Marco Giallini
Aspetto
Marco Giallini (1963 – vivente), attore italiano.
Citazioni di Marco Giallini
[modifica]- Anche se può sembrare retorico lotterei per aiutare i giovani a capire il mondo, perché oggi non mi pare abbiano più modelli dai quali farsi rappresentare, né una lotta comune non cruenta da perseguire. Ci vorrebbero insegnanti che parlino loro di vita e di passato per proiettarli in un futuro che non sia rappresentato soltanto dalla vanità e dai tatuaggi sulla loro pelle. I giovani la testa ce l'hanno, ma se non gli imponi di leggere qualcosa che faccia loro conoscere anche le vicende di un passato recente si andrà incontro allo sfacelo culturale. Stiamo rischiando, per esempio, di far dimenticare alle nuove generazioni che l'Italia è un Paese pieno di cultura anche grazie a tutte le contaminazioni con le etnie che nei secoli sono arrivate.[1]
- Ho attraversato il dolore e il dolore mi ha cambiato. Ero più riservato, ma adesso che gli anni passano e la corda brucia da entrambi i lati è come se sentissi un’urgenza e avvertissi la fretta di non perdere tempo e di sbrigarmi: a incontrare gli altri, a stringere rapporti, a vivere, se capitano, delle storie d’amore. La vita, dicono a Roma, è un mozzico.[2]
- I popolani saggi ci ammonivano: “Se vecchiaia potesse e gioventù sapesse”. Avevano ragione. Da giovane vuoi mangiarti il mondo, però poi resti a digiuno e non mangi un cazzo. Vorresti andare sulla luna, paracadutarti su Tokyo, scalare l’Everest. Invece rimani a terra e magari ti capita di piangere.[2]
- Sono ribelle a modo mio perché anche le lotte utili sono quasi inutili, nel senso che le battaglie vere e forti alla prova dei fatti hanno sempre procurato tanti danni e tante morti inutili. Mi pare una follia uccidere qualcuno perché ha un'idea opposta alla tua. In ogni caso io con le lotte sono sempre stato sfortunato: nel '68 ero troppo piccolo e negli anni '70 ero ancora un ragazzino che giocava "a guerra" con gli amici facendo sceneggiature improvvisate a braccio.[1]
- Sono stato sempre un impulsivo, ma non sono stato mai un figlio di troia. Ho sempre avuto la capacità di entrare in contatto con gli altri e in qualche modo ho desiderato profondamente diventare popolare.[2]
- [Alla domanda: cos’è per lei la periferia?] Un posto in cui ci si saluta e si vive bene. Un luogo in cui a volte si sta anche male e il tempo trascorre immobile. Una comunità in cui possono ripararti lo specchietto di una macchina nottetempo anche se non ti vedono da cinque anni, perché magari te la sei vista brutta insieme da ragazzini e ti ricordi bene che a quell'epoca dividevi tutto. Come cantava Dalla in Anna e Marco, in periferia c’è “poca vita e sempre quella”. Ecco, forse poca vita no, ma sempre quella sì. “Marco grosse scarpe e poca carne” in qualche modo sono io. Uno che è cresciuto e in periferia è rimasto, senza per questo sentirmi un eroe. Un eroe era papà. Uno che in garage aveva tutto, tirava su le case con le sue mani, sapeva fare mille lavori, si sbatteva come un mulo e non si lamentava mai. Dei suoi talenti, non ne ho ereditato mezzo. A parte il carattere. Sono proprio come lui.[2]
Intervista di Raffaella Serini, Vanityfair.it, 21 novembre 2015.
- Come diceva in un suo spettacolo il comico Maurizio Battista a proposito dei truffati di Wanna Marchi: "A lei je dovrebbero dare quattro anni ma a chi le chiede i numeri dell’Enalotto je dovrebbero da' l'ergastolo". Se uno avesse i numeri buoni li darebbe in giro? Solo pensarci è una follia.
- Ognuno a questo mondo pensa alle proprie cose, ma io, nonostante la faccia, sono un buono e a volte la gente se ne approfitta.
- Sono cresciuto in periferia. E non mi vergogno più a dirlo, com'è successo per anni. Mio padre lavorava i mattoni con le mani, è morto di fatica. E questo fa la differenza: io ho fatto l'imbianchino, ho portato il camion delle bibite, ero un operaio. E questo background oggi mi aiuta a dare il giusto peso anche alla popolarità, anche nel rapporto con i miei figli.
