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Utente:Peppì/SandboxN

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Rappresentazione a posteriori dei cospiratori. L'artista olandese Crispijn van de Passe, non ha probabilmente mai incontrato nessuno dei cospiratori, ma l'opera resta attendibile. Cliccando su ognuno di essi, è possibile accedere alla voce a lui relativa.


La Congiura delle Polveri (in inglese: Gunpowder Plot)[1] fu un fallito attentato preparato da un gruppo di cattolici inglesi per assassinare l'intero Parlamento inglese ed il Re Giacomo I assieme alla sua famiglia.

La congiura avrebbe dovuto attuarsi il 5 novembre 1605, durante la prima seduta del parlamento, che il Re stesso doveva presiedere, facendo saltare in aria l'intero Palazzo di Westminster, dove avrebbero perso la vita quasi tutti i maggiori esponenti dell'aristocrazia inglese e la famiglia reale. Dopo questa prima fase, si sarebbe passati ad una rivolta che, iniziata nelle Midlands, si sarebbe dovuta estendere a tutto il paese e che doveva portare all'incoronazione di Elisabetta Stuart.

Giacomo I d'Inghilterra e VI di Scozia.

La congiura fu progettata sin dal maggio del 1604 da Robert Catesby, assieme ad altri esponenti della piccola nobiltà di provincia. Nonostante il Re Giacomo I fosse cattolico, infatti, deluse molti correligionari, spingendo alcuni di essi verso una ribellione che avrebbe portato ad una rapida salita al trono della figlia di questi, Elisabetta Stuart, che all'epoca non aveva che nove anni.

Gli altri congiurati erano:

Gli esplosivi furono preparati da Guy Fawkes, un esperto di esplosivi con consistenti esperienze militari, che era stato presentato a Catesby attraverso un amico comune, Hugh Owen.

La polemica su Garnet

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I dettagli della congiura erano ben noti al principale esponente Gesuita d'Inghilterra, padre Henry Garnet, che ne era stato messo al corrente da Oswald Tesimond, un prete gesuita che li aveva ricevuti in confessione dallo stesso Robert Catesby. Questo punto è ancora oggi molto controverso: all'epoca, Garnet fu considerato un congiurato egli stesso, per non aver rivelato alle autorità nulla sulla congiura, e condannato a morte per tradimento. Oggi, si pensa che in realtà egli non sapesse moltissimi particolari, e da quei pochi egli stesso avesse manifestato il proprio disappunto ai congiurati. Il mancato avvertimento delle autorità sarebbe invece stato collegato alla segretezza delle confessioni, come previsto dal dogma religioso[2]

Progettazione

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L'estate del 1604

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Il Palazzo di Westminster al principio del XVII secolo era un edificio ricalcato su costruzioni che risalivano a diverse epoce precedenti, particolarmente medievali. A differenza del moderno edificio, costruito già con misure di sicurezza perimetrali, il vecchio palazzo era accessibile praticamente a chiunque: mercanti, avvocati e varie altre persone abitavano nei suoi pressi, e c'erano negozi e taverne fin sotto le sue mura. A causa di questa facile accessibilità, era praticamente impossibile controllare il suo perimetro, anche perchè vi accedevano normalmente centinaia di persone che vi lavoravano normalmente. Fu quindi estremamente facile per i congiurati, che appartevano tra l'altro alla piccola nobiltà di provincia, mischiarsi alla folla di persone che quotidianamente circolavano attorno all'edificio senza destare alcun sospetto.

Nel maggio del 1604, Percy era da poco stato nominato Guardia del Re[3] ed ottenne quindi di risiedere poco distante dalla Camera dei Lords. L'idea originale dei congiurati era di minare le fondamenta dell'edificio con della polvere da sparo collocata nei pilastri nel sottosuolo. Inoltre, l'omicidio primario era quello del Re Giacomo I. Tuttavia, l'occasione di eliminare in un solo colpo l'intero Parlamento, formato quasi interamente dalla nobiltà protestante, e la contemporanea presenza di molti vecchi vescovi della Chieda d'Inghilterrta era troppo ghiotta. Guy Fawkes, il cui nome in codice era John Johnson, preparò il necessario per compiere la congiura fin da subito.

