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Patriziato (Norimberga)

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La città di Norimberga in un'incisione della fine del Quattrocento
Torneo cavalleresco nella città di Norimberga

Il patriziato di Norimberga costituiva uno dei tre corpi sociali in cui era suddivisa la società della Città Imperiale di Norimberga, assieme ai cittadini ed agli straniera, e fu il vero ceto dominante della città sino all'occupazione napoleonica del 1806.

Dal 1256 fino all'occupazione francese e alla successiva incorporazione da parte della Baviera il 15 settembre 1806, Norimberga era governata dal consiglio. Esso era suddiviso in "consiglio interno" e "Gran consiglio". Il Consiglio interno era composto da otto rappresentanti dell'artigianato cittadino, mentre i restati membri erano tutti membri del patriziato cittadino di Norimberga. La città imperiale di Norimberga, come altre città imperiali, si descriveva come una "repubblica". Oltre al riferimento al modello romano, il termine significa anche un'opposizione alle riforme monarchiche solitamente tipiche dei governi dell'epoca, ma quella di Norimberga non può essere paragonata ad una moderna democrazia, quanto piuttosto ad una oligarchia.

Patrizio era il titolo nobiliare spettante ai membri dell'aristocrazia al governo della città di Norimberga e della Libera Città Imperiale di Norimberga. Il titolo era abbreviato, davanti al nome, dalla sigla patr.

Le famiglie che avevano diritto ad entrare a far parte del consiglio cittadino di Norimberga, si autoproclamarono patrizi dopo il periodo rinascimentale e comprendevano tutte quelle famiglie politicamente, economicamente e socialmente preminenti nella città imperiale. La maggior parte proveniva dalla carriera ministeriale. Dopo la caduta dell'impero degli Hohenstaufen, la maggior parte delle famiglie ministeriali imperiali, come gli Pfinzing, gli Stromer, gli Haller, i Muffel o i Groß, si trasferirono dalla Reichsland (Terra Imperii) alla città.

Il patriziato cittadino

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Ritratto di Elsbeth Tucher, dell'omonima famiglia patriziale di Norimberga, eseguito da Albrecht Dürer, 1499

All'inizio non vi erano differenze tra la nobiltà rurale e la nobiltà urbana nella repubblica di Norimberga, ma dalla metà del XIV secolo le due categorie andarono dividendosi. La nobiltà cittadina era in genere di più nuova formazione ed aveva ottenuto grandi ricchezze attraverso il commercio (anche su scala internazionale), transazioni finanziarie ed investimenti redditizi in compagnie minerarie, in particolare nell'Alto Palatinato e gradualmente riuscì ad essere preminente sull'aristocrazia rurale.

Molte famiglie patrizie avevano inoltre ottenuto la conferma della loro patente di nobiltà dall'imperatore attraverso lettere di nobilitazione o il permesso dell'uso di uno stemma con le insegne imperiali.

La cooptazione

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L'estinzione di molte famiglie nobili del patriziato cittadino di Norimberga nel tardo Medioevo costrinse il consiglio della città a integrare i propri membri con nuove famiglie rispettabili cooptate. Nel XV secolo vennero promosse nel patriziato ventidue nuove famiglie, tra cui i Kreß, i Rieter e gli Harsdörffer. In molti casi, queste famiglie si erano trasferite da città dell'Alta Germania, come ad esempio i Welser di Augusta, gli Ehinger di Ulma e gli Immh ed i Paumgartner di Lauingen. L'elenco dei nuovi patrizi venne pubblicato per statuto per la prima volta nel 1521, facendo raggiungere il numero delle famiglie totali del patriziato di Norimberga a quarantadue. Un nuovo decreto di cooptazione venne emesso nel XVIII secolo, sempre a causa dell'estinzione di alcune famiglie; in questa nuova tornata vennero ammesse sei nuove famiglie.

