Palmaria (semovente)
Palmaria | |
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Tanque Argentino Mediano con torretta del Palmaria. | |
Descrizione | |
Tipo | semovente d'artiglieria |
Equipaggio | 5 (comandante, cannoniere, due caricatori, pilota) |
Costruttore | OTO Melara |
Data impostazione | 1977 |
Data entrata in servizio | 1982 |
Utilizzatore principale | Libia Nigeria Argentina |
Esemplari | 235 |
Sviluppato dal | OF-40 e SP70 |
Dimensioni e peso | |
Lunghezza | 7,27 m 11,47 metri con obice fuori |
Larghezza | 3,35 m |
Altezza | 2,874 m |
Peso | 46 t |
Capacità combustibile | 800 L |
Propulsione e tecnica | |
Motore | MTU MB 837 Ka-500 diesel a 8 cilindri a V, alimentato a gasolio |
Potenza | 750 hp |
Rapporto peso/potenza | 16 hp/t |
Trazione | cingolata |
Sospensioni | a barre di torsione con ammortizzatori |
Prestazioni | |
Velocità max | 60 km/h |
Autonomia | 500 km |
Pendenza max | 30% |
Armamento e corazzatura | |
Armamento primario | 1 obice da 155 mm |
Armamento secondario | 1 mitragliatrice da 7,62 mm o da 12,7 mm |
Corazzatura | acciaio e lega d'alluminio |
Capacità | 30 proietti per l'obice 1.000 o 2.000 cartucce per la mitragliatrice (a seconda del tipo) |
note nel corpo del testo | |
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Il Palmaria è un semovente d'artiglieria concepito nel corso della seconda metà degli anni settanta dall'Italia per il mercato estero. È stato costruito in più di duecento esemplari e venduto a Libia e Nigeria.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1977 la ditta italiana OTO Melara stanziò i fondi per la progettazione autonoma di un obice semovente da commercializzare esclusivamente sul mercato estero. Fin dall'inizio fu impostato come un'evoluzione dell'SP70, obice semovente concepito assieme Regno Unito e Germania Ovest nei tardi anni sessanta, poi abbandonato per sopraggiunte difficoltà tecniche. Il primo prototipo, basato sullo scafo del carro armato da combattimento nazionale OF-40 e dotato di una più ampia torretta, fu pronto sul finire del decennio.[1] Una fonte afferma invece che venne completato nel 1981. Il nome del veicolo deriva da quello dell'omonima isola nel Mar Ligure.[2]
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]La OTO Melara allestì la linea d'assemblaggio che iniziò a operare dal 1982 per soddisfare l'ordine inoltrato dalla Libia di 210 unità; lo stesso anno anche la Nigeria si disse interessata al mezzo e ne richiese venticinque unità. Nel 1986, infine, l'Argentina comprò venticinque torrette sfuse. In totale la produzione durò per quasi tutti gli anni novanta e totalizzò 235 esemplari.[3] Una fonte riporta, invece, che l'Argentina abbia fatto richiesta per venti torrette.[4]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Il semovente d'artiglieria Palmaria adopera lo scafo dell'OF-40 come piattaforma mobile, al quale sono state apportate alcune modifiche. Al posto dell'originale propulsore da 10 cilindri e 830 hp di potenza,[2] il vano posteriore accoglie un diesel MTU MB 837 Ka-500 a 8 cilindri a V sovralimentato con turbocompressore, erogante 750 hp e servito da un serbatoio capace di 800 litri. Questo motore di derivazione tedesca è dotato di un convertitore di coppia e usufruisce di un cambio planetario Renk con quattro velocità e una retromarcia; l'albero lo collega alle ruote motrici posteriori.[3] La presenza di un motore elettrico ausiliario è riportata da più fonti ma non vi è accordo sulla funzione svolta: per una fonte servirebbe a muovere la torretta e a risparmiare così carburante del propulsore principale[2]; per una seconda fonte sarebbe preposto a sostituire il motore diesel MTU quando fuori servizio.[1] Una terza fonte afferma che tale apparato, posto nello scafo anteriore sinistro, era diesel e non elettrico e rimpiazzava il motore primario se era spento.[5]
Il treno di rotolamento si compone di sette ruote portanti con battistrada gommato, ciascuna con una barra di torsione e un ammortizzatore idraulico; sul lato superiore sono imperniati cinque rulli reggicingolo. La ruota motrice è posteriore e quella di rinvio anteriore, addetta anche a regolare la tensionatura dei cingoli larghi 584 mm.[5]
Riguardo alle protezioni passive, lo scafo ha registrato la diminuzione dello spessore della corazzatura in acciaio e la torretta (pesante 12,5 tonnellate in ordine di combattimento)[4] è stata costruita con lastre in lega d'alluminio; simili corazze possono resistere solo al fuoco di armi leggere e schegge di granata.[1]
