Diocesi di Tortona
Diocesi di Tortona Dioecesis Derthonensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Genova | ||
Regione ecclesiastica | Liguria | ||
Vescovo | Guido Marini | ||
Vicario generale | Francesco Larocca | ||
Vescovi emeriti | Martino Canessa, arcivescovo Vittorio Francesco Viola, O.F.M.[1] | ||
Presbiteri | 148, di cui 91 secolari e 57 regolari 1.858 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 62 uomini, 273 donne | ||
Diaconi | 20 permanenti | ||
Abitanti | 281.200 | ||
Battezzati | 275.100 (97,8% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 2.350 km² | ||
Parrocchie | 309 (10 vicariati) | ||
Erezione | II secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Maria Santissima Assunta e San Lorenzo | ||
Santi patroni | San Marziano martire | ||
Indirizzo | Piazza Duomo, 12 - 15057 Tortona [Alessandria], Italia | ||
Sito web | www.diocesitortona.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi di Tortona (in latino Dioecesis Derthonensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Genova appartenente alla regione ecclesiastica Liguria. Nel 2022 contava 275.100 battezzati su 281.200 abitanti. È retta dal vescovo Guido Marini.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Il territorio della diocesi si estende su quattro regioni amministrative: il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l'Emilia-Romagna. Le sue 309 parrocchie sono infatti così suddivise sul territorio:
- 144 nella provincia di Alessandria;
- 138 nella provincia di Pavia;
- 27 nella città metropolitana di Genova.
Queste sono organizzate in 10 vicariati: Broni-Stradella, Casteggio, vicariato padano, Voghera, Tortona, Varzi, valli Curone e Grue, Novi Ligure, Arquata-Serravalle, Genovesato.
Sede vescovile è la città di Tortona, dove si trova la cattedrale di Maria Santissima Assunta e di San Lorenzo. Nel territorio diocesano si trovano anche due basiliche minori: San Pietro apostolo a Broni, e la basilica di Nostra Signora della Guardia a Tortona.
Comprende interamente o in parte i seguenti comuni[2]:
- in provincia di Alessandria: Albera Ligure, Alzano Scrivia, Arquata Scrivia, Avolasca, Basaluzzo, Berzano di Tortona, Borghetto di Borbera, Brignano-Frascata, Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Carbonara Scrivia, Carezzano, Carrega Ligure, Casalnoceto, Casasco, Cassano Spinola, Castellania, Castellar Guidobono, Castelnuovo Scrivia, Castelletto d'Orba, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Dernice, Fabbrica Curone, Francavilla Bisio, Fresonara, Garbagna, Gavazzana, Gremiasco, Grondona, Guazzora, Molino dei Torti, Momperone, Monleale, Montacuto, Montaldeo, Montegioco, Montemarzino, Novi Ligure, Paderna, Pontecurone, Pozzol Groppo, Pozzolo Formigaro, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Sale, San Sebastiano Curone, Sant'Agata Fossili, Sardigliano, Sarezzano, Serravalle Scrivia, Silvano d'Orba, Spineto Scrivia, Vignole Borbera, Viguzzolo, Villalvernia, Villaromagnano, Volpedo, Volpeglino;
- in provincia di Pavia: Albaredo Arnaboldi, Arena Po, Bagnaria, Barbianello, Bastida de' Dossi, Bastida Pancarana, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Bosnasco, Brallo di Pregola (in parte), Bressana Bottarone, Broni, Calvignano, Campospinoso, Canneto Pavese, Casatisma, Casei Gerola, Castana, Casteggio, Castelletto di Branduzzo, Cecima, Cervesina, Cigognola, Codevilla, Colli Verdi (in parte), Corana, Cornale, Corvino San Quirico, Fortunago, Godiasco Salice Terme, Golferenzo, Lirio, Lungavilla, Menconico (in parte), Mezzanino, Montalto