Tetrarchia di Diocleziano
La tetrarchia di Diocleziano fu il sistema di governo del tardo Impero romano tra il 293 e il 324, oltre che l'esempio storicamente più famoso di tetrarchia (sistema di governo a quattro).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Diarchia (285-293)
[modifica | modifica wikitesto]Con la morte dell'imperatore Numeriano nel novembre del 284 (a cui il padre Caro aveva affidato l'Oriente romano), ed il successivo rifiuto delle truppe orientali di riconoscere in Carino (primogenito di Caro) il naturale successore, fu elevato alla porpora imperiale un generale di nome Diocleziano.
La guerra civile che inevitabilmente ne scaturì vide in un primo momento la vittoria di Carino sulle armate pannoniche dell'usurpatore Giuliano, e in seguito la sconfitta delle sue armate e morte, a causa di una congiura dei suoi stessi generali, sul fiume Margus nei pressi dell'antica città e fortezza legionaria di Singidunum ad opera di Diocleziano (primavera del 285).[1]
Ottenuto il potere, Diocleziano nominò nel novembre del 285 come suo vice, in qualità di cesare, un valente ufficiale di nome Marco Aurelio Valerio Massimiano, che pochi mesi più tardi, il 1º aprile del 286, elevò al rango di augusto (chiamato ora nobilissimus et frater),[2] formando così una diarchia in cui i due imperatori si dividevano, su base geografica, il governo dell'impero e la responsabilità della difesa delle frontiere e della lotta contro eventuali usurpatori.[3]
Diocleziano, che si considerava sotto la protezione di Giove (Iovius), manteneva la supremazia rispetto a Massimiano, che era sotto la protezione "semplicemente" di Ercole (Herculius, figlio di Giove).[4] Tale sistema, concepito da un soldato come Diocleziano, non poteva che essere estremamente gerarchizzato.[5]
Tetrarchia: due Augusti e due Cesari (293-305)
[modifica | modifica wikitesto]Data la crescente difficoltà a contenere le numerose rivolte all'interno dell'impero, nel 293 si procedette a un'ulteriore divisione funzionale e territoriale, al fine di facilitare le operazioni militari: Massimiano nominò a Mediolanum, come suo cesare per l'Occidente, Costanzo Cloro (1º marzo); mentre Diocleziano fece lo stesso con Galerio per l'Oriente, a Nicomedia (probabilmente a maggio).[6][7] L'impero fu diviso in quattro vaste aree territoriali con un numero crescente di sedi imperiali :
- Diocleziano controllava le province orientali e l'Egitto (capitale: Nicomedia, per un certo periodo insieme ad Antiochia)
- Galerio le province balcaniche (capitale: Sirmium, più tardi insieme a Serdica, Felix Romuliana e Tessalonica)
- Massimiano governava su Italia, Africa settentrionale e Hispania (capitale: Roma, poi Mediolanum, insieme ad Aquileia)
- Costanzo Cloro ebbe in affidamento la Gallia e la Britannia (capitale: Augusta Treverorum)
Questa divisione per aree geografiche indusse Diocleziano ad autorizzare la creazione di numerose zecche imperiali decentrate che, insieme alle tradizionali di Roma e Lugdunum, dovevano battere moneta in modo uniforme, per la sicurezza economica di tutte le quattro parti dell'Impero ed a supporto economico di tutte le principali armate che si concentravano lungo i confini imperiali.
Il sistema si rivelò efficace per la stabilità dell'impero e rese possibile agli augusti di celebrare i vicennalia, ossia i vent'anni di regno, come non era più successo dai tempi di Antonino Pio. Tutto il territorio venne ridisegnato dal punto di vista amministrativo, abolendo le province augustee con la relativa divisione in "imperiali" e "senatoriali". Vennero create dodici circoscrizioni amministrative (le "diocesi", tre per ognuno dei tetrarchi), rette da vicarii e a loro volta suddivise in 101 province. Restava da mettere alla prova il meccanismo della successione.
