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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/32

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te molti corpi, come già aveano cominciato, sarebbero istati morti di coltello, ma eziandio molte anime il diavolo arebbe tratte allo inferno; e però tu se’ stoltissimo e superbo, che mormori di quello, che manifestamente procedè dalla volontà di Dio. E tutte quete cose, che dicea Frate Masseo nel cuore suo, andando innanzi, furono da Dio rivelate a san Francesco. Onde appressandosi san Francesco a lui, disse così: A quelle cose che tu pensi ora, t’attieni, perocch’elle sono buone e utili, e da Dio ispirate, ma la prima mormorazione che tu facevi, era cieca e vana e superba, e messati nell’animo dal Demonio. Allora Frate Masseo chiaramente s’avvide, che san Francesco sapea li secreti del suo cuore, e certamente comprese, che lo Spirito della divina Sapienza dirizzava in tutti i suoi atti il Padre Santo.

CAPITOLO XII.

Come san Francesco pose Frate Masseo allo ufficio della porta della limosina, è della cucina: poi a priego degli altri frati, ne lo levò.

San Francesco, volendo umiliare Frate Masseo, acciocchè per molti doni e grazie, che Iddio gli dava non si levasse in vanagloria, ma per virtù della umiltà crescesse con essi di vitude in virtude; una volta ch’egli dimorava in luogo solitario con que’ primi suoi compagni, veramente santi, de’ quali era il detto Frate Masseo, disse un dì a Frate Masseo, dinanzi a tutti i compagni: O Frate Massco, tutti questi tuoi compagni hanno la grazia della contemplazione e dell’orazione: ma tu hai la grazia della predicazione della parola di Dio, a soddisfare al popolo : e però io voglio, acciocchè costoro possano intendere alla contemplazione, che tu facci l’ufficio della porta, e della limosina, e della cucina; e quando gli altri frati mangeranno, e tu mangerai fuori della porta del luogo; sicchè a quelli, che