Troy
Troy
Troy, film statunitense del 2004 con Brad Pitt, Eric Bana, Peter O'Toole e Orlando Bloom, regia di Wolfgang Petersen.
3200 anni fa
Dopo decenni di guerre, Agamennone, re di Micene, ha costretto i regni della Grecia ad allearsi con lui. Gli resta da conquistare solo la Tessaglia.
Il fratello di Agamennone, Menelao, re di Sparta, è stanco di guerreggiare e cerca di fare la pace con Troia, la rivale più formidabile della emergente potenza greca.
Achille, considerato il più grande guerriero mai esistito, combatte nell'esercito greco. Ma il suo disprezzo per il dominio di Agamennone minaccia di spaccare la fragile alleanza. (Scritta in sovrimpressione)
L'uomo è ossessionato dalla dimensione dell'eternità e per questo si chiede: – Le mie azioni riecheggieranno nei secoli a venire? Gli altri, in gran parte, sentono pronunciare i nostri nomi quando siamo già morti da tempo e si chiedono chi siamo stati, con quanto valore ci siamo battuti, con quanto ardore abbiamo amato. (Ulisse) [voce fuori campo]
Frasi
[modifica]- [Al re della Tessaglia] Giornata buona per i corvi! (Agamennone)
- [Dopo aver ucciso il campione della Tessaglia con un solo colpo di spada] C'è nessun altro?! C'è nessun altro?! (Achille)
- Ho sempre pensato che la moglie di mio fratello fosse una sciocca, ma in questo caso risulta essere molto utile! (Agamennone)
- [Ad Achille, riferita alla sua partenza per la guerra di Troia] Se resterai a Lareta troverai la pace, troverai una magnifica donna, avrai figli e figlie, che ne avranno a loro volta, e tutti ti ameranno, e ti ricorderanno quando morirai. Ma quando anche loro se ne andranno, i tuoi figli e i loro figli, il tuo nome sarà disperso. Se invece vai a Troia, sarai coperto di gloria, si scriveranno poemi sulle tue vittorie nei secoli a venire, il mondo intero ricorderà il tuo nome. Ma se tu vai a Troia non tornerai più, perché la tua gloria è legata fatalmente alla tua distruzione, e io non ti vedrò più. (Teti)
- Il vecchio re Priamo si crede intoccabile dietro le sue alte mura. Crede che il Dio Sole lo proteggerà. Ma gli dei proteggono soltanto... i forti! (Agamennone)
- [Parlando di Briseide] I giovani troiani furono sconvolti quando scelse di essere una vergine rosa! (Priamo)
- [A Paride] Io ho fatto molte guerre in vita mia. Per conquistare terre, per il potere, per la gloria. Suppongo che combattere per amore abbia molto più senso che combattere per tutto il resto. (Priamo)
- [Attaccando da solo con i suoi Mirmidoni la spiaggia di Troia] Siano i servi di Agamennone a combattere per lui. (Achille)
- [Vedendo l'avvicinamento solitario di Achille alla spiaggia di Troia] Cosa fa quel pazzo?! Crede di prendere la spiaggia di Troia con cinquanta uomini? (Agamennone)
- [A Patroclo, che vorrebbe combattere al suo fianco] Cugino cugino. Io non posso combattere se sto in ansia per te. (Achille)
- [A Patroclo] Non buttare la vita obbedendo agli ordini di qualche idiota! (Achille)
- [Discorso d'incitamento ai sodati] Tutta la vita io ho seguito un codice. E quel codice è semplice: onora gli dei, ama tua moglie e difendi la tua patria. Troia è la nostra madre patria. Difendetela! (Ettore)
- [Discorso d'incitamento ai mirmidoni] Mirmidoni, miei fratelli di spada. Cinquanta di voi valgono più di un intero esercito. Nessuno dimentichi mai la nostra forza: siamo leoni! Sapete cosa c'è, ad aspettarvi, oltre quella spiaggia?! L'immortalità! Andate, è vostra! (Achille)
