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Romy Schneider

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Romy Schneider

Romy Schneider, pseudonimo di Rosemarie Magdalena Albach (Vienna, 23 settembre 1938Parigi, 29 maggio 1982), è stata un'attrice austriaca naturalizzata francese.

Fu una delle più importanti attrici europee della sua generazione, celebre anche per la grande bellezza e l'espressività. Lavorò con alcuni dei più importanti registi della sua epoca.[1][2][3]

Romy e Magda
Romy Schneider in uno scatto di scena de La principessa Sissi (1955)

Nata nella Vienna post-Anschluss, Romy Schneider era figlia della tedesca Magda Schneider[4] e dell'austriaco Wolf Albach-Retty, attori di successo in Austria. Dopo un periodo trascorso in collegio, in cui dimostrò un certo talento per la pittura, tornò in famiglia a Vienna. La madre nel frattempo aveva contratto un secondo matrimonio con un pasticciere di Colonia, in Germania, dove da quel momento visse la famiglia.[5]

Nonostante non ne fosse convinta, Romy Schneider fu fortemente influenzata dalla madre nell'intraprendere la carriera cinematografica. Apparve per la prima volta sullo schermo all'età di soli 15 anni, nel film Fiori di lillà (1953) di Hans Deppe. Ottenne il suo primo successo[5] l'anno successivo con L'amore di una grande regina (1954) di Ernst Marischka, un film sulla giovinezza della Regina Vittoria, dove venne accreditata con il nome d'arte di Romy Schneider, prendendo quindi il cognome della madre, e non quello del padre, che era Albach-Retty. Il ruolo della baronessa Lehzen, fedele governante della regina Vittoria, venne interpretato proprio da Magda, che durante la prima parte della carriera della figlia, ricoprirà più volte il ruolo di madre e zia in film successivi, tra cui i più famosi sono quelli della trilogia di Sissi[6], dedicati all'Imperatrice d'Austria Elisabetta. Prodotti nel triennio 1955-1957, le pellicole consentirono a Romy Schneider di ottenere un'immensa popolarità, grazie alla freschezza e all'ingenuità che l'attrice seppe infondere nel personaggio. Ancora oggi i tre film sono riproposti spesso in televisione, a dimostrazione del loro perdurante successo. Per il grande pubblico che ignora le interpretazioni della seconda parte della carriera dell'attrice, Romy Schneider è semplicemente identificata come "Sissi".

Romy Schneider a Venezia nel 1957

Ai film della trilogia di Sissi seguirono o si inframmezzarono altri lavori più o meno dello stesso tenore, favole romantiche a lieto fine, o commedie divertenti, in cui l'attrice interpretò sempre la parte della fanciulla pura, onesta e allegra, magari solo sfiorata da tentazioni, come in Eva. Confidenze di una minorenne (1958) di Rolf Thiele, ruolo che aveva interpretato anche la madre nel film Eva (1935). Durante questi primi anni di carriera, Magda guidò la figlia nella scelta dei ruoli cinematografici e curò la sua immagine, mentre il patrigno gestì gli aspetti finanziari.

Romy Schneider sul set de La Califfa (1970)

Già alla fine degli anni cinquanta l'attrice incominciò a manifestare una certa insofferenza ai ruoli leggeri fino ad allora interpretati. Rifiutò infatti di girare un quarto film sulla vita di Sissi, già in preparazione. Più tardi confesserà a Karlheinz Böhm, l'attore che interpretava il ruolo di Francesco Giuseppe e con cui rimase sempre in amicizia, di vergognarsi profondamente dei film girati in quel periodo. In un'intervista pubblicata in Italia su la Repubblica, Böhm dichiarò di ritenere che questa insoddisfazione di fondo fosse diventata con il tempo un peso per l'attrice e che avesse contribuito (insieme con altri fattori molto più determinanti) a condurla all'alcolismo e alla depressione che l'afflissero nell'ultimo periodo della sua vita, prima della tragica fine.

