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Psyché

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Disambiguazione – "Psyche" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Psyche (disambigua).

Il termine psyché (in greco antico: ψυχή?) indica in greco antico una delle nozioni portanti dell'intero mondo classico, che si avvicina al lemma moderno di "anima"[1]. La resa del termine in lingua italiana, come in qualsiasi altra lingua moderna, risulta piuttosto difficoltosa in quanto non riuscirebbe a coprirne l'intera area semantica[1].

L'unione e la distinzione tra psyché e thumos

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Richard Broxton Onians (1899-1986)[2] rileva come ψυχή venga comunemente intesa come "anima-respiro", ma come anche lo stesso termine sia spesso correlato a quello di θυμός (thumos) dall'analogo significato.[3]

In altri casi, invece, è ben evidente che i due elementi siano di differente significato; ad esempio:

(GRC)

«ἀλλὰ τὰ μέν τε πυρὸς κρατερὸν μένος αἰθομένοιο
δαμνᾷ, ἐπεί κε πρῶτα λίπῃ λεύκ' ὀστέα θυμός,
ψυχὴ δ' ἠΰτ' ὄνειρος ἀποπταμένη πεπότηται»

(IT)

«ma la furia impetuosa del fuoco ardente
li disfa non appena θυμός abbandoni le bianche ossa
e la ψυχὴ come un'immagine di sogno vola via.»

o ancora

(GRC)

«πολλοὺς γὰρ τόδε τόξον ἀριστῆας κεκαδήσει
θυμοῦ καὶ ψυχῆς»

(IT)

«Quest'arco priverà molti valenti
del θυμός e della ψυχή»

In tal senso thumos viene usato quando questi è racchiuso nei polmoni (ritenuti organi dell'intelligenza) come un elemento caldo; il termine diviene invece psyché quando abbandona il corpo con l'ultimo respiro, divenendo un elemento freddo[4]. L'uomo, integro e intero durante la vita, si scinde, lasciando dietro il corpo che si corrompe e liberando la psyché[5].

Ma accade anche che thumos e psyché lascino insieme il corpo, tuttavia psyché lo abbandona giungendo nell'Ade come "un fantasma visto in sogno" (in greco antico: ἠύτ ὄνειρος?), mentre thumos viene distrutto dalla morte.

Onians ricorda come la psyché sia associata, come luogo, alla testa da dove veniva espirata, e che essa corrisponde piuttosto alla skiá (σκιά, ombra) come descritta nell'Odissea[6] piuttosto che all'anima-respiro (rientrando così nell'ambito del thumos).

I significati di psyché in Platone

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Sull'evoluzione dei significati di psyché è indicativo quanto afferma Platone:

(GRC)

«ἶεν. ἄγει μὲν δὴ ψυχὴ πάντα τὰ κατ᾽ οὐρανὸν καὶ γῆν καὶ θάλατταν ταῖς αὑτῆς κινήσεσιν, αἷς ὀνόματά ἐστιν βούλεσθαι, σκοπεῖσθαι, ἐπιμελεῖσθαι, βουλεύεσθαι, δοξάζειν ὀρθῶς ἐψευσμένως, χαίρουσαν λυπουμένην, θαρροῦσαν φοβουμένην, μισοῦσαν στέργουσαν, καὶ πάσαις ὅσαι τούτων συγγενεῖς ἢ πρωτουργοὶ κινήσεις τὰς δευτερουργοὺς αὖ παραλαμβάνουσαι κινήσεις σωμάτων ἄγουσι πάντα εἰς αὔξησιν καὶ φθίσιν καὶ διάκρισιν καὶ σύγκρισιν καὶ τούτοις ἑπομένας θερμότητας ψύξεις, βαρύτητας κουφότητας, σκληρὸν καὶ μαλακόν, λευκὸν καὶ μέλαν, αὐστηρὸν καὶ γλυκύ [7]»

(IT)

«Ebbene ψυχὴ dirige ogni cosa, tutte le realtà celesti, terrestri, marine, grazie ai suoi propri movimenti, i quali hanno un nome: volere, analizzare, avere cura, prender decisioni, giudicare bene e male, provar dolore e gioia, coraggio e paura, odio e amore, e tutti gli altri moti che possono essere assimilati a questi e che costituiscono i movimenti primari, guide di quelli secondari - i moti dei corpi - e determinanti in ogni cosa la crescita e la diminuzione, la separazione, e l'unione con quel che ne segue, ossia il caldo e il freddo, il pesante e il leggero, il bianco e il nero, l'aspro e il dolce»

  1. ^ a b Giovanni Reale, Storia della filosofia greca e romana, vol.9, Milano, Bompiani, 2004, p. 286.
  2. ^ R. B. Onians, The Origins of European Thought, Cambridge, Cambridge University Press, 1951.
  3. ^ Iliade, XXII 467-75 e V, 696 e segg. Ma vedi anche Iliade VII, 131 dove Nestore sostiene che qualora Achille fosse venuto a sapere del terrore degli Achei nei confronti di Ettore avrebbe pregato gli dèi di inviare il suo θυμός all'Ade mentre, in questo contesto è, in genere, la ψυχή ad essere indicata.
  4. ^ R. B. Onians, The Origins of European Thought, Cambridge, Cambridge University Press, 1951
  5. ^

    «La psiche, secondo la concezione omerica, non somiglia affatto a ciò che noi, in opposizione al corpo, sogliamo chiamare "spirito". Tutte le funzioni dello "spirito umano", nel senso più ampio della parola, denominate variamente dal poeta, sono attive, anzi sono possibili, soltanto finché l'uomo vive. Al sopraggiungere della morte, l'uomo che costituiva un tutto completo, si scinde: il corpo, cioè il cadavere, diventa "terra insensibile", si corrompe; la psiche perdura intatta. Ma essa non salva lo spirito e le forze di lui, più che non salvi il cadavere; quando lo spirito e gli organi l'abbandonano, si dice ch'ella è priva di sensi: tutte le forze della volontà, del sentimento e del pensiero spariscono colla scomposizione dell'uomo nelle sue parti costitutive.»

  6. ^ Omero, Odissea, X, 495, XI, 207.
  7. ^ Platone, Leggi X 896E-897A

Voci correlate

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