Pavese, Montebello della Battaglia, Montecalvo Versiggia, Montescano, Montesegale, Mornico Losana, Montù Beccaria, Oliva Gessi, Pancarana, Pietra de' Giorgi, Pinarolo Po, Pizzale, Ponte Nizza, Portalbera, Rea, Redavalle, Retorbido, Rivanazzano, Robecco Pavese, Rocca de' Giorgi, Rocca Susella, Rovescala, San Cipriano Po, San Damiano al Colle, Santa Giuletta, Santa Margherita di Staffora, Santa Maria della Versa, Silvano Pietra, Stradella, Torrazza Coste, Torricella Verzate, Val di Nizza (in parte), Varzi (in parte), Verretto, Verrua Po, Voghera, Volpara, Zavattarello, Zenevredo;
- nella città metropolitana di Genova: Busalla (le frazioni di Sarissola e Semino), Casella, Crocefieschi, Fascia, Isola del Cantone (escluso il capoluogo), Montebruno, Propata, Ronco Scrivia (la frazione di Pietrafraccia), Rondanina, Savignone (escluse le frazioni Isorelle e San Bartolomeo), Torriglia, Valbrevenna (le frazioni di Nenno e Tonno);
- in provincia di Piacenza: Zerba (la frazione di Samboneto[3]).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione, la diocesi di Tortona risalirebbe ai primi decenni del II secolo. San Marziano, morto martire nel 120, è considerato l'evangelizzatore della regione e il protovescovo della diocesi. Tuttavia, il più antico testo che riguarda il santo, composto fra l'VIII e il IX secolo, «non gli dà per niente il titolo di vescovo e molto meno di primo vescovo di Tortona...», il che vuol dire che «quando fu composta la leggenda non s'era ancora formata né diffusa l'opinione che S. Marziano fosse stato primo vescovo di Tortona».[4]
Molti dei primi vescovi attribuiti dalla tradizione alla sede di Tortona furono martirizzati e sono venerati come santi. Secondo Lanzoni, si tratta di «una lista episcopale molto sospetta, a quanto pare, racimolata nel secolo XVI per portare i primordi di Tortona al I secolo».[5] La diocesi è attestata storicamente nel IV secolo con il primo vescovo noto di Tortona, Innocenzo, vissuto a metà circa del IV secolo; lo segue Esuperanzio, che partecipò al concilio di Aquileia del 381. Al concilio provinciale di Milano nel 451 prese parte il vescovo Quinzio (o Quinziano). Un anonimo vescovo di Tortona è menzionato in una lettera di Gregorio Magno al vescovo Costanzo di Milano del 599. Sono questi gli unici vescovi storicamente documentati nei primi sei secoli cristiani. Originariamente la diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Milano.
Tortona uscì indenne dalle invasioni barbariche; anzi accrebbe la propria giurisdizione territoriale, che arrivava fino al Po e al mar Ligure, e a partire dalla fine del IX secolo cominciò ad affermarsi anche la supremazia civile dei vescovi di Tortona. Il re Berengario I assegnò la giurisdizione su Voghera al vescovo di Tortona, staccandola da quella di Bobbio[6][7], anche se entrambe facevano parte della marca Obertenga (Liguria orientale); confermata poi da Ottone I, che assegnò al presule tortonese i diritti comitali sul territorio urbano circostante per un raggio di un miglio. I diritti del vescovo-conte erano però limitati sia dal conte laico del Contado di Tortona, che da quelli dei grandi monasteri possidenti, specie quello del Senatore, che godeva di ampie immunità sulle sue terre. Il vescovo Giseprando fu cancelliere di Lotario e contemporaneamente abate di Bobbio e il fondatore dell'abbazia di San Marziano; al vescovo Gereberto l'imperatore Ottone II confermò nel 979 tutti i beni posseduti dalla sua Chiesa ed inoltre la giurisdizione civile su Tortona per un raggio di tre miglia. Questo potere civile durò de iure fino al 1784.
