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Peire Rogier

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Peire Rogier

Peire Rogier(s) o Rotgiers, italianizzato in Pietro Rogiers (1145 circa) è stato un trovatore alverniate, attivo nel 1160-1180, seguace della scuola del trobar leu e in relazione con Raimbaut d'Aurenga. Ci restano alcuni suoi componimenti.

La vita e la carriera di Peire ci sono note da una sua vida del tardo secolo XIII, la cui veridicità, nonostante riporti gli innumerevoli dettagli dei suoi viaggi, è stata giudicata non sempre attendibile. Di nobile famiglia, dapprima canonico della cattedrale di Clermont, Peire la lascia per diventare un menestrello itinerante e infine si stabilisce per un certo periodo a Narbona alla corte della viscontessa Ermengarda. Qui si innamora della sua signora e mecenate Ermengarda, a cui dedica molte canzoni, dandole il soprannome (non si sa per quale ragione) di Tort-n'avetz ("Torto ne avete").[1] Dopo qualche tempo però la voce di un rapporto adulterino fra i due diventa di pubblico dominio, tanto da indurre la viscontessa a chiedergli di partire (il timore delle malelingue e la preoccupazione per l'onorabilità della signora amata, sono topoi della poesia provenzale). Peire si reca quindi alla corte di Raimbaut d'Aurenga, dove rimane per lungo tempo; dopodiché, parte per soggiornare in quella di Alfonso VIII di Castiglia, e poi in quella di Alfonso II di Aragona, e alla fine in quella di Raimondo V di Tolosa, dove arriva verso il 1170 circa.[1][2] Secondo quanto si legge nella sua vida, egli diventa molto stimato come trovatore durante i suoi viaggi, ma non vi è nessuna attestazione di movimenti altrimenti compiuti in Spagna, eccetto forse l'assemblea di trovatori alla corte d'Aragona menzionata nell'opera di Peire d'Alvernhe (la quale non necessariamente deve avere avuto luogo).[3] Peire entra nell'Ordine di Grandmont prima della sua morte.[1]

L'atteggiamento di Peire Rogier in merito all'amor cortese è di una varietà estremamente riverente, in cui l'uomo si sottomette completamente alla sua donna, la quale rappresenta un esempio di virtù e cortesia (benché la parola cortezia non compaia mai nei suoi lavori pervenutici).[4][5] Lei può tramite le sole parole convertire un uomo maleducato in uno cortese.[6] L'amore non ha bisogno di essere fisico per essere goduto e soffrire a vantaggio di quello della signora è considerato piacere.[5] Da una delle sue poesie leggiamo:

(OC)

«Tant ai mon cor en joy assis,
per que no puesc mudar no·n chan,
que joys m'a noirit pauc e gran;
e ses luy non seria res,
qu'assatz vey que tot fals qu'om fay
abaiss' e sordey' e dechai,
mas so qu'amors e joys soste.[1]»

(IT)

«Tanto il mio cuore in gioia sta,
che non posso smettere il mio canto,
ché gioia m'ha nutrito, bimbo e grande;
senza lei, io non sarei niente,
ché ben veggio 'l tutto che l'uom fà
di male 'n peggio declinando spare
ma solo l'amore e gioia resta.[7]»

A Peire è stato attribuito il Roman de Flamenca[8]; dato che questo venne scritto intorno al 1234–1235, Peire l'avrebbe potuto comporre solo intorno ai novant'anni, cosa difficilmente credibile.[9] Tuttavia è vero che l'autore della Flamenca probabilmente imitava la trovata più innovativa di Peire Rogier che consiste nell'introdurre nella poesia un dialogo fra la voce del poeta e un interlocutore immaginario.[9] Sotto questo aspetto Peire Rogier fu anche imitato da Guiraut de Bornelh.

  • Al pareyssen de las flors[11]
  • Dous' amiga, no·n puesc mais
  • Entr' ir' e joy m'an si devis
  • Ges non puesc en bon vers fallir[12]
  • No sai don chant, e chantars plagra·m fort
  • Per far esbaudir mos vezis[13]
  • Tan no plou ni venta[14]
  • Tant ai mon cor en joy assis
  • Seign' en Raymbaut, per vezer[15]

Componimenti contesi ad altri trovatori

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  1. ^ a b c d Cheyette, 8.
  2. ^ Pietsch, 201.
  3. ^ Pattison, 23.
  4. ^ Denomy, 48.
  5. ^ a b Mott, xxvii.
  6. ^ Denomy, 49.
  7. ^ N.B. Traduzione non letterale
  8. ^ Henckels, 159.
  9. ^ a b Pietsch, 202.
  10. ^ Troubadours, 356. Peire Rogier (mss.: Peire Rogier de Mirapeys, Rogiers d'Alvergna), su troubadours.byu.edu. URL consultato il 28 marzo 2013 (archiviato il 20 ottobre 2013).
  11. ^ Solo nel ms. c attribuita a Peire Bremon
  12. ^ Solo nel ms. S attribuita a Jaufré Rudel
  13. ^ Attribuita nel ms. N a Guiraut de Bornelh e in R a Peire Luzer (identificato in Peire Rogier)
  14. ^ Attribuita nei mss. A N a Guiraut de Bornelh
  15. ^ Attribuita solo nel ms. G Raimbaut d'Aurenga
  16. ^ Solo nel ms. Dc attribuita a Peire Rogier, in C Q R Sg a Giraut de Borneill
  17. ^ Solo nel ms. c attribuita a Peire Rogier, nei mss. C R a Perdigon, in P a Raimon de las Salas, in Sg a Raimbaut de Vaqueiras
  18. ^ a b Solo nel ms. T attribuita a Peire Rogier
  19. ^ Solo nel ms. S attribuita a Peire Rogier

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