Nobiles Norimbergenses

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I patrizi più ricchi della città, noti anche come Nobiles Norimbergenses, si distinguevano chiaramente dall'abbigliamento che portavano in pubblico e, per statuto della città, essi non dovevano svolgere alcuna professione manuale, pur conducendo uno stile di vita aristocratico e dotandosi di splendide dimore, spesso per cancellare le proprie umili origini. Spesso questa alta aristocrazia della città deteneva il controllo anche delle finanze cittadine con frequenti casi di brogli e appropriazioni indebite, in particolare durante il convulso periodo della guerra dei trent'anni. Questi abusi vennero denunciati per la prima volta nel 1696 da Paul Albrecht Rieter von Kornburg. La città cercò quindi di contrastare il dilagare di questo fenomeno e di riorganizzare le finanze (riducendo quindi anche il debito pubblico creatosi), senza però addivenire ad una soluzione completa della faccenda. Per protesta, Kornburg si dimise dal consiglio cittadino, rinunciando ufficialmente ai suoi diritti civili e divenendo cavaliere imperiale.

Il cavalierato

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Sebbene trentanove famiglie patrizie possedessero da sole la maggior parte dei possedimenti agricoli della città-stato, in città permanevano anche i cavalieri imperiali che avevano ricevuto nobilitazione non dalla repubblica ma dall'impero (di cui pure la repubblica era membro); il consiglio, ovviamente, negò a questi ultimi l'uguaglianza col patriziato cittadino. Ne nacque una disputa che dal 1654 passò nelle mani dell'imperatore.

Coi privilegi del 1696 e del 1697, l'imperatore Leopoldo I confermò il numero delle famiglie patrizie di Norimberga e le loro vecchie prerogative di nobiltà, ma anche il diritto di accettare nuove famiglie. Malgrado ciò l'uguaglianza tra i titoli imperiali e quelli concessi dalla città era ancora ben lungi dall'essere risolta e, infatti, venne conclusa con l'equiparazione dei titoli solo nel 1753. Le funzioni di nobile cavaliere imperiale e di patrizio all'interno della gestione della città, ad ogni modo, rimasero sempre separate.

La fine del patriziato

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Con il crollo del Sacro Romano Impero, venne meno anche il concetto di libera città imperiale; il consiglio cittadino venne rovesciato. Con l'annessione alla Baviera, ad ogni modo, il nuovo governo riconobbe il ruolo preminente delle antiche venticinque famiglie patriziali della città superstiti e concesse loro il titolo di barone. Le famiglie cooptate nel corso del XVIII secolo ottennero la semplice nobilitazione.

Gli interessi dei patrizi furono rappresentati anche dopo il passaggio in Baviera dal Selekt, un'organizzazione istituita dal patriziato di Norimberga nel 1799.

