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Usnea

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Usnea
Usnea australis
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneAscomycota
ClasseLecanoromycetes
OrdineLecanorales
FamigliaParmeliaceae
GenereUsnea
Dill. ex Adans., 1763
Specie

Usnea Dill. ex Adans., 1763 è un genere di licheni frutticosi grigiastri-verdastri della famiglia Parmeliaceae[1], con crescita simile a piccoli arbusti spogli ancorati su cortecce o rami di alberi.[2] Il genere appartiene alla famiglia delle Parmeliaceae ed ha distribuzione cosmopolita. Le specie del genere vengono comunemente chiamate barbe di bosco.[2] e ricordano il genere Evernia.[3] Inoltre, le specie del genere Usnea sono simili a quelle appartenenti al genere Alectoria.[2] La differenza risiede nella caratteristica elasticità dei talli di Usnea, mancante invece nel genere Alectoria.[2] Usnea ricorda, inoltre, una specie di angiosperma del genere Tillandsia, tanto che quest'ultima è stata chiamata Tillandsia usneoides. Come altri licheni, Usnea è una simbiosi tra un fungo e un'alga. Nel genere Usnea, il simbionte fungino appartiene alla divisione degli Ascomycota, mentre il simbionte algale alla divisione delle Chlorophyta.

Morfologia e riproduzione

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Come tutti i licheni con tallo frutticoso, la morfologia delle specie di Usnea è simile a quella di un piccolo arbusto ancorato alla corteccia dell'albero ospite. Al contrario di altri licheni con morfologia simile, le specie di questo genere hanno una corda elastica che decorre al centro del tallo, che si può osservare tirando delicatamente un filamento del tallo.[4] Si riproduce per via vegetativa ovvero attraverso frammentazione, asessuata ovvero attraverso i soredi, o sessuale ovvero attraverso ascogoni e spermatogoni.[5] In natura, il tasso di crescita dei licheni è lento, seppure in condizioni di laboratorio è stato possibile velocizzare la crescita di Usnea coltivata in loco.[6]

Usnea cresce spesso su alberi morenti o malati siccome l'assenza delle foglie permette al lichene una maggiore capacità di fotosintesi; questo ha portato i giardinieri a credere che questi licheni siano la causa delle malattie che affliggono gli alberi ospite.[7] Le specie di Usnea sono particolarmente sensibili all'inquinamento atmosferico e in particolar modo all'anidride solforosa.[8] In caso di cattive condizioni ambientali possono crescere solo pochi millimetri, se riescono a sopravvivere. Dove l'aria non è inquinata, possono crescere sino a 10–20 cm. Per questa loro sensibilità possono essere utilizzati come bioindicatori ambientali.[9]

Molte specie del genere Usnea sono state descritte. Una serie di tre volumi scritta da Józef Motyka e pubblicata nel 1936 e 1947 raccoglie un inventario di 451 specie.[10] Molte delle specie elencate nei libri sono oggi riconosciute come varianti morfologiche e adattamenti all'ambiente locale. La categorizzazione tassonomica di molti membri di questo genere rimane incerta. Per questa ragione, il numero di specie riconosciute in Finlandia è andato col tempo diminuendo: dalle 34 specie nel 1951 a solo 12 specie nel 2000.[11] Il genere Usnea è conosciuto per includere più di 600 specie e per essere il genere più ampio della famiglia delle Parmeliaceae.[12] Nel 2004 la specie Usnea longissima è stata rinominata Dolichousnea longissima.[13]

Sono conosciute le seguenti specie di Usnea.[14]

Alcune specie

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Secondo Paul Bergner, l'acido usnico presente in Usnea è efficace contro i batteri grampositivi come Streptococcus e Staphylococcus, aprendo la possibilità all'aggiunta di estratti vegetali di Usnea in formulazioni fitoterapiche per curare infezioni del cavo orale e della pelle. Ha mostrato, inoltre, efficacia contro i batteri responsabili della polmonite.[17] Nonostante le possibilità di applicazione in medicina, si può ragionevolmente pensare che gli estratti di Usnea possano causare fenomeni di tossicità.[18] Il "National Toxicology Program" sta attualmente valutando il problema.[19]

Le specie di Usnea sono state utilizzate per la preparazione di coloranti tessili arancioni, gialli, verdi, blu e viola.[20][21]

La specie Usnea barbata è stata usata nella produzione di cosmetici per le sue proprietà antifungine, antimicrobiche e deodoranti.[22]

La specie Usnea barbata, quando secca, è estremamente infiammabile tanto da essere spesso utilizzata come innesco. Costituisce un ottimo combustibile d'emergenza anche quando è umido.

