Panait Istrati
Panait Istrati (Brăila, 10 agosto 1884 – Bucarest, 16 aprile 1935) è stato uno scrittore romeno, di origine greca e di espressione francese e romena.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di una lavandaia, Joita Istrate, e di un contrabbandiere greco di Cefalonia. Suo padre, Gherasim Valsamis, venne ucciso dalla guardia costiera mentre Panait Istrati, che non lo incontrò mai, era ancora un bambino. Cresciuto nel villaggio di Baldovinești, dove ha frequentato la scuola elementare, si è poi guadagnato da vivere tra l'altro come apprendista presso un cabarettista, dove ha imparato a parlare greco, e presso una pasticceria albanese. È stato poi venditore ambulante, manovratore, fuochista a bordo di una nave della marina statale romena. Durante questo periodo, è stato un lettore compulsivo e onnivoro, e i suoi viaggi lo hanno portano a Bucarest, a Costantinopoli, al Cairo, a Napoli, a Parigi e a Losanna.
I suoi primi tentativi di pubblicare risalgono al 1907, quando mandò diversi articoli a riviste romeme. Alcune riviste socialiste come "România Muncitoare", "Dimineaţa", "Adevărul", e "Viaţa Socială" accettarono qualche racconto e articoli di critica. Nel 1916, diventò tubercolotico e si rifugiò in un sanatorio svizzero dove conobbe Josué Jéhouda, dal quale imparò il francese e l'amore per i romanzi di Romain Rolland, che fu suo modello e maestro di letteratura. Recuperate le forze, ha poi continuato le sue peregrinazioni in giro per il Mediterraneo e ha cominciato a scrivere in francese. Provò a mandare un suo manoscritto a Rolland, ma non ottenne risposta, poiché lo scrittore francese nel frattempo si era trasferito. Vagò dunque apolide per l'Europa durante la prima guerra mondiale.
Povero, malato e solo, tentò il suicidio a Nizza nel gennaio del 1921. Salvato dalla morte, gli venne trovata addosso una lettera non spedita a Romain Rolland che venne avvertito e gli rispose con una lettera di incoraggiamento, invitandolo a scrivere e a mandargli un suo romanzo. In questo modo pubblicò Kyra Kyralina (1923), Oncle Anghel (1924), Présentation des haïdoucs (1925) e Domnitza de Snagov (1929), romanzi legati nel ciclo Récits d'Adrien Zograffi.
Ammiratore di Christian Georgievič Rakovskij, nel 1927, faceva parte del Partito comunista e visitò Mosca e Kiev insieme allo scrittore greco Nikos Kazantzakis, quindi tornò nuovamente in Unione Sovietica nel 1929. Durante questi soggiorni intuì dietro l'ipocrisia dell'accoglienza dei visitatori stranieri, la vera realtà della vita sotto la dittatura di Stalin, che lo ispirò a scrivere Vers l'autre flamme, confession pour vaincus, un libro in tre volumi scritto in collaborazione con Boris Souvarine e Victor Serge in cui vengono denunciate (sette anni prima di Retour d'URSS di André Gide), l'arbitrarietà e l'intransigenza del regime sovietico.
Seguì una campagna diffamatoria contro di lui da parte degli intellettuali del PCF, prima di tutti da Henri Barbusse. Malato e moralmente indebolito Istrati tornò in Romania, dove visse, tranne qualche stagione a Nizza per cercare di guarire dalla tubercolosi, fino alla morte riscrivendo i suoi romanzi dal francese al romeno. In questi ultimi anni, benché strettamente controllato dalla Siguranța, polizia segreta romena, pubblicò anche articoli di denuncia contro le ingiustizie sociali del suo tempo, per esempio sulla rivista Cruciada Românismului (che era legata a Mihai Stelescu). Morì in un sanatorio di Bucarest nel 1935, accusato dai comunisti d'essere "fascista" e dai fascisti di essere "trotskista" e "cosmopolitista". È sepolto nel cimitero di Bellu.
Figura abbastanza nota della letteratura tra le due guerre, Panait Istrati cadde poi in un oblio quasi totale per diversi decenni. Il suo lavoro venne vietato in Francia durante la seconda guerra mondiale e in Romania durante il regime comunista. Dal 1960 venne riscoperto e gradualmente ristampato in Francia con il nome francesizzato di Panaït Istrati. A Valence dal 1969 vengono pubblicati i Cahiers Panaït Istrati[1]
Il'ja Grigor'evič Ėrenburg ne fa un ritratto nelle sue memorie[2].