Tetrarchi e legami familiari
[modifica | modifica wikitesto]Tetrarca | Legami familiari | Matrimoni e figli |
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Diocleziano | suocero e padre adottivo di Galerio | Dal matrimonio fra Diocleziano e Prisca:
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Massimiano | suocero di Costantino I | Dal matrimonio fra Massimiano e Eutropia:
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Galerio | genero e figlio adottivo di Diocleziano,
zio di Massimino Daia, suocero di Massenzio |
Dal matrimonio fra Galerio e una donna non nota:
|
Costanzo Cloro | suocero di Licinio,
figlio adottivo di Massimiano, fratello adottivo di Massenzio (oltre che marito della sorellastra) |
Dal matrimonio fra Costanzo e Flavia Giulia Elena:
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Massimino Daia | nipote di Galerio | Nessuno |
Licinio | genero di Costanzo Cloro,
marito della sorellastra di Costantino |
Da Flavia Giulia Costanza: |
La divisione territoriale e amministrativa
[modifica | modifica wikitesto]L'impero ormai diviso in quattro parti, tra due Augusti e due Cesari, a sua volta era diviso in 12 diocesi. Ognuna di queste diocesi era governata da un pretore vicario o semplicemente vicario (vicarius), sottoposto al prefetto del pretorio (alcune diocesi, peraltro, potevano essere governate direttamente dal prefetto del pretorio). Il vicario controllava i governatori delle province (variamente denominati: proconsules, consulares, correctores, praesides) e giudicava in appello le cause già decise in primo grado dai medesimi (le parti potevano scegliere se appellarsi al vicario o al prefetto del pretorio). I vicari non avevano poteri militari, infatti le truppe stanziate nella diocesi erano sotto il comando di un comes rei militaris, che dipendeva direttamente dal magister militum e aveva alle sue dipendenze i duces ai quali era affidato il comando militare nelle singole province. Qui sotto, la prima riorganizzazione voluta da Diocleziano con la tetrarchia, divisa in 12 diocesi, di cui 6 in Occidente e 6 in Oriente.[8]
Disfacimento della tetrarchia (306-324)
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º maggio del 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono: i loro due cesari diventarono augusti, Galerio per l'oriente e Costanzo Cloro per l'occidente, e provvidero a nominare a loro volta i propri successori designati: Galerio scelse Massimino Daia e Costanzo Cloro scelse Flavio Valerio Severo.
L'anno seguente tuttavia, con la morte di Costanzo Cloro (306), il sistema andò in crisi: il figlio illegittimo dell'imperatore defunto, Costantino, venne proclamato augusto dalle truppe al posto del legittimo erede, Severo, e qualche mese dopo i pretoriani a Roma proclamarono imperatore Massenzio, figlio del vecchio augusto Massimiano Erculio, ripristinando il principio dinastico.
Nel 308 Diocleziano e Massimiano Erculio, in rotta con il figlio, si riunirono a Carnunto per cercare di riportare l'ordine: essendo stato eliminato l'anno prima Severo, per l'oriente restarono rispettivamente augusto e cesare Galerio e Massimino Daia, mentre per l'occidente fu nominato un nuovo augusto, Licinio, indicando come cesare il ribelle Costantino.
Né Costantino, né Massimino Daia accettarono la posizione subordinata che veniva loro offerta e si considerarono entrambi augusti. Si ebbero dunque quattro augusti, Galerio e Massimino Daia in oriente, Licinio in Illirico e Costantino in Gallia e Spagna, mentre Massenzio restava, come usurpatore, in Italia e Africa.
Nel 311 con la morte di Galerio, Massimino Daia si impadronì di tutto l'oriente e i tre augusti rimasti (ufficialmente elencati nell'ordine di anzianità al potere: Massimino, Costantino e Licinio) si coalizzarono contro Massenzio, che Costantino sconfisse nella battaglia di Ponte Milvio, presso Roma, il 28 ottobre del 312. Nel 313 moriva Massimino Daia e restavano solo due augusti: Costantino per l'occidente e Licinio per l'oriente. Dopo un primo conflitto nel 314, in seguito al quale l'Illirico passò a Costantino, Licinio venne definitivamente sconfitto nel 324 e Costantino rimase unico signore di tutto l'impero: la tetrarchia era definitivamente finita.
