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Breakfast Club

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Breakfast Club

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Titolo originale

The Breakfast Club

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 1985
Genere Commedia
Regia John Hughes
Soggetto John Hughes
Sceneggiatura John Hughes
Produttore Gil Friesen
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Breakfast Club (The Breakfast Club), film statunitense del 1985, regia di John Hughes.

Frasi

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  • [Guardando Allison mangiarsi le unghie] Ma scusa, se ti abbuffi adesso, che cosa mangi poi a pranzo? (John)
  • Le viti cadono sempre, il mondo è un posto imperfetto. (John)
  • [Rivolto a Brian] Aquila, tu fai parte della tribù dello sperma sprecato. (John)

Dialoghi

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  • Andrew: Se continuate a blaterare, Vernon viene qui a scassarci le palle. Io ho una partita questo sabato e non voglio perderla per colpa di quattro stronzi.
    John: Ah, sarebbe il colmo perdere una partita così importante! Uno scontro tra titani, eh?
    Andrew: Tu non riuscirai mai a capire, frocio. Non ti sei mai impegnato in niente.
    John: Oh sì, lo so! E mi sento così vuoto dentro. Vedi, io ho una profonda ammirazione per dei ragazzi che si rotolano nel fango alla conquista di un pallone ovale!
    Andrew: Non è roba che fa per te, non hai uno scopo nella vita.
    John: Ma sì che ce l'ho.
    Andrew: Sì?
    John: Voglio diventare esattamente uguale a te. In fondo, tutto quello che mi serve è una lobotomia e un paio di collant.
    Brian: Ti metti i collant?
    Andrew: No, non mi metto nessun collant. Mi metto la divisa della squadra.
    Brian: I collant.
    Andrew: Sta' zitto!
  • Vernon: E tu non prendi in giro nessuno, Bender. La prossima vite cadrà dal tuo cervello svitato.
    John [tra sé e sé]: Leccati le mie mutande.
    Vernon: Cosa hai detto?!
    John: Leccati... le mie... mutande!
    Vernon: Ti sei appena regalato un altro sabato qui, signorino.
    John: Oh, sono "commosso".
    Vernon: E ancora un altro con questa risposta.
    John: Tra tre sabati sarò libero. Per gli altri però devo prima dare una controllata all'agenda!
    Vernon: Bene, così la riempiamo tutta! Vuoi andare avanti? Ne vuoi un altro? Basta parlare, basta dire una parola, invece di andare in prigione, verrai qui. Hai finito?
    John: No!
    Vernon: Farò un favore alla società.
    John: Un favore, e allora?!
    Vernon: Ne hai vinto un altro. Ti tengo qui dentro per il resto della tua vita se non badi a quello che fai! Ne vuoi ancora?!
    John: Sì!
    Vernon: È tuo! Un altro sabato chiuso qui dentro, tutto per te! Un altro sabato!
    Claire: Ma falla finita! John, basta.
    Vernon: Hai finito?!
    John: Non ho ancora finito, "amico"!
    Vernon: Bene, ne hai conquistato ancora un altro.
    John: E tu credi che me ne freghi qualcosa?
    Vernon: Un altro ancora. [John lo fissa con rabbia] Soddisfatto?
    John: Quanti sono fino adesso?
    Brian: Sono sette, compreso quello quando sei entrato e hai chiesto al signor Vernon se Manilow sapeva che lui frugava nel suo armadio...
    Vernon: Siamo già a otto! E tu non immischiarti.
    Brian: Mi scusi se insisto, sette.
    Vernon: Sta' zitto, pinguino.
    Brian: Bene.
    Vernon [facendo le corna a John]: Sei mio, Bender. Per due mesi starai qui. Sei mio.
    John: Ah, beh, che cosa posso dire? Sono molto emozionato!
    Vernon: Certo, è esattamente questo quello che vuoi far credere a queste persone. Sai una cosa, Bender? Dovresti spendere più tempo a cercare di migliorare te stesso, e meno a cercare di fare bella figura con gli altri. Secondo me ti converrebbe. Questo è tutto. Sarò dietro quelle porte. Se mi costringerete a riaprirle...
    John: ..."salteranno alcune teste!"
  • Claire: Sentite, non mi va di discutere della mia vita privata con degli estranei.
    Allison: Certo, perché è un'arma a doppio taglio, vero?
    Claire: Cosa?
    Allison: Beh... Se dici di no, sei una suora. Se invece dici di sì, sei una puttana. È una trappola. Vorresti ma non puoi. E quando lo fai, non vorresti mai averlo fatto.

Brian [voce fuori campo]: Caro signor Vernon, accettiamo di essere stati in punizione a scuola di sabato qualunque sia stato l'errore che abbiamo commesso. Ma pensiamo che lei sia proprio pazzo a farci scrivere un tema nel quale dobbiamo dirle cosa pensiamo di essere. Tanto lei ci vede come vuole. In termini semplici, per essere più chiari, quello che abbiamo scoperto è che ognuno di noi è: un genio...
Andrew [voce fuori campo]: ...un atleta...
Allison [voce fuori campo]: ... una handicappata...
Claire [voce fuori campo]: ...una principessa...
John [voce fuori campo]: ...e un criminale.
Brian [voce fuori campo]: Abbiamo risposto alla domanda? Con affetto, il Breakfast Club.

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