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Ciclo di Adrien Zograffi
[modifica | modifica wikitesto]- Kyra Kyralina, 1924
- Kyra Kyralina. I racconti d'Adriano Zograffi, trad. G.F. Cecchini, Firenze: La voce, 1925
- Kyra Kyralina, trad. Gino Lupi, Milano: Garzanti, 1947; con una nota di Goffredo Fofi, Milano: Feltrinelli, 1978; trad. rivista da Pino Fiori, ivi, 1996 ISBN 88-07-81038-7
- Oncle Anghel, 1924
- Présentation des haïdoucs, 1925
- Les Chardons du Baragan, 1928
- I cardi del Baragan, a cura di Gianni Schilardi, Lecce: Argo, 2004 ISBN 88-8234-316-2
- Domnitza de Snagov, 1926
- Infanzia di Adrien Zograffi
- Codine
- Il bruto, trad. e postfazione di Goffredo Fofi, Roma: e/o, 1998 ISBN 88-7641-355-3
- Mikhaïl
- Mes départs, 1928
- Le Pêcheur d'éponges
- Il pescatore di spugne, trad. F. e I. Latini, Milano: Carnaro, 1931
- Vita di Adrien Zograffi
- La maison Thüringer, 1935
- Le Bureau de placement, 1933
- Méditerranée (Lever de soleil), 1934
- Mediterraneo (al levar del sole), trad. Fernando Cezzi, Lecce: Argo, 1993 ISBN 88-86211-06-6
- Méditerranée (Coucher de soleil), 1935
- Mediterraneo (al calar del sole), trad. Pamela Serafino, Lecce: Argo, 2006 ISBN 88-8234-353-7
Altre opere
[modifica | modifica wikitesto]- La famille Perlmutter (con Josue Jehouda), 1927
- La famiglia Perlmutter, trad. Alessandro Bresolin, Roma: Elliot, 2016 ISBN 978-88-6993-056-0
- Le Refrain de la fosse. Nerrantsoula, 1927
- Da La famille Perlmutter: Isaac Perlmutter, in Isaac. L'uomo che intrecciava filo di ferro, trad. e cura di G. Schilardi; Lecce: Argo, 2013 http://www.argoeditrice.it/scheda1.asp?ProductID=444
- Il ritornello della fossa, trad. Aldo Parini, Milano: Vitigliano, 1928
- Les Chardons du Baragan, 1928
- Tsatsa Minnka, 1931
- Ciulinii Bărăganului
- Le Pelerin du cœur, a cura di Alexandre Talex, 1984 ISBN 2-07-070135-2
- Œuvres complètes, prefazione di Joseph Kessel, 4 tomi, Gallimard, 1968-1977
- Œuvres, 3 voll., a cura di Linda Lê, Éditions Phebus, 2006 ISBN 978-2-7529-0134-7 ISBN 978-2-7529-0535-2 ISBN 978-2-7529-0167-5
- Testimonianze
- Vers l'autre flamme après seize mois dans l'U.R.S.S., 1929; Gallimard, 1987 ISBN 2-07-032412-5
- 1. Après seize mois dans l'U.R.S.S.
- 2. Soviets 1929
- 3. La Russie nue
- Verso l'altra fiamma, a cura di Mihnea Popescu, Fiesole: Ecp, 1994 ISBN 88-09-14001-X
- Ma croisade ou notre croisade, 1941
- Correspondance intégrale Panaït Istrati-Romain Rolland, Valence: Fondation Panaït Istrati (Cahiers Panaït Istrati, 2-3-4), 1987
- Correspondance Panait Israti-A.-M. de Jong (1926-1935)[3], Valence: Fondation Panait Israti (Cahiers Panaït Istrati, 5), 1988
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ la pagina Archiviato l'8 ottobre 2009 in Internet Archive..
- ^ cfr. l'ed. tedesca Menschen Jahre Leben (Memoiren), München: Sonderausgabe, 1965, vol. II: 1923-1941, pp. 197-202. ISBN 978-3-463-00512-6.
