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Pomerania svedese

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Pomerania svedese
Pomerania svedese – Bandiera
Pomerania svedese - Stemma
Pomerania svedese - Localizzazione
Pomerania svedese - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome ufficialeSvenska Pommern
Schwedisch Pommern
Lingue parlatetedesco
CapitaleStettino (1630-1720)
Greifswald (1720-1814)
Dipendente daRegno di Svezia
Sacro Romano Impero
Politica
Forma di governoducato
Nascita1630 con Gustavo Adolfo
CausaPassaggio alla Svezia col Trattato di Stettino
Fine1815 con Carlo XIII
CausaPassaggio alla Prussia
Territorio e popolazione
Economia
Valutatallero di Pomerania
Commerci conSvezia, Sacro Romano Impero, Meclemburgo, Prussia
Religione e società
Religioni preminentiluteranesimo
Religione di Statoluteranesimo
Religioni minoritariecattolicesimo, cristianesimo ortodosso, ebraismo
Classi socialipatrizi, clero, cittadini, popolo
Evoluzione storica
Preceduto da Ducato di Pomerania
Succeduto da Provincia della Pomerania

La Pomerania svedese è una parte della Pomerania tedesca, che dal 1630 al 1815 appartenne all'Impero svedese. Essa era posta lungo la costa del Baltico tra le attuali Germania e Polonia. A seguito della guerra polacca e dell'intervento svedese della guerra dei trent'anni, la Svezia estese il proprio controllo anche alle terre del Baltico meridionale tra le quali la Pomerania e parti della Lituania e della Prussia (dominium maris baltici).

Vicende antecedenti alla guerra dei trent'anni

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La Pomerania nel XVII secolo (Blaeu-Atlas)

Il ducato di Pomerania consisteva all'inizio del XVII secolo nella parte di principato di Pomerania-Stettino, che principalmente racchiudeva la Pomerania posteriore ad est dell'Oder e la Pomerania anteriore ad ovest dell'Oder. La Svezia intervenne per la prima volta nel 1628 con la difesa di Stralsund nella guerra dei trent'anni (1618–1648). Nel 1630 essa occupò in primavera prima l'isola di Rügen, sbarcò poi in giugno con il re di Svezia Gustavo Adolfo II sull'isola di Usedom e spinse subito dopo le truppe imperiali di occupazione dal ducato fino all'estate del 1631.

Con il trattato di alleanza di Stettino, stipulato con il duca di Pomerania, Boghislao XIV (che fu retrodatato al 10 luglio 1630, giorno dello sbarco svedese), Gustavo Adolfo si fece garantire da Boghislao la successione in Pomerania nel caso in cui il successore previsto, Giorgio Guglielmo di Brandeburgo, che era anche Principe elettore del Brandeburgo, dopo l'atteso decesso del duca senza eredi, non adempisse alle richieste svedesi di riconoscimento della sovranità svedese sul territorio. Nel 1638, l'anno successivo alla morte di Boghislao, la Svezia completò la sua occupazione della Pomerania insediandovi come primo governatore il colonnello Johan Banér. Alle sue dipendenze furono nominati due vicegovernatori: uno per la Pomerania anteriore ed uno per la Pomerania posteriore. Dopo faticose trattative con il Brandeburgo, che ottenne in cambio fra l'altro l'arcidiocesi di Magdeburgo e la diocesi di Halberstadt, si giunse nel 1648 alla Pace di Vestfalia ed alla spartizione: la Pomerania posteriore andò alla Marca di Brandeburgo, mentre il Regno di Svezia ottenne l'intera Pomerania Anteriore (Pomerania Anteriore Orientale e Pomerania Anteriore Settentrionale), l'isola di Rügen, la zona dell'estuario dell'Oder più una striscia di terra ad est del fiume stesso. L'effettiva definizione dei confini avvenne definita, dopo ulteriori faticose trattative fra Brandeburgo e Svezia, solo nel 1652 con il concordato di Stettino.

Il dominio svedese

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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di Pomerania.
Gustavo Adolfo di Svezia
L'ex Ducato di Pomerania diviso fra Impero svedese e il Brandeburgo dopo il trattato di Stettino del 1653. La Pomerania svedese è indicata in blu, quella brandeburghese in arancione.
Pomerania Posteriore (situazione della zona dopo il 1679) in giallo

Gli svedesi ricevettero i territori della Pomerania come feudo del regno, cioè i re svedesi vi regnavano con il titolo ed il diritto dei precedenti duchi della dinastia dei Greifen. Tuttavia solo alcuni anni dopo il re svedese ebbe l'investitura e l'unificazione delle classi sociali (Stati).

