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Situla (ceramica greca)

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La situla, intesa come forma vascolare in terracotta a due anse, tipica della Grecia orientale di epoca arcaica è un contenitore di forma tubolare, con un leggero rigonfiamento alla base e orlo largo e piatto, al di sotto del quale si impostano due piccole anse verticali. Erano oggetti d'uso domestico di origine rodia, attestati a partire dalla fine del VII secolo a.C. da alcuni esemplari trovati a Vroulia e datati tra VII e VI secolo a.C. Le situle greco-orientali sono generalmente decorate in modo semplice con fasce di vernice nera e ornamenti lineari; gli esemplari prodotti con intenti ornamentali sono rari e presentano un anello a rilievo tra le anse e l'orlo.

Le situle di Daphnai

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Le situle di Daphnai derivano il nome dal primo ritrovamento a Tell Defenneh in Egitto, nel luogo che si ritiene essere stato la fortezza dell'antica Daphnai,[1] costruita da Psammetico I nel VII secolo a.C. e abitata da mercenari greci provenienti dalla Caria e dalla Ionia.[2] Alla presenza di queste guarnigioni greche si devono i resti ceramici (ceramica attica a figure nere, ceramica di Fikellura, ceramica clazomenia) scavati da Flinders Petrie nel 1886, tra i quali si distinsero circa trenta esemplari che lo stesso archeologo chiamò situle.[3]

Classificazione

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Si distinguono due gruppi principali (gruppo B e gruppo C) che differiscono per alcuni aspetti decorativi e per il tipo di fabbricazione. Entrambi i gruppi hanno il corpo suddiviso in tre campi, il campo superiore tra le anse è figurato e talvolta diviso in tre pannelli. I dettagli delle figure sono segnati sia con porpora aggiunto sia con incisioni. Le anse sono frequentemente zigrinate.

Il gruppo B (comprendente esemplari trovati a Tell Defenneh, Rodi e Menfi[4]) ha pareti spesse e talvolta decorazioni di derivazione subgeometrica affiancano un pannello figurato centrale nel campo principale fra le anse; i campi inferiori sono dipinti di nero e separati da fasce a risparmio; il luogo di origine sembra essere Rodi e sono datate circa al secondo quarto del VI secolo a.C.

Il gruppo C (da Ialiso e Tell Defenneh) ha l'argilla di un marrone più chiaro, la parete è sottile e i campi inferiori sono decorati con fiori di loto, palmette e boccioli pendenti, incisi e con color porpora aggiunto, una decorazione simile a quella che si trova nelle coppe di Vroulia. È datato tra il 530 e il 500 a.C. ma il luogo di origine allo stato degli studi può trovarsi a Rodi quanto a Tell Defenneh.

  1. ^ KULeuven Fayum Project, Daphnai, su Trismegistos. A database of placenames of Graeco-Roman Egypt. URL consultato il 16 settembre 2012.
  2. ^ Encyclopædia Britannica Online, s.v. Daphnae, su britannica.com, 2012. URL consultato il 16 settembre 2012.
  3. ^ Cook 1997, p. 131.
  4. ^ Perseus Project, Philadelphia 29-71-189 (Vase), su perseus.tufts.edu. URL consultato il 17 settembre 2012.
  • S. Donadoni, Daphnai, in Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale, vol. 3, Roma, Istituto della enciclopedia italiana, 1960.
  • Robert Manuel Cook, Greek Painted Pottery, London ; New York, Routledge, 1997, pp. 131-132, ISBN 0-415-13860-4.
  • Robert Manuel Cook, Pierre Dupont, East Greek Pottery, London ; New York, Routledge, 1998, pp. 116-118, ISBN 0-415-30586-1.

Voci correlate

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