- ^ Adrianus Michiel de Jong (1888-1943) è uno scrittore olandese.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Édouard Raydon, Panaït Istrati, vagabond de génie, Les Éditions Municipales, Paris 1968
- (FR) Monique Jutrin-Klener, Panaït Istrati, un chardon déraciné, Maspero, Paris 1970
- (FR) Boris Souvarine, Souvenirs sur Isaac Babel, Panaït Istrati, Pierre Pascal, Champ libre, Paris 1985 ISBN 2-85184-155-6
- (FR) Jeanne-Marie Santraud, Elisabeth Geblesco, Catherine Rossi, Monique Jutrin-Klener, Martha Popovici, Hélène Lenz, Daniel Lérault, Les Haïdoucs dans l'œuvre de Panaït Istrati, L'Harmattan, Paris 2002
- (FR) Mircea Iorgulescu, Panaït Istrati, Oxus, Paris 2004 ISBN 2-84898-037-0
- (FR) Jean-François Bacot, Panaït Istrati ou la conscience écorchée d'un vaincu in Moebius: Écritures, in "Littérature", n. 35, inverno 1988, pp. 95–114
- Sergio Sacchi, "A dieci anni dall'Ottobre: ‘Vers l'autre flamme', testimonianza-confessione di Panaït Istrati", in Révolte/révolution nella storia nel mito e nella scrittura, Genova: La quercia, 1988, pp. 250–63
- Sergio Sacchi, "Uno scrittore nomade: Panait Istrati", in Figure dell'erranza. Immaginario del percorso nel romanzo francese contemporaneo, Roma: Bulzoni, 1991, pp. 197–209
- Deux migrants de l'écriture: Panait Istrati e Felicia Mihali, a cura di Gisèle Vanhese, postfazione di Mugur Cristian Popovici, Rende: Centro editoriale e librario Università della Calabria, 2008 ISBN 978-88-7458-077-4
- Rodica Zafiu, L' immaginario della violenza
- Roberta De Felici, La comparaison métaphorique dans "Kyra Kyralina" de Panait Istrati
- Giovanni Magliocco, L'inferno dell'amore: alterità e sessualità in "Kyra Kyralina" di Panait Istrati
- Annafrancesca Naccarato, "Les chardons du Baragan": per un progetto di traduzione
- Katia Stabile, Panait Istrati: un ponte tra simbolismo e narratologia
- Antonella Bubbo, Tra atroci essenze e strazianti realtà. Strutture semantiche e rappresentazioni simboliche in "Le Pays du Fromage" di Felicia Mihali e "Il profumo" di Patrick Süskind
- Lucia Chimenti, Un'odissea dell'io: miti e strutture narratologiche in Felicia Mihali e Marguerite Yourcenar
- Elena Francese, "Le pays du fromage" de Felicia Mihali: un roman synesthésique?
- Annafrancesca Naccarato, Rhétorique et narrativité dans l'œuvre de Felicia Mihali
- Katia Stabile, Lo spazio della descrizione ne "Le pays du fromage" di Felicia Mihali
- Antonio Tallarico, Felicia Mihali, Oscar V. de L. Milosz. Il dinamismo onirico delle immagini dell'infanzia
- Elena Dumitru, L'emigrazione intellettuale dall'Europa centro-orientale: il caso di Panait Istrati, Roma: Edizioni Nuova Cultura, 2012 ISBN 978-88-6134-777-9
- (FR) Eleni Samios-Kazantzaki, La Véritable tragédie de Panaït Istrati, Éditions Lignes, 2013 ISBN 978-2-35526-114-5
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina in lingua francese dedicata a Panait Istrati
- Wikisource contiene una pagina in lingua romena dedicata a Panait Istrati
- Wikiquote contiene citazioni di o su Panait Istrati
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Panait Istrati
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Istrati, Panait, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ISTRATI, Panaït, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Istrati, Panait, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Opere di Panait Istrati / Panait Istrati (altra versione), su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Panait Istrati, su IMDb, IMDb.com.
- Articolo Archiviato il 19 aprile 2013 in Internet Archive. di Louiss Janover su "Le Monde diplomatique", gennaio 1981
- Due scritti su Christian Rakovsky
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73855014 · ISNI (EN) 0000 0001 2139 3200 · BAV 495/337871 · LCCN (EN) n50037686 · GND (DE) 119049163 · BNE (ES) XX979284 (data) · BNF (FR) cb119083160 (data) · J9U (EN, HE) 987007305760405171 · NSK (HR) 000060122 · NDL (EN, JA) 00468812 |
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