A partire dall'XI secolo il vasto territorio della diocesi iniziò ad essere smembrato per l'erezione delle diocesi circostanti. Nel 1014 Tortona cedette una porzione del proprio territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Bobbio; nel 1175 fu eretta la diocesi di Alessandria con territorio ricavato in parte da quello di Tortona; nel 1248 con bolla di papa Innocenzo IV, furono sottratte a Tortona le pievi della val Lemme e della valle Scrivia, che furono assegnate all'arcidiocesi di Genova.
Dagli atti del primo sinodo diocesano del 1595, celebrato dal vescovo Maffeo Gambara, risulta che la diocesi era composta di 33 pievi, 180 parrocchie, 5 collegiate, 99 canonicati, 137 chiese non parrocchiali, 125 confraternite, 45 monasteri e conventi di entrambi i sessi, 20 ospedali. Dagli atti del secondo sinodo diocesano, convocato dal vescovo Carlo Settala nel 1673, la diocesi risulta organizzata in 8 regioni, in cui erano distribuite le parrocchie e le pievi diocesane.
«Sul finire del sec. XVIII la diocesi di Tortona contava circa 160.000 abitanti; il territorio era suddiviso in 44 pievanie con 9 chiese collegiate e 221 chiese parrocchiali; le chiese semplici, le chiese campestri e gli oratori ammontavano a 530, i conventi maschili erano 43, quelli femminili 16, nel seminario diocesano risiedevano circa 70 chierici. Il clero secolare superava il migliaio, mentre il clero regolare ammontava a circa 400 unità, le religiose conventuali erano 350 circa».[8]
Nel 1784 il re di Sardegna Vittorio Amedeo III volle risistemare la giurisdizione feudale spettante al vescovo di Tortona, alquanto confusa e conflittuale, in analogia a quanto il padre Carlo Emanuele III aveva fatto con le diocesi di Novara e di San Giovanni di Moriana e con l'arcidiocesi di Tarantasia. Con atto di convenzione rogato il 19 gennaio 1784, il vescovo Carlo Maurizio Peyretti di Condove rinunziò al titolo di conte di Tortona e ai diritti signorili e feudali che deteneva sulle località di Albera, Carezzano, Castellania, La Costa e Sant'Agata, oltre a quei diritti che avrebbe potuto pretendere su feudi spettanti in precedenza alla diocesi, ma concessi a privati (Fabbrica, Sorli, Borghetto e Vignole). In cambio il vescovo di Tortona ottenne il feudo di Cambiò con il titolo di principe per sé e per i suoi successori con lettere patenti datate 20 gennaio 1784.[9]
Su pressione del governo francese, il 1º giugno 1803 la diocesi fu soppressa con una bolla pontificia; il territorio fu aggregato dapprima a quello di Alessandria e poi dal 1805 a quello della diocesi di Casale Monferrato, e il vescovo fu costretto a rinunciare.
La sede di Tortona fu ristabilita il 17 luglio 1817 con la bolla Beati Petri di papa Pio VII, con territorio modificato rispetto al passato: perdette 22 parrocchie a favore delle diocesi di Alessandria, di Acqui e di Bobbio, ma ne acquisì 67 dalle diocesi di Pavia, di Bobbio e di Piacenza. Con la stessa bolla la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Genova.
Sul finire dell'Ottocento, il giovane Luigi Orione entrò nel seminario di Tortona; nel 1903 l'istituto da lui fondato, la Piccola Opera della Divina Provvidenza, riceverà l'approvazione del vescovo diocesano, Igino Bandi. Luigi Orione, a cui si deve la costruzione del santuario di Nostra Signora della Guardia, è stato canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 2004.
L'8 dicembre 2023, con decreto del Dicastero per i vescovi, ha ceduto 4 parrocchie alla diocesi di Vigevano.[10]
Cronotassi dei vescovi
[modifica | modifica wikitesto]Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. La presente cronotassi riporta la lista tradizionale dei vescovi tortonesi, pubblicata per la prima volta da Ferdinando Ughelli nella sua Italia sacra, e poi ripetuta, con alcune aggiunte o correzioni, da Giuseppe Antonio Bottazzi, Giuseppe Cappelletti e Pius Bonifacius Gams. Vengono riportati i dati cronologici solo per i vescovi certi e documentati storicamente, con eventuali note esplicative tratte dalle opere di Savio e di Lanzoni.
