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Saverio Garonzi

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Saverio Garonzi

Saverio Garonzi (Verona, 15 marzo 1910Verona, 25 marzo 1986) è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano.

Garonzi nasce a Verona il 15 marzo 1910[1]. Nel Dopoguerra, dopo aver fatto il carrettiere e il camionista, diventa venditore di autocarri usati, fino a diventare concessionario per la FIAT a Verona.

Presidente del Verona

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A metà degli anni '60 diventa presidente del Verona, dopo un periodo di affiancamento con Bonazzi. Nel 1968, con Liedholm in panchina, riporta il Verona in Serie A dopo 10 anni di assenza. I gialloblù rimangono saldamente nella massima serie per 6 anni consecutivi. Il 20 maggio 1973, ultima giornata di campionato, Il Verona batte il Milan 5 a 3, consegnando lo scudetto alla Juventus. È di questo periodo la costruzione del centro sportivo di Veronello, voluta da Garonzi, che per anni sarà la sede degli allenamenti del Verona.

La retrocessione per illecito

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Lo stesso argomento in dettaglio: Scandalo della telefonata.

Al termine della stagione 1973-74 il Verona viene retrocesso in Serie B, a causa di una telefonata tra Garonzi e il calciatore del Napoli (ed ex Verona) Sergio Clerici. Garonzi viene sospeso per tre anni[2].

La sera del 29 gennaio 1975 Garonzi viene rapito davanti alla sua abitazione a Borgo Trento[3]. Trattenuto 5 giorni in una località di montagna, viene rilasciato il 4 febbraio[4], a Lallio (BG) dopo il pagamento del riscatto di un miliardo[5].

Il ritorno in Serie A

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Il Verona resta in Serie B per una sola stagione. Nella stagione del ritorno in Serie A il Verona raggiunge la finale di Coppa Italia, dove viene sconfitto per 4-0 dal Napoli. Nelle due stagioni successive il Verona raggiunge due salvezze tranquille.

A Pescara, il 21 gennaio 1979, al termine della partita Napoli-Verona persa per 1 a 0 con un calcio di rigore realizzato da Savoldi, Garonzi entra nello spogliatoio e insulta pesantemente l'arbitro Menicucci, reo a suo dire di aver concesso il rigore[6]. Deferito alla corte disciplinare, presenta le dimissioni da presidente e viene punito dal giudice sportivo con una squalifica di 18 mesi[7], al quale si aggiunge poi una squalifica analoga della commissione disciplinare, per un totale di 3 anni[8]. Alla fine della stagione mette in vendita il Verona,[9], nel frattempo retrocesso in Serie B.

Ultimi anni al Chievo

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Nei primi anni '80 Garonzi diventa vicepresidente del Chievo, che milita nel campionato Interregionale. Nel 1986 il Chievo è promosso in Serie C2.

Il 25 marzo 1986 Garonzi muore cadendo dal tetto di un capannone della sua concessionaria FIAT, dal quale stava superivisionando dei lavori[10][11].

  1. ^ Tragica morte di Garonzi ex presidente del Verona, in Corriere della Sera, 26 marzo 1986, p. 29.
  2. ^ Giulio Accatino, La Samp in A, Verona e Foggia in B, in La Stampa, 19 luglio 1974, p. 13.
  3. ^ Francesco Ruffo, Il presidente del Verona sequestrato vicino a casa, in La Stampa, 30 gennaio 1975, p. 1.
  4. ^ Giuliano Marchesini, Il presidente del Verona liberato piange agli applausi dei tifosi, in La Stampa, 5 febbraio 1975, p. 1.
  5. ^ Giuliano Marchesini, Garonzi con i banditi trattò la sua libertà, in La Stampa, 6 febbraio 1975, p. 9.
  6. ^ Antonio Buccilli, Violento sfogo di Saverio Garonzi, in La Stampa, 22 gennaio 1979, p. 13.
  7. ^ Giorgio Gandolfi, Un anno e mezzo a Garonzi, in La Stampa, 25 gennaio 1979, p. 18.
  8. ^ Giorgio Gandolfi, Garonzi, tre anni d'esilio, in La Stampa, 10 febbraio 1979, p. 18.
  9. ^ Garonzi lascia Verona e il calcio, in Stampa Sera, 14 giugno 1979, p. 15.
  10. ^ Stefano Edel, TRAGICA FINE DI GARONZI, in La Repubblica, 26 marzo 1986.
  11. ^ Franco Ruffo, Il Verona piange Garonzi, in La Stampa, 26 marzo 1986, p. 25.

Predecessore Presidente dell'Hellas Verona Successore
Bruno Albarelli 19641965 Carlo Bonazzi

Predecessore Presidente dell'Hellas Verona Successore
Carlo Bonazzi 19671980 Celestino Guidotti

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