu abitato già in era prenuragica, nuragica, punica e romana, come dimostrano vari siti e reperti rinvenuti nell'area. Di particolare interesse sono le domus de janas di Is Locci Santus, sull'omonimo colle che si affaccia sulla laguna. Sono ancora visibili anche le tracce della civiltà nuragica con i nuraghi di Is Meurras (punto di confine dei territori comunali di Tratalias e Giba) e di Craminalana (Tratalias). In quest'ultimo sito sono presenti anche diverse tombe dei giganti, attualmente non visitabili. In località Sa Guardiedda, sul litorale della laguna in posizione intermedia fra Sulki e la fortezza di Monte Sirai, nel periodo fenicio-punico venne costruito un attracco ancora visibile.
Storia medievale
[modifica]Nel periodo bizantino si insediarono tre comunità di monaci che vi costruirono tre conventi: a Palmas, a Suergiu e a Matzaccara, dei quali non restano tracce evidenti. È a quel periodo che si può far risalire la nascita di Villa di Palmas di Sols, poi appartenente alla curatoria del Sulcis del giudicato di Cagliari. È però del 1066 il primo documento esistente negli archivi che attesta la presenza dei monaci nel territorio. In quell'anno infatti, Vera, la moglie di Orzocco Torchitorio I, giudice di Cagliari, offrì ai monaci benedettini di Monte Cassino, sei chiese del Sulcis, fra cui Santa Maria di Palmas. Da cui si può dedurre che sia Palmas che la chiesa di Santa Maria siano state costruite in date antecedenti il 1066. Successivamente la chiesa fu donata ai monaci di San Vittore di Marsiglia (1089), dal Giudice Costantino I Salusio II, figlio di Torchitorio, che la tolse ai cassinesi senza l'assenso del Vescovo. Solo una decina d'anni dopo, il Papa Pasquale II la restituì al Vescovo diocesano. Causa le ripetute incursioni barbaresche che terrorizzavano e depredavano di ogni bene tutto il territorio che si affacciava al golfo di Palmas, la villa fu popolata da tante famiglie che abbandonarono la vicina Sulki-Sant'Antioco.
Nel 1258 la villa passò sotto il controllo del pisano Gherardo della Gherardesca; alla morte del suo ultimo erede nel 1355 venne inglobata nel regno di Sardegna dagli aragonesi, tuttavia come la quasi totalità dei centri abitati sulcitani si spopolò completamente nei secoli successivi.
Storia moderna e contemporanea
[modifica]Nel 1616, in epoca spagnola, formò una contea di cui fu feudatario Luigi de Gualbes. Nel 1627 la contea fu trasformata in marchesato.
Ripopolatasi progressivamente dal Settecento, nell'area della vecchia Palmas di Sols si formarono vari medaus e furriadroxius, piccoli borghi che divennero il nucleo della Palmas conosciuta sino alla seconda metà del Novecento.
Nel 1793, nel corso della spedizione francese in Sardegna, sbarcarono nel territorio le truppe francesi comandate dall'ammiraglio Truguet, che miravano alla conquista dell'Isola ma che furono poi respinte.
Il territorio nel corso degli anni continuò a popolarsi; nel 1840, con la soppressione del sistema feudale, il paese fu riscattato ai Bon Crespi di Valdaura, ultimi feudatari, sino a diventare comune nel 1853.
A pochi chilometri di distanza da Palmas intanto altri medau si stavano progressivamente unendo intorno a quello di Suergiu (all'epoca frazione di Palmas), boddeu sorto attorno alla chiesa di origine medievale dell'antico abitato scomparso, situata ai piedi dell'omonimo colle e intitolata a San Giovanni Battista, mentre non resta traccia della chiesetta di San Pietro, presente soltanto nelle testimonianze orali di qualche anziano vissuto nella zona. Significativa, in tal senso è però la presenza in quella zona di attuali toponimi come S'Arriu de Santu Perdu (rio San Pietro) e anche "Su campusantu de Santu Perdu (il cimitero di San Pietro), in uso sino alla prima metà del Novecento e successivamente abbandonato. Mentre resta da stabilire dove fosse ubicato il convento, anche se appare logico localizzarlo in quell'areale per la presenza del fiume, indispensabile per l'utilizzo agricolo dei terreni da parte dei monaci. Dopo il cosiddetto ripopolamento avvenuto alla fine del Settecento, con l'unione dell'abitato costituito dall'antico boddeu e dal vicino medau di Is Mereus (dove attualmente c'è la via Regina Margherita) e la costruzione di nuove abitazioni lungo la nuova strada reale denominata "Obbligatoria" per Sant'Antioco, si formava progressivamente l'attuale centro cittadino, dove il Re trasferì con decreto dell'11 marzo 1863 la sede del Comune. Tale atto poté compiersi però concretamente solo nel 1889, anno di ultimazione del nuovo municipio. Da allora il Comune prese il nome di Palmas Suergiu.