- San Marziano I †
- Sant'Ariberto †[11]
- Sant'Ammonio †
- San Terenziano †[12]
- San Costanzo †
- San Lorenzo I †
- Sant'Anastasio †
- San Marcellino †
- San Giuliano †
- San Meliodoro I †
- Sant'Innocenzo † (metà circa del IV secolo)[13]
- Giovanni I †[14]
- Sant'Esuperanzio † (menzionato nel 381)[15]
- Eustasio o Teodulo ? †[16]
- San Marziano II †
- San Quinziano o Quintino o Quinto † (menzionato nel 451)
- San Marcello †
- Albonio (o Albino) o Saturnino †[17]
- Giovanni II †
- Sisto †
- Anonimo † (menzionato nel 599)[18]
- Procolo o Peno o Probo † (menzionato nel 626)
- Meliodoro II † (menzionato nel 649)
- Beato I †
- Lorenzo II †
- Audace † (menzionato nel 680)
- Ottavio †
- Benedetto I †
- Tondero (Tendero) †
- Giacomo †
- Giuseppe † (menzionato nel 769)[19]
- Flaviano †
- Gerolamo †
- Desiderio †
- Roberto †
- Valerio †
- Giovanni III (prima metà del IX secolo)[20]
- Rofredo o Ermanfredo † (menzionato nell'842)[21]
- Teodolfo † (prima dell'862 - dopo l'877)
- Giovanni IV †
- Glarardo o Gerardo o Geroardo † (menzionato nel 901)[22]
- Ildegino †
- Gerebaldo †
- Benedetto II o Beato II † (prima del 915 - circa 929/930 deceduto)[23]
- Andrea † (menzionato nel 933)
- Giseprando † (943[24] - dopo il 963)
- Giovanni V † (prima del 967 - dopo il 969)
- Ottone o Zenone ? †[25]
- Sede vacante (circa 969-979)[26]
- Gereberto (Guiberto) † (circa 979 - dopo il 983)
- Eriberto ? †[27]
- Lintifredo (o Liutfredo) † (prima del 997 - dopo il 1001)
- Tenone o Zenone † (menzionato nel 1003)[28]
- Agirio †[29]
- Pietro I † (prima del 1022 - dopo il 1068)[30]
- Oddo I † (prima del 25 giugno 1080[31] - dopo il 1083)
- Guido o Wido † (prima del 1098 - dopo il 1099)
- Lambardo o Lombardo o Lamberto † (circa 1105 - 26 maggio circa 1111 deceduto)[32]
- Pietro II † (circa 1111 - 30 maggio 1134 deposto)[33]
- Guglielmo † (1134 - circa 1152 deceduto)[34]
- Oberto, C.R.S.A. † (circa 1153 - dopo il 25 febbraio 1181)[35]
- Ugo † (prima del 21 febbraio 1183 - dopo il 21 marzo 1193)
- Gandolfo †[36]
- Oddo II † (prima del 16 luglio 1196 - aprile 1202 deceduto)
- Obizzo o Opizzone † (1202 - dopo il 14 agosto 1220 deceduto)
- Pietro Busetto † (1220 - ?)
- Pietro Tasso † (? - dopo il 1255)[37]
- Melchiorre Busetto † (prima del 1283 - 1284 deceduto)
- Sede vacante (1284-1295)
- Giacomo Calcinari, O.S.B. † (2 ottobre 1295[38] - prima del 16 dicembre 1316[39] deceduto)
- Tiberio della Torre † (11 luglio 1317 - 24 maggio 1325 nominato vescovo di Brescia)
- Princivalle Fieschi † (24 maggio 1325 - 1348 deceduto)
- Giacomo Visconti † (2 luglio 1348 - 1363 deceduto)
- Giovanni di Ceva † (13 settembre 1364 - circa 1380 deceduto)
- Giovanni ? †
- Giorgio Torti † (1380 - circa 1385 nominato vescovo di Ceneda)
- Antonio † (28 febbraio 1393 - ? deceduto)
- Pietro de Giorgi † (30 marzo 1394 - 15 febbraio 1413 nominato vescovo di Novara)
- Enrico Rampini † (10 maggio 1413 - 7 giugno 1435 nominato vescovo di Pavia)
- Gerardo Landriani Capitani † (7 giugno 1435 - 7 maggio 1436 dimesso) (vescovo eletto)[40]
- Giovanni Barbavara † (6 marzo 1437 - ?)
