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Chieti
Templi Romani
Stemma e Bandiera
Chieti - Stemma
Chieti - Stemma
Chieti - Bandiera
Chieti - Bandiera
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Chieti
Sito istituzionale

Chieti è una città dell'Abruzzo.

Da sapere

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Cenni geografici

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Chieti gode di una favorevole posizione geografica, sia perché vicina alla riviera adriatica ed alle masse montuose della Majella e del Gran Sasso con i loro splendidi paesaggi, sia perché è servita dalle principali reti di trasporto del versante adriatico del Centro Italia.

Dista 17 km da Pescara, 32 da Ortona, 45 da Lanciano, 74 da Teramo e 76 da Vasto.

Cenni storici

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Resti archeologici dei templi che furono costruiti nell’antica Teate Marrucinorum

La storia di Chieti inizia in epoche remote e la colloca fra le più antiche città d'Italia. Le sue origini storiche si confondono con la mitologia; una leggenda racconta che l'odierna Chieti fu fondata nel 1181 a.C. Dall'eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre. Anche se si tratta solo di una leggenda, l'eroe omerico è rappresentato nello stemma del Comune su di un cavallo rampante, mentre regge una lancia ed uno scudo su cui è raffigurata una croce bianca su campo rosso con quattro chiavi, che rappresentano le quattro porte d'ingresso della Chieti medievale (Porta Sant'Anna, Porta Santa Maria, Porta Napoli e Porta Pescara). Altre leggende sulle origini di Chieti legano la città sempre al mondo greco.

L'attuale Chieti, chiamata dai romani Teate Marrucinorum, fu subito riconosciuta da questi come la Capitale del bellicoso popolo dei Marrucini, che si distinsero per i duri combattimenti contro Roma conclusi nel 304 a.C. con un trattato di pace. Da quel momento i Marrucini divennero fedeli alleati dei Romani, offrendo loro appoggio militare in numerose ed importanti battaglie (contro Pirro, contro i Galli Cisalpini, contro Perseo di Macedonia, contro Annibale ed Asdrubale). Teate partecipò alla Guerra sociale per il riconoscimento della cittadinanza romana. Nel 91 a.C. Chieti entrò definitivamente nell'orbita romana: fu eretta a Municipio e urbanizzata, secondo i canoni romani, diventando il principale centro economico della regione arrivando a contare oltre 60.000 abitanti, una popolazione considerevole per l'epoca. Fu arricchita delle strutture proprie dei Municipi romani con un foro, un teatro da cinquemila posti e circa ottanta metri di diametro, un anfiteatro di medie dimensioni da quattromila posti (restaurato ed utilizzabile), un acquedotto con relative canalizzazioni anche sotterranee e le terme, strutture ancora parzialmente visibili in vari stati di conservazione e dotate di cisterna sotterranea a nove ambienti di grande capacità e ottimamente conservata.

A seguito del crollo dell'Impero romano, Chieti fu distrutta dalle ondate barbariche di Visigoti ed Eruli, ma tornò ad avere un ruolo predominante sotto la dominazione dei Longobardi che la fecero Gastaldato di dominio regio, finché non fu distrutta da Pipino e rimase per due secoli alle dipendenze del Ducato di Benevento. In seguito sotto il controllo dei Conti Normanni la città si risollevò e continuò a far valere il proprio ruolo di preminenza anche sotto la dominazione sveva. Teate nel 1094 venne proclamata da Roberto il Guiscardo Città Capitale degli Abruzzi e subito consegnata a suo nipote Drogone. Nell’ottobre del 1097 Papa Urbano II fu ospite di Teate e vi predicò la crociata spronando i crociati alla conquista di Gerusalemme ed alla liberazione del Santo Sepolcro dal dominio musulmano. L’emblema più antico di Teate, cioè lo scudo con la croce, deriva appunto dalla consistente partecipazione alle crociate. La città rimase fedele all’impero anche con Manfredi – che vi dimorò nel Natale del 1255 – e con Corradino di Svevia. Con gli Angioini e soprattutto con gli Aragonesi conobbe un ulteriore periodo di grande sviluppo e fu posta a capo di tutti gli Abruzzi con diritto di battere moneta propria. La titulatio di Città Regia e capoluogo degli Abruzzi, concessa nel 1443 da Re Alfonso V d'Aragona, appare ancora sullo stemma della Città, e recita: Theate Regia Metropolis utriusque Aprutinae Provinciae Princeps (Chieti città regia e capoluogo di entrambe le province degli Abruzzi)


Nel Seicento Chieti assunse la conformazione urbanistica che fondamentalmente ancora oggi la contraddistingue e che fu favorita dal potere ecclesiastico che in epoca di Controriforma si prodigò nella costruzione di imponenti edifici, tra cui il Palazzo del Seminario Diocesano, che si aggiunsero ad altre importanti opere erette principalmente il secolo prima (Torre Arcivescovile, ammodernamento della Cattedrale di San Giustino). Nel 1656 a seguito di una grave epidemia di peste la città attraversò un periodo di contrazione. Nella seconda metà del XVIII secolo tornò a svilupparsi un certo dinamismo, soprattutto culturale, che portò all'istituzione di scuole ed accademie con conseguente incremento dello sviluppo del patrimonio artistico. Nell'Ottocento ebbe inizio l'occupazione francese e nonostante il popolo teatino avesse espresso posizioni antifrancesi, nel 1806 i francesi costituiscono la città in piazzaforte, arricchendola di nuove strutture amministrative. Nel periodo risorgimentale molti teatini si distinsero per il loro contributo alla lotta per l'unificazione, infine, nel 1860, la città accolse in modo trionfale il re Vittorio Emanuele II proclamando la sua annessione al Regno d'Italia.

