Sali di litio
Sali di litio | |
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Caratteristiche generali | |
DrugBank | DBDB01356 |
Indicazioni di sicurezza | |
I sali di litio sono considerati efficaci nel trattare il 60-80% dei casi di mania e ipomania in fase acuta e di mantenimento.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni Venti il composto è stato impiegato ad uso anticonvulsivante, sedativo e ipnotico mentre il cloruro di litio è stato impiegato alla fine del 1940 come sostituto del cloruro di sodio nei pazienti cardiopatici producendo casi di gravi intossicazioni e morte.
Nello stesso periodo un ricercatore australiano (J. Cade) notò la letargia che il litio induceva sulle cavie e in via sperimentale lo somministrò a pazienti con disturbi di tipo maniacale con sorprendenti risultati ma i precedenti casi di morte rinviarono di oltre venti anni il suo utilizzo come un trattamento efficace per la mania; solo verso la fine del 1960 negli Stati Uniti venne introdotto da S. Gershon nella terapia del disturbo bipolare.
Indicazioni
[modifica | modifica wikitesto]Oggi i sali di litio sono ancora considerati la terapia standard nel trattare il disturbo bipolare nonostante siano stati riconosciuti i limiti di utilizzo e la disponibilità di nuove molecole alternative.
Calcolo della dose terapeutica
[modifica | modifica wikitesto]Per calcolare la dose terapeutica del litio (ione inorganico) occorre controllare attentamente le sue concentrazioni plasmatiche avendo una "finestra terapeutica" molto ristretta al di sotto della quale non vi è effetto terapeutico e al di sopra della quale vi è un prevalere degli effetti collaterali e della tossicità. Si afferma che l'effetto terapeutico di inizio terapia viene raggiunto tra 0,8 e 1,4 mg/L raggiungendo la tossicità a livelli superiori a 2 mg/L
Tossicità ed effetti collaterali
[modifica | modifica wikitesto]Le concentrazioni plasmatiche del litio sono, generalmente, correlate con l'insorgenza e l'intensità degli effetti collaterali.
- A concentrazioni di 1,0 mEq/L, e superiori, si manifestano gli effetti collaterali maggiori tra i quali i più importanti coinvolgono i reni, la tiroide, l'apparato gastrointestinale, la cute, il sistema cardiovascolare e il sistema nervoso.
- A concentrazioni di 1,5-2,0 mEq/L gli effetti collaterali a carico del sistema gastroenterico sono: vomito, nausea, dolore addominale, diarrea, a carico del sistema nervoso: letargia, vertigini, tremori fini, atassia, difficoltà nell'eloquio, debolezza muscolare e nistagmo.
- A concentrazioni superiori a 2,0 mEq/L si verifica astenia, la funzione della tiroide viene inibita, debolezza muscolare, tremore ingravescente, eloquio inceppato, attività motoria anomala, convulsioni, psicosi.
- A concentrazioni sopra i 2.5 mEq/L la tossicità comprende: rigidità muscolare, coma, insufficienza renale, aritmie cardiache e morte.
Trattamento dell'avvelenamento da litio
[modifica | modifica wikitesto]Non vi è alcun antidoto al litio. La sospensione della somministrazione del farmaco, la infusione di liquidi contenenti sodio, nel caso la lavanda gastrica, l'emodialisi, terapia antiepilettica e diuretica, sono il trattamento contro l'avvelenamento o il sovradosaggio del litio.
Alternative farmacologiche al litio
[modifica | modifica wikitesto]Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) lithium, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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