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Claudio

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L'imperatore Claudio in un bronzo del Museo archeologico nazionale di Spagna

Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico (10 a.C. – 54), quarto imperatore romano.

Citazioni su Claudio

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  • Ben presto il nuovo imperio [di Claudio] si guastò. Dicono per le libidini di Messalina moglie del principe e per le insolenze e male arti di Narciso suo liberto; come se i Narcisi e le Messaline viver potessero e governare un imperio, se non in tempi e luogo di tanta bruttura capaci. Né Claudio era sì buono d'indole, se, come è scritto nelle storie, tanto deliziavasi de' giuochi gladiatorii, se gran numero di schiavi e liberti faceva gittare alle fiere, se sgozzar faceva gladiatori, pel piacere di vederli in viso trafelanti, E da' plebei passò subito a' nobili, e il primo a cadere fu Caio Appio Silano, reggente la Spagna. (Giuseppe La Farina)
  • Claudio, che fu buon imperatore, pel vitupero[1] delle laidezze di Messalina, per l'ironia sanguinosa di Seneca, che l'adulò vivente e lo diffamò morto, per le novelle raccolte da Svetonio, ha scontato, prima nella vita e poi nella Storia, nella Letteratura, nel Romanzo e nel Teatro, la ridicolaggine procacciatagli dalle turpitudini di Messalina, da lui per troppo tempo tollerate, sebbene non giungesse, lo dicemmo, alla dabbenaggine di Marco Aurelio. (Umberto Silvagni)
  • Di salute cagionevole, sgraziato nel viso e balbuziente nell'ira, Claudio non ebbe né la grandezza di Augusto né la severità di Tiberio, e neppure si segnalò in campo come l'uno e l'altro fecero. Le vicende familiari lo avvolsero e lo travolsero in guisa che la sua figura è rimasta inseparabile da quella delle due ultime sue mogli; ma se lo studioso ne ricerca la vita politica nei racconti degli Storici, diventa agevole, meglio che per Tiberio, di scoprire il vero Claudio sotto il sembiante di quello falso, che ha fornito uno degli argomenti prediletti alla Commedia al Romanzo e a tanti libri che paiono sapienti. (Umberto Silvagni)
  • In più d'un campo egli fece i passi decisivi e creò i precedenti sui quali doveva poi fondarsi, specialmente sotto i Flavii e gli Antonini, il futuro svolgimento della burocrazia imperiale. L'attenta diligenza con cui egli seguiva i particolari anche più minuti della vita amministrativa dell'impero è provata, per esempio, dal gran numero di iscrizioni e papiri pervenutici, che riproducono lettere ed editti di lui, e dalla frequente menzione che di siffatti documenti si fa nelle nostre fonti letterarie. Di essi, i più notevoli sono forse i frammenti trovati a Tegea, di un editto relativo all'ordinamento del servizio imperiale di posta (cursus publicus), e la già menzionata lettera agli Alessandrini. Occupandosi, in quest'ultimo documento, del complesso problema dell'ordinamento municipale d'Alessandria (la questione della βουλή) e del delicato argomento delle relazioni tra gli Ebrei e i Greci di quella città, Claudio mostra una sorprendente quantità di conoscenze, una perfetta comprensione delle condizioni attuali, osservate dal loro lato pratico e non già teoricamente, e un tatto squisito. (Michail Ivanovič Rostovcev)
  • Non si riesce a capire come mai un tal uomo possa essere stato contemporaneamente uno zimbello nelle mani di mogli e di liberti. Tutti i documenti firmati da lui sono stati certamente o scritti o accuratamente riveduti da lui personalmente, dacché tutti presentano non solo lo stesso stile peculiare, ma anche la stessa peculiare logica e la stessa maniera di ragionare. Il vero è [...] che soltanto negli ultimi suoi anni, quando il suo potere mentale andava continuamente declinando, Claudio si lasciò dominare dalla volontà di coloro che lo attorniavano; e può darsi che anche per questo periodo la realtà dei fatti sia stata alquanto esagerata da Tacito e dagli altri scrittori di parte senatoria. (Michail Ivanovič Rostovcev)
  • Quando cade la notte, la sovrana [Valeria Messalina], mascherata, si reca nei sobborghi malfamati della Suburra. Ivi, nei lupanari più sordidi, si offre ai facchini. Se il suo augusto sposo, nello stesso momento, avrà avuto il ghiribizzo di assistere ad una seduta di tortura, il palazzo imperiale dei Cesari sarà vuoto: l'imperatore è alla prigione, l'imperatrice al bordello. (Georges Roux)
  • Se sarai molto buono domani sera ti racconterò la storia dell'imperatore Claudio. Egli fu tradito, da coloro che gli erano più vicini. Dal suo stesso sangue. Bisbigliavano negli angoli bui e uscivano a notte fonda. E cospiravano e cospiravano. Ma l'imperatore Claudio sapeva che stavano tramando. Egli sapeva che erano come piccole api industriose. Una sera si sedette accanto a una di loro la guardò negli occhi e le disse: "Raccontami che cosa stai combinando piccola ape affaccendata, o abbatterò coloro a te più cari e tu mi vedrai fare il bagno nel loro sangue". E l'imperatore aveva il cuore spezzato. La piccola ape lo aveva ferito più profondamente di quanto potesse fare chiunque altro. Che cosa pensi sia accaduto dopo Lucio? [...] La piccola ape gli raccontò tutto. (Il gladiatore)
  • Tacito lo tratta di iners che può tradursi inetto. Tartaglia, ha sempre l'aria inebetita, un riso un po' sciocco. Seneca dice che «la sua voce somigliava a quella di un vitello marino». Gaudente, molto incline al sesso, gran mangiatore, bevitore, passa molto tempo a tavola, s'ingozza abbondantemente e si ubriaca largamente. (Georges Roux)

Note

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  1. Variante arcaica o letteraria di vituperio.

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