Presso la Corte d'Assise di Chieti, tra il 16 ed il 24 marzo del 1926 si tenne il processo Matteotti in cui vennero giudicati gli esecutori materiali dell'omicidio del politico socialista Giacomo Matteotti avvenuto il 10 giugno del 1924. Nel corso della seconda guerra mondiale Chieti, similmente ad altre città come ParigiRomaFirenze e Belgrado, fu considerata città aperta, grazie alla perdita di importanza strategico-militare del sito, con la parte più calda del fronte spostata sull'asse tirrenico. La notte tra il 9 ed il 10 settembre del 1943 presso palazzo Mezzanotte, di fronte alla cattedrale di San Giustino, pernottarono il capo del Governo gen. Pietro Badoglio, lo Stato Maggiore delle Forze Armate oltre a nobili in fuga da Roma insieme ai reali (che però trascorsero la notte nel castello di Crecchio di proprietà dei Duchi di Bovino). Salvo il gen. Badoglio partito nottetempo per Pescara e lì imbarcatosi, tutti gli altri, famiglia reale compresa, si diressero il giorno successivo verso il porto di Ortona per imbarcarsi alla volta della Puglia. Nell'epoca moderna a Chieti si è registrata un'importante evoluzione urbana che si è avuta in particolare nella parte bassa della città, la cui crescita industriale ha collocato Chieti tra le realtà economiche più importanti dell'Abruzzo. È capoluogo della omonima provincia.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Chieti

La città è costituita da due nuclei principali, Chieti Alta e Chieti Scalo.

Chieti Alta è il nucleo più antico e comprende il centro storico che, situato sul colle, ospita numerosi resti ed edifici in vari stili che raccontano delle molte fasi storiche attraversate del capoluogo teatino.

Chieti Scalo è invece la parte nuova e maggiormente commerciale della città. Adagiata nella vallata a nord della collina ed estesa fino all'argine destro del fiume Aterno-Pescara, si è sviluppata seguendo prevalentemente il percorso dell'antica Via Tiburtina Valeria (che nel tratto urbano viene ridenominata e suddivisa in Via Aterno, Viale Abruzzo, Viale Benedetto Croce e Viale Unità d'Italia) e della ferrovia che l'attraversa. Proprio grazie al notevole sviluppo di questa parte della città negli ultimi decenni, ad oggi Chieti è bene integrata con tutti i comuni circostanti e soprattutto nella zona Scalo è popolata anche da numerosi studenti universitari che frequentano il Campus dell'Università Gabriele d'Annunzio.

La via principale della città è il Corso Marrucino, che va da piazza Trento e Trieste (comunemente conosciuta anche come piazza Trinità), costeggia piazza Gian Battista Vico, attraversa piazza Gian Gabriele Valignani e termina su Via Arniense, nel cuore del centro storico del capoluogo teatino. Il palazzo del Municipio si trova in piazza San Giustino (un tempo intitolata a Vittorio Emanuele II), mentre il palazzo della Provincia si trova lungo Corso Marrucino. Attualmente la sede municipale è situata su Corso Marrucino nei pressi di piazza Valignani, all'interno dell'ex sede della Banca d'Italia - chiusa nel 2009: la nuova sistemazione si è resa necessaria in seguito ai danni riportati dalla sede storica municipale, in piazza San Giustino, per il sisma aquilano del 6 aprile 2009.

Quartieri

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Oltre alla città il territorio comunale comprende anche i paesi di Bascelli, Brecciarola, Buonconsiglio-Fontanella, Carabba, Colle Marcone, Crocifisso, De Laurentis Vallelunga, Fonte Cruciani, Iachini, La Torre, San Martino, San Salvatore, Santa Barbara, Santa Filomena, Selvaiezzi, Vacrone Cascini, Vacrone Colle San Paolo, Vacrone Villa Cisterna, Vallepara, Villa Obletter e Villa Reale.

Come arrivare

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  • Aeroporto d'Abruzzo (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, 39 085 4324201.

In auto

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Chieti è servita da due importanti assi autostradali: l'Autostrada A25 Torano di Borgorose- Pescara (attraverso il casello di Chieti-Pescara) e l'Autostrada A14 adriatica Bologna-Taranto (attraverso il casello di Pescara Ovest-Chieti).

La Via Tiburtina Valeria, collega la città ad ovest con il Lazio fino a Roma e ad est con Pescara sulla costa adriatica. Un'altra strada molto importante è il Raccordo autostradale 12 che, partendo dalla parte bassa della città, attraversa la Val Pescara per 14,8 km, fino al centro di Pescara. Inoltre, a pochi chilometri di distanza c'è la Strada statale 16 Adriatica (Padova-Otranto), che collega l'Abruzzo a nord con le Marche ed a sud con il Molise.

In treno

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La stazione di Chieti si trova nella parte bassa della città (Chieti Scalo) lungo la linea Roma-Sulmona-Pescara.

Come spostarsi

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Con mezzi pubblici

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Il servizio di trasporto urbano è distribuito su 20 linee gestite dalla società "La Panoramica". È inoltre presente una linea filoviaria il cui esercizio è stato ripristinato dal 26 settembre 2009, e riattivato nel 2013 dopo una lunga sospensione (dal 1992).