Famiglie patrizie

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Nome Prima menzione In consiglio dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità di rilievo Stemma
Ebner von Eschenbach 1251 1319 1813 Christine Ebner (1277–1356)
Erasmus Ebner (1511–1577)
Marie von Ebner-Eschenbach (1830–1916)
Moritz von Ebner-Eschenbach (1815–1898)
zentriert
Fürer von Haimendorf 1295 1501 1599 Christoph Fürer von Haimendorf (1663–1732) zentriert
Geuder von Heroldsberg 1253 1349 1697 † 1963 linea di Rabensteiner
(discendenti: Brunel-Geuder)
zentriert
Grundherr von Altenthann und Weiherhaus 1265 1340 1547 zentriert
Gugel von Brand und Diepoltsdorf 1450 1729 1543 Fabius von Gugel (1910–2000) zentriert
Haller von Hallerstein 1293 1314 1790 Augustin Haller von Hallerstein (1703–1774) zentriert
Harsdorf von Enderndorf
(o: Harsdörffer/Harsdorfer/Harstörfer)
1377 1450 1697 Georg Philipp Harsdorf (1607–1658), zentriert
Holzschuher von Harrlach 1228 1319 1547 Rudolf Sigmund von Holzschuher (1777–1861) zentriert
Imhoff 1340 1402 1697 Gustaaf Willem Imhoff (1705–1750) zentriert
Kreß von Kressenstein 1307 1418 1530 Otto Kreß von Kressenstein (1850–1929)
Friedrich Kreß von Kressenstein (1870–1948)
Franz Kreß von Kressenstein (1881–1957)
zentriert
Löffelholz von Kolberg 1420 1440 1512 zentriert
Oelhafen von Schöllenbach 1363 1729 1489 legale dal 1546 zentriert
Praun 1383 1788 1789 † 1867 linea antica
Discendenti: linea nuva – Münchner Raum
zentriert
Scheurl von Defersdorf 1440 1729 1540 legale dal 1580 Christoph von Scheurl II (1481–1542) zentriert
Stromer von Reichenbach 1230 1291 1697 Peter Stromer (dal 1315–1388)
Ulman Stromer (1329–1407)
Wolf Jacob Stromer (1561–1614)
Otto Stromer von Reichenbach (1831–1891)
Ernst Stromer von Reichenbach (1871–1952)
Wolfgang Stromer von Reichenbach (1922–1999)
zentriert
Tucher von Simmelsdorf 1309 1340 1697 Endres Tucher (1423–1507)
Hans Tucher (1428–1491)
Anton Tucher (1458–1524)
zentriert
Volckamer von Kirchensittenbach 1337 1362 1813 zentriert
Welser von Neunhof und zu Beerbach 1420 1504 1368 † 1797 linea di Augusta
† 1878 linea di Neunhofer
Discendenti: linea di Ulma
Augusta:
Bartholomäus V. Welser (1484–1561)
Bartholomäus VI. Welser (1512–1546)
Philippine Welser (1527–1580)

Norimberga:
Carl Wilhelm von Welser (1663–1711)
Ulma:
Johann Michael von Welser (1869–1943)

zentriert
Nome Prima menzione In consiglio dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità di rilievo Stemma
Bosch
o: Posch[1]
1467[2] 1536[3] In consiglio dal 1678[3] Wolfgang II Bosch (1500–1558), educatore del duca Alberto di Baviera.[4]

Johann Adam von Posch

Eyb – Pilgram von Eyb 1165 Membri della nobiltà della Franconia zentriert
Hegner von Altenweiher
Hegner von Altweyer und Moos
Edle und Ritter von Högen (Högn)
Hegener, Hegnein, Heegn
1385 1441–1459 dal 1600 circa migrarono nel Palatinato e poi in Boemia (Kostrzan, Kosterschan

Kosterzan, Kostrcany) ed in Ungheria (Versecz)