- [Riferito ad Achille, che attacca i troiani in evidente svantaggio numerico] Il pazzo vuole morire! (Agamennone)
- [Riferito ad Achille che combatte] Guardatelo! Arraffa tutta la gloria! (Aiace)
- [Ai soldati greci, davanti al tempio di Apollo a Troia] Il Dio del sole è un patrono di Troia, la nostra nemica. Razziate i tesori che trovate! (Achille)
- [Ad Achille, riferendosi ad Agamennone] In guerra i giovani muoiono e i vecchi parlano. Lo sai questo... non badare a lui! (Ulisse)
- [A un sacerdote, che interpreta un volo d'aquila come segno di buon auspicio per la battaglia] Messaggi alati?? Vuoi fare una strategia basata sui messaggi alati?? (Ettore)
- Ho sempre onorato gli dei, padre, lo sai. Ma oggi ho affrontato un greco che ha dissacrato la statua di Apollo, e Apollo quel greco non lo ha fulminato. Gli dei non combattono questa guerra per noi. (Ettore)
- Non ci sarà nessuna guerra! Questo non è un conflitto fra nazioni, è una disputa fra due uomini. E io non voglio vedere altri troiani morire per me. (Paride)
- Di notte vedo le loro facce... Di tutti quelli che ho ucciso. Se ne stanno lì, sulla riva opposta del fiume Stige. Aspettano me. Dicono "Benvenuto, fratello". L'uomo è ben misera cosa! (Achille)
- I soldati combattono per un re che non hanno mai visto. Fanno ciò che gli dicono, muoiono quando gli dicono di morire. (Achille)
- [A Paride] Accetto la tua sfida e stanotte brinderò sul tuo cadavere. (Menelao)
- [Urlando, a Elena, riferito a Paride] È per costui che hai lasciato tuo marito?! (Menelao)
- I soldati capiscono solo la guerra, la pace li confonde. (Briseide)
- Mi chiedi di guardare il tuo esercito e tremare. Ebbene, lo guardo e vedo cinquantamila uomini portati qui a combattere per le brame di un re. (Ettore)
- [A Briseide] Perché hai scelto di amare un dio? Ti accorgerai che è un amore senza scambio. (Achille)
- [A Briseide] Ti dirò un segreto, una cosa che non insegnano nei templi. Gli dei ci invidiano. Ci invidiano perché siamo mortali, perché ogni momento può essere l'ultimo per noi. Ogni cosa è più bella per i condannati a morte... E tu non sarai mai più bella di quanto sei ora! Questo momento non tornerà. (Achille)
- [Ad Achille] Credevo che tu fossi un bruto. Avrei potuto perdonarlo un bruto! (Briseide)
- [Ad Achille] Il mondo a te appare semplice, amico mio, ma per chi è re poche scelte sono semplici. (Ulisse)
- [Ad Achille] Tu non sai cos'è la paura, è questo il problema! La paura è utile. (Ulisse)
- [Ad Achille, facendo velatamente riferimento a Briseide] Le donne riescono sempre a complicare le cose! (Ulisse)
- A volte occorre seguire per poter guidare. (Ulisse)
- [Al padre, in consiglio] Ieri i greci ci hanno sottovalutati, non ricambiamo il favore. (Ettore)
- [Parlando di Patroclo] Ho ucciso un ragazzo oggi. Era giovane... troppo giovane. (Ettore)
- [Parlando di Patroclo] Quel ragazzo ci ha evitato di perdere la guerra. (Agamennone)
- [Urlando] Ettoreee! Ettoreee! Ettoreee!! (Achille)
- [A Ettore, inciampato su una pietra] In piedi, principe troiano. In piedi, non lascerò che una pietra si prenda la mia gloria! (Achille)
- [Dopo aver baciato le mani di Achille] Io mi sono sottomesso a fare quello che nessun altro ha fatto prima d'ora: mi sono inchinato e ho baciato le mani di colui che ha ucciso mio figlio. (Priamo)
- [Ad Achille, riferendosi ad Ettore] Io ho amato quel mio ragazzo dal momento che ha aperto i suoi occhi al momento in cui tu glieli hai chiusi. (Priamo)
