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Sancha d'Aragona (1285)

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Sancha di Maiorca
Miniatura di Sancha, regina di Napoli
Regina consorte di Napoli
Stemma
Stemma
In carica5 maggio 1309 –
16 gennaio 1343
PredecessoreMaria d'Ungheria
SuccessoreAndrea d'Angiò
(duca di Calabria come consorte di Giovanna I)
Altri titoliDuchessa consorte di Calabria (1297-1309), contessa consorte di Provenza e di Forcalquier, regina titolare consorte di Gerusalemme
Nascita1285
MorteNapoli, 28 luglio 1345
Luogo di sepolturaBasilica di Santa Chiara, Napoli
DinastiaAragona di Maiorca
PadreGiacomo II di Maiorca
MadreEsclarmonde di Foix
ConsorteRoberto d'Angiò
ReligioneCattolicesimo

Sancha o Sancia (1285Napoli, 28 luglio 1345), figlia[1][2][3] quintogenita del re di Maiorca, Giacomo II[4], e di Esclarmonde di Foix, figlia del conte di Foix, Ruggero IV, fu regina consorte di Napoli, come seconda moglie del re Roberto d'Angiò, dal 1309 al 1343, anno della morte del marito. Prima della loro incoronazione, Sancha e Roberto furono creati nel 1246[non chiaro] primi duchi di Calabria. Dopo l'incoronazione, Sancha fu investita anche dei titoli di contessa consorte d'Angiò e del Maine, contessa consorte di Provenza e di Forcalquier, e regina titolare consorte di Gerusalemme.

Busto processionale di Sancia d'Aragona, scultore napoletano del XIX secolo, Museo dell'Opera di Santa Chiara, Basilica di Santa Chiara

Secondo la Cronaca piniatense[5], Sancha, dopo la sorella Isabella (la primera…Isabel…la otra Sancha) era la seconda figlia femmina del re di Maiorca, Giacomo II, e specifica che era sposata al re di Napoli Roberto d'Angiò (del rey Rubert).

Il 17 giugno del 1304, a Collioure, vicino a Perpignano, nella Contea del Rossiglione, Sancha andò in sposa a Roberto d'Angiò[1], il più anziano figlio sopravvissuto di Carlo II d'Angiò e Maria Arpad d'Ungheria, quindi erede al trono di Napoli. Roberto aveva perso all'età di ventisette anni (1302) la sua prima moglie, Iolanda d'Aragona[6], figlia di Pietro III d'Aragona e Costanza di Hohenstaufen.

Alla morte di Carlo II avvenuta il 5 maggio 1309, Roberto gli succedette sul trono e Sancha divenne così regina consorte sino alla morte del marito.
Dal marito ricevette la signoria di Potenza, Venosa, Lanciano, Alessa, San Angelo e Ruvo di Puglia il 2 agosto 1311[1]. Dal padre aveva ricevuto una rilevante dote in denaro[7]. Anche il testamento di sua madre Esclarmonde (Sclarmunda…regina Majoricæ), datato 24 marzo 1312, assicurò un lascito a Sancha (Sanciæ…Reginæ Siciliæ…filiæ nostræ)[1].

Vetrata della Basilica di Santa Chiara raffigurante Sancia d'Aragona

Tutti questi beni andarono a costituire un patrimonio assai ampio, che il marito le lasciò amministrare autonomamente, dandole anche notevole spazio nel governo del regno. Si crearono due curie regie, coordinate e complementari, tali da rafforzarsi a vicenda e da disegnare per la regina un ruolo di effettivo primo piano politico[7].

Regno di Maiorca
Casa di Barcellona

Giacomo I
Giacomo II
Sancho I
Giacomo III
Figli
Giacomo IV
Elisabetta

Il 20 gennaio 1343, Roberto morì e gli succedette la nipote, Giovanna d'Angiò mentre Sancha, per espressa volontà del marito, fu nominata tutrice della neo-regina, che era sedicenne[1]. In questo periodo di reggenza fondò il primo orfanotrofio d'Europa[8].