L'armamento primario installato in torretta consiste in un obice da 155/41 (155 mm di calibro per una lunghezza della canna pari a 41 volte il calibro)[6], pezzo d'artiglieria derivato dal pari calibro FH-70.[5] L'obice è fornito di un freno di bocca a due luci e di un espulsore dei fumi dello sparo; l'alzo del pezzo è compreso tra -4° e 70° e viene eseguito con un meccanismo idraulico, ma sono disponibili anche sistemi manuali. Il brandeggio, ottenuto ruotando la torre, è pari a 360°.[2] La scorta di proietti caricabile è di 30 colpi, dei quali 23 sono immagazzinati in rastrelliere disposte nella torretta per un pronto impiego: possono essere adoperati tutti i tipi di munizioni da 155 mm NATO, dalle granate illuminanti a quelle HE ("High Explosive") a frammentazione.[1] Il caricamento può avvenire sia a mano, sia mediante un congegno semiautomatico:[3] quando viene sparato un colpo la canna torna a un alzo preregolato di 2°, la culatta si apre e viene immesso un altro proietto, dietro il quale viene posta a mano la carica di lancio; l'otturatore si chiude e il ciclo di fuoco può ricominciare.[2] La gittata nominale dell'obice raggiunge i 24.700 metri ma essa può essere incrementata a 30.000 metri utilizzando speciali granate con propulsione a razzo e con una carica esplosiva da 45,5 chili, ordigni forniti dalla Simmel.[3] Grazie ai sistemi automatici di caricamento il Palmaria può sparare tre colpi nell'arco di trenta secondi oppure un colpo ogni quindici secondi;[2] il rateo di fuoco preferibile è però quello con una cadenza di una granata per minuto.[3] La dotazione offensiva è completata da una mitragliatrice da 7,62 mm o 12,7 mm, installata in corrispondenza del portello d'accesso del capocarro a destra (avente funzione contraerea),[5] e da quattro lanciafumogeni ad azionamento elettrico, che possono essere aggiunti nella zona antero-laterale della torre.[1]
L'equipaggio addetto a un singolo semovente conta cinque elementi: nello scafo, a destra, sedeva il pilota.[5] In torretta trovano posto il comandante, chiamato anche a utilizzare la mitragliatrice quando necessario, un cannoniere e un caricatore, mentre un porgitore si occupa di passare le cariche di lancio.[1] Nel complesso il Palmaria è un sistema d'arma lungo oltre 11 metri, alto più di 3 metri e pesante in ordine combattimento 46 tonnellate.[1] L'autonomia è ciononostante assai ampia, pari a 400 chilometri[2] o 500 chilometri su strada asfaltata. La velocità di punta su strada arriva a 60 km/h[5] e la mobilità è generalmente buona: il semovente riesce a padroneggiare fossati larghi 3 metri e ostacoli verticali alti fino a 1,15 metri; le capacità di guado, pari a 1 metro circa, possono essere incrementate a ben 4 metri dopo una breve preparazione.[1]
Derivati
[modifica | modifica wikitesto]L'Argentina ha installato sugli scafi di 17 Tanque Argentino Mediano, i locali carri armati da combattimento,[7] altrettante torrette di Palmaria acquistate negli anni ottanta; il nuovo semovente fu denominato TAM VCA ("Vehiculo de Combate de Artilleria") e presenta uno scafo più lungo di quello originale. Al giorno d'oggi presta ancora servizio nell'esercito argentino.[1]
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]- Libia: nel 1982 comprò un lotto di 210 esemplari che furono forniti negli anni seguenti.[3] Una fonte riporta che le unità acquistate erano 200.[2] Nel 2007 i Palmaria segnalati come operativi nell'esercito libico ammontavano a 160.[8] Il 19 marzo 2011, alle ore 17:45, cacciabombardieri francesi eseguirono un attacco ai danni dell'esercito di Muʿammar Gheddafi nel quadro dell'intervento internazionale in Libia: il primo mezzo corazzato distrutto fu proprio un Palmaria.[9]
- Nigeria: ordinò 25 semoventi in contemporanea alla Libia e sembra che la transazione non sia ancora stata confermata, almeno in via ufficiale.[2] Una fonte afferma, però, che al 2007 le forze armate nigeriane potevano schierare 27 mezzi.[8]
- Argentina: 17 esemplari attualmente in uso
- Italia
- Circa 10 esemplari di Leonardo sono in fase di valutazione per essere restaurati forse come forniture alle forze ucraine[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i Palmaria su militarytoday.com, su military-today.com. URL consultato il 16 settembre 2013.
- ^ a b c d e f g h i Palmaria su spaziojml.it, su spaziojml.it. URL consultato il 16 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2013).
- ^ a b c d e f Palmaria su thefreelibrary.com, su thefreelibrary.com. URL consultato il 16 settembre 2013.
- ^ a b Palmaria su carlobardelli.it, su carlobardelli.it. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
- ^ a b c d e f Palmaria su rassegnamilitare.it, su rassegnamilitare.it. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
- ^ Palmaria 155-mm Self-Propelled Howitzer | Military-Today.com
- ^ Langton 2007, pag. 58.
- ^ a b Langton 2007, pag. 234.
- ^ Palmaria su repubblica.it, su genova.repubblica.it. URL consultato il 17 settembre 2013.
- ^ Tiziano Ciocchetti, GUERRA IN UCRAINA: LE FORNITURE ITALIANE, su difesaonline.it, 16 maggio 2022. URL consultato il 20 maggio 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Christopher Langton, The Military Balance 2007, The International Institute for Strategic Studies, 2007.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palmaria
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Palmaria su militaryToday.com, su military-today.com.
- (EN) Palmaria su thefreelibrary.com, su thefreelibrary.com.
- Palmaria su spaziojml.it, su spaziojml.it. URL consultato il 20 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2013).
- Palmaria su rassegnamilitare.it, su rassegnamilitare.it. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).