Infatti nel 1663, con l'approvazione della forma di governo, in presenza di una stesura riveduta e l'approvazione della Regolamentazione del potere del 1634 e la conclusiva resa degli onori da parte delle classi sociali, la Pomerania svedese ebbe la formale inclusione del territorio nell'Impero svedese. Sotto questa forma di diritto pubblico ogni parte della Pomerania appartenne dal 1648 fino al 1806 alla Svezia e sottostava ad un governatore che veniva nominato dal Re di Svezia e doveva appartenere all'alta nobiltà svedese. Il tribunale di livello più elevato del territorio svedese sul continente europeo fu dal 1653 il Tribunale Supremo con sede a Wismar.

L'appartenenza alla Svezia aveva tuttavia lo svantaggio, che non appena la Svezia veniva coinvolta in una guerra sul continente, anche la Pomerania ne veniva coinvolta. Già nella seconda guerra del nord (dal 1655 al 1660) la Pomerania ne divenne teatro di guerra.

Solo pochi anni dopo, nella guerra suedo-brandeburghese (dal 1674 al 1679) la Pomerania svedese dovette essere completamente abbandonata dalla Svezia, come avvenne nella Campagna di Pomerania (1715-1716), parte della grande guerra del Nord.

Con il trattato di Saint-Germain-en-Laye, firmato il 29 giugno 1679, tra la Francia e il principe elettore di Brandeburgo, gli svedesi poterono rientrare in Pomerania ma dovettero rinunciare a favore del Brandeburgo, a gran parte dei territori ad est dell'Oder.

La Pomerania anteriore settentrionale fino al fiume Peene fu presa in possesso dal 1715 da re di Danimarca Federico IV, mentre i prussiani mantennero il controllo della parte meridionale e quello delle isole sull'Oder.

I danesi pianificarono a lunga scadenza l'annessione del Principato di Rügen[1] Con la pace di Stoccolma (1º febbraio 1720) essi dovettero restituire il territorio alla Svezia mentre le terre a sud del fiume Peene rimasero in possesso prussiano.[2] Dal 1720 la Pomerania svedese si ridusse al solo territorio del principato di Rügen ed alla parte della Pomerania Anteriore a nord del fiume Peene.

Nel corso dello scioglimento dell'antico impero, nel 1806, cambiò anche la posizione giuridica della Pomerania svedese. Poiché le classi sociali si rifiutarono di approvare la formazione, voluta dal re Gustavo Adolfo di Svezia, di un esercito territoriale, fu revocata il 26 luglio 1806 la Costituzione in vigore fino ad allora e l'appartenenza della Pomerania svedese al regno di Svezia. Questo territorio uscì ancor prima della costituzione della Confederazione del Reno e dell'abolizione della corona imperiale romana da parte dell'imperatore d'Austria Francesco II, dall'alleanza imperiale.

L'adozione prevista da parte del Parlamento di Greifswald della Costituzione svedese a partire dall'agosto 1806 e le numerose riforme nel sistema giudiziario, fra le quali l'abolizione della servitù della gleba, e di quello amministrativo, ebbero luogo solo con molto ritardo a causa dell'occupazione francese del 1807.

Passaggio alla Prussia

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La pomerania svedese nel 1812

Dopo la duplice occupazione da parte della Francia napoleonica e dei suoi alleati dal 1807 al 1810 e dal 1812 al 1813, la Svezia riottenne temporaneamente la provincia rimastale e pose in atto dal 1810, almeno in parte, le riforme previste fin dal 1806. Nel 1813 la Svezia occupò, nel corso della campagna contro la Danimarca, la Norvegia. Con il trattato di Kiel[3] (14 gennaio 1814) fu prospettata alla Danimarca, in contropartita, l'acquisizione della Pomerania svedese. Dato tuttavia che la Danimarca non era in grado di pagare alla Svezia i danni di guerra, la Prussia colse il momento favorevole del Congresso di Vienna e concordò lo scambio della Pomerania svedese con la cessione del Ducato di Sassonia-Lauenburg alla Danimarca e si assunse il debito di guerra danese nei confronti della Svezia.

La consegna tramite il governatore svedese al ministro plenipotenziario prussiano ebbe luogo nell'ottobre 1815. In base alle garanzie concordate sull'ordinamento giuridico, il territorio incorporato nella provincia prussiana di Pomerania ebbe per lungo tempo, come provincia di Stralsund, un trattamento giuridico speciale. Nel linguaggio corrente venne l'uso comune di indicare il territorio come Nuova Pomerania anteriore o Nuova Pomerania e Rügen.