Poco dopo, costretta a lasciare la corte, la regina Sancha si ritirò nel monastero di Santa Maria della Croce (e non come si crede, Santa Chiara), in Napoli dove, nel 1344, prese i voti e il nome di suor Chiara di Santa Croce[1].

Navata, Basilica di Santa Chiara, Napoli

Sancha mori l'anno dopo il 28 luglio 1345 e fu tumulata nel suo monastero di Santa Maria della Croce[1]. In un secondo tempo la salma fu trasferita nella chiesa di Santa Chiara, dove la sepoltura ora non è però individuata[1].

Pur non essendo stata formalmente oggetto di processo di beatificazione è venerata con il titolo di beata dalla chiesa cattolica, nell'ambito dell'ordine francescano.

Sancha e Roberto non ebbero alcun figlio[9][10][11], se non un piccolo morto infante, anch'egli di nome Roberto[7].

Regno di Maiorca
Casa di Barcellona

Giacomo I
Giacomo II
Sancho I
Giacomo III
Figli
Giacomo IV
Elisabetta
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pietro II d'Aragona Alfonso II d'Aragona  
 
Sancha di Castiglia  
Giacomo I d'Aragona  
Maria di Montpellier Guglielmo VIII di Montpellier  
 
Eudocia Comnena  
Giacomo II di Maiorca  
Andrea II d'Ungheria Béla III d'Ungheria  
 
Agnese d'Antiochia  
Iolanda d'Ungheria  
Iolanda di Courtenay Pietro II di Courtenay  
 
Iolanda di Fiandra  
Sancha d'Aragona  
Ruggero Bernardo II di Foix Raimondo Ruggero di Foix  
 
Filippa di Moncada  
Ruggero IV di Foix  
Ermesinda di Castelbon Arnaldo di Castelbon  
 
Arnalda di Caboet  
Esclarmonde di Foix  
Raimondo Folch IV de Cardona Guglielmo I de Cardona  
 
 
Brunisenda di Cardona  
Agnese di Tarroja  
 
 
 
  1. ^ a b c d e f g h (EN) Charles Cawley, Aragona, Kings [Dinastie reali d'Aragona], su Medieval Lands. A prosopography of medieval European noble and royal families.
  2. ^ (EN) Miroslav Marek, Barcellona 2, su Genealogy.eu.
  3. ^ (DE) Jakob II., König von Mallorca [Giacomo II, re di Maiorca], su Die Genealogie des Mittelalters – Dynastien [La genealogia del Medioevo - Dinastie] (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  4. ^ Giacomo II era figlio di Giacomo I d'Aragona e Iolanda d'Ungheria.
  5. ^ La Cronaca piniatense è una cronaca storiografica, voluta dal re d'Aragona, Pietro IV, del regno di Aragona, dalle sue origini comitali sino alla Corona d'Aragona (1336, morte di Alfonso IV di Aragona).
  6. ^ Iolanda d'Aragona a Roberto d'Angiò aveva dato due figli: Carlo e Luigi.
  7. ^ a b c DBI.
  8. ^ Maria Teresa Iannitto, La ruota della vergogna. La Casa santa dell'Annunziata di Napoli e i figli della Madonna, Napoli, Colonnese, 1999, p. 30, ISBN 88-87501-07-6.
  9. ^ (EN) Sicily/Naples: Counts & Kings [Sicilia/Napoli: Conti e Re] .
  10. ^ (EN) Capet [Capetingi] - Genealogy.
  11. ^ (DE) Robert von Anjou, König von Sizilien (Neapel) [Roberto d'Angiò, re di Sicilia (Napoli)], su Die Genealogie des Mittelalters – Dynastien [La genealogia del Medioevo - Dinastie] (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).

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Controllo di autoritàVIAF (EN64887557 · ISNI (EN0000 0000 1259 0299 · BAV 495/360921 · CERL cnp00569337 · GND (DE122383745