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Phelsuma grandis

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Phelsuma grandis
Phelsuma grandis
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseReptilia
SottoclasseDiapsida
InfraclasseLepidosauromorpha
SuperordineLepidosauria
OrdineSquamata
SottordineSauria
InfraordineGekkota
FamigliaGekkonidae
GenerePhelsuma
SpecieP. grandis
Nomenclatura binomiale
Phelsuma grandis
Gray, 1870
Sinonimi

Phelsuma madagascariensis grandis

Areale

Phelsuma grandis Gray, 1870 è un piccolo sauro della famiglia Gekkonidae, endemico del Madagascar. [2]

È una delle specie più grandi del genere Phelsuma, potendo raggiungere una lunghezza di 30 cm[2], di cui oltre la metà spettano alla coda. Ha una livrea di colore verde verde brillante, con macchie e strie rossastre irregolari sul capo e sul dorso. La parte ventrale è biancastra.

Comportamento

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È una specie arboricola, attiva durante le ore diurne.[3]
La si può trovare su una varietà di specie arboree incluse Cocos nucifera e Ravenala madagascariensis, nonché sui bambù.[4]

Alimentazione

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È una specie prevalentemente insettivora che integra la sua dieta con sostanze nettarine.[5]

È una specie ovipara.[3]

Distribuzione e habitat

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L'areale di questa specie è ristretto al Madagascar settentrionale, con popolazioni frammentate presenti sia sul versante nord-orientale che nella regione di Sambirano nel nord-ovest, nonché sull'isola di Nosy Be. Popolazioni sono state introdotte sulle isole di Mauritius e Réunion.[1]

I suoi habitat tipici sono la foresta pluviale e la foresta decidua secca, ma si adatta a vivere anche in aree di foresta degradata, nei frutteti, e non è raro osservarla anche all'interno di giardini e abitazioni, dal livello del mare sino a 900 m di altitudine.[1]

Questa entità era in passato considerata una sottospecie di Phelsuma madagascariensis. Nel 2007 Raxworthy et al. ne hanno proposto la elevazione al rango di specie[6] e tale status è stato confermato da successivi studi genetici[7].

Conservazione

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La IUCN Red List classifica P. grandis come specie a basso rischio (Least Concern).[1]

La specie è inserita nella Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES).[8]

Parte del suo areale ricade all'interno di aree naturali protette tra cui il parco nazionale della Montagna d'Ambra e la riserva naturale integrale di Lokobe.[1]

  1. ^ a b c d e (EN) Ratsoavina, F., Glaw, F. & Rakotondrazafy, N.A. 2011, Phelsuma grandis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 28 ottobre 2015.
  2. ^ a b (EN) Phelsuma grandis, in The Reptile Database. URL consultato il 28 ottobre 2015.
  3. ^ a b (EN) D'Cruze N., Sabel J., Dawson J., and Kumar S., The influence of habitat type and structure on the abundance of Phelsuma madagascariensis grandis (Gekkoninae) in Northern Madagascar (PDF), in Herpetological Conservation and Biology, vol. 4, n. 1, pp. 55-61.
  4. ^ (EN) Van Heygen E., The genus Phelsuma Gray, 1825 on the Ampasindava peninsula, Madagascar (PDF), in Phelsuma, vol. 12, 2004, pp. 99-117.
  5. ^ (EN) Furrer S.C., Jaag K., von Stockar S., Rübel A., First experiences with free-ranging giant day geckos (Phelsuma madagascariensis grandis, Gray 1870) in the Masoala rainforest exhibit in Zurich Zoo, Switzerland, in Zoo Biology, vol. 25, n. 5, 2006, pp. 409–415.
  6. ^ (EN) Raxworthy, C.J., Ingram, C., Rabibisoa, N. and Pearson, R.G., Applications of ecological niche modeling for species delimitation: a review and empirical evaluation using day geckos (Phelsuma) from Madagascar, in Systematic Biology, vol. 56, n. 6, 2007, pp. 907-923.
  7. ^ (EN) Rocha, S., Rösler, H., Gehring, P.-S., Glaw, F., Posada, D., Harris, D.J. and Vences, M., Phylogenetic systematics of day geckos, genus Phelsuma, based on molecular and morphological data (Squamata: Gekkonidae) (PDF), in Zootaxa, vol. 2429, 2010, pp. 1-28.
  8. ^ (EN) Phelsuma grandis [collegamento interrotto], in UNEP-WCMC Species Database: CITES-Listed Species, 2011. URL consultato il 28 ottobre 2015.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (EN) Giant Day Gecko, su Geckoweb (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).