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Oscillazione artica

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L'andamento dell'Indice AO tra gli anni 1899 e 2011
Rappresentazione schematica della fase positiva e negativa dell'indice AO

L'oscillazione artica (inglese: Arctic Oscillation) o indice AO è un indice descrittivo che fa parte delle teleconnessioni atmosferiche. Detto indice varia in modo non stagionale e senza particolari periodicità. L'indice AO è calcolato in base alla differenza di pressione tra l'artico e le medio-basse latitudini, generalmente comprese tra il 37º e il 45º parallelo. La differenza di pressione tra l'artico e le medie latitudini descrive la forza del vortice polare.[1]
L'indice AO è strettamente collegato all'indice NAM. L'oscillazione tra le pressioni a livello del mare a latitudini polari e temperate è stata identificata da Edward Lorenz[2] e definitivamente accettato nel 1998 da David WJ Thompson e John Michael Wallace.[3]
La strutturazione del vortice polare è particolarmente importante in inverno, quando determina le sorti meteorologiche di Europa, Asia centrosettentrionale e America settentrionale, determinando quanto l'aria fredda del vortice polare è in grado di influenzare il clima delle medie latitudini. Si caratterizza da due fasi: fase positiva e fase negativa[4].

Fase positiva

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Gradiente positivo ovvero alta pressione alle medie latitudini e bassa pressione alla latitudini polari. Questo determina un vortice polare particolarmente profondo e attivo che spinge le correnti occidentali in modo particolarmente forte; queste risultano tese, poco ondulate e ciò limita gli scambi di calore. Il freddo viene concentrato alle alte latitudini e in particolare sull'Europa dominano le miti correnti atlantiche occidentali.

Fase negativa

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Gradiente negativo ovvero bassa pressione alle medie latitudini e alta nelle regioni polari. Il vortice polare è quindi destabilizzato. A seconda dell'ampiezza del fenomeno il vortice polare può semplicemente ellitticizzarsi o arrivare a scindersi in due o anche tre parti (splitting del vortice polare). Queste parti emigrano a sud causando severe ondate di freddo alle medie latitudini.

  1. ^ Arctic Oscillation (AO) time series, 1899 – June 2002, su jisao.washington.edu. URL consultato il 25 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2013).
  2. ^ Edward N. Lorenz, SEASONAL AND IRREGULAR VARIATIONS OF THE NORTHERN HEMISPHERE SEA-LEVEL PRESSURE PROFILE, in Journal of Meteorology, vol. 8, n. 1, 1951, pp. 52–59, Bibcode:1951JAtS....8...52L, DOI:10.1175/1520-0469(1951)008<0052:SAIVOT>2.0.CO;2, ISSN 1520-0469 (WC · ACNP). URL consultato il 28 agosto 2010.
  3. ^ David W. J. Thompson, John Michael Wallace, The Arctic oscillation signature in the wintertime geopotential height and temperature fields, in Geophysical Research Letters, vol. 25, n. 9, 1998, pp. 1297–1300, Bibcode:1998GeoRL..25.1297T, DOI:10.1029/98GL00950. URL consultato il 28 agosto 2010.
  4. ^ James Hansen, Reto Ruedy, Makiko Sato, Ken Lo, If It’s That Warm, How Come It’s So Damned Cold? (PDF), 2009. URL consultato il 17 luglio 2013.

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