- [Piangendo sul corpo senza vita di Ettore] Ci rivedremo presto, fratello... (Achille)
- [A Priamo] Sei un re molto migliore di quello che guida questo esercito. (Achille)
- Io le abbatterò le loro mura, dovesse costarmi quarantamila greci! Ascoltami, Zeus! Io sbriciolerò quelle loro mura!! (Agamennone)
- [Riferendosi al cavallo di legno] Bravo, Ulisse! Hai trovato il modo di far sì le pecore invitino i lupi a cena! (Agamennone)
- [Ai suoi soldati] Deve bruciare! Fate che Troia bruci! Bruciatela! Bruciate tutto! Bruciate Troia! Bruciate Troia! (Agamennone)
- [Ultime parole] Non avete onore? Non avete onore? (Priamo)
- Soldati Troiani! Siete grandi guerrieri, comandarvi è stato per me un onore! L'Oltretomba ci aspetta... io dico: facciamolo aspettare ancora a lungo! (Glauco)
- [Ultime parole] Troppo tardi per pregare, sacerdotessa. Ho quasi perso questa guerra a causa della tua tresca amorosa. Voglio assaggiare quello che ha assaggiato Achille. Tu sarai la mia schiava a Micene. Una sacerdotessa troiana che lava i miei pavimenti. E la notte... (Agamennone)
- [A Briseide] Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra. (Achille)
Dialoghi
[modifica]- Messo: Il re Agamennone mi manda... a dirti... che tu devi...
Achille: Parlerò col tuo re domattina...
Messo: Ma, mio signore, è mattina. Ti stanno aspettando. È vero quello che dicono di te? Dicono che tua madre è una dea immortale. E che nessuno ti può uccidere!
Achille: Allora farei a meno dello scudo, non credi?
Ragazzo: Ma il tessagliano che affronterai è l'uomo più grosso che abbia mai visto. Io non mi batterei con lui.
Achille: Ecco perché nessuno ricorderà il tuo nome.
- Agamennone [ad Achille, irritato per il suo ritardo nel combattimento con il campione dei tessaglieni]: Dobbiamo fare la guerra domani, quando sarai più riposato? Dovrei farti frustare per la tua impudenza!
Achille [girandosi e andando via]: Combatti tu allora!
Nestore: Achille, Achille! Guarda in faccia i soldati. Puoi salvare centinaia di loro. Puoi porre fine a questa guerra con un colpo della tua spada. Pensa solo a quante canzoni canteranno in tuo onore. Fa' che tornino alle loro mogli.
Achille [tornando indietro per combattere, passando davanti ad Agamennone]: Immagina un re che combatte le sue battaglie. Sarebbe un evento raro!
Agamennone [a Nestore, riferendosi ad Achille]: Di tutti i guerrieri amati dagli dei, lui è quello che odio di più.
Nestore: Lui ci serve, mio re.
Agamennone: Per ora.
- Elena [a Paride, che entra nella sua stanza]: Non dovresti essere qui.
Paride: L'hai detto anche ieri notte...
Elena: Ieri notte è stato uno sbaglio...
Paride: E la notte prima...
Elena: Ho fatto molti sbagli in questi giorni.
- Paride [mostrando una collana ad Elena e mettendogliela al collo]: Ho una cosa per te. Conchiglie dal Mare di Proponte.
Elena: Bellissime... ma non posso portarle, Menelao ci ucciderebbe.
Paride: Non avere paura di lui.
Elena: Non è di morire che ho paura. Ho paura di domani. Ho paura di vederti salpare sapendo che non tornerai più. Prima che tu arrivassi a Sparta io non esistevo. Mangiavo, passeggiavo, andavo a nuotare... ma non esistevo.
Paride: Non devi temere domani. Vieni con me.
Elena: Non giocare con me. Non giocare.
Paride: Se verrai non saremo mai al sicuro, gli uomini ci inseguiranno, e gli dei ci malediranno. Ma io ti amerò. Finché non bruceranno il mio corpo, io ti amerò.
