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Santa Cena

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Voce principale: Eucaristia.
Celebrazione di un culto di Santa Cena all'interno del tempio di Saint-Pierre-le-Jeune a Strasburgo.

Santa Cena è il nome con cui alcune chiese protestanti identificano uno dei due sacramenti, accanto al Battesimo, da tali chiese riconosciuti. A seconda della chiesa e/o del luogo viene chiamata anche Santa Comunione, Comunione, Cena del Signore (Lord's Supper), o a volte anche Eucaristia; quest'ultimo è il nome del corrispondente rito di cattolici e ortodossi.

Nelle chiese protestanti i fedeli prendono generalmente entrambi gli elementi della Comunione, ossia il pane e il vino. Diverse denominazioni consentono la partecipazione al sacramento a tutti i cristiani battezzati, indipendentemente dalla denominazione a cui questi appartengano; si parla in tal caso di comunione aperta.

La dottrina luterana dell'unione sacramentale

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Lutero considera la Santa Comunione in termini di unione sacramentale[1]. Il pane e il vino, pur rimanendo pane e vino, assumono anche la sostanza del corpo e del sangue di Gesù Cristo. L'esempio spesso citato, al fine di spiegare il rapporto che intercorre tra pane e corpo di Cristo e tra vino e sangue è quello del ferro gettato nel fuoco, dove non è più possibile distinguere i due elementi. I luterani rifiutano dunque il concetto di transustanziazione. La dottrina luterana è anche chiamata consustanziazione, ma non dalla maggior parte dei teologi luterani, che rifiutano questo termine.[2]

La Santa Cena secondo la dottrina calvinista

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Giovanni Calvino rifiuta sia la transustanziazione cattolica sia l'unione sacramentale luterana, ma confuta anche coloro che ritengono la Santa Cena, il pane e il vino, semplici simboli della propria fede cristiana: il concetto calvinista è infatti più complesso. Calvino ritiene che nel sacramento si riceva realmente il corpo e il sangue di Cristo, ma in maniera spirituale e non materiale: attraverso i segni del pane e del vino si riceve la comunione spirituale con Gesù. Così come il pane e il vino sono il nutrimento per il corpo, il corpo e il sangue di Cristo sono il nutrimento spirituale, il nutrimento per l'anima. Calvino parla così di "cena spirituale".[3] Il pane sostenta, è il nutrimento fondamentale; il vino invece rallegra e dona forza. Al centro del sacramento della Santa Cena c'è la garanzia della salvezza e della vita eterna. La concezione calvinista si focalizza nell'idea biblica della Chiesa intesa come corpo di Cristo; i cristiani sono dunque membra del corpo di Cristo. In questa visione non si nega l'unione di Cristo: un'unione reale, una partecipazione reale al corpo di Cristo[3] e non un puro simbolismo. Calvino si pone quindi in una posizione intermedia all'interno del panorama della Riforma, tra le idee di Lutero e quelle di Zwingli.[4]

Nelle chiese riformate (di tradizione calvinista) non c'è un sacerdote che debba "consacrare" pane e vino su un "altare", come avviene invece nella chiesa cattolica: gli elementi della Santa Cena sono preparati su un tavolo comune. Normalmente, la Santa Cena non è celebrata ogni domenica: la frequenza e il giorno differiscono da chiesa a chiesa e persino da comunità a comunità (da una volta al mese fino a solo tre o quattro volte all'anno).[5]

  1. ^ Weimar Ausgabe 26, 442; Luther's Works 37, 299-300.
  2. ^ F.L. Cross, ed., The Oxford Dictionary of the Christian Church, seconda ed., (Oxford University Press, 1974), 340 sub loco.
  3. ^ a b Calvino, 1559, Libro IV, Capitolo 17.
  4. ^ Enciclopedia Garzanti, 1990, voce Calvino.
  5. ^ Paolo Ricca, Cena del Signore ogni domenica?, su voceevangelica.ch. URL consultato il 17 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2014).
  • AA. VV., Enciclopedia Garzanti di filosofia e epistemologia, logica formale, linguistica, psicologia, psicoanalisi, pedagogia, antropologia culturale, teologia, religioni, sociologia, Milano, Garzanti, 1990.
  • Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana, 1559.

Voci correlate

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