Giancarlo Magalli
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Giancarlo Magalli (1947 – vivente), autore televisivo, conduttore televisivo e attore italiano.
Citazioni di Giancarlo Magalli
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- [«Come mai è così apprezzato su internet?»] Nel mio lavoro ci sono due livelli di lettura. C'è chi mi vede solo come il conduttore simpatico, che dice cose a volte anche interessanti, e morta lì. Ma c'è anche un altro livello di lettura: io faccio anche battute che non tutti capiscono, ed è quello ciò che piace ai ragazzi, che con me si divertono e riescono sempre a trovare qualche cosa nascosta in quello che dico. È chiaro che un ragazzo non sta tutto il giorno a casa a vedere I fatti vostri. Ma se gli capita, magari un giorno che ha l'influenza e non va a scuola, riesce a cogliere cose che magari le massaie, il vero pubblico, non colgono. [«È un pubblico molto diverso da quello che lei intrattiene in televisione»] I ragazzi non hanno mai guardato moltissimo la televisione — e se poi quando la guardano trovano delle cose che non gli piacciono fanno bene a non guardarla. Però, appunto, magari con me si fanno una risata, quando gli capita di vedermi, e poi mi sono riconoscenti. Come chiunque, del resto: oggi come oggi se regali una risata ti fai un amico.[1]
- [«Da credente dubbioso, che cosa pensa della Chiesa cattolica e del pontificato di Papa Francesco?»] Personalmente questo Papa mi piace, lo trovo aperto al mondo, disposto a capire che il linguaggio della Chiesa deve evolversi, come anche certe posizioni troppo chiuse. Poi sta cercando di fare una opera di pulizia e di riforma dentro le mura di casa e tutto questo mi sembra bello, anche se trova resistenze e persino forti.[2]
- Salvini è un protezionista più che un razzista [perché] più che odiare gli stranieri preferirebbe che non venissero [...] perché sono persone che spesso portano delinquenza, portano disordine.[3]
- [Sul sovranismo] Gli hanno dato sta desinenza brutta, tutto quello che finisce in -ismo, dal nazismo, al marxismo, al leninismo, al socialismo, al razzismo sembra sempre una cosa brutta. [...] in realtà si fonda sull'amore e il rispetto per la propria identità nazionale, sul fatto che non sta scritto da nessuna parte che la sovranità di un popolo debba essere esercitata da un altro popolo, o da un insieme di popoli addirittura, che non ci riguardano e non ci conoscono.[3]
- La Rai è la Rai. Ci lavoro da più di 50 anni. La conosco bene. So bene quali sono i limiti della Rai. Quando, tempo fa, dissi che la riconoscenza non era proprio il forte della Rai ero un po' arrabbiato. Ma è anche abbastanza vero. Il fatto è che la Rai non è una persona, non è un capo con cui hai un rapporto buono o cattivo. Cambia continuamente. Ti trovi a parlare con persone diverse. Ci sono quelle che ti stimano, quelle che non ti stimano, quelle che non vedono l'ora di farti lavorare e quelle che non vedono l'ora di far lavorare un altro. Questo lo devi tenere presente come devi tenere presente, però, che è l'azienda in cui ho passato tutto la mia vita.[4]
Intervista di Lorena Bianchetti, messaggerosantantonio.it, 18 marzo 2008.
- [«Che cosa proprio detesti?»] L'arroganza, non solo di alcuni colleghi. Ricordo liti furiose con funzionari o rappresentanti delle istituzioni che si rivolgevano alle persone dicendo: "Parli solo quando glielo dico io".
- [«La persona che più ha influenzato la tua vita?»] Innanzitutto mio nonno: è stato un bell'esempio, una persona positiva dalla quale ho imparato tanto. Poi mio padre: mi ha fatto capire come prendere le distanze da ciò che non condividevo. Si infuriava facilmente e grazie a lui ho capito quanto fosse sgradevole lasciarsi andare. È per questo che io non mi arrabbio mai e cerco di essere sempre gentile. Mia madre era una donna spiritosa: da lei ho imparato i meccanismi dell’umorismo. Ai famigliari aggiungo i modelli professionali come Mario Riva e Corrado.
- La fede è un dono. Sono cresciuto dai gesuiti e dagli scolopi, che mi hanno massacrato di messe obbligatorie, inculcandomi una religione forzata che mi ha costretto, più tardi, a dover ripartire da capo. Sono uscito da queste scuole con una specie di fede prêt à porter, confezionata come un cappottino. Ho cominciato a ricercarla e a ricostruirla inserendola nella vita.
Intervista di Massimo Falcioni, tvblog.it, 9 ottobre 2020.
- [Sul passaggio da autore a conduttore televisivo] Condurre dà più soddisfazione, per un fatto economico e di popolarità. Ho sempre pensato che il lavoro di autore ci sarebbe comunque stato, sarei potuto tornare alle origini. Purtroppo oggi non è più così. [«In che senso?»] Nel senso che gli autori come lo ero io all'epoca non esistono più, non sono più richiesti. I programmi si comprano, si acquistano i format e poi si adattano. Non è il mio lavoro. Immagina di avere tra le mani un foglio di carta con su scritta un'idea e di portarla al dirigente di turno, è un iter che non c'è più. Negli anni settanta funzionava così. Meglio allora tenersi da conto il ruolo di presentatore.
