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Portale:Antica Grecia/Z/Arsinoe II

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Arsinoe II (in greco antico Ἀρσινόη; Menfi o Alessandria d'Egitto, 316 a.C. circa – Alessandria d'Egitto, 268 a.C. circa) è stata una regina antico macedone, sovrana di Macedonia e di Tracia e successivamente d'Egitto.

Nacque in Egitto intorno al 316 a.C. da genitori entrambi macedoni, Tolomeo I e Berenice I. Nel 299 a.C. sposò Lisimaco, re di Tracia ed in seguito di Macedonia. Come regina, controllò politicamente diverse città, tra le quali Eraclea Pontica ed Efeso, e fece costruire la Rotonda del Santuario dei Grandi Dei di Samotracia, il più grande edificio chiuso a pianta circolare dell'antichità greca. Nel 281 a.C., dopo la morte in battaglia del marito, fuggì in maniera rocambolesca da Efeso a Cassandria in Macedonia e sposò il fratellastro Tolomeo Cerauno, che nel frattempo era diventato re di Tracia. Poco tempo dopo il matrimonio Cerauno uccise due dei figli di Arsinoe (280 a.C.) e cacciò la regina dalla Macedonia. Arsinoe si rifugiò prima nell'isola di Samotracia e poi ad Alessandria presso suo fratello Tolomeo II, che era salito sul trono d'Egitto. Sposò Tolomeo nel 275 a.C. e i due fratelli furono chiamati "Philadelphoi" (in greco antico: Φιλάδελφοι?, "fratelli-amanti").

Come "regina dell'alto e del basso Egitto", Arsinoe condivise tutti i titoli regali del fratello, col quale appare nei ritratti monetali dell'epoca. Ebbe anche un ruolo predominante nella politica estera, sia nelle fasi finali della prima guerra siriaca (274-271 a.C.) che negli antefatti della guerra cremonidea. Un decreto ateniese del 268 a.C. contiene infatti la prima attestazione scritta del mondo classico che testimonia la partecipazione attiva di una donna alla politica internazionale. Il Papiro di Milano, scoperto nel 1992, testimonia che la regina vinse tre gare olimpiche di corsa dei carri, probabilmente nel 272 a.C.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 268 a.C. circa, Tolomeo II continuò a menzionarla nei documenti ufficiali e a raffigurarla nella monetazione. Le dedicò inoltre un tempio ad Alessandria ed uno a Menfi ed intitolò diverse città col suo nome. In suo onore istituì infine un culto ufficiale di stato che perdurò per due secoli.

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