Nella prima metà del Novecento Palmas Suergiu fu interessata a un rapido sviluppo industriale, che interruppe la monoeconomia agro pastorale sino ad allora presente. Nacquero così la centrale termoelettrica di Santa Caterina e gli impianti di raffinazione del carbone e di lavorazione del magnesio della SAMIS (trasferiti però a Sant'Antioco negli anni trenta). Oltre a ciò la costruzione della rete delle Ferrovie Meridionali Sarde fece della stazione di Palmas Suergiu il principale scalo ferroviario del Sulcis dell'epoca, in quanto da qui si diramavano le linee per Iglesias, per Siliqua e per Calasetta (linee poi chiuse nel 1974). Dal punto di vista agricolo l'INPS bonificò una larga fetta di territorio paludoso nella zona tra Suergiu e Palmas (divenuta frazione), stabilendovi un'importante azienda agraria nel 1953, poi passata a gestione regionale e cessata negli anni ottanta. Tutti questi insediamenti produttivi portarono a un incremento della popolazione, con un flusso migratorio proveniente anche da oltre Tirreno, facilitato inoltre anche dal grande sviluppo che i vicini bacini carboniferi sulcitani stavano vivendo in quell'epoca.
Nel secondo dopoguerra il 13 marzo 1950 fu attribuita l'attuale denominazione di San Giovanni Suergiu. L'attuale toponimo unisce il nome del patrono cittadino, a cui era intitolata l'antica chiesa di San Giovanni Battista, con quello di Suergiu, uno dei medau attorno al quale si era sviluppato il centro, che a sua volta traeva il suo nome dal vicino monte Suergiu, così chiamato per la presenza di querce da sughero sul colle in passato. La costruzione dell'invaso di Monte Pranu, nella vicina Tratalias, portò nel 1962 all'abbandono dell'originaria Palmas da parte dei suoi abitanti (trasferiti a pochi chilometri di distanza nell'omonima frazione costruita ex novo), a causa delle infiltrazioni d'acqua che dalla diga avevano minato le fondamenta delle abitazioni (successivamente demolite) di questo e di altri borghi vicini. La progressiva crisi del settore estrattivo e industriale sulcitano costrinse a emigrare molti sangiovannesi, fenomeno in parte placato con la costruzione del polo industriale di Portovesme.
Come orientarsi
[modifica]Frazioni
[modifica]- Bruncuteula, condivisa con il comune di Portoscuso
- Matzaccara
- Is Urigus
- Palmas
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]In auto
[modifica]Da Cagliari prendere la SS 130 Iglesiente. Continuare per Carbonia e percorrere la SS 126. Continuare fino al bivio per San Giovanni Suergiu.
In nave
[modifica]Dal porto di Cagliari.
In autobus
[modifica]- Da Cagliari con la linea ARST 802.
- Da Siliqua con la linea ARST 828.
- Da Carbonia con la linea ARST 818.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]Architetture religiose
[modifica]Architetture militari
[modifica]- 5 Ruderi castello di Palmas.
- Postazioni contraerea (Si trovano ai piedi dei colli a ovest dell'abitato).
Siti archeologici
[modifica]Aree naturali
[modifica]- 9 Stagno di Mulargia.
- Punt'e Trettu. Promontorio sulla laguna di Sant'Antioco dotato inoltre di un'ampia pineta.
Spiagge
[modifica]- 10 Spiaggia di Punta Trettu.
- Spiaggia Su Cadelanu o Su Caderanu.
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi modici
[modifica]- 1 Da Orazio, Via Porto Botte 36, ☎ 39 0781 689600. Pizzeria.
- 2 Da Marino e Sabrina, Via Vittorio Emanuele 6, ☎ 39 0781 689625, 39 345 3576006. Mar-Dom 18:00-22:30. Pizzeria.
- 3 Da Tony, Via Roma 4/C, ☎ 39 342 8418287. Pizzeria.
- 4 Be Strong, Via Pescatori 2, ☎ 39 0781 689729, 39 351 6889302. Lun 7:00-13:00; Mar-Dom 7:00-1:00. Drink & Food.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi modici
[modifica]- 1 Rosso Porpora, Località Is Loccis Santus, ☎ 39 0781 689415, 39 347 9497274, fax: 39 0781 689415. Case vacanza.
Prezzi medi
[modifica]- 2 Agrifoglio, Via Località Azienda INPS, SS 195 km 95,300, ☎ 39 0781 68137, 39 328 2337612, [email protected]. Agriturismo.
- 3 Perda Rubia, ☎ 39 0781 699038, [email protected]. Hotel ristorante.
Sicurezza
[modifica]Numeri utili
[modifica]- 1 Carabinieri, Via Pescatori, ☎ 39 070 9388022.
- 2 Guardia medica, Via Bellini, ☎ 39 0781 68179.
Farmacie
[modifica]- 3 Farmacia Cincotti, Via Porto Botte 92, ☎ 39 0781 68018, [email protected]. Lun-Sab 9:00-13:00 e 16:30-19:50.
- 4 Farmacia Garau, Via Sardegna 1 (Matzaccara), ☎ 39 0781 696005.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 5 Ufficio postale, Via Giuseppe di Vittorio 17, ☎ 39 0781 68012, fax: 39 0781 68023.
Nei dintorni
[modifica]- 6 Carloforte, sull'Isola di San Pietro
- 7 Isola di Sant'Antioco
- 8 Sito minerario di Porto Flavia, a Masua
- 9 Laveria Lamarmora, a Nebida
- 10 Buggerru
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Giovanni Suergiu