- Paride [nel viaggio da Sparta a Troia, con Elena nascosta nella stiva]: Bella mattinata. Poseidone benedice il nostro viaggio.
Ettore: A volte gli dei ti benedicono la mattina e ti maledicono nel pomeriggio.
Paride: Mi vuoi bene, fratello? Mi proteggeresti da qualsiasi nemico?
Ettore: L'ultima volta che mi hai parlato così avevi dieci anni e avevi appena rubato il cavallo a nostro padre. Cos'hai fatto adesso?
Paride: Devo mostrarti una cosa. [...]
Ettore [a un marinaio della sua nave, dopo che Paride gli ha mostrato Elena nascosta nella stiva]: Inverti la rotta, torniamo a Sparta!
Marinaio [alla ciurma]: Invertire la rotta!
Paride: Aspetta, aspetta...
Ettore: Sciagurato!
Paride: Ascoltami!
Ettore [spingendo il fratello]: Lo sai che cosa hai fatto?? Lo sai quanti anni nostro padre ha lavorato alla pace??
Paride [riferito ad Elena]: Io la amo.
Ettore: Dahh... è tutto un gioco per te vero? Te ne vai di città in città a sedurre mogli di mercanti e sacerdotesse di templi e credi di sapere qualcosa dell'amore. Ma non pensi all'amore per tuo padre? Lo hai calpestato portando lei sulla nave! [colpendolo] Non pensi all'amore per la patria?? La faresti bruciare per quella donna! Non ti lascerò scatenare una guerra per lei!
Paride: Posso parlare? Quello che dici è vero, ti ho fatto torto, ho fatto torto a nostro padre... se vuoi riportare Elena a Sparta fallo pure... ma io andrò con lei.
Ettore: A Sparta? Ti uccideranno!
Paride: Allora morirò combattendo!
Ettore: Ah, e a te questo sembra eroico, vero? Morire combattendo... dimmi fratellino: hai mai ucciso un uomo?
Paride: No.
Ettore: Hai mai visto un uomo morire?
Paride: No.
Ettore: Io ne ho uccisi molti, e li ho sentiti morire, e li ho visti morire, e non c'è niente di glorioso, niente di poetico; dici che vuoi morire per amore, ma tu della morte non sai niente, e non sai niente nemmeno dell'amore!
Paride: Ad ogni modo, io andrò con lei. Non ti chiedo di fare la guerra per me.
Ettore: Lo hai già fatto. [al marinaio di prima] A Troia!
Marinaio: Rotta per Troia!
- Menelao [al fratello Agamennone, dal quale si è recato per ricevere supporto contro Troia, parlando di Elena]: Io la rivoglio!
Agamennone: Ma certo che la rivuoi! È una bellissima donna!
Menelao: La rivoglio solo per poterla uccidere con le mie mani! E non avrò pace finché Troia non sarà rasa al suolo!
Agamennone: Credevo volessi la pace con Troia...
Menelao: Dovevo darti retta!
Agamennone: La pace è per le donne e per i deboli. Gli imperi si forgiano con la guerra.
Menelao: Io sono sempre stato al tuo fianco, contro i tuoi nemici. Tu sei il maggiore, a te va la gloria, sta nell'ordine delle cose. Ma mi sono mai lagnato, fratello? Ti ho mai chiesto qualcosa?
Agamennone: No, mai. Sei un uomo d'onore. Questo lo sanno tutti in Grecia.
Menelao: I troiani sputano sul mio onore. Chi insulta me insulta anche te.
Agamennone: E chi insulta me insulta anche tutti i greci.
Menelao: Farai la guerra con me, fratello? [Agamennone gli porge la mano in cenno d'assenso e i due si abbracciano]
- Nestore [ad Agamennone, mentre organizzano la spedizione contro Troia]: Un'altra cosa. Ci serve Achille, con i suoi Mirmidoni.
Agamennone: Achille... ma non lo si può controllare! È capace di contrastarci quanto i troiani!
Nestore: Non occorre controllarlo, basta scatenarlo. Quello è venuto al mondo per stroncare vite.