Cronologia
[modifica | modifica wikitesto]Cronologia dettagliata
[modifica | modifica wikitesto]Diarchia 1º Aprile 286 – 1º Marzo 293 | |
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Occidente | Oriente |
augustus Massimiano (250-310) |
augustus Diocleziano (244-311) |
Usurpatori | |
Carausio (286-293) Britannia |
Prima Tetrarchia 1º Marzo 293 - 1º Maggio 305 | |
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Diocesi di Spagna, Italia e Africa | Diocesi di Oriente, Asia e Ponto |
augustus Massimiano (250-310) |
augustus Diocleziano (244-311) |
Diocesi di Gallia, Vienne e Britannia | Diocesi di Pannonia, Mesia e Tracia |
caesar Costanzo Cloro (250-306) |
caesar Galerio (250-311) |
Usurpatori | |
Carausio (286-293) Britannia Alletto (293-296) Britannia |
Domizio Domiziano (297) Egitto Aurelio Achilleo (297-298) Egitto |
Seconda Tetrarchia 1º Maggio 305 – 25 Luglio 306 | |
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Diocesi di Gallia, Vienne, Spagna e Britannia | Diocesi di Pannonia, Mesia, Tracia, Ponto e Asia |
augustus Costanzo Cloro (250-306) |
augustus Galerio (250-311) |
Diocesi di Italia e Africa | Diocesi d'Oriente |
caesar Flavio Severo (?-307) |
caesar Massimino Daia (270-313) |
Terza Tetrarchia 25 Luglio 306 – 16 Agosto 307 | |
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Diocesi di Italia, Africa, Spagna e Pannonia | Diocesi di Mesia, Macedonia, Tracia, Ponto e Asia |
augustus Flavio Severo (?-307) |
augustus Galerio (250-311) |
Diocesi di Britannia, Vienne e Gallia | Diocesi d'Oriente |
caesar Costantino I (272-337) |
caesar Massimino Daia (270-313) |
Usurpatori | |
augustus Massenzio (306-312) inizialmente a Roma, poi in Italia e Africa augustus Massimiano (306-309) Italia e Africa |
Quarta Tetrarchia 16 Agosto 307 – Maggio 311 | |
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Diocesi di Gallia, Vienne, Spagna e Britannia | Diocesi di Mesia, Macedonia, Tracia, Ponto e Asia |
augustus Costantino I (272-337) |
augustus Galerio (250-311) |
Diocesi di Pannonia | Diocesi d'Oriente |
augustus Licinio (250-325) |
augustus Massimino Daia (270-313) |
Diocesi d'Italia e Africa | |
augustus Massenzio (306-312) augustus Massimiano (306-309) Dopo essere entrato in contrasto con suo figlio si rifugiò ad Arles sotto la protezione di Costantino. Successivamente, ribellatosi a Costantino, fu costretto a suicidarsi nel 310 | |
Usurpatori | |
Domizio Alessandro (309-311) in Africa contro Massenzio |
Quinta Tetrarchia Maggio 311 – Agosto 313 | |
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Diocesi di Gallia, Vienne, Spagna, Britannia (dopo la sconfitta di Massenzio nel 312 anche: Italia e Africa) | Diocesi di Pannonia, Mesia, Macedonia e Tracia (dopo la scomparsa di Massimino Daia anche: Asia, Ponto e d'Oriente) |
augustus Costantino I (272-337) |
augustus Licinio (250-325) |
Diocesi d'Italia e Africa | Diocesi d'Asia, Ponto e d'Oriente |
augustus Massenzio (306-312) |
augustus Massimino Daia (270-313) |
Sesta ed ultima Tetrarchia Agosto 313 – 18 Settembre 324 | |
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Diocesi di Gallia, Vienne, Spagna, Britannia, Italia e Africa (dopo la sconfitta di Licinio anche: Pannonia, Mesia e Macedonia) |
Diocesi di Pannonia, Mesia, Macedonia, Tracia, Asia, Ponto e d'Oriente |
augustus Costantino I (272-337) |
augustus Licinio (250-325) |
Occidente | Oriente |
caesar Crispo (305-326) nominato caesar da suo padre Costantino nel 317 caesar Costantino II (317-337) nominato caesar da suo padre Costantino nel 317 |
augustus Valerio Valente (?-317) co-imperatore con Licinio in Pannonia, elevato al rango di augustus da Licinio, ma in seguito fu da questi giustiziato caesar Licinio II (316-326) elevato al rango di caesar da suo padre Licinio nel 317 augustus Martiniano (?-325) co-imperatore nominale con Licinio nel 324 |
Cronologia schematica
[modifica | modifica wikitesto]Anni | Oriente | Occidente | Roma | ||||
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Usurpatori | Cesari (293-310) | Augusti | Cesari (293-310) | Usurpatori | Usurpatori | ||
285 (primavera-autunno) |
Diocleziano (Augusto) e Massimiano (Cesare) | ||||||
da novembre 285 a marzo/maggio 293 | Diocleziano (Primus Augustus) |
Massimiano | Carausio | ||||
dal 293 al 305 | Galerio | Diocleziano (Primus Augustus) |
Massimiano | Costanzo Cloro | Alletto | ||
Domiziano | |||||||
305 | Massimino Daia | Galerio | Costanzo Cloro (Primus Augustus) |
Flavio Severo | |||
306 | |||||||
Galerio (Primus Augustus) |
Flavio Severo | Costantino I | Massenzio | ||||
307 | Massimiano, Domizio Alessandro | ||||||
Galerio (Primus Augustus) | |||||||
308 | |||||||
Galerio (Primus Augustus) |
Licinio | ||||||
309 | |||||||
310 | |||||||
311 | Galerio (Primus Augustus) e Massimino Daia | Licinio | Costantino I | ||||
312 | Massimino Daia | Costantino I (Primus Augustus) | |||||
313 | |||||||
dal 313 al 324 | Licinio | ||||||
dal 324 al 337 | Costantino I (Unico imperatore romano) |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Grant, p. 261.