La svolta nella carriera della Schneider giunse con il film L'amante pura (1958) di Pierre Gaspard-Huit. Durante la lavorazione conobbe Alain Delon e con lui ebbe una lunga relazione sentimentale, trasferendosi a Parigi. Dopo aver recitato in inglese ne Il processo (1962) di Orson Welles, facendosi notare accanto ad Anthony Perkins, Jeanne Moreau ed Elsa Martinelli, recitò in vari film hollywoodiani come Il cardinale (1963) di Otto Preminger, Scusa, me lo presti tuo marito? (1964) di David Swift, in coppia con Jack Lemmon, nel cult Ciao Pussycat (1965) di Clive Donner, con Peter O'Toole e Woody Allen, e Alle 10:30 di una sera d'estate (1966) di Jules Dassin, al fianco di Peter Finch e Melina Merkouri. In seguito la Schneider apparve prevalentemente in film di produzione francese e italiana, come La piscina (1968) di Jacques Deray in cui ritrovò Alain Delon, La Califfa (1970) di Alberto Bevilacqua, L'amante (1970) di Claude Sautet, L'assassinio di Trotsky (1972) di Joseph Losey, Ludwig (1973) di Luchino Visconti, dove fu una più matura e accorata Elisabetta di Baviera, ben diversa dalla spensierata Sissi degli esordi, Una donna alla finestra (1976) di Pierre Granier-Deferre e La morte in diretta (1980) di Bertrand Tavernier, distinguendosi per la luminosa bellezza e il temperamento drammatico.

Nel frattempo, dopo la rottura con Delon nel 1964[7], la vita sentimentale dell'attrice fu tormentata e complicata dal fallimento di due matrimoni, eventi che la portarono a depressione e alcolismo, malgrado la nascita di due figli, David, nato il 3 dicembre 1966 dal primo matrimonio con il regista Harry Meyen, e Sarah, nata il 21 luglio 1977 dalla seconda unione con il giornalista italo-francese Daniel Biasini, e divenuta anch'essa attrice. La fragilità e l'equilibrio emotivo dell'attrice vennero ulteriormente compromessi dalla scomparsa del primo marito Harry Meyen, impiccatosi nel 1979 nella sua casa di Amburgo. Quello stesso anno prese parte a Linea di sangue di Terence Young, il suo ultimo film di produzione americana.

La tomba di Romy Schneider e di David, a Boissy-sans-Avoir

Inquietante e toccante, il film Fantasma d'amore (1981) di Dino Risi contiene segni premonitori del tragico epilogo cui l'attrice andò incontro nella vita reale. Ormai segnata dall'alcol, dall'asportazione di un rene a causa di un tumore e, soprattutto, dalla tragica scomparsa del quattordicenne figlio David (morto il 5 luglio 1981 dopo essere rimasto infilzato in un cancello che tentava di scavalcare a casa dei nonni[8]), la Schneider fu trovata morta il 29 maggio 1982[9] nella casa parigina del produttore Laurent Petin, al quale era legata da circa un anno. Aveva 43 anni[10]. All'inizio la voce di un suicidio[11] ebbe molta diffusione, ma dopo l'autopsia venne stabilita come causa del decesso un fatale arresto cardiaco. È sepolta[12] accanto al figlio David, a Boissy-sans-Avoir, paesino vicino alla capitale francese.

Secondo un articolo del 21 dicembre 2009 del quotidiano tedesco Bild,[13] dal 1976 sino alla morte la Schneider fu vittima di spionaggio da parte della Stasi, i servizi segreti della DDR, per il suo sostegno a un comitato d'opposizione. In effetti l'attrice[14], nota per la sua generosità e per il sostegno che dava a diverse iniziative umanitarie e di beneficenza, aiutò un movimento d'opposizione nell'allora DDR[15].

