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frase perderebbe di efficacia se si dicesse naturalmente: «A me piacciono le fragole, io sono ghiotta dei tartufi, etc.». Orribile (horrible) enorme (enorme) formidabile, spaventoso (épouventable, effroyable) deplorevole, atroce, dirai e udrai dire garbatamente per cose di poco conto. Così non dirai: «ho molta fame», ma dirai «ho un appetito formidabile», non dirai «è uno sbaglio», ma «è una follia». Così si snatura anche l’indole di un linguaggio.
Ad referendum: formula latina: Col riferire, col rapportare il giudizio dei singoli; ed è un nuovo istituto politico della Svizzera, per il quale, in alcune controverse e dubbie questioni, amministrative, economiche, edilizie etc., si interroga il popolo mediante voto. Ottima istituzione democratica purchè sinceramente applicata, fra popoli civili, maturi alla libertà e capaci di ragionare col proprio cervello.
Adresse: fr. per indirizzo, recapito: rara, ma si incontra.
Ad unguem: lat. perfettamente, compiutamente, modo avverbiale che gli antichi tolsero dagli scultori, i quali all’ultimo provavano con l’unghia la pulitura del loro lavoro.
Ad usum Delphini: attributo e motto di una serie di edizioni classiche francesi al tempo di Luigi XIV, affinchè essendo espurgate di ogni audacia od espressione naturalista, fossero acconce alla lettura del Delfino (Principe). Dicesi, talvolta per isprezzo, di libri castrati o potati o di cose accomodate all’uso e perciò privi del loro vigore e significato vero.
Aedi: dal gr. ᾄδω = canto, celebro: i cantori della età eroica presso i Greci.
Aérage: voce francese, tradotta in aeraggio invece di aerazione: indica l’atto e l’arte di dare l’aria ad un luogo chiuso, un naviglio, un cunicolo, una stanza, etc.
Aeraggio: V. Aérage.
Aereonave: nave aerea, neol. frequente di questi tempi, in cui e per diletto e per scienza, si studia con sì ostinata passione la navigazione aerea.
Aereoplàno: neol.: macchine per elevarsi nell’aria imitando il concetto del volo dell’uccello, cioè dell’ala, cioè senza aiuto del corpo leggero o pallone.
Aesthetic style: V. Floreale.
Afasìa: voce medica (gr. ἀφασία) che significa il difetto o la perdita della parola, generalmente per qualche lesione o malattia del cervello. Indica cioè l’impossibilità di tradurre il pensiero con parole, benchè integra rimanga la funzione della lingua e della laringe. Indica anche il difetto di adattare le parole all’idea.
Affaire: per diversi anni noi fummo tormentati dal processo o «questione» Dreyfus: un capitano ebreo dell’esercito francese che (salvo il delitto di avere involontariamente col suo nome ossessionato mezzo genere umano) era, o almeno tutto induce a credere, innocente del grave delitto incolpatogli di tradimento. Tale processo, che si trascinò eterno, sollevando nobili sensi e odiosa retorica di partito, fu in Francia per antonomasia denominato L’affaire. Tale voce noi accettammo e rimase, applicandosi anche a fatti italiani di natura consimile a quello che turbò la Francia. Es: «Il Roma di Napoli reca alcuni dispacci del suo corrispondente palermitano sull’intricato e misterioso affaire», etc.
Affarismo: V. Affarista.
Affarista: non bella nè la voce nè la cosa. Ma come condannarla se è sulle bocche di tutti? Corto essa toglie dall’uso vivo le due efficaci e pure parole nostre: faccendiere e procacciante, ma che farci? Non è certo il caso di asserire che mancasse la cosa e quindi il nome in italiano! Anzi il Fanfani vi aggiunge cavalocchio e mozzorecchi che saranno espressive, ma da lasciarsi a chi vuole toscaneggiare. «Affarismo e affarista sono parole formate da poco tempo in qua e pur troppo necessarie» (Rigutini).
Affiche: affisso, foglio, cartellone, manifesto che ponesi alle cantonate. Tanto affiche come affisso provengono dalla voce latina adfixus [fisso]. Ma la parola francese è specialmente adoperata per indicare quei cartelloni con speciale e nuova arte disegnati, a colori vivi e pochi, a linee audaci e bizzare così da fermare l’attenzione dei viandanti e costringerli a leggere il richiamo che vi si contiene. È l’arte applicata al commercio, Tiziano che