Unni
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Citazioni sugli Unni.
Citazioni
[modifica]- All'aspetto degli Unni tutta si commosse l'Europa. Vagabondi si mostrarono su' loro carri ed impazienti di qualunque tetto; non più Sceniti, come dianzi, né usati a riparar sotto le tende od a coprirle di feltro. Piccioli erano ed agilissimi delle persone; minuti gli occhj scintillavano lor nella fronte; su larghe spalle nero e deforme avevano il volto, e schiacciato il naso tra le prominenti ossa delle guance. (Carlo Troya)
- Erano terribili guerrieri provenienti dalla steppa asiatica, con i corpi sfigurati dagli sfregi rituali e le gambe deformate da una vita passata quasi sempre in sella a un cavallo. Nonostante il loro aspetto terrificante, gli Unni sarebbero stati poco più che semplici predoni, se non fosse stato per il carisma di Attila. Si faceva chiamare "il flagello di Dio". Alla guida degli Unni, Attila e il fratello Bleda fecero molto più che razziare... devastarono la Scizia e la Persia. (Age of Empires II)
- La parola unno è diventata una terribile parola di biasimo. Così per la parola vandalo. Questi unni e vandali erano probabilmente rozzi e crudeli e causarono molti danni, ma dobbiamo tener presente che tutti i resoconti su di essi di cui disponiamo vengono dai loro nemici, i romani, e non ci si può certo aspettare che siano imparziali. (Jawaharlal Nehru)
- Noi della genia Dracula – diretti discendenti dei siculi – siamo convinti che la nostra stirpe derivi dagli antichi unni, che un tempo si sono propagati per l'Europa come un incendio, distruggendo nazioni e genti. Si narra che fossero i discendenti delle streghe scite, che erano state esiliate nei boschi, dove si erano congiunte ai demoni. Questi naturalmente sono solo racconti, ma è risaputo che non c'è mai stato demone o stregone con un potere più grande di Attila, il nostro antenato. Dunque non deve sorprendere che noi, i suoi discendenti, odiamo e amiamo con maggior passione degli altri mortali. (Conte Dracula, I poteri delle tenebre)
- Eccoli, gli unni. Nessuno li ha mai sconfitti.
- Sono passati gli unni, un mare irresistibile di barbari che, dai lontani deserti dell'Asia, spinti da un insaziabile desiderio di preda, dilagano verso la terra ricca dell'occidente. Gli unni, un mare di sangue, di distruzione, di morte. Li guida un capo fanatico e feroce dal nome mormorato come quello del demonio, minaccioso come una spada: Attila.
- Un solo soldato unno ne vale cento!
- Un unno non snuda la spada se non per usarla.
- Non esisteva nulla al mondo di tanto radicale quanto la rappresaglia unna. Comprendeva tutto: uomini, donne, bambini, bestiame, cavalli, tende o case del nemico, fino giù giù al più piccolo oggetto.
- Si trattava di un popolo che viveva sul cavallo, in qualche parte lassù sul Danubio, e ancora più verso oriente; gente dalle gambe corte, dalla pelle brunastra, dagli occhi stretti, un popolo selvaggio, crudele, primitivo, poligamo e politeista, che non aveva mai dissodato un campo, popolo di pastori e guerrieri.
- Una guerra vinta contro gli unni non avrebbe reso nulla. Una guerra perduta, in confronto, era l'annientamento completo.