Agamennone: Sì, ha talento per uccidere, ma è una minaccia per tutto ciò che io ho costruito! Prima di me la Grecia non era niente! Io ho unificato tutti i regni della Grecia, io ho creato una nazione con veneratori del fuoco e mangiatori di rettili! Io ho costruito il futuro, Nestore, io! Achille è il passato. Un guerriero senza bandiera. Un uomo che non si riconosce in nulla.
Nestore: Quante battaglie abbiamo vinto grazie alla sua spada? Questa sarà la guerra più grande mai vista. Ci serve il guerriero più grande!
Agamennone [riferendosi ad Ulisse]: C'è solo un uomo a cui darà retta.
Nestore: Gli mando una nave domattina.
- Achille [ad Ulisse, che è andato da lui a chiedergli di partecipare con l'esercito greco alla guerra contro Troia]: È Agamennone che ti manda?
Ulisse: Ti devo parlare.
Achille: Non combatto per lui.
Ulisse: Non ti chiedo di combattere per lui, ti chiedo di combattere per i greci.
Achille: Perché, sono stanchi di combattersi tra loro?
Ulisse: Per ora...
Patroclo: Per i greci.
Achille: I troiani non mi hanno fatto niente...
Ulisse: Hanno insultato i greci.
Achille: Ne hanno insultato uno, incapace di tenersi stretta la moglie. Non sono affari miei.
Ulisse: La guerra è affare tuo, amico mio.
Achille: Dici? Cosa sono? La puttana del campo di battaglia? Chi ti manda non ha onore. Non voglio diventare il mercenario di un tiranno.
Ulisse: Si batta Achille per l'onore e Agamennone si batta per il potere. E siano gli dei a decidere quale dei due glorificare! Dimentica Agamennone. Combatti per me! Mia moglie sarà molto più tranquilla, sapendoti al mio fianco, e io molto più sicuro.
Patroclo: Aiace andrà a combattere a Troia? Dicono che è capace di abbattere una quercia con un colpo della sua ascia.
Achille: Le querce cadono senza abbattere.
Ulisse: Stiamo mandando la più grande flotta mai vista: mille navi.
Patroclo: Mille navi? Il principe Ettore è il grande guerriero che si dice?
Ulisse: Il migliore di tutti i troiani. [rivolgendosi ad Achille] Qualcuno dice che è meglio anche di tutti i greci! Anche senza tuo cugino spero che tu sarai dei nostri, Patroclo. Ci serve un braccio forte come il tuo.
Achille [ad Ulisse]: Usa i tuoi trucchi con me, ma non con mio cugino.
Ulisse: Tu hai la tua spada, io i miei trucchi. Ognuno usa i doni che gli dei gli hanno dato. Salpiamo per Troia fra tre giorni. Questa guerra non sarà mai dimenticata, né gli eroi che la combatteranno.
- Paride [al padre Priamo, una volta tornato a Sparta con Elena]: Padre, questa è Elena.
Priamo: Elena? Elena di Sparta?
Paride: Elena di Troia.
Priamo: Circolavano voci, sulla tua bellezza. Una volta tanto le voci erano vere! [baciandola] Benvenuta.
Elena: Grazie, buon re.
Priamo: Vieni. Sarai stanca.
- Elena [guardando il mare]: Vengono a prendermi. Il vento li porta più vicini.
Paride: E se partissimo? Stanotte. Adesso. Potremmo andare giù alle stalle, prendere due cavalli e andarcene, verso est, galoppando...
Elena: E dove andremmo?
Paride: Lontano da qui. Io caccerò cervi, lepri... avremo da nutrirci!
Elena: Ma questa è casa tua!
Paride: Tu hai lasciato la tua per me...
Elena: Sparta non è mai stata la mia casa. Mio padre mi ha spedita lì a sedici anni per sposare Menelao, ma non è mai stata la mia casa.
Paride: Vivremo dei frutti della terra. Niente più palazzi per noi, niente servitori. Non ce ne è alcun bisogno!