Ulman Hegner, borgomastro di Norimberga (1441–1459) zentriert
Langmann (famiglia) 1352 In consiglio dal 1369; † 1381 Cunz Langmann, consigliere
Adelheid Langmann, mistica
Münzmeister (famiglia)
Haller detti anche Münzmeister
1418 In consiglio dal 1423, emigrata successivamente zentriert
Rehlinger (famiglia)
o: Rehlingen, Rehling
1302 1468–1475 1302 in Augusta
anche: Rehling
zentriert
Wolf von Wolfsthal 1469 1499 1500 In consiglio fino al 1504
nobilitata nel 1605
dall'imperatore Massimiliano I, dal 1707 conti imperiali; † 1717[5]
zentriert
Nome Prima menzione In consiglio dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità di rilievo Stemma
Ammon
Ammann
1357 † 1483 zentriert
Behaim von Schwarzbach auf Kirchensittenbach 1285 1319 1681 † 1942 zentriert
Derrer von Unterbürg 1319 1355 † 1706 zentriert
Eisvogel 1296 1332 † 1627 zentriert
Esler 1274 † ? zentriert
Flexdorfer 1305 1380 † 1449 zentriert
Fütterer 1304 1501 † 1586 zentriert
Geuschmid 1270 1347 † ? zentriert
Grabner † ? zentriert
Graser 1311 1395 † 1470 zentriert
Groland von Oedenberg 1305 1346 † 1720 zentriert
Groß 1274 1319 † 1589 Konrad Groß zentriert
Haid
Heyden/Haiden/Heiden
1305 1357 † XVIII secolo zentriert
Hirschvogel 1380 1450 † 1550 zentriert
Kammermeister 1303 1443 † 1741 zentriert
Katterbeck 1283 1318 † 1395 zentriert
Kestel 1355 † 1355 zentriert
Koler von Neunhof 1246 1319 † 1688 zentriert
Krauter 1352 In consiglio dal 1369; † 1450 zentriert
Küdorfer 1236 1318 In consiglio dal 1369; † 1598
dal 1400 nella nobiltà della Franconia
zentriert
Lemmel
anche: Lemlein[6]
1249 1447 In consiglio dal 1473; † 1513 (linea antica di Norimberga) zentriert
Maurer (famiglia)
anche: Meurl
1249 1342 † nel XVI secolo zentriert
Meichsner 1396 1453 † XVII secolo zentriert
Mendel 1305 1354 † 1631 zentriert
Mentelein In consiglio dal 1344; † 1361 (?) zentriert
Muffel von Eschenau
Muffel von Ermreuth
1286 1318 † 1784 zentriert
Nadler 1347 In consiglio dal 1347 e dal 1352; † 1360 zentriert
Neumarkter 1259 1332 † 1361 zentriert
Nützel von Sündersbühl 1272 1319 † 1747 zentriert
Ortlieb 1260 1332 In consiglio dal 1442; † 1478 zentriert
Paumgartner von Holnstein und Grünsberg 1255 1396 † 1726 zentriert
Peller von Schoppershof 1559 1788 1585 † 1870 zentriert
Peßler 1427 1729 † 1786 zentriert
Pfinzing von Henfenfeld 1233 1274 † 1764 zentriert
Pirckheimer 1358 1386 † 1530 Willibald Pirckheimer (1470–1530) umanista ed amico di Albrecht Dürer zentriert
Pömer von Diepoltsdorf 1286 1395 1697 † 1814 zentriert
Prünsterer 1358 1455 † nel 1500 Franz Prünsterer consigliere a Lubecca dal 1619 zentriert
Puck 1344 In consiglio dal 1344; † 1427 zentriert
Reich
anche: Reichel
1372 1447 † 1578 zentriert
Rieter von Kornburg und Kalbensteinberg 1361 1437 1447 † 1753 zentriert
Rummel von Zant und Lonnerstadt 1281 1402 † 1807 zentriert
Sachs 1360 In consiglio dal 1372; † 1500 (c.) zentriert
Schlüsselfelder von Kirchensittenbach 1382 1536 † 1709 zentriert
Schmugenhofer 1291 In consiglio dal 1378; † 1469 zentriert
Schopper 1267 1319 † 16. Jh. oder abgewandert zentriert
Schürstab
Schürstab von Oberndorf[7]
1299 1355 † 1743 zentriert
Schütz
Schütz von Hagenbach[7]
1404 Dal 1404 al 1405 in consiglio, poi emigrarono; † 1540[8] zentriert
Seibold 1352 In consiglio dal 1352; † 1369 (c.) zentriert
Starck von Röckenhof 1387 1453 † 1715 zentriert
Tetzel von Kirchensittenbach 1326 1343 † 1736 zentriert
Stein (famiglia) 1291 In consiglio dal 1365; † 1395 (linea di Norimberga) zentriert
Steinlinger (famiglia), Steinling 1397 In consiglio dal 1455; † a Norimberga 1477; † 1984 zentriert
Teufel (famiglia) 1233 ? In consiglio dal 1441; † 1451 zentriert
Thill (famiglia)
Hack von Suhl
1422 1729 † 1771 zentriert
Toppler (famiglia)
Topler
1408 1475 † 1687 Heinrich Toppler zentriert
Valzner (famiglia) 1401 1403 In consiglio dal 1418; † 1423 zentriert
Viehtel (famiglia)
anche: Pecus
1285 1318 † ?
Vorchtel (famiglia) 1243 1319 † 1515 zentriert
Wagner (famiglia) † ? zentriert
Waldstromer von Reichelsdorf 1223 1729 1551 † 1844 zentriert
Weigel (famiglia) 1285 1332 † 1430 zentriert
Woelckern (famiglia) 1530 1788 1728 † 1905 zentriert
Zenner (famiglia) 1377 In consiglio dal 1377 e dal 1379, † ? zentriert
Zingel (famiglia) 1367 1435 † 1539 zentriert
Zollner vom Brand 1340 1402 † 1776 zentriert

