TM 266 1

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TM 266 01
Copia del cranio.
AliasToumai
SpecieSahelanthropus tchadensis
Età7.2-6.8 milioni
Luogo scopertaToros-Menalla, Ciad
Anno scoperta2001
Autore scopertaAhounta Djimdoumalbaye, del team di ricercatori condotto da Michel Brunet
Michel Brunet (a destra) e Ahounta Djimdoumalbaye osservano il cranio ricostruito dell'ominide a N'Djamena in Ciad, nei locali del Centro nazionale di sostegno alla ricerca.

Il reperto TM 266 01, noto come Toumai, è il cranio fossilizzato di un Sahelanthropus tchadensis, di cui ne rappresenta l'olotipo, scoperto nel 2001[1] dallo studente universitario ciadiano Ahounta Djimdoumalbaye[2][3], componente di un team di ricercatori guidato da Michel Brunet, nel sito archeologico di Toros-Menalla in Ciad[4].

L'allora presidente del Ciad decise di chiamare il cranio Toumai, che in lingua Goran significa "speranza di vita"[5], e di solito la parola viene usata per indicare i bambini nati prima della stagione delle piogge, quella in cui è più pericoloso nascere[2].

Caratteristiche

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Il fossile mostra un cranio lungo e basso, con ossa sopraorbitali spesse e pronunciate, una scatola cranica piccola, la cui capacità, tra 340 cm³ e 360 cm³, delle dimensioni di una scimmia moderna. L'esemplare conserva alcuni denti che dimostrano che questo individuo aveva grandi incisivi superiori centrali e canini poco pronunciati[6].

La dimensioni relativamente piccole dei canini è la caratteristica che più distingue l'esemplare dalle grandi scimmie, che si caratterizzano dalla presenza di canini grandi e sporgenti[4]. La faccia è notevolmente meno prognatica di quella dell'Australopithecus, e ha ossa sopraorbitarie più grandi e più continue, e una scatola cranica più lunga di quella dell'Australopithecus. Queste caratteristiche sono distintive della specie rispetto altri generi di ominidi[6].

Il fossile è stato datato sulla base dei sedimenti in cui era stato ritrovato, che inizialmente con il metodo della biostratigrafia, erano stati riferiti ad un periodo compreso tra 7 e 6 milioni di anni fa, ma che successivamente, con il metodo della datazione radiometrica, sono stati datati a un periodo tra 7.2 e 6.8 milioni di anni fa[5].

Questa datazione, basata sui sedimenti del ritrovamento, è stata criticata, sulla considerazione che le particolari circostanze del ritrovamento non possono garantire un collegamento diretto e certo tra i reperti fossili e i sedimenti indagati[7].

Il cranio è tutt'ora al centro del dibattito tra gli scienziati, che discutono sulla posizione del foro occipitale da cui fuorisce il midollo allungato del fossile; se si dimostrasse che originariamente era posizionato in avanti, alla base della scatola cranica, se ne potrebbe inferire la posizione eretta dell'ominide. La questione è complicata dalla circostanza che al momento della sua scoperta, il teschio era molto distorto, e non si ha la certezza, che la sua successiva ricostruzione ne abbia o meno alterato la forma originale[5].

  1. ^ (EN) Brunet, Michel, Guy, Franck, Pilbeam, David, Mackaye, Hassane Taisso, Likius, Andossa, Ahounta, Djimdoumalbaye, Beauvilain, Alain, Blondel, Cécile, Bocherens, Hervé, Boisserie, Jean-Renaud, De Bonis, Louis, Coppens, Yves, Dejax, Jean, Denys, Christiane, Duringer, Philippe, Eisenmann, Véra, Fanone, Gongdibé, Fronty, Pierre, Geraads, Denis, Lehmann, Thomas, Lihoreau, Fabrice, Louchart, Antoine, Mahamat, Adoum, Merceron, Gildas, Mouchelin, Guy, Otero, Olga, Campomanes, Pablo Pelaez, De Leon, Marcia Ponce, Rage, Jean-Claude, Sapanet, Michel, Schuster, Mathieu, Sudre, Jean, Tassy, Pascal, Valentin, Xavier, Vignaud, Patrick, Viriot, Laurent, Zazzo, Antoine e Zollikofer, Christoph, A new hominid from the Upper Miocene of Chad, Central Africa, in Nature, vol. 418, 2002, DOI:10.1038/nature00879.
  2. ^ a b Toumai, su galileo1564.it. URL consultato il 4 maggio 2024.
  3. ^ (EN) TM 266-01-060-1, "Toumaï", Sahelanthropus tchadensis, su talkorigins.org. URL consultato il 4 maggio 2024.
  4. ^ a b (EN) TM 266-01-060-1, su humanorigins.si.edu. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  5. ^ a b c (EN) Sahelanthropus tchadensis, su becominghuman.org. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  6. ^ a b (EN) Sahelanthropus tchadensis: TM 266-01-060-1, su efossils.org. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  7. ^ (EN) Alain Beauvilain, The contexts of discovery of Australopithecus bahrelghazali (Abel) and of Sahelanthropus tchadensis (Toumaï): Unearthed, embedded in sandstone, or surface collected?, in South African Journal of Science, vol. 104, 2008, pp. 165-168.
  • (FR) Alain Beauvilain, Toumaï, l'aventure humaine Broché, La Table Ronde, 2003, ISBN 2710325926.
  • (FR) Michel Brunet, D'Abel à Toumaï: Nomade, chercheur d'os, Odile Jacob, 2006, ISBN 2738117384.

Voci correlate

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