Ma la Peste Nera che scoppiò quell'estate a Londra costrinse i congiurati a rinviare i loro piani: il Parlamento inglese, infatti, sospese le sedute per un anno, e quindi il progetto fu rinviato alla prima data disponibile. Alla vigilia di Natale del 1604 i congiurati sospesero la preparazione della congiura, che riprese nel 1605, quando fu annunciato che la riapertura delle sedute sarebbe stata il 3 ottobre di quell'anno.

Gli ultimi prerativi

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La congiura ricominciò dove si era interrotta: dalla casa di Catesby, la polvere da sparo fu trasportata lungo il Tamigi, fino alla casa di una mercante di carbone, di nome Ellen Bright. Quest'ultima non era una congiurata, ma possedeva un edificio proprio di fronte la Camera dei Lords, che per puro caso si trovava disabitato in quel momento. Percy immediatamente ne chiese l'usufrutto, ufficialmente perchè sua moglia si apprestava a trasferirsi a Londra ed aveva bisogno di spazio extra per provvedere al trasloco: la storia funzionò senza destare sospetti.

La Principessa Elisabetta, figlia di Giacomo I, che nelle intenzioni dei congiurati ne avrebbe dovuto prendere il posto come Elisabetta II.

Fawkes trasferì la polvere da sparo nel nuovo edificio, e da lì si preparò a spostarla nel deposito di legname che si trovava sotto la Camera dei Lords. Nel marzo del 1605, sotto la Camera dei Lords, giacevano ormai 36 barili di polvere da sparo, perfettamente mimetizzati[4]. Tutti i barili erano collegati e pronti ad esplodere: la quantità di espolisivo avrebbe facilmente ridotto in cenere il Parlamento, danneggiando anche tutti gli edifici nel raggio di un chilometro.

I congiurati lasciarono Londra a maggio, e ritornarono alle loro case, in aree differenti del paese, per scongiurare ogni sospetto. Si sarebbero poi rivisti a settembre. Tuttavia, l'apertura del Parlamento fu rinviata di un mese, al 5 novembre.

La parte più debole della congiura era quella relativa alla successiva ribellione che doveva infiammare il paese ed instaurare una monarchia cattolica. Avendo quindi bisogno di denaro ed armi, fu ammesso nella congiura anche Francis Tresham, che fu probabilmente la causa della scoperta del complotto. Egli infatti scrisse al suo fratellastro William Parker (barone di Monteagle) una lettera anonima in cui scrisse:

«Ti chiedo di trovare una scusa per non partecipare alla prossima seduta del parlamento, perchè ci sarà una tremenda esplosione, e non sapranno mai chi li ha colpiti.»

Secondo la confessione rilasciata da Guy Fawkes il 5 novembre 1605[5], sarebbe dovuto scappare nei giorni di Pasqua del 1605 attraverso Dover e raggiungere Calais, per poi viaggiare verso Saint-Omer e da lì rifugiarsi a Bruxelles, dove si sarebbe ricongiunto con Hugh Owen e Sir William Stanley, con i quali sarebbe andato in pellegrinaggio nel Brabante. Sarebbe quindi tornato a Londra a settembre, in tempo per la congiura, durante la quale sarebbe stato l'unico presente sul posto, mentre gli altri avrebbero atteso notizie a Dunchurch, nel Warwickshire. Distrutto il Parlamento, avrebbero da lì fatto partire la rivolta che si sarebbe dovuta estendere a tutto il paese.