- A me piace essere uomo e mi piace vedere le donne che sono donne. Ma sono un brav'uomo, uno che ha visto cose brutte e cerca di riportare sullo schermo perché gliene è stata data la possibilità.
- Sono un profondo conoscitore della musica. E parlo di underground svedese, mica come quelli che dicono che capiscono di musica e poi dicono "Led Zeppelin e Deep Purple". Io compro dischi, tanti, e scarico un sacco di canzoni, ma solo su Itunes.
- Non posso parlare con tutti, parlo per strada con chi mi capita. Parlare con un computer non è una roba per me. E della foto del gattino della signora di sopra francamente me ne frega poco.
Intervista di Malcom Pagani, Vanityfair.it, 19 febbraio 2017.
- Il tempo te lo occupano le noie della vita e le rotture di coglioni. Quelle le paghi tutte, chi ti offre un lavoro perlomeno ha il buon gusto di remunerarti e di portarti in giro a vedere il mondo.
- Ho inseguito un sogno, ma non l'ho fatto da Forrest Gump. Quando un grande regista a 16 anni mi diceva "Tu vali qualcosa", magari arrossivo e mi vergognavo come un bandito, ma provavo orgoglio perché sentivo che non mi stavo raccontando una storiella. Sapevo che da qualche parte sarei arrivato.
- Se cresci in un contesto in cui non ti danno molte possibilità e in cui tuo padre ti fornisce subito l'esatta misura di chi siano i padroni e chi i dipendenti, fatica fisica e impegno li devi mettere nel conto.
- Ha presente il discorso sulla memoria dei cani? Ecco, noi abbiamo quella memoria lì. Le cose che succedono all'inizio non le dimentichiamo.
- Alla disgrazia non c'è mai fine e non sempre la vita è favolosa. [...] Quello che ti accade tra un minuto non lo sai. Sa essere una vera merda, la vita.
- L'alibi della notorietà mi sta benissimo. Non mi pesa. Mi aiuta a non muovermi da casa, si concilia con la mia pigrizia.
- Sordi faceva regolarmente due film in un solo giorno e Walter Chiari e Paolo Panelli nei cast c'erano sempre. Adesso si parla di sovraesposizione, ma mi pare un falso problema. Una fregnaccia. È inutile interrogarsi su quanto concedersi: quando hai successo a spremerti provvedono gli altri.
Citazioni su Marco Giallini
[modifica]- È molto rigoroso, è un grande professionista. Però, come dire, è Marco Giallini quindi, lavorare con lui, credo che sia come stare sopra il toro meccanico durante una tempesta di neve. Ecco, bisogna essere bravi a rimanere sul toro. (Christian Ginepro)
- Ha una voce che mi stende, di un erotismo incredibile. (Paola Turci)
- Io di Marco Giallini sono amico e un fan sfegatato da spettatore. Ci conosciamo da 3,87, il corto d’esordio di Valerio Mastandrea, era una vita fa. Conoscendoci abbiamo subito eliminato ogni convenevole, sapevo che ci saremmo trovati bene e quindi c’è stato solo il piacere di lavorare insieme, dell’andare sempre oltre a ogni ciak, di farci sorprendere l’uno dall'altro, anche grazie alla totale libertà di spazi, tempi, contenuti che ti lascia un regista come Daniele Luchetti. A volte dovevo impormi di non ascoltarlo, altrimenti finivo per ridere o avere reazioni che avrebbero rovinato la scena. (Elio Germano)
- Sicuramente stare a contatto per tre anni della mia vita con un attore istrionico, istintivo e apprezzato come lui mi ha plasmato. È stato un processo avvenuto quasi per osmosi. E ho scoperto che, con le dovute differenze (a partire dall'età) siamo più simili di quanto appaia all'esterno. (Ernesto D'Argenio)
Note
[modifica]Filmografia
[modifica]- Almost Blue (2000)
- Non ti muovere (2004)
- L'amico di famiglia (2006)
- Romanzo criminale - La serie (2008-2010) – serie TV
- Meno male che ci sei (2009)
- Boris (2010) – serie TV
- Confusi e felici (2014)
- Tutta colpa di Freud (2014)
- Se Dio vuole (2015)
- Perfetti sconosciuti (2016)
- Rocco Schiavone (2016-in corso) – serie TV
- The Place (2017)
- Io sono Tempesta (2018)
- Rimetti a noi i nostri debiti (2018)
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Marco Giallini
- Commons contiene immagini o altri file su Marco Giallini