Cosa vedere

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La Cattedrale di San Giustino fu consacrata nel 1069 dal vescovo Attone I
  • 42.35137614.1665011 Cattedrale di San Giustino. È la chiesa principale di Chieti, nonché la più antica, risalente al X secolo. La chiesa subì rimaneggiamenti nel Medioevo, e fino agli anni venti del Novecento conservò un impianto barocco settecentesco. Lavori massicci di restauro portarono la cattedrale ad assumere un aspetto esterno neogotico, tranne l'interno barocco e la cripta medievale gotica. L'interno a tre navate ha la nave centrale coperta da volta a botte lunettata, e i dipinti sono attribuiti a Saverio Persico e Ludovico de Mayo della scuola napoletana. Negli altari vi sono stucchi di Stefano Mambrini e gli arredi lignei appartengono a Saverio Mosca (XVIII secolo). L'esterno ha un aspetto molto monumentale, frutto dei restauri degli anni 1920-1930. Ha pianta basilicale con cupola ottagonale sul transetto. La facciata poco visibile per via del mastodontico campanile è a capanna, con rosone a raggi. L'ingresso principale è sul lato che si affaccia sulla piazza: un portale neogotico restaurato da quello barocco, con lunetta mosaicata e strombature. Un piccolo campanile precede un piccolo portico a costoloni e un lato del transetto, con rosone. Vi sono varie merlature e beccatelli in stucco bianco per decorazioni. Il campanile è stato in parte ricostruito ex novo nel restauro novecentesco, sulla base di pietra di quello vecchio. Ha una massiccia struttura con arcate a bifore gotiche e cuspide superiore, ispirata ai campanili rinascimentali abruzzesi della scuola di Atri. Cattedrale di San Giustino su Wikipedia cattedrale di San Giustino (Q2942636) su Wikidata
  • Oratorio del Sacro Monte dei Morti. È una arciconfraternita storica risalente all'epoca della Controriforma, che ha sede presso la cripta del Duomo, in un edificio annesso.
  • 42.35148114.1682682 San Francesco al Corso.
  • Santa Chiara, via Arniense. La chiesa viene edificata a partire dal 1644 a fianco del nuovo convento delle clarisse, oggi trasformato in caserma dei carabinieri. Nel giugno 1720 gran parte della costruzione era compiuta e la chiesa viene consacrata. I lavori di decorazione con stucchi si svolgono invece tra il 1680 e il 1790, ad esempio per mano dei fratelli Antonio e Giuseppe Piazza dal 1765 in poi. Quasi tutti gli autori degli stucchi sono artisti di impronta lombarda, tra i quali vanno segnalati Carlo Piazzola e Alessandro Terzani. Il 16 luglio 1754 viene consacrato il monumentale altare maggiore, arricchito di privilegi da Papa Benedetto XIV e completato con la pala di Giovan Battista Spinelli. Nel 1781 viene eseguita la tela di Santa Teresa d'Avila, firmata da Giovanni Vavini da Chieti. Nel 1793 vengono decorate le prime due cappelle con tele firmate da Severino Galanti, mentre la volta è affrescata nella prima metà dell’Ottocento dal teatino Raffaele Del Ponte.
    Negli ultimi anni del Novecento la chiesa subisce un notevole restauro conservativo: il primo nel 1997 con il recupero dell'organo che Adriano Fedri aveva completato nel 1778. Altri lavori hanno interessato il Cristo morto, scultura lignea policroma realizzata nell'Ottocento e il settecentesco pulpito ligneo, installato nel 1724 a spese di monache di casa Valignani. Nel 2004 la chiesa viene riaperta alla devozione dei fedeli dopo tre anni di lavori strutturali, con consolidamento e rifacimento del tetto, e di restauro dei pregiati stucchi barocchi, delle decorazioni pittoriche e delle statue che impreziosiscono sia la navata centrale, sia le cappelle laterali, così come del portone ligneo e del portale in pietra, sormontato da un medaglione recante l’effigie della santa.
    La chiesa presenta la struttura conventuale abruzzese tipica del periodo tra Seicento e Settecento. :L'interno è a navata unica, con una volta a botte di copertura e due cappelle per lato, con transetto e una piccola cupola ovale sul presbiterio. I vari stucchi seguono una matrice prevalentemente barocca, seppur con elementi di gusto tardo settecentesco; si possono notare due impronte decorative corrispondenti alle due diverse fasi: quella plastico-scultoreo trova espressione negli altari laterali, mentre quella tardo-barocca si esprime in festoni di ghirlande, decorazioni a trama ed è presente nella cupola sopra l'altare, nelle volte e nel presbiterio.
San Domenico
  • 42.35148114.1682683 San Domenico. Fu costruita durante il XVII secolo. Tuttavia era originariamente dedicata alla Vergine Maria ed a Sant'Anna. La riconsacrazione della chiesa al culto di San Domenico è avvenuta verso l'inizio del XIX secolo dopo la demolizione del precedente edificio dei domenicani. La facciata è in stile classico in pietra divisa in due ordini. Il campanile in cotto risale al XVIII secolo. L'interno è a navata unica fiancheggiata da alcune cappelle. Le decorazioni richiamanti temi biblici sono di G. B. Gianni, architetto lombardo. Nella prima cappella a destra vi sono rappresentate le storie del figliol prodigo e la cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva; sulla volta è raffigurato il sacrificio di Isacco da parte di Giobbe. Nella seconda cappella sono rappresentate la nascita di Maria e l'Annunciazione. Delle cappelle a sinistra è stata affrescata soltanto la prima con le storie di San Martino. La pala di San Giuseppe Calasanzio è stata dipinta nel 1790 da Giacinto Diana. Il quadro del Santissimo rosario è opera di Giacomo Farelli nel 1679. Il pulpito è realizzato con intarsi di radica, mentre l'altare è in marmo policromo. L'organo risale al Settecento. La navata ha volta a botte in cui vi è un'ellisse simula una cupola. Dal presbiterio si accede al museo diocesano d'arte sacra.