La sovranità svedese sul territorio di Wismar finì nel 1803, quando il regno diede in pegno la città per 99 anni al Ducato di Meclemburgo-Schwerin. Infine Wismar ed i territori circostanti tornarono nel 1903 alla Germania, allorché la Svezia rinunciò contrattualmente al diritto di riscatto.

Suddivisioni amministrative

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Il ducato sotto il governo svedese era suddiviso:

La popolazione della Pomerania Svedese era di 82.827 abitanti nel 1764 (58.682 rurali, 24.145 cittadini, il 40% della popolazione era costituito da servi della gleba);[4] 89.000 nel 1766, 113.000 nel 1802, con un quarto della popolazione residente sull'isola di Rügen, sino a raggiungere i 118.112 nel 1805 (79.087 rurali di cui 46·190 servi della gleba, e 39.025 cittadini).[4] Dopo quest'ultimo censimento la servitù della gleba venne abolita.

Elenco dei governatori generali

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[5]

Governatori generali danesi (1715–1721)

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Governatori generali francesi (1807–1813

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  1. ^ Il principato di Rügen comprendeva, oltre all'isola dalla quale prendeva il nome, una parte di terraferma, con le città di Stralsund e Barth e che si estendeva verso sud, lungo la costa baltica fin quasi alla città di Greifswald.
  2. ^ (DE) Jens E. Olesen, Auswirkungen der dänischen Herrschaft auf Verständnis und Praxis der Tribunalstätigkeit., In: Dirk Alvermann, Jürgen Regge (Hrsg): Justitia in Pommern. LIT-Verlag, Berlin-Hamburg-Münster 2004, ISBN 3-8258-8218-7, S. 111–132
  3. ^ Vittorio Criscuolo, Il Congresso di Vienna, Il Mulino, p. 16, ISBN 9788815250636.
  4. ^ a b Jan M Piskorski, Pommern im Wandel der Zeit, 1999, p.191, ISBN 83-906184-8-6
  5. ^ a b c d e (DE) Petrick, Fritz (a cura di), Rügens Schwedenzeit 1648–1815, Rügens Geschichte von den Anfängen bis zur Gegenwart in fünf Teilen, vol. 3, Putbus, Rügendruck, 2009, p. 18, ISBN 978-3-9808999-6-3.
  6. ^ (DE) Jens Olesen, Auswirkungen der dänischen Herrschaft auf Verständnis und Praxis der Tribunalstätigkeit, pages 111-132, in Alvermann, Dirk; Regge, Jürgen (a cura di), Justitia in Pommern, Geschichte, vol. 63, Berlin-Hamburg-Münster, LIT, 2004, pp. 117, 130, ISBN 3-8258-8218-7.
  • Hellmut Backhaus, Reichsterritorium und schwedische Provinz. Vorpommern unter Karls XI. Vormündern (1660–1672) (Veröffentlichungen des Max-Planck-Instituts für Geschichte, Bd. 25) ISBN 3-525-35330-8.
  • Reinhart Berger, Rechtsgeschichte der schwedischen Herrschaft in Vorpommern. Würzburg 1936.
  • Werner Buchholz, Schwedisch–Pommern als Territorium des Deutschen Reiches 1648–1806. In: Zeitschrift für Neuere Rechtsgeschichte. Band 12, 1990, S. 14–33.
  • Werner Buchholz, Finanzkrise und Modernisierung – Ursachen und Folgen des Staatsstreichs Gustavs IV. Adolf in Vorpommern 1806, In: Zeitschrift für Ostforschung. Band 41, 1992, S. 332–344.
  • Adrian Bueckling, Die Schweden in Vorpommern nördlich der Peene. 3. Auflage. nordlicht verlag, Karlshagen/Insel Usedom 2007, ISBN 3-9809640-3-5.
  • Hans-Joachim Hacker, Pommern als Schauplatz schwedischer Politik, in: Hefte der Ernst-Moritz-Arndt-Gesellschaft, Bd. 10, Groß Schoritz 2006, S. 22–36, ISBN 3-931661-05-9.
  • Fritz Petrick, Das Ende des Heiligen Römischen Reiches Deutscher Nation und Schwedens Deutsche Staaten, in: Hefte der Ernst-Moritz-Arndt-Gesellschaft, Bd. 10, Groß Schoritz 2006, S. 37–45, ISBN 3-931661-05-9.
  • Andreas Önnerfors, Svenska Pommern: kulturmöten och identifikation 1720-1815. Lund, 2003. Dissertation als PDF (Schwedisch)
  • Joachim Wächter, Die Verfassungsverhältnisse in Schwedisch-Vorpommern, in: Hefte der Ernst-Moritz-Arndt-Gesellschaft. Band 10. Groß Schoritz 2006, S. 46–52, ISBN 3-931661-05-9.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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in lingua tedesca:

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