- [Su Alighiero Noschese] Nella sua abitazione all'Eur aveva attrezzature super professionali che non possedevano nemmeno alla Rai. Le usava per migliorare le sue imitazioni. In un registratore memorizzava la voce dell'imitato, su un altro metteva la sua e le paragonava in diretta. A questi si aggiungeva un videoregistratore a nastro con monitor in bianco e nero e qui ci registrava i vari programmi per raccogliere le caratteristiche e i tic dei personaggi. Era un perfezionista assoluto.
- [Sul body shaming] Sono stato preso di mira non solo per la mia altezza, ma anche per la mia pinguedine. La verità è che non me ne è mai fregato niente. Spesso in trasmissione racconto di ragazzi bullizzati. Non sono storie di giovani picchiati, bensì di persone che si sentono dire "brutto ciccione" dai compagni di classe. Io mi sarei dovuto suicidare a otto anni. Ero ciccione e me lo dicevano. In quei casi o ci ridevo o li mandavo a fanculo, e si andava avanti. Non ricordo nessuno della mia generazione andato dallo psicologo per questo motivo. O al giorno d'oggi i ragazzi sono più sensibili, o chi offende è diventato più mascalzone. [«Nei confronti di un uomo è tutto concesso?»] È chiaro che dare ad una donna della cicciona è da maleducati, ma si è arrivati al punto che ci si arrabbia pure se dici a una che starebbe bene con qualche taglia in meno o con dei chili in più. Ti querelano.
Facebook.com – profilo ufficiale
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- A tutti ho cercato di spiegare come il nostro sia soprattutto un segnale che vogliamo lanciare, con passione ed impegno, per significare a chi di dovere che è veramente ora che qualcosa cambi. Io sono stato scelto da tanti amici del Web come volto di questa insurrezione sorridente, come ho voluto chiamarla, ma avrebbero potuto scegliere molti altri volti al posto del mio e la protesta sarebbe stata egualmente efficace, perché la faccia da mettere è, sì, importante, ma quelle che contano sono le facce da togliere.[5]
- Ecco Cirilli. Le risate sono assicurate. Le sue.[6]
- Non c'è nulla di più ordinario che cercare di apparire straordinari.[7]
- Essere pazzi non è una cosa facile. Avete notato che quasi tutti quelli che dicono di se': "Io sono mezzo pazzo" al massimo riescono ad essere mezzi scemi?[8]
- Nel film "Mia madre" Nanni Moretti racconta (bene) la storia della depressione che ha segnato la vita di sua madre. Quello che non si capisce bene è se lui è un depresso perché è suo figlio o se lei era depressa perché è sua madre. Comunque è un bel film.[9]
- La vera libertà è non essere costretti a pubblicare su Facebook una cosa qualsiasi ogni giorno solo per dimostrare la propria esistenza in vita.[10]
- La felicità non è mai perfetta perché è sempre insidiata dalla paura di perderla. Per lo stesso motivo l'infelicità può essere resa perfetta dalla paura che non ci abbandoni mai.[11]
- Ti accorgi che sei invecchiato quando gli amici ti telefonano e, se non rispondi, non pensano che stai facendo sesso, ma che sei morto.[12]
- L'animo cattivo e l'alito cattivo sono due cose che non si possono nascondere. A meno di non aprire mai bocca.[13]
- La vita è un libro che ci viene dato in prestito. E in genere lo rivogliono indietro proprio quando stiamo per capire la trama.[14]
- I grandi pensieri spesso attraversano le nostre vite come i gatti che attraversano davanti alla nostra auto: sono veloci, ci spaventano e facciamo di tutto per evitarli.[15]
- I vecchi non dovrebbero guardare la televisione. La TV è una finestra su un mondo che sta fuggendo e loro lo sanno. Vedono posti dove non potranno più andare, donne che non potranno amare ed avventure che non avranno più il tempo di vivere. Regalate un libro ai vecchi e spegnete loro la TV. Ma non un libro che faccia troppo sognare. La fantasia è un volo doloroso per chi non ha più le ali.[16]
- Oggi il cinema italiano dice di piangere la scomparsa di Ettore Scola, regista di straordinaria grandezza. In realtà è il pubblico che lo piange. Quel pubblico che ha adorato i suoi film, che ha pianto, riso, sognato e riflettuto grazie a lui. Quel pubblico che di suoi film ne avrebbe visti volentieri altri. Incontrai Scola qualche anno fa ad una cerimonia in Campidoglio. Fu cortese con me e mi spinsi a dirgli: "Scola, quanto mi piacerebbe fare un film con lei!". Lui sorrise e rispose: "Magalli, quanto mi piacerebbe fare un film!". Ecco, dietro la sua consueta ironia il dolore per un cinema che lo aveva accantonato, invece di fare la fila dietro la sua porta per implorarlo di lavorare ancora. Quindi che il pubblico lo pianga è giusto e doveroso, e lui lo apprezzerebbe, ma il cinema, quel cinema, non pianga Scola. Pianga se stesso e la sua ignavia. Addio Maestro.[17]