Famiglie subentrate

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Le famiglie subentrate erano quelle che vennero ammesse nel consiglio cittadino all'estinzione o alla migrazione di alcune famiglie consiliari di Norimberga.

Nome Prima menzione In consiglio dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità di rilievo Stemma
Ditl † ?
Fürleger 1310 1495 1625 † ? Gottfried Fürleger fu l'ultimo rappresentante della famiglia a Norimberga (1702 - ?)
Gundelfinger 1350 1550 fuggita a causa dell'eccessivo indebitamento
Halbwachs
Halbwachsen
† ?
Held (originariamente Hagelsheimer) 1357 † 1682
Kämmerer † ?
Ketzel (o Kötzel) 1438 1422/35 immigrata da Augusta a Norimberga; † 1588
Koburger/Koberger † ? Anton Koberger
Köler † ?
Kötzler 1298 † 1674
Krell † ?
Commercianti di stoffe ed imprenditori minerari
Letscher † ?
Lochaim 1373 † 1546 (?) Wolflein von Lochamer (Lochaim), intorno al 1500 fu proprietario del Lochamer-Liederbuch
Melber † ?
Örtel † 1666[9]
Ploben
o: Plob von Ploben
Plauen
1451 † 1619[10]
Pucher † ?
Römer † ?
Schedel † 1571 Hartmann Schedel
Schlaudersbach 1495 † XVII secolo
Schleicher † ?
Schmidmeyer von Schwarzenbruck 1380 † 1707
Schnöd 1342 Emigrati a Ulma nel 1552
Stockamer † ?
Trainer † ?
Voit von Wendelstein † 1718

Famiglie patrizie non consiliari

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Nome Prima menzione Patriziato dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità di rilievo Stemma
Dietherr von Anwanden 1431 1730 1813 † 1819
Furtenbach auf Reichenschwand 1371 1768 1813 † 1957
Gammersfelder von Solar 1466 1730 1466 † 1740[11][12]
Petz von Lichtenhof 1450 1730 1813
Viatis 1538 1730 1818 † 1834 Bartholomäus Viatis

Famiglie onorabili non consigliari

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Nonostante l'alto prestigio, i grandi beni e i legami familiari accumulati con famiglie patrizie o consiliari di alcune famiglie non furono in grado di entrare né nel patriziato né nel consiglio cittadino.

Famiglie mercantili

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Nome Prima menzione A Norimberga dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità di rilievo Stemma
Landauer XIV secolo † 1515
Landauersches Zwölfbrüderhaus