- Michele Marliani † (9 gennaio 1461 - 24 aprile 1475 nominato vescovo di Piacenza)
- Fabrizio Marliani † (24 aprile 1475 - 10 gennaio 1476 nominato vescovo di Piacenza)
- Giacomo Botta † (10 gennaio 1476 - 1496 deceduto)
- Gian Domenico de Zazi † (20 aprile 1496 - 1528 deceduto)
- Uberto Gambara † (8 maggio 1528 - 22 marzo 1548 dimesso)
- Cesare Gambara † (22 marzo 1548 - 1591 deceduto)
- Maffeo Gambara † (11 maggio 1592 - 1612 deceduto)
- Cosimo Dossena, B. † (23 febbraio 1612 - 12 marzo 1620 deceduto)
- Paolo Arese, C.R. † (20 luglio 1620 - 1644 dimesso)
- Francesco Fossati, O.S.B.Oliv. † (23 maggio 1644 - 11 marzo 1653 deceduto)
- Carlo Settala † (18 agosto 1653 - 23 aprile 1682 deceduto)
- Carlo Francesco Ceva † (12 luglio 1683 - agosto 1700 deceduto)
- Giulio Resta † (21 febbraio 1701 - 11 gennaio 1743 deceduto)
- Giuseppe Ludovico de Andújar, O.P. † (11 marzo 1743 - 2 dicembre 1782 deceduto)
- Carlo Maurizio Peyretti † (18 luglio 1783 - 18 febbraio 1793 deceduto)[41]
- Sede vacante (1793-1796)
- Pio Bonifacio Fassati, O.P. † (27 giugno 1796 - 1803 dimesso)
- Sede soppressa (1803-1817)
- Carlo Francesco Carnevale † (21 dicembre 1818 - 29 ottobre 1831 deceduto)
- Giovanni Negri † (15 aprile 1833 - 19 gennaio 1874 deceduto)
- Vincenzo Capelli † (4 maggio 1874 - 25 aprile 1890 deceduto)
- Igino Bandi † (23 giugno 1890 - 8 settembre 1914 deceduto)
- Simon Pietro Grassi † (22 dicembre 1914 - 1º novembre 1934 deceduto)
- Egisto Domenico Melchiori † (5 dicembre 1934 - 2 marzo 1963 deceduto)
- Francesco Rossi † (21 aprile 1963 - 29 novembre 1969 dimesso[42])
- Giovanni Canestri † (7 gennaio 1971 - 8 febbraio 1975 nominato vicegerente di Roma[43])
- Luigi Bongianino † (6 giugno 1975 - 2 febbraio 1996 ritirato)
- Martino Canessa (2 febbraio 1996 - 15 ottobre 2014 ritirato)
- Vittorio Francesco Viola, O.F.M. (15 ottobre 2014 - 27 maggio 2021 nominato segretario della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti)
- Guido Marini, dal 29 agosto 2021
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]La diocesi nel 2022 su una popolazione di 281.200 persone contava 275.100 battezzati, corrispondenti al 97,8% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 299.000 | 300.000 | 99,7 | 630 | 500 | 130 | 474 | 200 | 500 | 316 | |
1969 | 303.800 | 306.936 | 99,0 | 456 | 370 | 86 | 666 | 177 | 704 | 265 | |
1980 | 295.000 | 297.000 | 99,3 | 375 | 313 | 62 | 786 | 94 | 720 | 317 | |
1990 | 272.500 | 275.000 | 99,1 | 324 | 254 | 70 | 841 | 12 | 104 | 715 | 315 |
1999 | 276.000 | 280.000 | 98,6 | 268 | 203 | 65 | 1.029 | 13 | 68 | 442 | 314 |
2000 | 276.000 | 280.000 | 98,6 | 261 | 198 | 63 | 1.057 | 12 | 66 | 435 | 314 |
