Stazione di Bussoleno
Bussoleno stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Bussoleno |
Coordinate | 45°08′22.92″N 7°08′39.98″E |
Altitudine | 440 m s.l.m. |
Linee | ferrovia del Frejus |
Storia | |
Stato attuale | in uso |
Attivazione | 1854 |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione passante, in superficie, di diramazione |
Binari | 4 |
Gestori | Rete Ferroviaria Italiana |
Operatori | Trenitalia |
Interscambi | autobus |
Dintorni | Museo del trasporto ferroviario attraverso le Alpi |
La stazione di Bussoleno è una stazione ferroviaria, a servizio dell'omonimo comune, posta lungo la linea Torino-Modane e capolinea della linea per Susa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º maggio 1913 venne attivato l'esercizio a trazione elettrica a corrente alternata trifase della tratta da Bussoleno a Salbetrand; seguirono il 2 agosto 1919 la breve diramazione per Susa, e il 26 novembre dell'anno successivo la tratta mancante fino a Torino. Tutte le linee vennero convertite alla corrente continua il 28 maggio 1961[1].
Struttura e impianti
[modifica | modifica wikitesto]La stazione è gestita da Rete Ferroviaria Italiana.
La stazione è dotata di un fabbricato viaggiatori sviluppato su due livelli di cui solo il piano terra è accessibile da parte dei viaggiatori. Era inoltre presente uno scalo merci, al 2018 dismesso, con annesso magazzino.
Il piazzale binari è composto da quattro binari passanti e un tronchino.
Tutti i binari destinati al servizio viaggiatori sono collegati da un sottopassaggio e coperti parzialmente di pensiline in cemento.
Movimento
[modifica | modifica wikitesto]La stazione è servita da treni regionali in servizio sulla tratta linea 3 del Servizio ferroviario metropolitano di Torino, operati da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte, per Susa e Bardonecchia.
Servizi
[modifica | modifica wikitesto]La stazione offre i seguenti servizi:
- Biglietteria a sportello
- Biglietteria automatica
- Posto di Polizia Ferroviaria
- Servizi igienici
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovanni Cornolò, Claudio Pedrazzini, Locomotive elettriche FS, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1983, pp. 71-72.
Altri progetti
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