- [Su Donald Trump] Ridiamo dei suoi capelli, ma non ascoltiamo abbastanza quello che dice. Possibile che nessuno da noi si preoccupi del fatto che questo diversamente equilibrato signore possa diventare presidente della più potente nazione del mondo? Che possa avere i codici per lanciare missili nucleari dove vuole e che possa influenzare l'economia mondiale?[18]
- Era bravo. Era simpatico. Era un grande attore. Di lui ho negli occhi tantissime eccellenti interpretazioni. Ma un ricordo è per me incancellabile: quando una trentina di anni fa accompagnai un amico (era Gianni Boncompagni) a vedere un'auto in una concessionaria. Un venditore ci venne incontro sorridendo con molta gentilezza. Rimanemmo sorpresi di vedere che era Riccardo Garrone. Non lo vedevo da qualche anno, ci abbracciammo e gli chiesi che facesse lì "Caro mio – mi rispose – il cinema non mi chiama più, il teatro nemmeno. Io devo campare e vendo le macchine. Cosa posso fare per voi?". Pochi anni dopo lo richiamarono il cinema, il teatro, la fiction e la pubblicità e ritornarono il successo e la notorietà, come prima e meglio di prima. Ecco, Riccardo per me ha sempre rappresentato questo: la riscossa! I momenti belli che possono tornare dopo quelli brutti, il fatto che se hai vere capacità il mondo potrà ignorarle per un po' ma non per sempre e che la tenacia e la professionalità quando vanno a braccetto sono un'arma invincibile. Sono felice, Riccardo, che la tua lunga vita non sia finita vendendo macchine ma riassaporando il successo e l'amore del tuo pubblico. Te lo sei meritato tutto, fino all'ultimo applauso.[19]
- L'unica cosa che mi sfugge è il perché una radio [Subasio] che ha conduttori e speaker eccellenti faccia presentare il concerto [per festeggiare i 40 anni di trasmissioni] ad Enrico Papi, la cui competenza musicale è una delle tante sue doti che non risultano agli atti...[20]
- Potreste dire che l'acqua fa parte del mare? Certamente no: l'acqua È il mare. E così non si potrebbe dire che Albertazzi faceva parte del teatro. Lui ERA il teatro, in ogni forma, in ogni accezione e significato. Chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo recitare si è accorto che i versi più oscuri di Dante o i concetti più velati di Shakespeare divenivano comprensibili senza che dovesse spiegarli, gli bastava enunciarli. Così ha reso alcuni grandi testi, come le Lezioni Americane di Calvino, delle vere e proprie esperienze sensoriali, dove tutto veniva appagato: occhio, orecchio, cuore e mente. Queste sono le eredità che i grandi attori lasciano. Gli attori immensi lasciano eredità immense, e non esiste un grazie adeguatamente immenso da dire loro.[21]
Citazioni su Giancarlo Magalli
[modifica]- Magalli è un delinquente. Le battute sono la sua rovina. Ha talento, ma ha una bocca che non dovrebbe appartenere a quel corpo. (Lucio Presta)
Note
[modifica]- ↑ Dall'intervista di Mattia Salvia, Ho chiesto a Giancarlo Magalli come si sente a essere diventato l'eroe di internet, vice.com, 20 ottobre 2014.
- ↑ Citato in Michele M. Ippolito, Giancarlo Magalli: “Papa Francesco mi piace, sta provando a fare opera di pulizia”, lafedequotidiana.it, 19 dicembre 2015.
- ↑ a b Da un intervento alla manifestazione Cantiere Italia; citato in Mattia Salvia, La parabola di Magalli, dalla 'turbofregna' al turbosovranismo, vice.com, 26 novembre 2018.
- ↑ Dall'intervista di Silvia Toffanin a Verissimo, Canale 5; citato da Giancarlo Magalli a Verissimo: 'Ho avuto un linfoma, ora sto bene', ansa.it, 23 gennaio 2023.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 22 gennaio 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 14 febbraio 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 28 marzo 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 8 aprile 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 17 aprile 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 10 maggio 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 21 giugno 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 30 agosto 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 22 settembre 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 9 ottobre 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 4 novembre 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 28 dicembre 2015.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 20 gennaio 2016.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 24 febbraio 2016.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 14 marzo 2016.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 14 maggio 2016.
- ↑ Da un post sul profilo ufficiale facebook.com, 28 maggio 2016.
Filmografia
[modifica]Attore
[modifica]Doppiatore
[modifica]- Hercules (1997)
- Il libro della giungla (2016)
Sceneggiatore
[modifica]- Due strani papà (1984)
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Giancarlo Magalli
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