Elena: E la tua famiglia?
Paride: Così proteggeremo la mia famiglia! Se non siamo qui a cosa serve la guerra?
Elena: Menelao non cederà mai. Ci inseguirà fino ai confini del mondo!
Paride: Lui non conosce questa terra e io sì! Possiamo scomparire in un giorno!
Elena: Tu non conosci Menelao, non conosci suo fratello. Bruceranno tutte le case di Troia per trovarci. Non crederebbero alla nostra fuga, e anche se ci credessero le brucerebbero per sfregio.
Paride: Allora farò in modo che mi trovi facilmente. Gli andrò incontro e gli dirò che tu sei mia.
Elena [baciandolo]: Sei così giovane, amore mio.
Paride: Ho la tua stessa età.
Elena: Stessa età ma più giovane.
- Achille [ad Ettore]: Sei molto coraggioso o molto stupido per inseguirmi da solo. Devi essere Ettore! Lo sai chi sono io?
Ettore [riferendosi ai sacerdoti uccisi da Achille]: I sacerdoti non erano armati!
Achille: Sì. Non c'è onore nel tagliare la gola dei vecchi.
Ettore: Soltanto gli idioti combattono per l'onore. Io combatto per la mia patria. Battiti!
Achille: Perché ucciderti ora, principe troiano? Nessuno ti vedrebbe cadere!
Ettore: Perché sei venuto qui?
Achille: Si parlerà di questa guerra per mille anni.
Ettore: Di noi tra mille anni non resterà neanche la polvere.
Achille: Sì, è vero, principe, ma i nostri nomi resteranno. Va' a casa, principe. Bevi del vino, fa' l'amore con tua moglie. Domani faremo la nostra guerra.
Ettore: Tu parli della guerra come se fosse un gioco, ma quante mogli alle porte di Troia aspettano mariti che non torneranno?
Achille: Potrebbe consolarle tuo fratello. Pare che sia bravo ad allettare le mogli degli altri! [facendo cenno di andare via] Ts!
Eudoro [ad Achille, guardando Ettore cha va via]: Mio signore, lo lasci andare?
Achille: È ancora presto per uccidere i principi...
- Achille [ad Ulisse, arrivato in ritardo]: Se tardavate ancora arrivavate a guerra finita!
Ulisse: L'inizio si può perdere, basta esserci alla fine!
- Achille [a Briseide]: Come ti chiami? [Briseide non risponde] Non mi hai sentito?
Briseide: Hai ucciso i ministri di Apollo!
Achille: Io ho ucciso in cinque paesi, ma mai un ministro...
Briseide: Allora i tuoi soldati! Il Dio del Sole si vendicherà!
Achille: Che aspetta, a farlo?
Briseide: Il momento giusto!
Achille: I suoi ministri sono morti e la sua accolita è prigioniera... forse il tuo Dio ha paura di me!
Briseide: Paura? Apollo è il sovrano del Sole! Non teme nulla!
Achille: E dov'è?
Briseide: Tu sei solo un assassino! Che cosa puoi sapere degli dei?
Achille: Io degli dei ne so anche più dei tuoi ministri. Li ho visti in faccia. Sei aristocratica, vero? Abituata a trattare gli altri con disprezzo. [odorandole i capelli] Sei di razza reale. Qual è il tuo nome? [Briseide non risponde] Perfino le serve di Apollo possiedono un nome.
Briseide: Briseide.
Achille: E hai paura, Briseide?
Briseide: Dovrei averne?
Eudoro: Mio signore, Agamennone richiede la tua presenza. I re stanno celebrando la vittoria.
Achille: Ti sei battuto bene, oggi.
Eudoro: Mi onori.
Briseide: Che cosa vuoi qui a Troia? Sei venuto per la regina di Sparta?
Achille: Che cosa vuole ogni uomo? Io ne voglio di più. Non mi devi temere, ragazza. Sei l'unica di Troia che può dirlo!
- Achille [ad Agamennone]: E così hai colto una grande vittoria...
