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Pagina:Poesie (Carducci).djvu/1059

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rime e ritmi 1033

mandarle alla fonderia, Giuseppe Garibaldi ammoní: rispetto alle campane che suonarono all’agonia di Torquato Tasso.


LA MOGLIE DEL GIGANTE


pp. 1005-1006. Cosí il popolo, poeta eterno quando non guasto da’ maestri, ha cominciato a chiamare la “Sirena„, scolpita da Diego Sarti per la fontana della Montagnola [1896].


LA CHIESA DI POLENTA


pp. 1010. — La chiesa di San Donato in Polenta, ricordata già in un documento del 976, è costruzione del sec. viii. Volevasi or fa pochi anni abbatterla al suolo per farne una nuova: se non che don Luigi Zattini, intelligente e amoroso arciprete, n’ebbe avvertito il cav. Antonio Santarelli ispettore degli scavi e monumenti nella provincia di Forlì. Il quale diè primo al pubblico notizie dell’antica chiesa (1890); e súbito appresso ne discorse ampiamente alla Deputazione storica romagnola Corrado Ricci. E della chiesa e della ròcca polentana che le sorgea vicino scrisse di nuovo il Ricci nell’Ultimo rifugio di Dante (1891), e una veduta ne ha inserito assai bella nel bellissimo Dante illustrato pubbl. in Milano da Ulr. Hoepli (1898). A instanza dell’arciprete Zattini, del cav. Santarelli, del conte Cilleni-Nepis ispettore delle scuole, del prof. Raffaello Zampa, il Comune e la Mensa vescovile di Bertinoro e la Provincia di Forlí cominciarono a pensare e provvedere pe’ ristauri. Ricordo che nella seduta 20 dec. 1889 del Consiglio provinciale, venuta in discussione la spesa per la chiesa polentana, opponendo alcuno non doversi gittare denaro del pubblico per conservare chiese quando il meglio sarebbe buttar giù quelle anche in piedi, Aurelio Saffi, il nobilissimo mazziniano che presiedeva l’adunanza, parlò da quell’uomo colto e savio che era, e disse fra l’altro “Quale italiano non vorrà conservata e onorata una chiesa dove Dante