Durante la preparazione, diversi cospiratori cercarono di tenere i loro compagni cattolici lontano dal parlamento nella data prevista per l'esplosione. In una lettera di venerdì 26 ottobre, William Parker, fratellastro del congiurato Francis Tresham, ricevette la lettera di cui sopra:

Mio signore, al di là dell'amore che nutro per alcuni dei Suoi amici, io ho a cuore la Sua salvezza. Perciò io La metto al corrente, in quanto Le starà a cuore altrettanto, di trovare una scusa per evitare la Sua presenza a questa seduta del Parlamento, perchè Dio e l'uomo hanno coinciso nel castigare la cattiveria di questi tempi. E non sottovaluti questo avviso, ma ritorni nel Suo paese, dove Lei potrà aspettare l'evento in sicurezza, perché sebbene non vi sia alcun sospetto di quanto previsto, io Le dico che Loro, il Parlamento tutto, riceveranno un colpo terribile e nemmeno vedranno chi li colpirà. Questo consiglio non sarà condannato, perché Le porterà solo bene e nessun danno, perchè il pericolo per Lei è passato appena ha aperto la lettera: ed io spero che Dio Le darà la Grazia per farne un buon uso di essa, Grazia della cui Santa Protezione io La raccomando."

La lettera era anonima, e Parker pensò che il complotto fosse stato scoperto, e consegnò la lettera a Robert Cecil, il Segretario di Stato del Regno Unito, per far capire ai congiurati che bisogna annullare l'operazione. Ma questi, appurato che nessuna precauzione fosse stata presa anche dopo la denuncia, pensarono di continuare.

La soffiata però aveva avuto i suoi effetti: Cecil ordinò un'ispezione dei sotteranei della Camera dei Lord per la notte del 4 novembre, quindi a poche ore dalla prima seduta del Parlamento. Quando si scoprì che la cantina che terminava proprio sotto il Parlamento era stata affittata a Percy, già noto come un pericoloso dissidente cattolico, il sospetto divenne quasi certezza: allo scoccare della mezzanotte del 4 novembre, Thomas Knyvet, giudice di pace, ed un gruppo di uomini armati fecero irruzione nella cantina, dove trovarono Guy Fawkes, che si presentò come "Mister John Johnson", che sorvegliava una pila di legname. Dietro, trovarono 20 barili di polvere da sparo. Fawkes non negò comunque le sue intenzioni, che erano quelle di far saltare il Parlamento ed il Re.[6] Negò invece, sempre, la sua vera identità e sosteneva di non avere complici, neppure Thomas Percy, che era l'affittuario della cantina, e nonostante la presenza di diverse sue lettere di corrispondenza.

Fu rinchiuso nella Torre di Londra ed interrogato sotto tortura. In teoria, la tortura non era ammessa, tranne che su esplicita richiesta del Re, che di fatto la autorizzò fin dal 6 novembre, il giorno dopo l'arresto:

"Che lievi torture vengano inizialmente utilizzate su di lui, et sic per gradus ad maiora tenditur [e quindi vengano incrementate sino alle peggiori], e che Dio possa affrettare il vostro buon lavoro»".

La scoperta della "Congiura delle Polveri" sollevò un'ondata di sentimento nazionale e di affezione verso il Re ed i suoi figli, ed ispirò un periodo di lealtà e prosperità anche all'interno del Parlamento. Il Re Giacomo I ne approfittò inoltre per rinforzare il principio del Diritto divino dei re, ricordando a tutti che i re sono protetti dai miracoli di Dio[7].

Processo ed esecuzioni

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Diffusa la notizia del fallimento della congiura, i cospiratori fuggirono verso Huddington Court, nel Worcester, in una magione di proprietà di Thomas e Robert Wintour. Una pioggia torrenziale durante il viaggio li rallentò di molto, e durante una sosta a Stourbridge molti di loro furono catturati dallo sceriffo di Worcestershire Richard Walsh.

Gli ultimi fuggitivi tentarono comunque di far partire una rivolta nelle Midlands, che però fallì. Ripiegarono quindi su Holbeche House, nello Staffordshire, dove ingaggiarono un conflitto a fuoco con le forze del Re. Catesby e Percy rimasero uccisi, mentre gli ultimi irriducibili furono tutti tratti in arresto. Molti gesuiti simpatizzanti furono catturati in tutto il paese ed uccisi sotto tortura durante gli interrogatori. Robert Wintour continuò la sua fuga, che finì dopo oltre due mesi presso Hagley Park, dove fu finalmente catturato.

L'esecuzione di Guy Fawkes in una stampa del 17º secolo.

