Patrimoni dell'umanità dello Zimbabwe
I patrimoni dell'umanità dello Zimbabwe sono i siti dichiarati dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità in Zimbabwe, che è divenuto parte contraente della Convenzione sul patrimonio dell'umanità il 16 agosto 1982[1].
Al 2022 i siti iscritti nella Lista dei patrimoni dell'umanità sono cinque, mentre due sono le candidature per nuove iscrizioni[1]. Il primo sito iscritto nella lista è stato nel 1984 il complesso del Parco nazionale di Mana Pools e delle aree safari di Sapi e Chewore, durante l'ottava sessione del comitato del patrimonio mondiale. Due anni dopo, nella decima sessione, il Monumento nazionale di Grande Zimbabwe e il Monumento nazionale delle rovine di Khami sono divenuti rispettivamente il secondo e il terzo sito zimbaweano riconosciuti dall'UNESCO. Il quarto patrimonio è stato Mosi-oa-Tunya/Cascate Vittoria, aggiunto nel 1989. Il quinto e più recente patrimonio è costituito dalle Matobo Hills, incluse nella lista nel 2003 dalla ventisettesima sessione del comitato. Tre siti sono considerati culturali, secondo i criteri di selezione, due naturali; uno è parte di un sito transnazionale.
Siti del Patrimonio mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Foto | Sito | Luogo | Tipo | Anno | Descrizione |
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Parco nazionale di Mana Pools, aree safari di Sapi e Chewore | Distretto di Karoi | Naturale (302; vii, ix, x) |
1984 | Sulle rive dello Zambesi, grandi falesie sovrastano il fiume e le pianure alluvionali. L'area ospita una notevole concentrazione di animali selvatici, tra cui elefanti, bufali, leopardi e ghepardi. Nella zona si trova anche un'importante concentrazione di coccodrilli del Nilo[2]. | |
Monumento nazionale di Grande Zimbabwe | Masvingo | Culturale (364; i, iii, vi) |
1986 | Le rovine di Grande Zimbabwe – la capitale della regina di Saba, secondo un'antica leggenda – sono una testimonianza unica della civiltà bantu degli Shona tra l'XI e il XV secolo. La città, che copre un'area di quasi 80 ettari, era un importante centro commerciale ed era rinomata fin dal Medioevo[3]. | |
Monumento nazionale delle rovine di Khami | Bulawayo | Culturale (365; iii, iv) |
1986 | Khami, che si sviluppò dopo l'abbandono della capitale del Grande Zimbabwe a metà del XVI secolo, è un sito di grande interesse archeologico. La scoperta di oggetti provenienti dall'Europa e dalla Cina dimostra che Khami è stato un importante centro commerciale per un lungo periodo di tempo[4]. | |
Mosi-oa-Tunya/Cascate Vittoria | Victoria Falls (condiviso con lo Zambia) |
Naturale (509; vii, viii) |
1989 | Queste sono tra le cascate più spettacolari del mondo. Il fiume Zambesi, che in questo punto è largo più di 2 km, precipita rumorosamente in una serie di gole di basalto e solleva una nebbia iridescente che può essere vista a più di 20 km di distanza[5]. | |
Matobo Hills | Distretto di Matobo | Culturale (306; iii, v, iv) |
2003 | L'area mostra una profusione di iconici rilievi rocciosi che si innalzano sopra lo scudo di granito che copre gran parte dello Zimbabwe. I grandi massi forniscono abbondanti rifugi naturali e sono stati associati all'occupazione umana dalla prima età della pietra fino ai primi tempi storici, e da allora in modo intermittente. Presentano anche un'eccezionale collezione di pitture rupestri. Le colline di Matobo continuano a costituire un fulcro essenziale per la comunità locale, che utilizza ancora santuari e luoghi sacri strettamente legati alle attività tradizionali, sociali ed economiche[6]. |
Siti candidati
[modifica | modifica wikitesto]Foto | Sito | Luogo | Tipo | Anno | Descrizione |
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Monumento nazionale di Ziwa | Distretto di Nyanga | Culturale (903; iii, iv, v) |
26/06/1997 | Il monumento nazionale di Ziwa testimonia l'occupazione umana dai periodi dei cacciatori-raccoglitori dell'età della pietra ai tempi storici. I suoi 3 337 ettari di terreno comprendono depositi dell'età della pietra, siti di arte rupestre, primi insediamenti di comunità agricole, un paesaggio di successive comunità agricole caratterizzato da terrazzamenti e sistemi di campi, fortificazioni collinari, strutture a fossa e recinti in pietra, fornaci per la fusione e la forgiatura del ferro e numerosi resti di strutture abitative intonacate[7]. | |
Complesso di zimbabwe di Naletale | Distretto di Insiza | Culturale (6364; ii, iii, iv) |
27/11/2018 | Il complesso di zimbabwe di Naletale è costituito da una rete di siti con muri a secco che formavano un agglomerato ancora oggi distinguibile a una distanza di circa 20 km l'uno dall'altro. Un filo conduttore tra i vari zimbabwe (insediamenti di edifici in pietra) all'interno di questo cluster è l'ubiquità delle decorazioni murali. Nel caso di Naletale sono sei i motivi che venivano utilizzati per decorare le pareti delle sue strutture in pietra a secco. Naletale è l'unico zimbabwe conosciuto con un numero così elevato di motivi decorativi nella tradizione dei muretti a secco dell'Africa meridionale[8]. |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN, FR) Zimbabwe, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Mana Pools National Park, Sapi and Chewore Safari Areas, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Great Zimbabwe National Monument, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Khami Ruins National Monument, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Mosi-oa-Tunya / Victoria Falls, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Matobo Hills, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Ziwa National Monument, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
- ^ (EN, FR) Naletale Cluster of Dzimbabwes, su whc.unesco.org. URL consultato il 22 dicembre 2022.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su whc.unesco.org.