Piz Roseg
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Piz Roseg | |
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Il Piz Roseg e il Ghiacciaio Tschierva | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Grigioni |
Altezza | 3 935 m s.l.m. |
Prominenza | 417 m |
Isolamento | 1,37 km |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°22′25.71″N 9°52′58.32″E |
Data prima ascensione | 28 giugno 1865 |
Autore/i prima ascensione | Adolphus Warburton Moore, H. Walther con la guida Jacob Anderegg[1] |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Centro-orientali |
Sezione | Alpi Retiche occidentali |
Sottosezione | Alpi del Bernina |
Supergruppo | Catena Bernina-Scalino |
Gruppo | Massiccio del Bernina |
Sottogruppo | Gruppo del Bernina |
Codice | II/A-15.III-A.1.c |
Il Piz Roseg (pronuncia romancia [roˈzeːʨ][2]) è una montagna isolata del Massiccio del Bernina, che chiude la Val Roseg verso sud.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La cima principale è alta 3937 m s.l.m. Una grande sella divide la cima dallo strato delle nevi perenni che arriva ai 3918 m A oriente, tra il Piz Roseg e il Piz Scerscen, si trova la Porta da Roseg a 3522 m. Lungo la via che conduce dallo spigolo tra la cima principale e la Porta da Roseg si passa per il Piccolo Roseg (o Roseg Pitschen) (3868 m).
I ghiacciai che si dipartono dal Piz Roseg sono tre:
- Il ghiacciaio Tschierva a nord
- Il Vadret da la Sella/ghiacciaio Roseg a occidente
- Il Vadret di Scerscen a sudest
Il confine tra Italia e Svizzera passa per la Porta da Roseg, a breve distanza della cima principale del Piz Roseg (sul Piccolo Roseg) e continua in direzione sud-ovest per lo Spigolo Sella.
Ascensioni
[modifica | modifica wikitesto]- La Via normale, lunga ed impegnativa sale attraverso il versante sud-ovest per la spalla 3598 m e poi per la cresta nord-ovest alla cima principale. È la via normale più impegnativa del massiccio e la spalla la si può raggiungere dal Rifugio Marinelli Bombardieri, attraversando la vedretta di Scerscen superiore, passando per il Bivacco Parravicini (3183 m s.l.m.) per ghiacciaio e ripidi pendii, poi si supera una cresta di roccia rotta. È l'itinerario dei primi salitori A. Moore, H. Walker e M. Anderegg nel 1865.
- La Eselgrat è la cresta nord della cima ed è molto frequentata essendo l'accesso più comodo dalla Capanna Tschierva sul versante svizzero. La cresta è lunga 950 m e presenta passi di III e pendii di ghiaccio poco ripidi, è talvolta usata anche in discesa per rientrare sul lato svizzero. Percorsa la prima volta da H. Cordier, T. Middlemore, J. Jaun e K. Maurer nel 1876.
- Parete nord. È una parete famosa ed apprezzata percorsa da parecchi itinerari di cui uno è divenuto classico: la Diemberger-Schonthaler del 1958 all'antecima nord-ovest che sale lo sperone nevoso che scende più un basso nel ghiacciaio (680 m, 60° e III). Altre vie sono la classica Neruda-Klucker del 1890, l'altra via Diemberger-Schonthaler diretta alla cima e la Alippi-Bertone al Piccolo Roseg, raramente frequentate, più impegnative e pericolose per i grandi seracchi. Il 20 luglio 1958 Leone Pellicioli morì colpito da un fulmine al termine dell'ascensione di questa parete, mentre si trovava sulla vetta.
- Versante sud. Alcuni altri interessanti itinerari di salita al Roseg sono il Canalone Marinelli, aperto da Damiano Marilnelli, Hans Grass e Battista Pedranzini nel 1881 (Template:M700, AD) e la cresta sud-ovest, lungo itinerario in roccia aperto nel 1909 da G. L. e G. C. C. Steward con F. Summermatter e A. Simond, supera una cresta di 600 m con passi fino al IV.
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Pizzo Roseg visto da sud.
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Il Piz Roseg
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Saglio, p. 221.
- ^ (DE) Max Mangold, Duden Aussprachewörterbuch, a cura di Franziska Münzberg, 6ª ed., Mannheim, Bibliographisches Institut & F.A. Brockhaus AG, 2006, p. 684, ISBN 3-411-04066-1.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Silvio Saglio, Bernina, Guida dei Monti d'Italia, Milano, Club Alpino Italiano e Touring Club Italiano, 1959.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piz Roseg