Vai al contenuto

Phelsuma standingi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Felsuma di Standing
Phelsuma standingi
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumChordata
ClasseReptilia
OrdineSquamata
SottordineSauria
InfraordineGekkota
FamigliaGekkonidae
SottofamigliaGekkoninae
GenerePhelsuma
SpecieP. standingi
Nomenclatura binomiale
Phelsuma standingi
Methuen & Hewitt, 1913
Areale

Phelsuma standingi Methuen & Hewitt, 1913 è un sauro della famiglia Gekkonidae, endemico del Madagascar.[2]

È un sauro che può raggiungere i 28 cm di lunghezza[2]; la livrea ha una colorazione che varia dal grigio al marrone; la coda è azzurrastra, mentre la testa è generalmente verde[3]. Presenta un evidente dimorfismo sessuale: in zona cloacale il maschio presenta pori preanali molto accentuati rispetto alla femmina ed un rigonfiamento nella zona degli emipeni[3].

È un geco arboricolo, attivo nelle ore diurne[3].

È una specie prevalentemente insettivora, che integra la propria dieta con frutta e polline[3].

Distribuzione e habitat

[modifica | modifica wikitesto]

L'areale della specie è ristretto alle foreste del fiume Onilahy, nel Madagascar sud-occidentale.[2]

Conservazione

[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, a causa della progressiva distruzione del suo habitat causato dalla deforestazione, classifica P. standingi come specie Vulnerabile.[1]
Gran parte del suo attuale areale ricade all'interno del Parco nazionale di Zombitse-Vohibasia.

È inserita nella Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES)[4]

  1. ^ a b (EN) Raxworthy, C.J. & Vences, M. 2010, Phelsuma standingi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c Phelsuma standingi, su The Reptile Database. URL consultato il 9 settembre 2014.
  3. ^ a b c d Phelsuma standingi, su Italian Gekko. URL consultato il 9 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2014).
  4. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]