I cospiratori furono giudicati il 27 gennaio 1606 nel Westminster Hall. Tutti i congiurati si dichiararono "non colpevoli", con l'eccezione di Sir Everard Digby, che cercò di difendersi sulla base che il Re avesse tradito la sua politica di tolleranza verso i cattolici. Edward Coke, il procuratore generale al processo, non ebbe comunque nessun dubbio, e condannò tutti i congiurati per alto tradimento in un solo giorno (va detto che tutti i processi contro i criminali in Inghilterra non durano mai piu' di 24 ore).

Il processo fu pubblico, e molti pagarono 10 scellini pur di assistere. Il Re e la Regina, ufficialmente, non presero parte al processo, anche se si pensa che abbiano assistito in incognito. Quattro congiurati furono giustiziati nel cortile della Cattedrale di San Paolo il 30 gennaio. Il 31 dello stesso mese, Fawkes, Winter ed un numero di imputati minori furono condotti davanti Westminster, nel luogo che volevano far saltare in aria, e condannati allo squartamento di fronte alla folla.

Fawkes, sebbene allo stremo dalle torture subite, ebbe la forza di prendere in giro per l'ultima volta le autorità inglesi: poco prima che iniziasse lo squartamento, saltò dalla forca, spezzandosi il collo ed evitando così l'ultima parte della pena di morte. Analogamente fece, ma con meno fortuna, Robert Keyes: saltò anche lui, ma la corda si spezzò. Rimesso in posizione, fu così squartato mentre era ancora vivo.

Henry Garnet fu giustiziato il 3 maggio 1606 presso la Cattedrale di San Paolo. Il suo "crimine" riconosciuto, fu quello di essere il confessore di alcuni membri della congiura, e che quindi pur sapendo della stessa, non fece nulla per evitarla. Molta gente protestò, considerandolo innocente, ed Antonia Fraser scrisse[8]:

"Gridando a voce alta "resisti, resisti", fermarono la mano del boia che stava squartando il corpo di Garnet ancora vivo. Altri, tirarono le gambe del prete...in modo da accellerare la sua morte senza farlo soffrire".

Dopo la Congiura delle Polveri, molti cattolici furono perseguitati ed imprigionati nella Torre di Londra.

Historical impact

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Greater freedom for Catholics to worship as they chose seemed unlikely in 1604, but after the plot in 1605, changing the law to afford Catholics leniency became unthinkable; Catholic Emancipation took another 200 years. Nevertheless, many important and loyal Catholics retained high office in the kingdom during King James' reign.

Interest in the demonic was heightened by the Gunpowder Plot. The king himself had become engaged in the great debate about other-worldly powers in writing his Daemonology in 1597, before he became King of England as well as Scotland. The apparent devilish nature of the gunpowder plot also partly inspired William Shakespeare's Macbeth. Demonic inversions (such as the line fair is foul and foul is fair) are frequently seen in the play. Another possible reference made in Macbeth was to equivocation, as Henry Garnett’s A Treatise of Equivocation was found on one of the plotters, and a resultant fear was that Jesuits could evade the truth through equivocation:[9]

Faith, here's an equivocator, that could
Swear in both the scales against either scale;
Who committed treason enough for God's sake,
Yet could not equivocate to heaven

- Macbeth, Act 2 Scene 3

The Gunpowder Plot was commemorated for years after the plot by special sermons and other public acts, such as the ringing of church bells. It added to an increasingly full calendar of Protestant celebrations which contributed to the national and religious life of seventeenth-century England.[10] Through various permutations, this has evolved into the Bonfire Night of today.

Professor Ronald Hutton[11] has considered the possible events which could have followed the successful implementation of the Gunpowder Plot, with the resultant destruction of Parliament and death of the king. He concluded that the violence of the act would have instead resulted in a more severe backlash against suspected Catholics. Without the involvement of some form of foreign aid, success would have been unlikely, as most Englishmen were loyal to the institution of the monarchy, despite differing religious convictions. England could very well have become a more "Puritan absolute monarchy", as "existed in Sweden, Denmark, Saxony, and Prussia in the seventeenth century",[11] rather than follow the path of parliamentary and civil reform which it did. However, it is difficult to tell what would have emerged out of the resulting chaos, or to know which of the factions would have ultimately come to the fore.