  1. ^ (EN) Usnea, in Index Fungorum, CABI Bioscience.
  2. ^ a b c d Field Guide to California Lichens, Stephen Sharnoff, Yale University Press, 2014, ISBN 978-0-300-19500-2
  3. ^ Jellin, JM, Gregory P., Batz F. e Hitchens, K., USNEA, in Pharmacist's Letter/Prescriber's Letter Natural Medicines Comprehensive Database, 3rd, Stockton, CA, Therapeutic Research Facility, 2000, pp. 1048–1049, ISBN 0967613647.
  4. ^ Irwin M. Brodo, Sylvia Duran Sharnoff, Stephen Sharnoff e Canadian Museum of Nature, Lichens of North America, Yale University Press, 2001, pp. 709–710, ISBN 9780300082494. URL consultato il 6 dicembre 2012.
  5. ^ Sajan Marand, Usnea, in A Text Book of Botany: Vol. III, Calicut University, 5 gennaio 2010, pp. 87–90. URL consultato il 6 dicembre 2012.
  6. ^ Optimization of Culture Conditions for Lichen Usnea ghattensis G. Awasthi to Increase Biomass and Antioxidant Metabolite Production, in Food Technol. Biotechnol., vol. 47, n. 1, 2009, pp. 7–12, ISSN 1330-9862 (WC · ACNP).
  7. ^ Irwin M. Brodo, Sylvia Duran Sharnoff, Stephen Sharnoff e Canadian Museum of Nature, Lichens of North America, Yale University Press, 2001, pp. 57–58, ISBN 9780300082494. URL consultato il 6 dicembre 2012.
  8. ^ Batty, Lesley C. e Hallberg, Kevin B. (a cura di), Ecology of Industrial Pollution, Ecological Reviews, Cambridge University Press, 2010, p. 49, ISBN 9780521514460. URL consultato il 4 dicembre 2012.
    «Usnea spp., at one time widespread and luxuriant, almost entirely disappeared from a major area of England and Wales covering at least 68 000 km² and at least 6 000 km² of lowland Scotland, mainly as a result of the increase in atmospheric pollution.»
  9. ^ Usnea Lichens, su lichens.net. URL consultato il 6 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2018).
  10. ^ Józef Motyka, Lichenum generis usnea.
  11. ^ Pekka Halonen, Studies on the lichen genus Usnea in East Fennoscandia and Pasific North America (PDF), Oulu, Finland, Oulu University Library, 2000, p. 13, ISBN 9514255232, ISSN 0355-3191 (WC · ACNP). URL consultato il 6 dicembre 2012.
  12. ^ Nora Wirtz, Printzen, Christian, Sancho, Leopoldo G. e Lumbsch, Thorsten H., The phylogeny and classification of Neuropogon and Usnea (Parmeliaceae, Ascomycota) revisited, in Taxon, vol. 55, n. 2, 1º maggio 2006, pp. 367–376, DOI:10.2307/25065584, ISSN 0040-0262 (WC · ACNP), JSTOR 25065584.
  13. ^ Kristina Articus, Neuropogon and the phylogeny of Usnea s.l. (Parmeliaceae, Lichenized Ascomycetes) (PDF), in Taxon, vol. 53, n. 4, novembre 2004, pp. 925–934, DOI:10.2307/4135560, ISSN 0040-0262 (WC · ACNP), JSTOR 4135560. URL consultato il 5 dicembre 2012.
  14. ^ PLANTS profile for Usnea (beard lichen), in USDA PLANTS, United States Department of Agriculture, Natural Resources Conservation Service. URL consultato il 4 dicembre 2012.
  15. ^ Lichens of Wales, su wales-lichens.org.uk. URL consultato il 3 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  16. ^ Gadea, A., Le Pogam, P., Biver, G., Boustie, J., Le Lamer, A. C., Le Dévéhat, F., & Charrier, M. (2017). "Which Specialized Metabolites Does the Native Subantarctic Gastropod Notodiscus hookeri Extract from the Consumption of the Lichens Usnea taylorii and Pseudocyphellaria crocata?". Molecules 22(3): 425. DOI10.3390/molecules22030425
  17. ^ http://medherb.com/Therapeutics/Immune_-_Lymphatics_and_antibiotics.htm
  18. ^ Jellin, JM, Gregory P., Batz F. e Hitchens, K., USNEA, in Pharmacist's Letter/Prescriber's Letter Natural Medicines Comprehensive Database, 3rd, Stockton, CA, Therapeutic Research Facility, 2000, pp. 1048–1049, ISBN 0967613647.
    «Adverse reactions are uncommon in appropriate amounts. Poisoning can be possible, although signs of poisoning have not yet been described.»
  19. ^ Testing Status: Usnea lichen 09063, in Testing Status of Agents at NTP, National Toxicology Program. URL consultato il 5 dicembre 2012.
  20. ^ Eileen M. Bolton, Lichens for Vegetable Dying, 2ª ed., Julia Bolton Holloway, 1991, p. 27, ISBN 9781566590013.
  21. ^ Karen Diadick Casselman, Lichen Dyes: The New Source Book, Courier Dover Publications, 2001, pp. 33–36, ISBN 9780486412313.
  22. ^ Michael Ash e Irene Ash, Lichen (Usnea barbata) extract, in Handbook of Preservatives, Synapse Info Resources, 2004, p. 437, ISBN 9781890595661. URL consultato il 6 dicembre 2012.

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