Agamennone: Oh, forse tu non lo hai notato. Al mattino la spiaggia di Troia apparteneva a Priamo e dal pomeriggio invece appartiene ad Agamennone.
Achille: Tieniti la spiaggia, non sono venuto qui per la sabbia.
Agamennone: No... tu sei venuto qui perché vuoi che il tuo nome viva nei secoli. Una grande vittoria è stata colta oggi, ma quella vittoria non è tua. I re non si sono inchinati ad Achille. I re non hanno offerto i loro omaggi ad Achille.
Achille: Forse i re erano troppo indietro per vedere. L'hanno vinta i soldati la battaglia.
Agamennone: La storia si ricorda dei re, non dei soldati! Domani noi abbatteremo le porte di Troia. Farò costruire monumenti alla vittoria in ogni isola della Grecia, farò scolpire Agamennone nel marmo. Il mio nome vivrà nei secoli, il tuo è scritto nella sabbia. E il flusso delle onde lo cancellerà.
Achille: Fa' attenzione, re dei re. Perché prima dovrai vincere.
Agamennone: I tuoi soldati hanno saccheggiato il tempio di Apollo, vero?
Achille: Vuoi l'oro? È tuo! Il mio dono per onorare il tuo coraggio. Prendi ciò che vuoi.
Agamennone: Ma l'ho già fatto. Afareo! Emone! [Due soldati portano dentro Briseide che urla] Bottino di guerra.
Achille [ai soldati]: Non ce l'ho con voi, fratelli, ma se non la lasciate non tornerete più a casa. Decidete!
Agamennone: Guardie! [Achille e i soldati sguainano le spade]
Briseide: Fermi! Troppi morti avete fatto oggi! [ad Achille] Se uccidere è il tuo solo talento, è la tua maledizione. Nessuno deve morire per me! [Achille depone la spada]
Agamennone: Il possente Achille zittito da una schiava! Stanotte le ordinerò di farmi un bagno. E dopo... si vedrà!
Achille: Otre di vino! Prima che giunga la mia ora, io sorriderò guardando il tuo cadavere!
- Ettore [parlando di Achille]: Il greco che ha ucciso Téttone al tempio di Apollo. Non ho mai visto una picca lanciata così. È quasi sovraumano! [riferendosi al figlio neonato Astianatte] Lui almeno è ignaro di ciò che sta accadendo.
Andromaca: Grazie agli dèi.
Ettore: [guardando la moglie triste] Ma...
Andromaca [prendendo la mano al marito]: Non andare domani! Ti prego non andare!
Ettore: Si batte Paride domani, non io!
Andromaca: Cinquantamila greci non sono venuti fin qui per vedere un duello! Lo sai questo...
Ettore: Tu saresti un buon generale, amore mio!
Andromaca: Tu hai combattuto per Troia tutta la vita! Fai combattere gli altri questa volta!
Ettore: Lo sai che non voglio combattere. Io voglio vedere mio figlio crescere, voglio vederlo conteso dalle ragazze...
Andromaca: Come si contendevano il padre.
Ettore: Lui è più bello di quanto lo fossi io. Devo vedere Paride.
Andromaca: Io ho perso sette fratelli nelle guerre contro Sparta. Dovrei aver imparato a perdere, ormai. Io non posso perderti! Non sopravviverei...
- Agamennone [a Ettore e Paride, prima del duello]: Allora non vi nascondete dietro le vostre mura. Davvero valorosi. Poco avveduti, ma valorosi.
Ettore: Siete venuti senza invito. Tornate alle vostre navi e andatevene.
Agamennone: Siamo venuti da troppo lontano, principe.
Menelao: Principe? Quale principe? Quale figlio di re accetterebbe l'ospitalità di un uomo mangiando il suo cibo, bevendo il suo vino, fingendosi amico per poi rubargli la moglie nel cuore della notte?
Paride: C'era il sole quando tua moglie t'ha lasciato!
Menalao [sguainando la spada e venendo fermato da Ettore]: Lei è lassù che ci guarda, vero? Bene, voglio che ti veda morire!
