Vai al contenuto

Walter Edward Truemper

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Walter Edward Truemper
NascitaAurora, 31 ottobre 1918
MortePolebrook, Gran Bretagna, 20 febbraio 1944
Luogo di sepolturaSaint Paul's Lutheran Cemetery di Montgomery, Illinois
Dati militari
Paese servitoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Forza armata United States Army
Arma United States Army Air Corps
Reparto510th Bomber Squadron, 351th Bombardment Group
Anni di servizio1942-1944
GradoSottotenente
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
dati tratti da Bloody Skies: U.S. Eighth Air Force Battle Damage in World War II[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Walter Edward Truemper (Aurora, 31 ottobre 1918Polebrook, 20 febbraio 1944) è stato un militare e aviatore statunitense, decorato con la Medal of Honor durante il corso della seconda guerra mondiale.

Nacque il 31 ottobre 1918 ad Aurora, Illinois,[1] primo di dieci figli. Dopo aver frequentato il college lavorò come addetto alla contabilità prima di arruolarsi nell’Esercito ad Aurora il 23 giugno 1942. Prestò servizio per un paio di mesi in forza al 174º Reggimento artiglieria da campagna di stanza a Camp Bowie, Texas, fino a quando non iniziò l'addestramento al volo. Completò l'addestramento iniziale sul campo d’aviazione di Ellington, quello per mitragliere a Harlingen, e quello avanzato di navigazione a Hondo, al termine del quale fu nominato sottotenente dell’Air Corps il 26 agosto 1943. Prestò inizialmente servizio presso il 796th Bomber Squadron di Alexandria, Louisiana, prima di essere inviato alla 8th Air Force come membro sostitutivo per gli equipaggi nel dicembre dello stesso anno, e poi assegnato al 510th Bomber Squadron, 351th Bombardment Group (Heavy)[1] di stanza sulla RAF Polebrook, in Inghilterra.[2]

Due B-17 Flying Fortress in volo sull'Europa dell'est, notare le scie di condensazione.

Il 20 febbraio 1944[1] prese parte ad una missione di bombardamento su Lipsia,[1] in Germania, come un navigatore a bordo di un bombardiere quadrimotore Boeing B-17G Flying Fortress[N 1] soprannominato Ten Horsepower (42-31.763, marca TU:A).[3] Durante la missione l’aereo venne attaccato da una squadriglia di caccia tedeschi Messerschmitt Bf 109,[3] che danneggiò gravemente il velivolo uccidendo il secondo pilota, ferendo l’operatore radio e lasciando il pilota privo di sensi.[2] I rimanenti membri dell’equipaggio riuscirono a tenere in volo l’aereo, e cercarono di ritornare alla base di partenza. Giunti nelle vicinanze dell’aeroporto di Polebrook egli e l'ingegnere di volo, sergente Archibald Mathies,[3] si offrirono volontari per rimanere a bordo, mentre gli altri si lanciarono con il paracadute in sicurezza.[4] Dopo aver osservato l'aereo il comandante del 351th BG, colonnello Eugene A. Roming,[4] decise che era troppo danneggiato per atterrare in mano ai due inesperti membri dell’equipaggio, e ordinò loro di lanciarsi.[2] Il pilota era ancora vivo e non poteva essere spostato, e sia Truemper che Mathies si rifiutarono di abbandonarlo.[4] Effettuarono due falliti tentativi di atterraggio prima di schiantarsi al suolo al terzo. nell’impatto rimasero uccisi sia il pilota che i due specialisti, e per questo atto di coraggio sia Truemper che Mathies furono decorati con la Medal of Honor,[3] la massima decorazione militare americana,[N 2] quattro mesi più tardi, il 22 giugno 1944.[5] Il corpo di Truemper fu successivamente sepolto presso il Saint Paul Lutheran Cemetery di Montgomery, Illinois.

Gli sono state intitolate sei strade, una presso la Lackland Air Force Base, in Texas, una presso la Naval Station Great Lakes in Illinois, una presso la Elmendorf Air Force Base in Alaska, una presso la Yokota Air Base, in Giappone, una a a Aurora, Illinois, così come una statua,[2] e un'altra via presso il Sacramento Mather Airport,[N 3] di Sacramento, California.

Medal of Honor - nastrino per uniforme ordinaria
«For conspicuous gallantry and intrepidity at risk of life above and beyond the call of duty in action against the enemy in connection with a bombing mission over enemy-occupied Europe on 20 February 1944. The aircraft on which 2d Lt. Truemper was serving as navigator was attacked by a squadron of enemy fighters with the result that the co-pilot was killed outright, the pilot wounded and rendered unconscious, the radio operator wounded and the plane severely damaged. Nevertheless, 2d Lt. Truemper and other members of the crew managed to right the plane and fly it back to their home station, where they contacted the control tower and reported the situation. 2d Lt. Truemper and the flight engineer volunteered to attempt to land the plane. Other members of the crew were ordered to jump, leaving 2d Lt. Truemper and the engineer aboard. After observing the distressed aircraft from another plane, 2d Lt. Truemper's commanding officer decided the damaged plane could not be landed by the inexperienced crew and ordered them to abandon it and parachute to safety. Demonstrating unsurpassed courage and heroism, 2d Lt. Truemper and the engineer replied that the pilot was still alive but could not be moved and that they would not desert him. They were then told to attempt a landing. After two unsuccessful efforts their plane crashed into an open field in a third attempt to land. 2d Lt. Truemper, the engineer, and the wounded pilot were killed.»
  1. ^ L’equipaggio era formato da: 1/LT Clarence R. Nelson, comandante dell’aereo; Flight Officer Ronald Bartley, copilota; 2/Lt Walter E. Truemper, navigatore; 2/LT Joseph Martin, bombardiere. SSGT Archibald Mathies, ingegnere di volo e mitragliere; SGT Joseph Rex, operatore radio/mitragliere; Sgt Carl Moore, mitragliere; Sgt Russell Robinson, mitragliere; Sgt Thomas Sowell, mitragliere ventrale; Sgt Magnus Hagbo, mitragliere di coda.
  2. ^ L’onorificenza fu consegnata alla madre, signora Friedericke dal brigadiere generale R. E. O’Neill in una apposita cerimonia tenutasi a casa della signora al 807 North Avenue di Aurora.
  3. ^ Che fa parte del Sacramento County Department of Airports, e precedentemente denominato Mather Air Force Base, ora chiusa.
  1. ^ a b c d e Veronico 2014, p. 177.
  2. ^ a b c d Matt Hanley, True Tales of Aurora, Illinois: Mysterious Murders, Presidential Visit and Blue Legends in the City of Lights, The History Press, Charleston, 2012.
  3. ^ a b c d Dorr 2011, p. 100.
  4. ^ a b c Dorr 2011, p. 101.
  5. ^ Dorr 2011, p. 102.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]