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Sartù di riso

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Sartù di riso
Origini
Luogo d'origineItalia (bandiera) Italia
RegioneCampania
Dettagli
Categoriaprimo piatto
Sartù una volta sfornato

Il sartù di riso è un piatto tipico della cucina napoletana.

Si prepara con riso condito con ragù, piselli, pancetta, funghi, fior di latte o provola, polpettine di carne, salsicce, uova sode e, tradizionalmente, con fegatini di pollo. Il tutto viene infornato e quindi sformato prima di essere servito.

Si può presentare sia nella versione al sugo, con ragù, che in bianco, senza.[1]

Il riso, prodotto diffuso nel Regno di Napoli dagli Aragonesi,[2] non riscontrò successo nel Meridione, tranne in Sicilia, dove era stato introdotto durante la dominazione araba. Venne adottato dalla Scuola Medica Salernitana e prescritto come cura per gli ammalati, ma non dal popolo, che gli preferiva la pasta.

Il sartù deriva probabilmente dalla necessità di adattare questa pietanza al gusto di corte, sotto l'influenza della regina austriaca Maria Carolina. I monsù, cuochi francesi di corte, crearono nel Settecento questo piatto, arricchendo il riso con numerosi ingredienti[3] e mascherandone il sapore con la salsa di pomodoro[4]. Il nome stesso del piatto verrebbe dal francese surtout, il centrotavola che era in uso nel Settecento e che poteva anche essere usato per portare in tavola il sartù, cucinato come un timballo[2].

  1. ^ Jeanne Caròla Francesconi, La cucina napoletana, 3ª edizione, Napoli, Fausto Fiorentino Editore, 1974 [1965], pp. 168-170.
  2. ^ a b Fausto Cantarelli, I tempi alimentari del Mediterraneo, vol. 1, FrancoAngeli, 2005, pp. 142-143, ISBN 9788846486342. URL consultato il 30 agosto 2017.
  3. ^ Vincenzo Corrado, Il cuoco galante, 1773, pp. 165-166.
  4. ^ (EN) Lorenza De' Medici Stucchi, The Heritage of Italian Cooking, Random House, 1990, p. 70, ISBN 9780394588766.

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