Publio Minucio Augurino
Publio Minucio Augurino | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Publius Minucius Augurinus |
Nascita | 525 a.C. circa Roma |
Morte | 492 a.C. circa |
Gens | Gens Minucia |
Consolato | 492 a.C. |
Publio Minucio Augurino, in latino Publius Minucius Augurinus (Roma, 525 a.C. circa – 492 a.C. circa), è stato un politico romano
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Console nel 492 a.C. con il collega Tito Geganio Macerino[1], era il fratello di Marco Minucio Augurino, console nel 497 e nel 491 a.C. Ebbe due figli, che a loro volta raggiunsero la carica di console: Lucio Minucio Esquilino Augurino, suffetto nel 458 a.C. e Quinto Minucio Esquilino Augurino, console nel 457 a.C.
Come racconta Livio[2], il 492 a.C. non vi fu alcuna guerra e non vi furono altre sommosse popolari, ma i consoli dovettero fronteggiare l'emergenza alimentare derivante dall'abbandono dei campi; per questo i consoli inviarono delle delegazioni in giro per l'Italia per acquistare del grano.
A Cuma, il tiranno Aristodemo trattenne le navi come forma di indennizzo perché era l'erede di Tarquinio il Superbo; presso i Volsci ed i loro vicini fu addirittura impossibile negoziare, ed il grano dovette essere acquistato in Etruria ed in Sicilia.
«...Quell'anno, non essendoci più nessuna preoccupazione militare ed essendo stato composto ogni motivo di urto all'interno, una calamità di ben altra portata si abbatté su Roma: la mancanza di generi alimentari, dovuta al fatto che i campi erano rimasti incolti durante la secessione della plebe, poi la fame, come succede alle città in stato d'assedio. Per gli schiavi e soprattutto per la plebe avrebbe voluto dire morte se i consoli non avessero provveduto mandando degli emissari a racimolare frumento dovunque, non solo lungo la costa etrusca a nord di Ostia e a sud superando via mare le terre dei Volsci fino giù a Cuma, ma addirittura in Sicilia, tanto lontano li aveva costretti a cercare aiuto l'odio dei popoli confinanti......»
Inoltre, per fronteggiare una possibile nuova guerra contro i Volsci, rafforzarono la colonia di Velitrae e costruirono una nuova colonia a Norba.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dionigi, Antichità romane, lib. VII, § 1.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe Condita Libri, II.xxxiv.
Voci correlate
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