    Lo storico Liceo Ginnasio "Giambattista Vico" annesso alla chiesa era una scuola privata gestita dai monaci di San Domenico, costruita nel XVIII secolo. Nel 1854 la scuola divenne Regio Convinto di Giambattista Vico, specializzato negli studi classici. Attualmente svolge la funzione di liceo classico di Chieti, ed ha il prestigio di essere stato il primo ufficiale liceo classico ad iscrizione pubblica dell'Abruzzo, seguito dal liceo classico "Vittorio Emanuele II" di Lanciano nel 1865. La struttura è collegata alla chiesa e al museo diocesano. Ha pianta rettangolare con un chiostro e portico interno, realizzato in cotto, come tutta la chiesa. Il portale di accesso è in stile classico in marmo.
    Il Museo diocesano di arte sacra o Museo diocesano teatino ospita reperti per gran parte provenienti dal palazzo comunale e dalla cattedrale, tra cui spiccano un busto ligneo di sant'Antonio, degli affreschi staccati dalle pareti risalenti al XIV-XVI secolo e vari dipinti. Il museo è aperto dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.00 ed è gratuito.
  • Santa Maria Calvona. È costruita sul sito di un tempio romano. I resti di quest'ultimo si possono ammirare all'interno del Museo Nazionale della Civitella, situato in Chieti alta. In tempi più recenti la chiesa e tutta l'area circostante veniva utilizzata come luogo di sepoltura, diverse lapidi sono state conservate. Negli anni ottanta la chiesa è stata restaurata completamente. Nel 2010 sono stati effettuati altri interventi conservativi.
    Nella chiesetta si trovano le statue di San Rocco, un tempo portata anche in processione, di Santa Maria Calvona, protettrice del quartiere circostante, della Madonna Addolorata e di Gesù Morto, esposti ai credenti il giovedì Santo. Inoltre, la chiesa possiede un Crocifisso in oro.
    Da molto tempo la chiesa partecipa alla Processione del Cristo Morto, che si tiene a Chieti alta. Il giovedì Santo si rievoca una tradizione antichissima, il Canto della Passione.
  • Sant'Anna. Situata nei pressi del cimitero cittadino, è solitamente definita "chiesa cimiteriale di Sant'Anna". Di antiche origini, ha subito notevoli rifacimenti nei secoli successivi e soprattutto nella seconda metà del Novecento. Gli unici resti appartenenti alla costruzione originaria sono i locali interrati. Nel 1964 viene elevata a parrocchia e l'evento diventa occasione di restauro per l'interrato medievale, mentre nelle immediate vicinanze viene costruita la nuova casa parrocchiale. Anche la chiesa viene ampliata e viene aggiunta la navata laterale destra. Nel 1979 viene costruito il campanile, mentre nel 1983 la chiesa subisce un restauro generale.
    Nella chiesa si trovava una preziosa statua lignea di Sant'Anna, rinvenuta nel 1930 nella soffitta e poi trasferita nel Museo diocesano di Chieti; rappresenta la tipologia della Sant'Anna Metterza, cioè sant'Anna che tiene in grembo la Madonna, a sua volta sorreggente il Bambin Gesù. Si tratta di un modello iconografico assolutamente unico in Abruzzo e comunque assai raro anche al di fuori della regione, essendo generalmente più diffuso in pittura che in scultura. La sua utilizzazione, in questo contesto, testimonia l'intenso dinamismo culturale ed artistico che caratterizzò le botteghe dei maestri lignari abruzzesi nel corso del Duecento. L'opera, infatti, è stata datata alla metà del XIII secolo e buona parte della critica riconduce la sua realizzazione ad un artista abruzzese. L'impostazione di base del gruppo scultoreo è senz'altro romanica, come dimostra l'evidente frontalità delle figure, molto ricco di linearismi che conferiscono all'insieme un carattere di vivacità sicuramente nuovo rispetto alle opere coeve. Il gruppo, pur rispettando i caratteri tipici dell'arte del suo tempo, riesce a superare la tradizionale fissità accennando una certa propensione alla plasticità e al movimento.
  • Sacro Cuore.
  • San Giovanni Battista.
  • Sant'Agostino.
  • Sant'Agata.
  • Santissima Trinità.
  • San Camillo de Lellis.
  • Santa Maria de Civitellis.
  • Sant'Antonio Abate.
  • Santa Lucia.
  • Sant'Eufemia.
  • Madonna delle Piane.
  • Santa Maria del Tricalle. Una delle chiese più antiche, sorge sulla medievale Santa Maria del Tricaglio (o della Tricaglia), costruita a sua volta su un edificio più antico a pianta ottagonale; alcuni studiosi hanno ipotizzato che si tratti di un tempio dedicato a Diana Trivia e posto su una diramazione della Via Claudia Valeria
  • San Martino vescovo.
  • Santa Maria de Cryptis.
  • Santa Maria degli Angeli.
Palazzo Fasoli
  • Palazzo Fasoli, largo Gian Battista Vico. Fu rimaneggiato negli anni trenta e conserva dell'antica struttura i balconi del piano nobile. Questi ultimi, dalle decorazioni in pietra come anche per il portale, sono caratterizzati dalle capricciose cimase in stile rococò che li sormontano. Il resto del prospetto è interamente intonacato nella tonalità del rosso pompeiano.