2001 | 276.000 | 280.000 | 98,6 | 256 | 196 | 60 | 1.078 | 12 | 63 | 426 | 314 |
2002 | 276.000 | 280.000 | 98,6 | 247 | 188 | 59 | 1.117 | 12 | 62 | 417 | 314 |
2003 | 270.980 | 278.500 | 97,3 | 241 | 182 | 59 | 1.124 | 12 | 62 | 412 | 314 |
2004 | 272.960 | 279.070 | 97,8 | 232 | 173 | 59 | 1.176 | 15 | 63 | 365 | 314 |
2010 | 273.490 | 280.060 | 97,7 | 202 | 146 | 56 | 1.353 | 20 | 60 | 345 | 314 |
2014 | 274.695 | 281.420 | 97,6 | 164 | 106 | 58 | 1.674 | 20 | 62 | 349 | 314 |
2017 | 275.160 | 281.980 | 97,6 | 159 | 104 | 55 | 1.730 | 18 | 60 | 281 | 313 |
2020 | 275.912 | 282.420 | 97,7 | 150 | 93 | 57 | 1.839 | 17 | 62 | 279 | 313 |
2022 | 275.100 | 281.200 | 97,8 | 148 | 91 | 57 | 1.858 | 20 | 62 | 273 | 309 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
- ^ Annuario: Enti, su diocesitortona.it. URL consultato il 29 luglio 2020.
- ^ Appartenente alla parrocchia di San Lorenzo in Casale Staffora (PV).
- ^ Savio, op. cit., pp. 377-378.
- ^ Lanzoni, op. cit., p. 820.
- ^ Giuseppe Antonio Bottazzi, Le antichità di Tortona e suo agro, Alessandria, Ed. Salvatore Rossi, 1808
- ^ Voghera dai longobardi al medioevo
- ^ Dati statistici riportati dal sito web della diocesi.
- ^ Alberto Casella, Cadetti della Real Casa, feudatari del Papa e dell’Imperatore, principi - vescovi. Il titolo di principe in Piemonte (seconda parte), in Rivista del Collegio Araldico, anno CXIX, 2 (dicembre 2022), p. 117.
- ^ don Paolo Butta, Diocesi, quattro parrocchie da Tortona passano a Vigevano, su L'Araldo Lomellino, 14 dicembre 2023. URL consultato il 28 agosto 2024.
- ^ Il nome, di chiara origine germanica, è «inverosimilissimo nel II secolo» (Lanzoni, op. cit., p. 826), epoca in cui Ariberto viene cronologicamente collocato dalla tradizione.
- ^ Secondo Lanzoni (p. 826), questo vescovo potrebbe essere lo stesso Terenziano di Todi, con probabile confusione fra Derthona (ossia Tortona) e Tudertum (ossia Todi).
- ^ Per Savio, Innocenzo è probabilmente il vero protovescovo di Tortona.
- ^ Secondo Lanzoni (p. 826), Giovanni I, assieme al precedente Marcellino, potrebbero in realtà essere i due preti omonimi celebrati nella vita di sant'Innocenzo e onorati a Tortona di culto pubblico.
- ^ Gams inizia la serie dei suoi vescovi solo con Esuperanzio.
- ^ Dopo Esuperanzio, Cappelletti e Gams (ma non Ughelli) pongono un vescovo di nome Eustasio o Teodulo, ricavandone il nome dalla lista dei firmatari degli atti del concilio di Milano del 385, dove però ai singoli vescovi non è attribuita la sede di appartenenza. Secondo Lanzoni, nessuno di questi due vescovi poteva essere di Tortona, in quanto Teodulo (o Teodoro) era vescovo di Octodurus, ossia Sion; mentre Eustasio era vescovo di Aosta o di Bologna.