Commemoration

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Lo stesso argomento in dettaglio: Guy Fawkes Night.
Bonfires are lit every 5th of November to commemorate the plot.

The fifth of November is variously called Fireworks Night, Bonfire Night or Guy Fawkes Night. An Act of Parliament (3 James I, cap 1) was passed to appoint 5 November in each year as a day of thanksgiving for "the joyful day of deliverance", and it remained in force until 1859. On 5 November 1605, it is said that the populace of London celebrated the defeat of the plot with fires and street festivities. Similar celebrations must have taken place on the anniversary and, over the years, it became a tradition — in many places, a holiday was observed (although it is not celebrated in Northern Ireland).

It remains the custom in Britain, on and/or around 5 November, to let off fireworks. Traditionally, in the weeks running up to the 5th, people (especially children) make "guys" — effigies supposedly of Fawkes — usually formed from old clothes stuffed with newspaper, and equipped with a grotesque mask, to be burnt on the 5 November bonfire. These effigies would be exhibited in the street, to collect money for fireworks, although this practice is becoming less common. The word guy came thus in the 19th century to mean an oddly dressed person, and hence in the 20th and 21st centuries to mean any male person.

Institutions and towns may hold firework displays and bonfire parties, and the same is done on a smaller scale in back gardens throughout the country. In some areas, particularly in Sussex, there are extensive processions, large bonfires and firework displays organised by local bonfire societies; the most extensive of which takes place in Lewes.

The Houses of Parliament are still searched by the Yeomen of the Guard before the State Opening, which, since 1928, has been held in the last three months of the calendar year. Ostensibly to ensure no latter-day Guy Fawkes is concealed in the cellars, this is retained as a picturesque custom rather than a serious anti-terrorist precaution. It is said that for superstitious reasons, no State Opening will be held on 5 November; but this is not always adhered to (for instance, the State Opening was held on 5 November in 1957).

[[:File:GuyFawkes2005.jpeg|thumb|right|120px|400th anniversary of the plot, commemorated on a 2005 British two pound coin.]] A commemorative British two pound coin was issued in 2005 to celebrate the 400th anniversary of the plot.[12]

The cellar in which Fawkes watched over his gunpowder was demolished in 1822. The area was further damaged in the 1834 fire and destroyed in the subsequent rebuilding of the Palace of Westminster. The lantern which Guy Fawkes carried in 1605 is in the Ashmolean Museum, Oxford. A key supposedly taken from him is in Speaker's House, Palace of Westminster. These two artifacts were exhibited in a major exhibition held in Westminster Hall from July to November 2005.

According to Esther Forbes (a biographer), the Guy Fawkes Day celebration in the pre-revolutionary American Colonies was a very popular holiday. In Boston, the revelry took on anti-authoritarian overtones, and often became so dangerous that many would not venture out of their homes.[13]

In November 1930, taking advantage of the bonfires used on the holiday, Alfred Arthur Rouse murdered an unknown man and planted his body as a substitute for Rouse's in his Morris Minor (1928) automobile (which was then set alight). The scheme did not work out, and Rouse was arrested, tried and executed for the crime.

Accusations of state conspiracy

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Many at the time felt that Robert Cecil, 1st Earl of Salisbury had been involved in the plot to gain favour with the king and enact more stridently anti-Catholic legislation. Such theories alleged that Cecil had either actually invented the plot or allowed it to continue when his agents had already infiltrated it, for the purposes of propaganda. These rumours were the start of a long-lasting conspiracy theory about the plot. Yet while there was no "golden time" of "toleration" of Catholics which Father Garnet had hoped for at the start of James' reign, the legislative backlash had nothing to do with the plot: it had already happened by 1605, as recusancy fines were re-imposed and some priests expelled. There was no purge of Catholics from power and influence in the kingdom after the Gunpowder Plot, despite Puritan complaints. The reign of James I was, in fact, a time of relative leniency for Catholics, few being subject to prosecution.[14]