Riconoscimenti

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  • Bravo Otto
    • 1957 – Candidatura alla migliore attrice
    • 1958 – Migliore attrice
    • 1959 – Candidatura alla migliore attrice
    • 1971 – Candidatura alla migliore attrice
    • 1972 – Candidatura alla migliore attrice
    • 1977 – Candidatura alla migliore attrice

Doppiatrici italiane

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Nelle versioni in italiano dei suoi film, Romy Schneider è stata doppiata da:

  • Maria Pia Di Meo in Sissi - Il destino di un'imperatrice, Il cardinale, Scusa, me lo presti tuo marito?, La piscina, Ludwig, Il montone infuriato, Male D'Amore, L'importante è amare, Frau Marlene, Una donna alla finestra, Guardato a vista, La morte in diretta, La signora è di passaggio
  • Rita Savagnone in La principessa Sissi, Sissi - La giovane imperatrice, La Califfa, Linea di sangue
  • Fiorella Betti in L'amante pura, Il processo, Agli ordini del Führer e al servizio di Sua Maestà, L'incredibile affare Kopcenko
  • Vittoria Febbi in Noi due senza domani, Gli innocenti dalle mani sporche, Chiaro di donna, Fantasma d'amore
  • Claudia Giannotti in Il commissario Pellissier, È simpatico, ma gli romperei il muso, L'amante, Il cadavere dagli artigli d'acciaio
  • Adriana Asti in Boccaccio '70
  • Valeria Valeri in Ciao Pussycat
  • Valeria Perilli in Gruppenbild mit Dame
  • Melina Martello in Una donna semplice
  • Noemi Gifuni in La banchiera
  • Cristiana Lionello nei ridoppiaggi televisivi de L'amore di una grande regina, La principessa Sissi, Sissi - La giovane imperatrice, Sissi - Il destino di un'imperatrice
  1. ^ Romy Schneider: 38 anni fa l'addio a Sissi, attrice dalla vita tragica e stellare, su la Repubblica, 29 maggio 2020. URL consultato il 14 settembre 2021.
  2. ^ Romy Schneider, attrice: biografia e curiosità, su DiLei, 9 settembre 2016. URL consultato il 14 settembre 2021.
  3. ^ SCHNEIDER, Romy in "Enciclopedia del Cinema", su treccani.it. URL consultato il 14 settembre 2021.
  4. ^ (EN) Magda Schneider, su findagrave.com.
  5. ^ a b Romy Schneider, su pipole.net. URL consultato il 4 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2007).
  6. ^ (DE) Romy Schneider – Bilder einer Ikone, su wieninternational.at. URL consultato il 4 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2007).
  7. ^ Antonella Catena, Alain Delon e Romy Schneider: le foto più belle della loro bruciante storia d'amore, su amica.it, 10 agosto 2020.
  8. ^ II figlio di Romy Schneider s'uccide su una cancellata, in La Stampa, 7 luglio 1981, p. 7.
  9. ^ Santi Urso, Delon-Romy, la lettera choc e la love story, su marilyn.corriere.it, 8 novembre 2015.
  10. ^ Fulvia Caprara, Romy Schneider, il destino maledetto della principessa triste, su lastampa.it, 4 agosto 2011.
  11. ^ (FR) Marie Desnos, "Romy Schneider ne s'est pas suicidée", su parismatch.com, 2 giugno 2012.
  12. ^ Profanata la tomba di Romy Schneider, l'attrice che interpretò la principessa Sissi, su lastampa.it, 1º maggio 2007.
  13. ^ (DE) H.W. Saure, Die Akte Romy Schneider - So geriet Sissi ins Visier der Stasi, in Bild, 21 dicembre 2009.
  14. ^ (DE) Romy Schneider, su swr.de. URL consultato il 4 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2019).
  15. ^ Stasi spiava Sissi-Romy Schneider, su ANSA, 21 dicembre 2009.
  • Hildegard Knef, Romy Schneider. Il racconto appassionato di un mito, collana Superstar, Gremese Editore, 2011, ISBN 9788884406811.
  • (DE) Hans-Jürgen Tast, Romy Schneider. Ein Leben auf Titelseiten, Schellerten, 2008, ISBN 978-3-88842-036-8.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Premio César per la migliore attrice Successore
1976
per L'importante è amare
Annie Girardot
per Il caso del dottor Gailland
I
Simone Signoret
per La vita davanti a sé
1979
per Una donna semplice
Miou-Miou
per La dérobade - Vita e rabbia di una prostituta parigina
II
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