  • Palazzo della Banca d'Italia. La sua facciata curvilinea si affaccia su piazza Valignani, sul luogo in cui in passato era presente il palazzo gentilizio dell'omonima famiglia di Vacri. La sua edificazione fu imposta nel 1913 a causa del cedimento di un pilastro delle sottostanti cisterne sotterranee romane.
  • Palazzo della Cassa di Risparmio. Dalla piccola facciata di gusto classico, fu progettato per accogliere una sede istituzionale in seguito all'unità d'Italia e presenta un finto pronao corinzio del XX secolo.
  • Palazzo della Camera di Commercio. Dapprima palazzetto delle Corporazioni, risale agli anni trenta ed è ispirato ai palazzi comunali del medioevo italiano, in particolare per la presenza di una torre al centro del prospetto principale. Il progetto dell'architetto Camillo Guerra consisteva in un edificio eclettico, che attingeva dal rinascimento romano per quanto concerne le finestre del secondo piano, dall'abbazia di San Clemente a Casauria per il portico del pian terreno e dal palazzo della Santissima Annunziata di Sulmona per le finestre del primo piano. Caratteristici sono anche gli elementi decorativi che rimandano al regime fascista, come l'aquila imperiale poggiante su una testa di Mercurio, dio del commercio. Il cornicione è sorretto da beccatelli sotto il quale trovano collocazione ceramiche policrome sulle professioni praticate nella regione.
  • Palazzo OND. Esempio di architettura fascista, progettato anch'esso da Camillo Guerra, venne edificato come sede dell'Opera nazionale del dopolavoro e voleva celebrare il regime con i suoi lineamenti emblematici, grazie ai fasci che svettano in altezza dall'edificio. Conservò le sue funzioni originarie anche nel dopoguerra, ospitando per anni il cinema Enal, poi Gardencine, sale da biliardo, una scuola materna ed una palestra, prima di essere destinato a sede del museo di storia delle scienze biomediche dell'Università Gabriele D'Annunzio.
  • Palazzo Majo (de' Mayo), corso marrucino. Con la sua mole, l'edificio si impone su corso Marrucino. Il primo nucleo del complesso risale al XVI secolo. In seguito la famiglia di banchieri Costanzo condusse nel XVIII secolo una massiccia opera di rimaneggiamento. Con i marchesi Majo vi fu un grande restauro, nell'ultimo decennio del XVIII secolo, conferendo all'edificio un forte richiamo verso le ville napoletane di questo periodo. L'ultimo restauro, tra fine novecento e primi del duemila, è opera dell'ultima proprietaria, la Fondazione CariChieti, che ha destinato il palazzo, oltre che a propri uffici, a museo e centro culturale. Il fianco destro del palazzo è punteggiato da una lunga serie di finestre intervallate da lesene e dispiegate su due livelli, mentre sulla piazzetta Martiri per la libertà è presente un monumentale portale in pietra del Settecento, anche se la rosa in ferro battuto che sovrasta il portone e che reca il monogramma dei Majo è successiva. Il prospetto principale è preceduto da un cortile, sul cui cornicione sono disposti dei busti marmorei. Caratteristica peculiare del palazzo è l'altana con i tetti a pagoda, memore del gusto esotico settecentesco, così come singolare è l'anemometro a forma di cicogna posta sul tetto centrale.
  • Palazzo del Tribunale, piazza San Giustino. Affacciato sulla piazza principale della città, il tribunale è stato storicamente situato vicino alla cattedrale e al municipio a simboleggiare i massimi poteri cittadini. Anticamente sede della Regia Udienza, a fine ottocento cambiò il suo aspetto architettonico e assunse le attuali connotazioni neo gotiche. Negli anni ottanta del XX secolo la struttura fu ampliata, a discapito della vicina porta a tre archi che dovette cedere il posto. Il portico del piano terra si interrompe al centro, dove il balcone centrale origina un avancorpo con arco a sesto acuto cinto da una balaustra lapidea.
La torre trecentesca di Palazzo Toppi
  • Palazzo Toppi. Situato nel rione Trivigliano, è dominato da una torre trecentesca con merlatura, tra i pochi esempi di architettura medievale a Chieti e unico esempio rimasto di torre costruita per difendere un palazzo nobiliare, oltre a quella del palazzo arcivescovile. In seguito a un incendio subito a seguito dei tumulti cittadini del 1647, fu quasi completamente ricostruito agli albori del Settecento. Il palazzo si sviluppa su Porta Pescara e conserva un ampio portale a bugnato liscio, che conduce ad una scalinata monumentale. La facciata è stata ristrutturata nel XIX secolo per ospitare al piano terra locali commerciali. Il portale d'ingresso da via dei Tintori è l'unico elemento superstite della struttura rinascimentale antecedente il 1647. Le sue bugne sono tagliate a punta di diamante e ornate da incisioni con motivi floreali. Sulla volta ribassata dell'androne campeggia uno stemma dei baroni Toppi affrescato. Lo scalone è a doppia rampa, con colonne doriche e stucchi plastici monocromi del XVIII secolo.