- ^ Secondo Ughelli, un vescovo di nome Albonio o Saturnino avrebbe preso parte ad un concilio di papa Simmaco nel 499; ora, restando ignoto Albonio (o Albino), di certo Saturnino era vescovo di Erdonia in Puglia, e non di Tortona.
- ^ Menzionato in una lettera di papa Gregorio I al vescovo Costanzo di Milano, quest'anonimo vescovo di Tortona è citato solo da Lanzoni, ma è sconosciuto da tutte le altre fonti.
- ^ Dei vescovi che Ughelli attribuisce all'VIII secolo (da Ottavio a Roberto), solo Giuseppe è storicamente documentato, avendo partecipato ad un concilio lateranense del 769. Questo dato certo, rende vana la cronologia tradizionale, che fa finire l'episcopato di Giuseppe nel 765.
- ^ Circa questo vescovo, realmente esistito, non si hanno date certe; secondo Savio (op. cit., p. 382), Giovanni fu vescovo dopo l'820 e prima dell'862.
- ^ Dopo Giovanni, Ughelli mette il vescovo Rofredo, che Bottazzi identifica con Ermanfredo, che sottoscrisse nell'842 ad un diploma dell'arcivescovo milanese Angilberto; nel diploma tuttavia non è indicata la sede di appartenenza di Ermanfredo.
- ^ Ughelli parla di Glarardo, che Bottazzi corregge in Gerardo; storicamente un vescovo di nome Geroardo intervenne ad un placito tenuto a Pavia nel mese di marzo del 901 (Savio, op. cit., p. 383); questo vescovo potrebbe essere lo stesso Gerebaldo, documentato da Ughelli e dagli altri autori dal 901.
- ^ Ughelli e Gams parlano di Benedetto, Savio e Cappelletti di Beato, mentre Bottazzi distingue in due vescovi separati. Beato morì in una data imprecisata tra il 12 maggio 929 e il 16 settembre 930.
- ^ Giseprando è il primo vescovo di Tortona di cui si ha la data esatta dell'inizio del suo episcopato.
- ^ Cappelletti e Gams inseriscono un vescovo di nome Ottone, che avrebbe preso parte ad un concilio milanese nel 969; per Savio a quel concilio prese parte Giovanni V e non Ottone. Bottazzi inserisce invece il vescovo Zenone, il cui nome compare in un diploma del 979, nel quale l'imperatore Ottone II conferma a Gereberto i beni della Chiesa di Tortona, già concessi ai predecessori Beato, Andrea e Zenone. Secondo Savio si tratta «di una svista dei copisti, che scrissero Zenone in luogo di Gezone, che è il nome abbreviato di Giseprando» (p. 388). Entrambi questi nomi sono ignoti a Ughelli.
- ^ Dal diploma del 979, si evince che la sede di Tortona fu diu viduata rectore, ossia fu a lungo senza pastore.
- ^ Ughelli ignora il vescovo Gereberto (o Guiberto), inserendo al suo posto il vescovo Eriberto (nel 984), annotando però che an forte idem sit cum Giberto. Cappelletti e Gams parlano di due vescovi distinti, mentre per Savio e Bottazzi Gereberto e Eriberto sono la stessa persona.
- ^ Questo vescovo è ignoto a Ughelli, Cappelletti e Gams, ed ammesso da Bottazzi e Savio, in base ad una pergamena conservata nell'archivio della cattedrale di Tortona.
- ^ Secondo Ughelli, Agirio prese parte alla dieta di Roncaglia nel 1004 assieme all'arcivescovo Ariberto di Milano. Tuttavia nel 1004 era arcivescovo di Milano Arnolfo e non Ariberto, eletto nel 1018. Ad un sinodo romano nel 1015 prese parte anche il vescovo di Tortona, ma gli atti non ne riportano il nome; potrebbe essere Agirio oppure il suo successore Pietro I.
- ^ Secondo Ughelli, Pietro I fu eletto nel 1014 e morì nel 1077; storicamente è documentato solo dal 1022 al 1068.
