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Tomba di Nerone

Coordinate: 41°58′13.08″N 12°26′24″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Z. LIII Tomba di Nerone
Tomba di Publio Vibio Mariano popolarmente attribuita a Nerone
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma XIV e Municipio Roma XV
Data istituzione13 settembre 1961
Codice453
Superficie9,58 km²
Abitanti32 302 ab.
Densità3 371,64 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Tomba di Nerone
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
Città Roma Capitale
CircoscrizioneMunicipio Roma XV
Data istituzione30 luglio 1977
Codice20C
Superficie4,84 km²
Abitanti32 110 ab.
Densità6 634,3 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Tomba di Nerone è la cinquantatreesima zona di Roma nell'Agro romano, indicata con Z. LIII.

Il toponimo indica anche la zona urbanistica 20C del Municipio Roma XV.

Geografia fisica

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Si trova nell'area nord di Roma, a ridosso ed internamente al Grande Raccordo Anulare, lungo la strada statale 2 Via Cassia.

La zona confina:

Giovanni Battista Piranesi, Tomba di Nerone, incisione del tardo XVIII secolo

La zona prende il nome da un monumento sepolcrale, edificato lungo l'antica via Cassia nella seconda metà del III secolo, erroneamente ritenuto la tomba di Nerone a causa di una credenza popolare sorta nel medioevo. Questo monumento, in realtà, è il sarcofago di Publio Vibio Mariano, proconsole e preside della Sardegna e prefetto della Legio II Italica, e di sua moglie Regina Maxima.[1] Questa credenza nacque nel XII secolo, allorquando voci popolari supposero che le spoglie dell'imperatore fossero state traslate in quel sepolcro, a seguito della distruzione del mausoleo che le conteneva, in Piazza del Popolo.

Al tempo degli Etruschi questa zona era percorsa dalla via Veientana che si staccava proprio in questo punto dalla Cassia per dirigersi a nord-ovest verso Veio.

Il quartiere Tomba di Nerone è posto tra Giustiniana e Tor di Quinto, in prossimità di due importanti direttrici stradali: il Grande Raccordo Anulare e la via Cassia, l'antica strada consolare che, partendo da Ponte Milvio, conduceva fino ad Arezzo e che oggi costituisce l'arteria viaria principale del quartiere. Questa zona è una delle più verdi e tranquille della città di Roma, godendo della presenza della riserva naturale dell'Insugherata, che sorge ad ovest, tra via Cassia e via Trionfale e del parco regionale di Veio a nord-ovest, anch'esso ricco di sentieri e luoghi di interesse storico e naturalistico.

La zona “Tomba di Nerone” si estende lungo l'ex consolare Cassia ed è uno degli insediamenti programmati nei piani d'espansione urbanistica sviluppati negli anni 1920,[2] con caratteristiche di borgo extraurbano. Il quartiere si svolge per tutta la lunghezza su un crinale abbastanza elevato della consolare Cassia. La nuova chiesa di S. Andrea si trova di fronte alla fontana in travertino che ricorda i soldati italiani caduti durante la seconda guerra mondiale, contornata da una fontana.[3]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Antico cippo miliare sulla via Cassia all'altezza di Tomba di Nerone

Architetture civili

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Villa in stile barocchetto costruita nel 1925, sui ruderi della villa di Lucio Vero all'Acqua Traversa, dal conte Gaetano Manzoni, su progetto dell'architetto Armando Brasini. Attuale sede dell'ambasciata del Kazakistan.
  • Casa del Fascio, su via Cassia. Edificio del XX secolo (1941). 41.965182°N 12.443759°E

Architetture religiose

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Progetto dell'architetto Tullio Rossi. Parrocchia eretta l'11 ottobre 1941 con il decreto del cardinale vicario Francesco Marchetti Selvaggiani "Quo facilius".
  • Chiesa di San Bartolomeo apostolo, su vicolo di Monte Arsiccio. Chiesa del XX secolo (1964). 41.956535°N 12.41525°E
Parrocchia eretta il 13 gennaio 1964 con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara "Percrescente incolarum numero".
  • Chiesa di San Filippo apostolo, su via di Grottarossa. Chiesa del XX secolo (1989-92). 41.973141°N 12.443359°E
Progetto dell'architetto Roberto Panella. Parrocchia eretta il 5 dicembre 1962, con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara "Mirabili sollicitudine".
  • Chiesa di Nostra Signora di Fatima, su via del Fontanile Nuovo. Chiesa del XX secolo (1975). 41.962141°N 12.412456°E
Parrocchia eretta l'8 luglio 1975, con il decreto del cardinale vicario Ugo Poletti "Omnium ecclesiarum".