  • Palazzo Martinetti Bianchi, via de Lollis. Fu eretto dai padri gesuiti. Con la soppressione della Compagnia di Gesù il palazzo passò prima alla famiglia Franchi, poi ai marchesi Martinetti Bianchi. L'accesso presenta un fornice estremamente alto, ed è il portale più ampio tra i palazzi teatini. Può inoltre vantare delle monumentali ante in legno e una rosta sempre dello stesso materiale che reca il monogramma in rilievo dell'ultima famiglia possidente. La facciata è scandita da due ordini di balconi e finestre disposte in modo regolare. Nell'androne è presente una guardiola per il controllo dell'accesso, mentre il soffitto reca l'arma della famiglia, che come attesta il biscione visconteo era di origine lombarda. Attorno al cortile si articola su tre lati un porticato. L'appartamento di rappresentanza del palazzo, con decori tardo-settecenteschi, fu commissionato al pittore Giacinto Diano dai Franchi, nel 1796. Le scene che l'artista napoletano realizzò riguardano la mitologia e in particolare la favola di Psiche accolta da Giove nell'Olimpo. Attualmente ospita il museo d'arte Barbella.
  • Palazzo De Pasquale. Situato nel rione Trivigliano, fu la residenza dei conti Siciliani d'Alaneto. Venne costituito dall'accorpamento nel XVIII secolo di più edifici acquistati nel tempo. Le finestre possiedono semplici cornici in stucco nel primo piano, mentre le cornici delle finestre e balconi del secondo piano sono riccamente decorate. Gli ambienti entro cui sono contenute le rampe dello scalone sono coperti da volte a crociera a cupola emisferica, sostenute da colonne ioniche. Prima di essere destinato a uffici comunali e di aziende municipalizzate, è stato sede della facoltà di Farmacia dell'università di Chieti e Pescara.
  • Esedra della Pescheria. Con la sua forma a ventaglio, l'esedra della Pescheria ricorda un mercato di età classica. Gli ambienti destinati ai venditori di pesce e carne sono preceduti da un colonnato dorico. Il soprannome lu ricchiappe è dovuto al fatto che in passato in questa piazzetta aveva termine la corsa dei Barberi, un antico palio a cui prendevano parte cavalli senza fantino, che vi giungevano dopo aver percorso a galoppo, in salita, via padre Alessandro Valignani e via Arniense. (da ciò il locale proverbio dialettale "lu cavalle 'bbone s' ved' a lu ricchiappe" in quanto lo spettatore del palio poteva identificare cavallo e/o proprietario vincenti solo conoscendo l'addetto al recupero dell'animale).
  • Palazzo De Sanctis-Ricciardone. Fu generato da un accorpamento nella seconda metà del XVIII secolo di più case precedenti e presenta una cappella annessa. L'appartamento nobile si snoda attorno ad una scalinata monumentale a doppia rampa con pianta ellittica e sovrastata da un cupolino e accoglie attualmente il Circolo degli Amici.
  • Palazzo Zambra. Con le sue linee barocche è frutto di una ristrutturazione del secondo Settecento operata dalla famiglia Zambra, mercanti provenienti dalla Lombardia. È caratterizzato da una bicromia rosso e gialla e da un portale in pietra a tutto sesto entro una cornice in stucco mistilinea ed è delimitato agli angoli da paraste arrotondate. La peculiarità del portale di questo palazzo, rispetto agli altri della città, è che insieme con la finestra e il balcone che lo sormontano costituiscono un unico corpo aggettante. Oggigiorno è sede della Sovrintendenza archeologica degli Abruzzi.
  • Palazzo Lepri. Posto a ridosso della chiesa della Santissima Trinità, era la villa suburbana degli omonimi marchesi, ma in origine la proprietà fu della famiglia Humani, a cui si deve l'erezione del vicino luogo di culto. Il principale elemento dell'edificio è l'alta terrazza che si affaccia lungo via Vernia, testimonianza della natura di questo palazzo come villa fuori città, mentre l'interno venne decorato nel XVIII secolo su commissione dei Monaco La Valletta, che riacquistarono la struttura dagli Humani. Gli affreschi del salone principale sarebbero riconducibili al pittore teatino del XIX secolo Raffaele Del Ponte.
  • Villa Comunale. Nella villa fatta costruire dal barone Frigerj e venduta nel 1864 al Comune di Chieti hanno trovato sede il Museo archeologico nazionale d'Abruzzo nello stabile neoclassico, mentre l'enorme giardino è diventato il principale parco pubblico di Chieti, ricco di alberi secolari, fontane, terrazzamenti panoramici sulla città e verso il monte Maiella.
    Esteso su da più livelli terrazzati, la parte più a monte vicino al museo è composta dal giardino all'italiana da un lato e una piccola foresta dall'altro; nel terrazzamento intermedio giardino all'italiana ed una fontana monumentale; a valle le passeggiate tra il verde ed i laghetti illuminati, con camminamenti e ponti di pietra, ed una piccola penisola per mini spettacoli circondati dall'acqua. Al centro il piazzale Mazzini con la fontana monumentale e gli archetti con panchine che fanno mostra di fronte all'ingresso principale. Lungo il viale si trova il Monumento ai Caduti della Guerra 1915-18 realizzato dallo scultore Pietro Canonica ed inaugurato il 19 giugno 1924. La villa è adiacente ad altre due grandi zone verdi recintate: l'area dell'ex ospedale militare e quella del Pontificio Seminario Regionale San Pio X.
    La Villa comunale di Chieti è stata insignita del riconoscimento di "Meraviglia Italiana" dal Forum Nazionale dei Giovani, partner della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della European Youth Forum e dell'Agenzia nazionale per i giovani.
  • Teatro Marrucino.

