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Plocama

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Plocama
Plocama calabrica
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Lamiidi
OrdineGentianales
FamigliaRubiaceae
SottofamigliaRubioideae
TribùPutorieae
Sweet, 1839
GenerePlocama
Aiton, 1789
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineRubiales
FamigliaRubiaceae
GenerePlocama
Serie tipo
Plocama pendula
Aiton
Sinonimi

Aitchisonia
Hemsl.
Choulettia
Pomel
Crocyllis
E. Mey. ex Hook.
Gaillonia
A. Rich. ex DC.
Jaubertia
Guill.
Neogaillonia
Lincz.
Pseudogaillonia
Lincz.
Pterogaillonia
Lincz.
Putoria
Pers.

Specie

Plocama Aiton, 1789 è un genere di piante della famiglia delle Rubiacee. È l'unico genere della tribù Putorieae Sweet, 1839.[1][2][3]

Il genere comprende specie erbacee ed arbustive, caratterizzate da un odore sgradevole quando schiacciate.[3]

Le foglie, opposte, sono fornite di stipole.

I fiori, in genere ermafroditi, hanno 4-5 petali, e possono essere solitari o raggruppati in infiorescenze cimose.

Il frutto è una drupa.

Distribuzione e habitat

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Il genere ha un ampio areale che si estende dalle isole Canarie, attraverso il bacino del Mediterraneo, l'Africa e il Medio Oriente, sino all'India.[1] La maggior parte delle specie si trova nell'Asia sud-occidentale; una specie (Plocama pendula) è endemica delle Canarie, una specie (P. crocyllis) è diffusa in Africa australe, due nel corno d'Africa e nel sud della penisola arabica (P. tinctoria, P. yemenensis); una specie con ampio areale mediterraneo (Plocama calabrica), è presente anche in Italia meridionale e in Sicilia.[3]

Il genere comprende attualmente oltre una trentina di specie, molte delle quali erano in passato attribuite ai generi Aitchisonia, Crocyllis, Gaillonia e Putoria.[3]

Nella classificazione delle Rubiaceae proposta da Augustin Pyrame de Candolle nel 1830 tali generi venivano classificati nella tribù Spermacoceae all'interno della sottotribù Putoriinae.[4] Il primo a proporre questo raggruppamento come tribù a sé stante (Putorieae) fu Robert Sweet nel 1839, ma tale proposta non fu tenuta in considerazione nei decenni successivi.[5]

Il genere Gaillonia è stato a lungo ritenuto un complesso all'interno del quale alcuni autori hanno proposto la differenziazione di numerosi altri generi quali Choulettia, Crocyllis, Jaubertia, Pseudogaillonia e Pterogaillonia.[6][7] In epoca recente diversi autori hanno sollevato dubbi su tale suddivisione, evidenziando inoltre notevoli similarità tra Gaillonia, Crocyllis, Plocama e Putoria.[8][9]. Recentemente Backlund (2007) ha proposto la riunificazione di tutti questi generi all'interno del genere Plocama, classificandolo come unico genere all'interno della tribù Putorieae.[3]

Il genere comprende pertanto le seguenti specie:[1]

  1. ^ a b c (EN) Plocama, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 9 gennaio 2024.
  2. ^ (EN) List of Genera in Rubiaceae, su Angiosperm Phylogeny Website. URL consultato il 1/1/2020.
  3. ^ a b c d e (EN) Backlund M., Bremer, B. & Thulin M., Paraphyly of Paederieae, recognition of Putorieae and expansion of Plocama (Rubiaceae-Rubioideae) (PDF), in Taxon, 56(2), 2007, pp. 315-328.
  4. ^ (LA) Candolle A.P. de, Prodromus Systematis Naturalis Regni Vegetabilis, vol. 4, Truettel and Würtz, Paris, 1830.
  5. ^ (LA) Sweet R., Hortus Britannicus, ed. 3, London, J. Ridgway, 1839.
  6. ^ (LA) Linczevski I., De genere Gaillonia A. Rich. ex DC. (Rubiaceae), in Novosti Sist. Vyssh. Rast., vol. 10, 1973, pp. 224–236.
  7. ^ (FR) Léonard J, Contribution à la connaissance de la flore de l’Iran. – VI. Le complexe Gaillonia A. Rich. ex DC.(Rubiaceae), in Bull. Jard. Bot. Belg., vol. 54, 1984, pp. 493–497.
  8. ^ (EN) Puff C. & Mantell, D.E., The tribal position and affinities of Crocyllis (Rubiaceae), in Bot. Jahrb. Syst., vol. 103, 1982, pp. 89–106.
  9. ^ (EN) Thulin M., Gaillonia (Rubiaceae-Paederieae) in Africa and Arabia, in Nordic J. Bot., vol. 18, 1998, pp. 31–38..

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