- ^ Nel sinodo di Brixen dove appare il suo nome, Oddo si sottoscrive come Otto terdonensis electus.
- ^ La successione e la cronologia dei vescovi da Lambardo a Oberto è documentata da un atto notarile del 1183, riportato da Savio (op. cit., p. 393). Secondo quest'atto, Lambardo governò la chiesa tortonese per 6 anni, Pietro II per 24 anni, Guglielmo per 18 anni.
- ^ Pietro II è storicamente documentato dal 10 marzo 1114 ad agosto 1127.
- ^ Guglielmo è storicamente documentato dal 12 maggio 1140 al 12 dicembre 1151.
- ^ Una bolla di papa Lucio III del 17 maggio 1182 o 1183, parla del vescovo di Tortona, senza farne il nome. Se si tratta di Oberto, la bolla è del 1182, perché il 17 maggio 1183 era già vescovo il successore Ugo.
- ^ Vescovo presente nella cronotassi di Ughelli, ma con datazione errata. Se Gandolfo fu vescovo di Tortona, lo fu tra marzo 1193 e aprile 1196 (Savio, op. cit., pp. 397-398).
- ^ Ughelli, e con lui Gams e Cappelletti, ammettono un solo vescovo di nome Pietro. Bottazzi invece riferisce di due vescovi omonimi; Savio concorda con Bottazzi, anche se è difficile stabilire la fine dell'episcopato di Pietro Busetto e l'inizio di quello di Pietro Tasso. Dal punto di vista documentario, il vescovo o i vescovi di nome Pietro sono attestati dall'8 agosto 1221 al 5 giugno 1255. In seguito, non sono più documentati vescovi di Tortona fino al 12 luglio 1283.
- ^ Come riporta Gams, Giacomo Calcinari venne eletto già nel 1288, ma fu confermato da papa Bonifacio VIII solo nel 1295, dopo un lungo processo circa l'elezione di Giacomo, eletto da una parte del capitolo, in contesa con un altro candidato, Corrado di Beccaria.
- ^ Secondo Bottazzi, sarebbe morto nel 1313.
- ^ Vescovo di Lodi, non acconsentì al trasferimento a Tortona.
- ^ Eubel riporta come alternativa data di decesso il febbraio 1795.
- ^ Nominato vescovo titolare di Aliezira.
- ^ Contestualmente nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Monterano.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Annuario pontificio del 2023 e precedenti, in (EN) David Cheney, Diocesi di Tortona, su Catholic-Hierarchy.org.
- (EN) Umberto Benigni, v. Tortona, Catholic Encyclopedia, vol. XIV, New York, 1912
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza, 1927, pp. 820–828
- Fedele Savio, Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, Torino, 1898, pp. 377–402
- Fedele Savio, Le origini della diocesi di Tortona, in Atti della Reale Accademia delle scienze di Torino, vol. 38, 1902-1903, pp. 85–101
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. XIII, Venezia 1857, pp. 665–695
- (EN) Ferdinando Ughelli - Nicola Coleti, Italia sacra, vol. IV, seconda edizione, Venezia, 1719, coll. 623-654
- Giuseppe Antonio Bottazzi, Le antichità di Tortona e suo agro, Alessandria, 1808
- I vescovi dell'Italia settentrionale nel basso medioevo, Cronotassi per le diocesi di Cremona, Pavia e Tortona nei secoli XIV e XV, a cura di Piero Majocchi e Mirella Montanari, Pavia, 2002, pp. 103–139
- Caterina Antonioni, Diocesi di Tortona, Beni Culturali della Lombardia
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Graz, 1957, pp. 823–824
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, p. 476; vol. 2, p. 247; vol. 3, p. 310; vol. 4, pp. 173–174; vol. 5, p. 183; vol. 6, p. 194
- (LA) Bolla Beati Petri, in Bullarii Romani continuatio, Tomo VII, parte 2º, Prato, 1852, pp. 1490–1503
Voci correlate
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Collegamenti esterni
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