This did not dissuade some from continuing to claim Cecil's involvement in the plot. In 1897 Father John Gerard of Stonyhurst College, namesake of a Jesuit priest who had performed Mass to some of the plotters, wrote an account called What was the Gunpowder Plot?, alleging Cecil's culpability.[15] This prompted a refutation later that year by Samuel Gardiner, who argued that Gerard had gone too far in trying to "wipe away the reproach" which the plot had exacted on generations of English Catholics.[16] Gardiner portrayed Cecil as guilty of nothing more than opportunism. Subsequent attempts to prove Cecil's responsibility, such as Francis Edwards's 1969 work Guy Fawkes: the real story of the gunpowder plot?, have similarly foundered on the lack of positive proof of any government involvement in setting up the plot.[17] There has been little support by historians for the conspiracy theory since this time, other than to acknowledge that Cecil may have known about the plot some days before it was uncovered. However, with many Internet websites suggesting Cecil's full involvement and postulating a profusion of theories, the idea lives on. It is unlikely that either side will ever produce the evidence needed to convince the other of the veracity of their respective arguments.

Modern plot analysis

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According to the historian Lady Antonia Fraser, the gunpowder was taken to the Tower of London magazine. It would have been reissued or sold for recycling if in good condition. Ordnance records for the Tower state that 18 hundredweight (equivalent to about 816 kg) of it was "decayed", which could imply that it was rendered harmless due to having separated into its component chemical parts, as happens with gunpowder when left to sit for too long - if Fawkes had ignited the gunpowder during the opening, it would only have resulted in a weak splutter. Alternatively, "decayed" may refer to the powder being damp and sticking together, making it unfit for use in firearms - in which case the explosive capabilities of the barrels would not have been significantly affected.

The Gunpowder Plot: Exploding The Legend, an ITV programme presented by Richard Hammond and broadcast on 1 November 2005, re-enacted the plot by blowing up an exact replica of the 17th-century House of Lords filled with test dummies, using the exact amount of gunpowder in the underground of the building. The dramatic experiment, conducted on the Advantica Spadeadam test site, proved unambiguously that the explosion would have killed all those attending the State Opening of Parliament in the Lords chamber.[18]

The power of the explosion, which surprised even gunpowder experts, was such that seven-foot deep solid concrete walls (made deliberately to replicate how archives suggest the walls in the old House of Lords were constructed) were reduced to rubble. Measuring devices placed in the chamber to calculate the force of the blast were themselves destroyed by the blast, while the skull of the dummy representing King James, which had been placed on a throne inside the chamber surrounded by courtiers, peers and bishops, was found a large distance away from the site. According to the findings of the programme, no-one within 100 metres of the blast could have survived, while all the stained glass windows in Westminster Abbey would have been shattered, as would all windows within a large distance of the Palace. The power of the explosion would have been seen from miles away, and heard from further still. Even if only half the gunpowder had gone off, everyone in the House of Lords and its environs would have been killed instantly.[18]

The programme also disproved claims that some deterioration in the quality of the gunpowder would have prevented the explosion. A portion of deliberately deteriorated gunpowder, at such a low quality as to make it unusable in firearms, when placed in a heap and ignited, still managed to create a large explosion. The impact of even deteriorated gunpowder would have been magnified by the impact of its compression in wooden barrels, with the compression overcoming any deterioration in the quality of the contents. The compression would have created a cannon effect, with the powder first blowing up from the top of the barrel before, a millisecond later, blowing out. In addition, mathematical calculations showed that Fawkes, who was skilled in the use of gunpowder, had used double the amount of gunpowder needed.[19]

A sample of the gunpowder may have survived: in March 2002, workers investigating archives of John Evelyn at the British Library found a box containing various samples of gunpowder and several notes suggesting a relation to the Gunpowder Plot:

  1. "Gunpowder 1605 in a paper inscribed by John Evelyn. Powder with which that villain Faux (sic) would have blown up the parliament.",
  2. "Gunpowder. Large package is supposed to be Guy Fawkes' gunpowder".
  3. "But there was none left! WEH 1952

Pop culture references

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The comic book series V for Vendetta (as well as the 2005 film of the same name) is about a modern day rebel in England who successfully recreates the gunpowder plot to overthrow an Orwellian totalitarian regime.

