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Santuario per i mammiferi marini

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Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo
Sanctuaire Pelagos pour la protection des mammifères marins en Méditerranée
Una stenella striata al largo della Liguria
Tipo di areaArea marina protetta di Interesse Internazionale
Codice WDPA365015 e 178830
Codice EUAPEUAP1174
Class. internaz.Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie
StatiFrancia (bandiera) Francia
Italia (bandiera) Italia
Monaco (bandiera) Monaco
Regioni  Liguria
  Sardegna
  Toscana
Corsica (bandiera) Corsica
Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Superficie a mare87.500 km² pari a 8.750.000 ha
Provvedimenti istitutiviLL. 394, 06.12.91/ 426, 09.12.98/ 391, 11.10.01
Gestorein Italia: Comitato di pilotaggio
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale

Il Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo (in francese: Sanctuaire Pelagos pour la protection des mammifères marins en Médiiterranée, in catalano: Santuari de Pelagos per la protecciò dels mamìfers marìns a la Mediterrània, in sardo: Santuariu Pelàgos pro sa protetzìone de sos mamiferos marinos in su Meditèrraneu, in corso: Santuariu Pelagos pà a prutezzione di i mammiferi marini in u Meditèrraniu, in gallurese: Santuariu Pelagos pà la prutizioni di li mammiferi marini in lu Méditirraniu, in sassarese: Santuariu Pelagos pà la prutizioni di li mammiferi marini i lu Meditèrraneu) è un'area marina protetta compresa nel territorio francese, monegasco e italiano, classificata come Area specialmente protetta di interesse mediterraneo[1]. Nella sua area, si svolge annualmente la manifestazione nautica internazionale Operazione Delphis e la Regata dei cetacei.

È stato istituito in Italia nel 1991 dal Ministero dell'ambiente. Fondatore fu Giacomo Pizzetti, che gli diede il nome di Santuario per i mammiferi marini.

In territorio italiano, il Santuario per i mammiferi marini è stato istituito nel 1991 come area naturale marina protetta di interesse internazionale, e occupa una superficie a mare di 2.557.258 ha (circa 25.573 km²) nelle regioni Liguria, Sardegna e Toscana.[2].

L'area marina protetta internazionale fu invece istituita, con il contributo scientifico dell'Istituto Tethys, grazie all'iniziativa del Rotary Club Milano Porta Vercellina, all'intervento del Rotary International e al sostanziale contributo di AERA (Associazione Europea Rotary per l'Ambiente) nel 1999[3] grazie alla collaborazione dei tre paesi nella quale il santuario è compreso: Francia (Costa Azzurra e Corsica), Principato di Monaco e Italia (Liguria, Toscana e nord della Sardegna).

Essa si estende nel bacino corso-ligure-provenzale da Punta Escampobariou (vicino alla città francese di Tolone) a Capo Falcone e capo Ferro (Sardegna), fino al Chiarone (confine tra Toscana e Lazio) e occupa una superficie marina complessiva di circa 87.500 km².[4]

Il Santuario riguarda 124 comuni francesi, 111 comuni italiani e 1 del Principato di Monaco.[5]

Balenottera comune al largo della costa ligure

Una serie di studi ha rilevato che in questa zona del mar Mediterraneo vi è una massiccia concentrazione di cetacei, grazie soprattutto alla ricchezza di cibo. I mammiferi marini sono rappresentati da dodici specie: la balenottera comune (Balaenoptera physalus) il secondo animale più grande al mondo (secondo solo alla balenottera azzurra), il capodoglio (Physeter macrocephalus), il delfino comune (Delphinus delphis), il tursiope (Tursiops truncatus), la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il globicefalo (Globicephala melas), il grampo (Grampus griseus), lo zifio (Ziphius cavirostris). Più rari, la balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata), lo steno (Steno bredanensis), l'orca (Orcinus orca) e la pseudorca (Pseudorca crassidens).[6]

Nel 1992 venne effettuato un censimento sulla superficie di quello che sarebbe divenuto il Santuario dei cetacei da parte dell'Istituto Tethys, da Greenpeace e dall'Università di Barcellona, che consentì la stima numerica delle stenelle (32.800 esemplari) e delle balenottere comuni (830 esemplari) presenti nella zona nel periodo estivo.[7]

Un recente rapporto di Greenpeace ha però documentato un drammatico calo delle popolazioni di cetacei presenti e una inadeguatezza delle misure di tutela messe in atto. I dati raccolti da Greenpeace ad agosto 2008 riportano la presenza solo di un quarto delle balenottere e meno di metà delle stenelle rilevate negli anni novanta.[6][8]

Strutture ricettive

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Il Santuario è meta, nel periodo estivo, di visite guidate alla scoperta dell'ambiente marino e dei suoi abitanti.

L'Istituto Tethys, fondato nel 1986, è attivo da anni nella salvaguardia, nella cura e nello studio dei cetacei e dell'ambiente marino; gli esemplari vengono identificati singolarmente attraverso fotografie o filmati, custoditi in una banca dati europea. Grazie alla presenza di balene e delfini lo stesso istituto organizza una serie di crociere in barca nel corso dei quali i visitatori, accompagnati da biologi marini ed esperti, possono praticare l'osservazione dei cetacei. Esistono inoltre numerosi operatori privati, con base nei porti di Genova, Savona, Imperia, Sanremo e Viareggio, che organizzano escursioni in barca all'interno del Santuario.

In Sardegna nel Parco nazionale dell'Asinara nel centro di recupero di Tartarughe Marine a Fornelli (Porto Torres)

  1. ^ Elenco delle aree ASPIM (novembre 2009) (PDF), su Mediterranean Action Plan, Regional Activity Centre for Specially Protected Areas, United Nations Environment Programme.
  2. ^ Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette - 5º Aggiornamento 2003 (PDF), Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2003 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2015).
  3. ^ Greenpeace | Greenpeace
  4. ^ Sanctuaire Pelagos Archiviato il 13 gennaio 2010 in Internet Archive.
  5. ^ Sanctuaire Pelagos Archiviato l'8 dicembre 2009 in Internet Archive.
  6. ^ a b Censimento cetacei nel Santuario Pelagos 27 febbraio 2009
  7. ^ Santuario dei Cetacei, su santuariodeicetacei.com. URL consultato il 18 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2008).
  8. ^ Sito ufficiale di Greenpeace: Il santuario dei cetacei Archiviato l'8 settembre 2010 in Internet Archive.
  9. ^ Sito ufficiale di Rai.tv - Lineablu: Il Santuario dei Cetacei Archiviato il 2 dicembre 2011 in Internet Archive.

Voci correlate

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