Siti archeologici

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Rinvenuta casualmente nel 1925, fu completamente distrutta da lavori di costruzione moderni.
  • Villa della via Cassia, su via Cassia (VII miglio). Villa del II secolo.[8]
  • Tomba di Publio Vibio Mariano (cosiddetta "Tomba di Nerone"), su via Cassia. Sepolcro del III secolo. 41.965519°N 12.442579°E

Aree naturali

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  • Fontanella dell'emiciclo, su via Cassia. Fontana del XX secolo (1929). 41.964955°N 12.444062°E
Opera dell'architetto Pietro Lombardi. Inizialmente posta nella scomparsa piazza Scossacavalli nel rione Borgo, a seguito della demolizione della Spina di Borgo fu trasferita sulla via Cassia ad ornamento del memoriale ai caduti.
  • Monumento ai caduti di tutte le guerre del Quartiere Tomba di Nerone, su via Cassia. Memoriale del 1967. 41.965018°N 12.444098°E
  • Istituto Asisium, su via di Grottarossa. Scuola paritaria del XX secolo (1968).

Geografia antropica

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Nel territorio di Tomba di Nerone si estende l'omonima zona urbanistica 20C e parte delle zone urbanistiche 20E Grotta Rossa Ovest, 19C Ottavia e 19E Trionfale.

Molte delle vie del quartiere sono intitolate a comuni della provincia di Viterbo (Gradoli, Bagnaia, Acquapendente, Orte, Montefiascone, etc.)

Annotazioni
  1. ^ Separata dal Grande Raccordo Anulare, da via Trionfale a via Veientana.
  2. ^ Separata da via Veientana, quindi tratto di via di Grottarossa fino al fosso del Fontaniletto, da questo fino all'altezza del civico 110 di via dei Due Ponti.
  3. ^ Separato da via dei Due Ponti, dall'altezza del civico 110 a via Cassia, da questa fino a via dell'Acqua Traversa.
  4. ^ Separato da via dell'Acqua Traversa, prosieguo sul fosso dell'Acquatraversa fino all'immissione in esso del fosso della Valle dell'Insugherata e da questo fino a via Trionfale altezza via dell'Insugherata.
  5. ^ Separato da via Trionfale, nel tratto da via dell'Insugherata a via di Casal del Marmo.
  6. ^ Separata da via Trionfale, da via di Casal del Marmo al GRA.
Fonti
  1. ^ Roma Sotterranea, su romasotterranea.it. URL consultato il 28 giugno 2023.
  2. ^ TOMBA DI NERONE, LA GIUSTINIANA - LUGLIO 2016, su Benvenuti su romainumeri1!. URL consultato il 30 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2018).
  3. ^ InStoria - Romano-Italica, su instoria.it. URL consultato il 30 giugno 2018.
  4. ^ Marina De Franceschini, cap. 16. Villa di Casale Ghella, pp. 63-65.
  5. ^ Marina De Franceschini, cap. 19. Villa di 'Lucio Vero' all'Acqua Traversa, pp. 69-73.
  6. ^ Marina De Franceschini, cap. 20. Villa in loc. Tomba di Nerone, pp. 74-75.
  7. ^ Marina De Franceschini, cap. 21. Villa della Muracciola, pp. 75-76.
  8. ^ Marina De Franceschini, cap. 15. Villa della via Cassia, pp. 60-63.
  • Eugenia Equini Schneider, La «tomba di Nerone» sulla via Cassia. Studio sul sarcofago di Publio Vibio Mariano, Roma, Bretschneider Giorgio, 1984, ISBN 978-88-7689-091-8.
  • Marina De Franceschini, Ville dell'Agro romano, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2005, ISBN 978-88-8265-311-8.
  • Fabrizio Vistoli (a cura di), «Tomba di Nerone»: toponimo, comprensorio e zona urbanistica di Roma Capitale - Scritti tematici in memoria di Gaetano Messineo, Roma, Nuova Cultura, 2012, ISBN 978-88-6134-568-3.
  • Pizz, Il rudere che si erge sulla Cassia col nome di "Tomba di Nerone" costituisce veramente il sepolcro dell'imperatore?, in Il Tevere, 5 dicembre 1932.
  • Pizz, Il rudere che si erge sulla Cassia col nome di "Tomba di Nerone" costituisce veramente il sepolcro dell'imperatore?, in Il Messaggero, 4 agosto 1939.
  • Antonio Maria Colini, La Tomba di Nerone, in Colloqui del Sodalizio, vol. 5, 1975-76, pp. 35-40.
  • (EN) John Bryan Ward-Perkins, Excavation of a Roman building near in "Tomba di Nerone" on the via Cassia, in Papers of the British School at Rome, XXVII, 1959, pp. 131-155.

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