Musei

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Guerriero di Capestrano - Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo Villa Frigerj
Frontoni parzialmente ricostruiti nel museo archeologico "La Civitella"
  • Museo archeologico nazionale d’Abruzzo “Villa Frigerj”. Espone il celebre "Guerriero di Capestrano", la stele di Guardiagrele, il torso di Rapino, il cippo di Penna S. Andrea, l’Ercole Curino, il gigantesco Ercole seduto proveniente dal tempio di Alba Fucens, i dischi di Alfedena, la collezione numismatica.
  • Museo archeologico nazionale d’Abruzzo “La Civitella”. Espone i reperti relativi alla terra dei Marrucini, la dea di Rapino, i materiali che illustrano la storia dell’archeologia teatina, le fasi precedenti la strutturazione della città romana, materiali di Chieti del III – II sec. a.C. relativi ai due poli religiosi della città, l’acropoli con i suoi due frontoni policromi e il santuario centrale (i Tempietti), il cane Cerbero, un frammento di architrave con epigrafe del monumento funerario di Lusius Storax rappresentante i due momenti della giornata (investitura e combattimento) dei gladiatori.
  • Museo d’Arte “Costantino Barbella”, Via De Lollis, 10. Raccoglie statue e statuette in terracotta di Costantino Barbella, tavole e dipinti murali di grandi dimensioni attribuiti ad Antonio da Atri, ad Andrea Delitio, al Maestro di Offida, a Francesco da Montereale e al Maestro dei Polittici Crivelleschi, quadri di Michetti, di Palizzi, di Federico Spoltore, di Basilio Cascella, una collezione di quadri contemporanei di Mirò, di Mensa, di De Chirico, ceramica del cinquecento di Castelli firmate Orazio Pompei e Francesco Grue.
  • Museo Universitario di Storia delle Scienze Biomediche. Oltre a due dinosauri, espone una collezione di oltre 30 scheletri originali di scimmie della sezione di antropologia, mummie umane, calchi di fossili di “uomo”, crani, mandibole e denti, fossili originali di conchiglie giganti, uova giganti fossilizzati, una mostra di esiti fossilizzati di varie patologie su ossa e tessuti ecc. Questi ultimi due musei sono inseriti nella rete museale regionale.
  • Museo Palazzo de' Mayo della Fondazione della Cassa di Risparmio della Provincia di Chiet. Centro multiculturale, colleziona opere di Sughi, Galliani, Vernizzi, proseguendo con opere di artisti dell'Ottocento abruzzese e non solo, Michetti, Cascella, Celommi, Barbella, Fattori, Dalbono, Gioli ecc. Spicca il monumentale La Figlia di Jorio di Francesco Paolo Michetti, prima versione - olio - tramonto. Altri pittori e scultori contemporanei internazionali presenti sono Sassu, Cremonini, Modica, Bonichi, Guccione, Bergomi, Savinio, Bodini, Vangi, Calabria, Vespignani, Quetglas, Mensa, Carrol, Ortega ecc. Espobe pure una collezione di argenti datati da fine seicento in poi provenienti da Inghilterra, Russia, Paesi Bassi, Francia, Austria, Italia, Germania e Danimarca. Nel Palazzo de' Mayo sono presenti anche mostre temporanee, biblioteche tematiche nonché Istituti culturali su Manzoni e Padre Alessandro Valignano.
  • Museo Diocesano. Mostra sculture medievali in legno e in pietra, arredi sacri ed ecclesiastici tra cui calici, paramenti religiosi, libri, pergamene e messali.

Chieti sotterranea

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Resti delle terme romane

Chieti vanta, oltre ai numerosi resti dell'antica civiltà romana, un'intera città sotterranea che fu l'antica Theate, situata proprio sotto l'attuale centro storico. Per motivi non noti, le rovine per la maggior parte non sono visitabili fatta eccezione per alcune rare occasioni (come ad esempio i Giochi del Mediterraneo del 2009) durante le quali è stato possibile visionarne solo una minima parte. La visita del percorso sotterraneo è prenotabile al Palazzo de Mayo, nel corso Marrucino.