Agamennone: Non ancora, fratello. Guardati intorno, Ettore. Ho portato tutti i guerrieri della Grecia sulla tua costa.
Nestore: Puoi ancora salvare Troia, principe!
Agamennone: Ho due desideri. Se li esaudisci, nessun altro dei tuoi dovrà morire. Primo: devi restituire Elena a mio fratello. Secondo: Troia deve sottomettersi al mio comando e combattere per me quando io lo ordino.
- Ulisse: Dobbiamo ritirarci.
Agamennone: Il mio esercito non ha mai perso una battaglia!
Ulisse: Non avrai più un esercito, se non ti ritiri!
- Agamennone [dopo la morte di Menelao per mano di Ettore]: Rideranno di me a Troia, eccitati dalla vittoria. Credono che io torni a casa alle prime luci.
Ulisse: Forse dovremmo...
Agamennone: Fuggire! Come cani bagnati!
Ulisse: La truppa pensa di essere venuta qui per la moglie di Menelao. Lei non ci serve più!
Agamennone: Il sangue di mio fratello bagna ancora la terra e tu lo insulti!
Ulisse: Non è un insulto dire che un uomo morto... è morto!
Nestore: Se ce ne andiamo ora perdiamo ogni credibilità. Se i troiani possono batterci tanto facilmente presto gli ittiti ci invaderanno.
Ulisse: Se restiamo, dobbiamo restare per le giuste ragioni. [ad Agamennone] Per proteggere la Grecia, non il tuo orgoglio. La tua battaglia privata con Achille ci sta distruggendo!
Agamennone: Achille conta per uno!
Ulisse: Ettore anche conta per uno! E guarda cosa ci ha fatto oggi!
Agamennone: Ettore combatte per la sua patria! Achille combatte solo per sé stesso!
Ulisse: Non mi interessa la sua motivazione, mi interessa la sua capacità di vincere le battaglie!
Nestore: Ha ragione, il morale di Achille è basso.
Ulisse: Basso? Tornerebbero a casa a nuoto.
Agamennone: Ma anche se potessi fare pace con Achille, lui non mi darebbe retta! Preferirebbe infilzarmi che stare ad ascoltarmi!
Ulisse: Gli parlerò io.
Nestore: Rivorrà quella ragazza!
Agamennone: Se la prenda quando vuole... [notando che Nestore e Ulisse si guardano e lo guardano perplessi] Io non l'ho toccata!
Ulisse: Dov'è ora?
Agamennone: L'ho data alla truppa. Occorre che si diverta un po' dopo questa giornata.
- Ettore [andando ad affrontare Achille]: Padre, perdonami se talvolta ti ho offeso. Ti ho servito meglio che ho potuto.
Achille: Ettore!
Priamo: Che gli dei siano con te. Ettore! Nessun padre ha avuto un figlio migliore.
- Ettore [ad Achille, trovandosi di fronte a lui fuori dalle mura di Troia per il combattimento tra loro due]: Ho già visto questo momento nei miei sogni. Farò un patto con te. Al cospetto degli dei impegniamoci a che il vincitore conceda al perdente le onoranze funebri rituali.
Achille: Non si fanno patti tra leoni e uomini. [togliendosi l'elmo e piantando la lancia per terra] Ora sai con chi ti batti.
Ettore [togliendosi l'elmo pronuncia le sue ultime parole]: Io credevo che fossi tu quello di ieri. E magari lo fossi stato. Ma ho concesso al cadavere l'onore dovuto.
Achille: Gli hai concesso l'onore della tua spada! Non avrai gli occhi stasera, né orecchie, né lingua. Vagherai nell'oltretomba cieco, sordo e muto, e i defunti diranno "Ecco Ettore, lo stolto che credeva di avere ucciso Achille".
Se mai si racconterà la mia storia, si dica che ho camminato coi giganti. Gli uomini sorgono e cadono come grano invernale, ma questi nomi non periranno mai. Si dica che ho vissuto al tempo di Ettore, domatore di cavalli. Si dica che ho vissuto al tempo di Achille. (Ulisse) [voce fuori campo]