- ^ CIL VIII, 22116-CIL VIII, 22187-
- ^ Grant, p. 265; Scarre, pp. 197-198.
- ^ Aurelio Vittore, Epitome 40, 10; Aurelio Vittore, Caesares, 39.18; Lattanzio, De mortibus persecutorum, 8 e 52.3; Panegyrici latini, II, XI, 20.
- ^ Le Bohec, p. 33.
- ^ Aurelio Vittore, Caesares, 39.30; Lattanzio, De mortibus persecutorum, 18.
- ^ Lattanzio, De mortibus persecutorum, VII, 1.2.
- ^ T. Cornell & J. Matthews, Atlante del mondo romano, Novara 1984, pp.172-173.
- ^ Secondo il Laterculus Veronensis, redatto nel 314.
- ^ Il Laterculus Veronensis afferma che le province della diocesi italiciana fossero 16 ma, a causa di una lacuna, riporta solamente le seguenti (nove secondo Jones; otto secondo Porena, che considera Flaminia et Picenum provincia unica): Alpes Cottiae, Raetia, Venetia et Histria, Tuscia et Umbria, Flaminia, Picenum (per il Porena: Flaminia et Picenum), Apulia et Calabria, Lucania (da emendare in Lucania et Bruttii) e Corsica. A queste otto province andrebbero aggiunte, per il Porena, Sicilia, Sardegna, Campania e Liguria et Aemilia, per un totale di 12 province (per Porena il numero 16 sarebbe un errore di trascrizione del copista da emendare in 12). Jones, invece, suppone che la diocesi fosse costituita da 15 province (ipotizzando anch'egli un errore di trascrizione del copista), separando la Flaminia dal Picenum e la Liguria dall'Aemilia e aggiungendovi il Samnium. Il Jones, inoltre, nota che si potrebbe arrivare a sedici congetturando che la Rezia fosse già stata suddivisa in Raetia I e Raetia II. Cfr. Porena e Jones, Vol. III, pp. 384-385.
- ^ Altre fonti attestano l'esistenza all'epoca della Licia, forse omessa per errore dal Laterculus Veronensis, e riportano un'unica provincia di Frigia in luogo delle due riportate dal Laterculus Veronensis, inoltre, a differenza di quest'ultimo documento, uniscono le province di Asia ed Ellesponto in un'unica provincia. Cfr. Jones, Vol. III, p. 387.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti antiche
- Aurelio Vittore, Epitome de Caesaribus e De Vita et Moribus Imperatorum Romanorum.
- Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, libro IX.
- Historia Augusta, vite di Caro, Carino e Numeriano.
- Orosio, Historiarum adversus paganos libri septem, libro VII.
- Zosimo, Storia nuova, libro I.
- Fonti storiografiche moderne
- Giuseppe Corradi, Gli imperatori romani, Torino, 1994, ISBN 88-7819-224-4.
- Michael Grant, Gli imperatori romani, storia e segreti, Roma, 1984, ISBN 88-541-0202-4.
- Arnold Hugh Martin Jones, The later Roman Empire, 284-602: a social, economic, and administrative survey, Norman, University of Oklahoma Press, 1964, ISBN 978-0-8018-3354-0.
- Yann Le Bohec, Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero, Roma, 2008, ISBN 978-88-430-4677-5.
- Santo Mazzarino, L'impero romano, Bari, 1973, ISBN 88-420-2377-9.
- Pierfrancesco Porena, La riorganizzazione amministrativa dell’Italia. Costantino, Roma, il Senato e gli equilibri dell’Italia romana, in A. Melloni, et alii (a cura di), Costantino I. Enciclopedia costantiniana sulla figura e l’immagine dell’imperatore del c.d. Editto di Milano, 313-2013, I, Roma, Treccani, 2013, pp. 329-349, ISBN 978-88-12-00171-2.
- Roger Rémondon, La crisi dell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio, Milano, 1975.
- Chris Scarre, Chronicle of the roman emperors, New York, 1999, ISBN 0-500-05077-5.
- Pat Southern, The Roman Empire: from Severus to Constantine, Londra & New York, 2001, ISBN 0-415-23944-3.
- Stephen Williams, Diocleziano. Un autocrate riformatore, Genova, 1995, ISBN 88-7545-659-3.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «tetrarchia»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su tetrarchia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Cartina Tetrarchia Impero Romano, su it.encarta.msn.com. URL consultato il 16 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2009).