Eventi e feste

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Uscita della processione dalla Cattedrale di San Giustino
  • Processione del Venerdì Santo. La processione risalirebbe, in una sua prima versione, all'842 d.C. Da notizie storiche documentate la sua origine nella forma attuale viene fatta risalire al secolo XVI, contestualmente alla fondazione dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti. Durante la Processione il coro dell'Arciconfraternita esegue il "Miserere" di Saverio Selecchy con l'inserimento, nella seconda metà del XX secolo, di alcuni motivi musicali di Don Ottavio De Caesaris.
  • Settimana mozartiana. in luglio. Celebra il genio del compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart. Per questa occasione la città teatina, arricchita di scenografie settecentesche, ospita per una settimana concerti sinfonici e da camera, spettacoli di danza e teatro e varie attrazioni quali mostre, fontane luminose, film all'aperto, personaggi in costumi d'epoca, fuochi d'artificio, mostre e punti gastronomici dedicati alla cucina austriaca, il tutto dislocato nelle piazze e nei vari angoli del centro storico allestiti per l'occasione.
  • Presepe vivente. Si svolge nel centro storico della città, tra le piazzette ed i vicoli attorno alle vie principali che si adattano perfettamente nella ricostruzione delle atmosfere pastorali della Natività. La scena principale è solitamente dotata di un faro molto potente che proietta la propria luce nel cielo, visibile anche a diversi chilometri di distanza dal capoluogo teatino, simboleggiando la stella cometa che guidò i Re Magi verso la capanna dove nacque Gesù.
  • La Guerra in casa. Raccolta di materiali sulla memoria orale della seconda guerra mondiale in Abruzzo, edita su DVD e libri, ce nella primavera di ogni anno viene presentata al Teatro Marrucino di Chieti dagli autori Anna Cavasinni, Fabrizio Franceschelli e Max Franceschelli.
  • Maggio Teatino. in maggio. In occasione della festa patronale di San Giustino viene organizzato il "Maggio Teatino" che prevede un foltissimo calendario di eventi e manifestazioni che coinvolgono contrade, quartieri, rioni della città nonché piazze, vie e strade dell'intero centro storico, il Teatro Marrucino e i vari impianti sportivi. Gli appuntamenti sono di vario genere quali per esempio le ricostruzioni storico-medievali tra cui spiccano la sfilata degli sbandieratori, l'allestimento della Giostra del Saracino e la processione del Santo Patrono, seguita dalla suggestiva sfilata in costume dell'associazione medioevale "Teate Nostra". Molti sono inoltre gli appuntamenti musicali e sportivi (calcio, tennis, equitazione, pallavolo, atletica), e festival musicali come il "MALTATTACK" che coinvolge in piazza Malta migliaia di giovani tra street food, arte e rock band emergenti.
  • Premio nazionale Agenda Rossa. Premio istituito e ideato dalla associazione antimafia "Chieti Resiste" ONLUS. Ogni anno viene consegnato a personalità che si sono contraddistinte nella lotta alla mafia in vari campi (giornalismo, politica, magistratura, imprenditoria, musica). Dedicato a Paolo Borsellino e agli agenti della sua scorta. Si ripercorre il mistero dell'agenda rossa scomparsa il 19 luglio 1992 nella strage di Via D'Amelio.
  • Premio nazionale Giuseppe Prisco. Ogni anno viene consegnato a personaggi del mondo del calcio (giocatore, allenatore e dirigente) che si sono distinti per lealtà, correttezza e simpatia sportiva. La giuria addetta a decretare i vincitori del riconoscimento è composta da personaggi e giornalisti di spicco del mondo sportivo. La manifestazione si svolge presso il Teatro Marrucino e il premio è stato realizzato dallo scultore Pietro Cascella. Nel corso della manifestazione viene assegnato anche il Premio Speciale di Giornalismo "Nando Martellini" riservato ai giornalisti sportivi.
  • Chietinstrada Buskers Festival. 14, 15 e 16 agosto. È una rassegna, comune anche ad altre città, in particolare Ferrara, annuale e internazionale di artisti di strada che si svolge nel centro storico. Gli spettacoli sono tutti serali e con visione gratuita. Gli artisti, scelti tra i migliori che svolgono tale attività, provengono dai 5 continenti e richiamano il pubblico in un'atmosfera magica e di grande festa, sicuramente d'altri tempi.
  • Festa dei Popoli. in maggio. Una festa per l'incontro tra entità culturali differenti.
  • Carnevale Teatino. Ogni anno si danno appuntamento da 8 a 12 carri allegorici, pronti per sfilare lungo il centro di Chieti, ed allietare i presenti grazie anche alla partecipazione di numerosi gruppi mascherati (solo il circolo giovanile di Santa Barbara conta oltre 120 persone). La presentazione e realizzazione sono curate dall'associazione culturale "Teate Nostra"
  • Settimana Medievale.
  • Infiorata del Corpus Domini. L'Infiorata si estende lungo il Corso Marrucino partendo dall’incrocio del palazzo delle Poste fino a Piazza Valignani, con i suoi quadri formati da disegni raffiguranti immagini sacre; essi vengono realizzati sulla pavimentazione del Corso mediante petali di fiori, creando un susseguirsi di rombi e cerchi che separano i quadri, anch'essi realizzati con i fiori; ogni quadro misura circa 6 x 3 metri. Da Piazza Valignani un tappeto verde, con ai margini fiori che accompagnano i visitatori fino a Piazza S.Giustino dove, ai piedi della scalinata della Cattedrale, un disco di petali di circa 7 metri di diametro onora il Corpus Domini.
  • Festival Chorus Inside. Manifestazione musicale che si svolge dal 2006 e che ha portato l'organizzazione a far disputare il festival anche in altre città d'Italia e all'estero.


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Dove mangiare

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Prezzi medi

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Prezzi elevati

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Sicurezza

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Farmacie di Turno

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Per farmacie di turno consulta il sito ufficiale qui


Farmacie


Come restare in contatto

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Poste

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  • 42.34770714.1650717 Poste italiane (Chieti centro), via B. e S. Spaventa 4, 39 0871 401775, fax: 39 0871 41270.
  • 42.35152714.18250518 Poste italiane (Chieti 1), via G.Albanese 13 C, 39 0871 347291, fax: 39 0871 321201.
  • 42.35382614.1666519 Poste italiane (Chieti 2), via degli Agostiniani 50, 39 0871 321110, fax: 39 0871 321264.
  • 42.3402814.16016820 Poste italiane (Chieti 3), via D. Spezioli 35, 39 0871 401105, fax: 39 0871 41870.
  • 42.3410414.16751321 Poste italiane, via San Camillo de Lellis 12 (Chieti 6), 39 0871 401776, fax: 39 0871 61327.



Nei dintorni

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  • Pescara È la città più grande d'Abruzzo soprattutto da un punto di vista commerciale e industriale. Città moderna e anche frequentata località balneare.
  • Ortona Su un promontorio della costa si stende l'abitato monumentale antico; sul litorale si sviluppano le attività pescherecce e balneari. È città legata ad importanti vicende della seconda guerra mondiale.
  • Guardiagrele Ha un importante centro storico, con chiese e palazzi di grande interesse. È famoso per la produzione artigianale nella lavorazione dei metalli. Fa parte dei Borghi più belli d'Italia.
  • Manoppello
  • Abbazia di San Clemente a Casauria Uno dei maggiori complessi monumentali romanici di tutto l’Abruzzo con evidenti influssi gotico cistercensi, eretta dai Benedettini nel XII secolo., l’Abbazia è tornata a nuovo splendore dopo i restauri effettuati a seguito dei danneggiamenti del terremoto dell'Aquila del 2009. Un ‘’antiquarium’’ situato in locali adiacenti raccoglie materiale di recupero di epoca romana e paleocristiana.


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