The play Equivocation by Bill Cain deals with the Gunpowder Plot from a conspiracy theory point-of-view.[20] Robert Cecil asks Will Shakespeare to write a play about the foiling of the plot and, in researching the event, Shakespeare comes to doubt the Plot's very existence.

Voci correlate

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  1. ^ Antonia Fraser, The Gunpowder Plot: Terror and Faith in 1605, Londra, 2002, Note dell'autore, pg. xv. ISBN 0-75381-401-3
  2. ^ Dibattito moderno sul sito della BBC.
  3. ^ Percy era un esattore di tasse nella contea di suo zio Henry Percy, Conte del Northumberland, che usò la sua influenza per farsi nominare guardia reale per cerimonie, proprio poco tempo prima della congiura. Mark Nicholls, The Gunpowder Plot, in Oxford Dictionary of National Biography, Oxford, England, Oxford University Press, May 2005.
  4. ^ Documenti della Camera dei Lords, consultati il 6 Marzo 2007
  5. ^ 1605 in England, su timeanddate.com, Time & Date.
  6. ^ [...] Fawkes aveva intenzione di distruggere "non solo...la mia persona, nè mia moglie e la famiglia, ma l'intero corpo dello Stato inglese". Stewart, p 219.
  7. ^ Willson, p 226.
  8. ^ Antonia Fraser, Faith and Treason: The Story of the Gunpowder Plot, Anchor, 1997. ISBN 0-385-47190-4
  9. ^ Frank L. Huntley, "Macbeth and the Background of Jesuitical Equivocation", PMLA, Vol. 79, No. 4. (Sep, 1964), pp. 390–400.
  10. ^ David Cressy, Bonfires and bells: national memory and the Protestant calendar in Elizabethan and Stuart England (1989).
  11. ^ a b Ronald Hutton, What If the Gunpowder Plot Had Succeeded?, su bbc.co.uk, BBC, 1º aprile 2001. URL consultato il 7 novembre 2008.
  12. ^ United Kingdom £2 Coin, Royal Mint
  13. ^ Esther Forbes, Paul Revere and the World He Lived In, Houghton Mifflin Books, 1999, p. 94, ISBN 978-0-618-00194-1.
  14. ^ Peter Marshall, Reformation England 1480–1642, London, 2003, pp. 187–8.
  15. ^ John Gerard, What was the Gunpowder Plot? : the traditional story tested by original evidence, London, Osgood, McIlvaine & Co, 1897.
  16. ^ Samuel Gardiner, What Gunpowder Plot was, London, Longmans, Green and Co, 1897.
  17. ^ Francis Edwards, Guy Fawkes: the real story of the gunpowder plot?, London, Hart-Davis, 1969, ISBN 0-246-63967-9.
  18. ^ a b Gunpowder plotters get their wish, 400 years on Adam Sherwin The Times accessed 18 January 2008
  19. ^ Guy Fawkes had twice the gunpowder needed Fiona Govan The Telegraph accessed 18 January 2008
  20. ^ Staff writers, Bill Cain, su imdb.com, IMDB. URL consultato il 7 agosto 2009.
  • Croft, Pauline (2003). King James. Basingstoke and New York: Palgrave Macmillan. ISBN 0-333-61395-3.
  • Stewart, Alan (2003). The Cradle King: A Life of James VI & 1. London: Chatto and Windus. ISBN 0-7011-6984-2.
  • Alan Sutton The Gunpowder Plot: Faith in Rebellion (Hayes and Sutton 1994)
  • Alan Wharam Treason: Famous English Treason Trials (Alan Sutton Publishing 1995)
  • Willson, David Harris ([1956] 1963 ed). King James VI & I. London: Jonathan Cape Ltd. ISBN 0-224-60572-0.
  • Esther Forbes, Paul Revere and the Times He Lived In pg. 89-94 (Houghton Mifflin,1942)
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