Famiglie nobili non patrizie

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Nome Prima menzione A Norimberga dal: Titolo nobiliare dal: Note Personalità Stemma
Dilherr von Thumenberg 1423 1531 1600 † 1707 prima linea di Norimberga
(† 1758 seconda linea di Norimberga)
Johann Michael Dilherr
(Hennebergische linea di Dilherr)
Gründlach 1140 1140 ? † 1314/15 linea di Norimberga
† 1464 linea di Berg-Hertingsberger
Leopold I von Gründlach
Winkler von Mohrenfels 1156 ?
  1. ^ Rudolf Johann Helmers: Erneuert und vermehrtes Siebmacher Wappenbuch. Norimberga 1695–1701.
  2. ^ Johann Ferdinand Roth: Geschichte des Nürnbergischen Handels. Vol. I & II, Lipsia 1800–1801.
  3. ^ a b Peter Fleischmann, Manfred H. Grieb (Hrsg.); Johann Ferdinand Roth: Das Verzeichnis aller Genannten des Größeren Rats zu Nürnberg aus dem Jahr 1802. 2002, ISBN 3-89557-155-5.
  4. ^ Hans Joachim Schmid: Die Schlüsselberger, Förnberger und Bosch. BFFK 37 (2014)
  5. ^ Erwähnung der Wolf von Wolfsthal
  6. ^ Siegel der Lemmel, su geneal.lemmel.at.
  7. ^ a b Geschichte von Oberndorf, su fischkueche-reck.de (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2012).
  8. ^ Geschichte von Hagenbach, su reifen-waechter.de (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2011).
  9. ^ Organ des Germanischen Museums, Anzeiger für Kunde der Deutschen Vorzeit, 2ª ed., 1855-02.
  10. ^ Christoph von Ploben, su books.google.de.
  11. ^ Erwähnung der Gammerfelder in Solar, su ff-solar-grauwinkl.de (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2016).
  12. ^ Festschrift der Freiwilligen Feuerwehr Solar-Grauwinkl: Chronik Solar Grauwinkl Auhof, Hilpoltstein 2002. Autoren: Willi Stengl, Anton Strobl, Irmgard Prommersberger
  • Julie Meyer: Die Entstehung des Patriziats in Nürnberg. In: Mitteilungen des Vereins für Geschichte der Stadt Nürnberg. (MVGN), Band 27, 1928, S. 1–96. (online)
  • Gunther Friedrich: Bibliographie zum Patriziat der Reichsstadt Nürnberg. (= Nürnberger Forschungen. Band 27). Verein für Geschichte der Stadt Nürnberg. Edelmann, Nürnberg 1994, ISBN 3-87191-203-4.
    • Buchbesprechung durch Peter Zahn, in: Mitteilungen des Vereins für Geschichte der Stadt Nürnberg. Band 82, 1995, S. 353–355, (online)
  • Eugen Kusch: Nürnberg. Lebensbild einer Stadt. 5. Auflage. mit einem neuen Kapitel „1945–1989“ von Christian Köster. Verlag Nürnberger Presse Druckhaus Nürnberg, Nürnberg 1989, ISBN 3-920701-79-8.
  • Christoph von Imhoff (Hrsg.): Berühmte Nürnberger aus neun Jahrhunderten. 2. Auflage. Hofmann, Nürnberg 1989, ISBN 3-87191-088-0. (Neuauflage: Edelmann Buchhandlung, 2000)
  • Geschlechtsregister von Johann Gottfried Biedermann
  • Johannes Müllner: Die Annalen der Reichsstadt Nürnberg von 1623. Teil II: Von 1351–1469. Nürnberg 1972, S. 157–170.
  • Chronologische Aufstellung der Genannten des Großen Rats der Stadt Nürnberg (1560–1670). Handschrift des 17. Jhdts, (Digitalisat)
  • Michael Diefenbacher: Die Adelslandschaft – Burgen, Schlösser, Herrensitze, in: Wolfgang Wüst (Hrsg.): Bayerns Adel – Mikro- und Makrokosmos aristokratischer Lebensformen. Referate der internationalen und interdisziplinären Tagung. Kloster Banz, Bad Staffelstein, 26.-29. Mai 2016, Frankfurt am Main, New York, Bern u. a. (Peter Lang Verlag) 2017, S. 163–187. ISBN 978-3-631-73453-7.

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