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Torre (famiglia)

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I 'Torriani[senza fonte] o della Torre sono una famiglia milanese di origine reale[1][2][3][4][5], originata dai sovrani Carolingi[1][2][3][5].

Non si conoscono i nomi dei capostipiti in Italia. Erano fratelli figli di un signore detto Della Torre[1][6] che, esiliati[7] dalla Francia, si rifugiarono in Italia dove presero in spose le figlie di un Tazio o Taccio signore della Valsassina, gli successero come conti acquisendo il cognome Della Torre e per rimarcare la propria ascendenza[1] innalzarono nel proprio blasone i gigli, propri dei Carolingi. In Milano sette principi della famiglia governarono diversi anni.

Capositipiti del ramo siciliano sono Bernardo, maggiordomo di Martino I di Sicilia, e Martino, secondo consigliere di Ferdinando II di Aragona.

Torre o La Torre (anche con la variante tutta di seguito Latorre) è un cognome ampiamente diffuso in Sicilia e nell'Italia meridionale, la cui origine è riconducibile alla costruzione murata.[senza fonte] Alcuni con questo cognome ricevettero dai Sovrani del Regno di Napoli delle cariche onorifiche ed ebbero stemma gentilizio qui di seguito descritto:

Arma: D'azzurro, alla torre d'argento accostata da due leoni affrontati e controrampanti d'oro, sormontata da tre gigli dello stesso ordinati in fascia, col capo d'oro caricato dall'aquila bicipite spiegata di nero[8].

Un Bartolomeo fu senatore in Catania e deputato del regno. Un Francesco fu giurato di Caltagirone e capitano di giustizia. Un Antonio fu governatore del Monte di Pietà in Palermo. Ad un Carlo, con diploma dato a 22 febbraio 1644, fu concesso il titolo di barone. Un Alessandro fu senatore di Catania. Ad un Francesco, con diploma del 19 agosto 1664, venne concesso il titolo di principe, suo figlio, Orazio, fu giudice e presidente della Gran Corte della Vicaria, presidente del concistoro, luogotenente del Gran giustiziere, deputato, governatore di Milano nel 1671 e acquistò Tusa nel 1669.

Un Orazio fu deputato e vescovo di Mazara del Vallo nel 1792. Un Giulio fu governatore del Monte di Pietà di Palermo e senatore dal 1790 al 1791. Un Giuseppe La Torre Scoma (... - 1790) fu governatore di Siracusa.

  1. ^ a b c d Bernardino Corio, Historia continente da l'origine di Milano tutti li gesti pagina 233, 1565.
    «Dalla stirpe di Carlo discese un Signore, di cui non trovo il nome, il quale togliendo una Borgognona per moglie, si teneva erede di tanta dignità: alla quale essendo asceso si chiamò Signore della Torre. Da lui discesero due figliuoli. [...] uno chiamato Taccio signoreggiava la Valsassina nei confini del Bergamasco, dove diede per moglie due figliuoli ai predetti fratelli: i quali morto Taccio successero nel contado di Valsassina non di meno ritennero il nome della Torre e in memoria della dignità di Francia dalla quale erano discesi portarono per arme il Giglio»
  2. ^ a b Filadefo Mugnos, Teatro genologico delle famiglie del regno di Sicilia volume III pagina 481, Arnaldo Forni.
    «Bernardino Corio [...] dopo aver fatto ogni studio per cavar la verità della discendenza di questa famiglia, dalla stirpe di Carlo Magno tira la sua origine ed è seguitato comunemente da tutti»
  3. ^ a b Cristoforo Tentori, Saggio sulla storia civile, politica, ecclesiastica, e sulla corografia e ... pagina 328, G. Storti, 1785.
    «Dalla Torre: famiglia discendente dal Regio sangue dei Carolingi»
  4. ^ Michele Caffi, Dell'abbazia di Chiaravalle in Lombardia pagina 72, 1842.
    «Fra le più illustri famiglie d'Italia è certamente quella Della Torre, la cui origine fra noi, per attestazione degli scrittori, si pone all'anno 1130, e si vuol derivare dai re di Francia»
  5. ^ a b Annuario della nobiltà italiana anno XXVIII volume II pagina 391, Direzione del giornale araldico e dell'annuario della nobiltà italiana.
    «Storici accreditati attribuiscono a codesti conti origini Carolingie per tramite dei Supponidi»
  6. ^ Giuseppe Arrigoni in Notizie storiche della Valsássina e delle terre limitrofe dalla più remota... editore Pirola, 1840 a pagina 49 afferma fossero figli di Arnolfo di Carinzia, mentre Michele Caffi in Dell'abbazia di Chiaravalle in Lombardia pagina 72 afferma che alcune cronache, tra cui quella di Paris Torriano, sostengono si trattasse di figli di Luigi V di Francia
  7. ^ secondo il già citato Arrigoni furono esiliati per non insidiare il titolo di Sacro Romano Imperatore di Guido II di Spoleto, mentre secondo il già citato Michele Caffi furono cacciati per un delitto.
  8. ^ Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, A. Reber, 1912.
  • Gabriele Medolago, Federico Oriani, Della Torre di Milano. Genealogiche chimere dalla Valsassina alle Fiandre, in Luca Giarelli (a cura di), I Signori delle Alpi. Famiglie e poteri tra le montagne d'Europa, 2015, ISBN 978-8893218924.
  • Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, editore A. Reber, 1912
  • Vincenzo Palizzolo Gravina, Il blasone in Sicilia: ossia, Raccolta araldica,editore Visconti & Huber, 1875
  • Francesco Sansovino, Origine e fatti delle famiglie illustri d'Italia
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