Ob-La-Di, Ob-La-Da

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Ob-La-Di, Ob-La-Da
Copertina del singolo Ob-La-Di Ob-La-Da/Julia pubblicato nel 1996. Da notare che il lato A termina con una risatina.
ArtistaThe Beatles
Autore/iLennon-McCartney
GenerePop
Edito daApple Records
Pubblicazione originale
IncisioneThe Beatles
Data1968
Durata3'11"
NoteMcCartney voce, basso, batteria (?), battiti di mani, "percussione vocale"; Lennon cori, pianoforte, battiti di mani, "percussione vocale"; Harrison cori, chitarra acustica, battiti di mani, "percussione vocale"; Starr batteria (?), bongo, percussioni, battiti di mani, "percussione vocale"; Musicisti non accreditati 3 sassofoni.
Certificazioni (digitale)
Dischi d'argentoRegno Unito (bandiera) Regno Unito[1]
(vendite: 200 000 )

Ob-La-Di, Ob-La-Da è una novelty[2] del 1968 dei Beatles. È la quarta traccia del White Album.

È una classica filastrocca mccartneyana (per alcuni uno dei primi esempi di reggae "bianco") dal ritmo incalzante, scandito da un pianoforte suonato da John Lennon. Nonostante la sua spontaneità e il successo che l'anno seguente il pezzo ottenne nell'interpretazione dei Marmalade[3], Ob-La-Di, Ob-La-Da è stata eletta come la peggiore canzone di tutti i tempi in un sondaggio online organizzato dalla BBC[4].

La composizione di Ob-La-Di, Ob-La-Da risale al primo semestre del 1968. Un primo provino dimostrativo fu realizzato da McCartney durante le giornate trascorse dai Beatles nella villa di George Harrison ad Esher.

Il brano fu scritto quando il reggae stava iniziando ad essere popolare in Inghilterra; il protagonista maschile del testo è denominato Desmond in riferimento al musicista reggae Desmond Dekker[5]. L'espressione "Ob la di ob la da, life goes on, brah", che introduce il ritornello, era un intercalare tipicamente utilizzato dal suonatore di conga nigeriano Jimmy Scott, amico di McCartney.

Al pari di quanto avvenne con Maxwell's Silver Hammer, nell'album Abbey Road, McCartney costrinse i suoi compagni a estenuanti e infinite sovrincisioni, in quanto il brano mancava di ritmo. Lennon, esasperato, scandì l'intro e la melodia col pianoforte.

Secondo Geoff Emerick, John Lennon odiava apertamente la canzone, chiamandola "Paul's granny shit" ("la merda da nonne di Paul"), gioco di parole con "granny smith", famosa varietà di mele[6].

È curioso notare che, in fase di incisione, cantando il testo dell'ultima strofa, McCartney si sbagliò e cantò: «Desmond stays at home and does his pretty face» ("Desmond rimane a casa e si trucca il bel faccino"), dicendo Desmond anziché Molly (nome della protagonista femminile del testo) e dando senza volerlo un connotato ambiguo al personaggio. L'errore, tuttavia, piacque agli altri Beatles e venne mantenuto nell'incisione finale[7]. Si possono anche sentire George Harrison e John Lennon pronunciare le parole arm (braccio) e leg (gamba) durante un break strumentale nella canzone, precisamente tra i versi «..Desmond lets the children lend a hand» e «Molly stays at home...»

Controversie legali

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Tempo dopo, il già citato Jimmy Scott fece causa a McCartney per avere usato la sua espressione tipica nel testo e come titolo del brano. Secondo McCartney, "Ob-La-Di, Ob-La-Da" era solamente un modo di dire comune del popolo Yoruba, che significava "Life goes on" ("la vita va avanti"), espressione che accompagna proprio "Ob-La-Di, Ob-La-Da" nei ritornelli del brano, e Scott gliela aveva solo riportata.

Il brano è stato eseguito da Paul McCartney il 5 giugno 2012, durante il concerto finale nell'ambito dei festeggiamenti per il Giubileo di diamante della regina Elisabetta II davanti a Buckingham Palace a Londra, immediatamente prima del discorso del principe Carlo[8].

  1. ^ (EN) Ob-La-Di, Ob-La-Da, su British Phonographic Industry. URL consultato il 16 novembre 2021.
  2. ^ (EN) Jon Stratton, When Music Migrates Crossing British and European Racial Faultlines, 1945–2010, Taylor & Francis, 2016.
  3. ^ Ian MacDonald, The Beatles. L'opera completa, Milano, Mondadori, 1994, pp. 284-285, ISBN 978-88-04-42300-3.
  4. ^ (EN) Beatles classic voted worst song, su News.BBC.co.uk, 10 novembre 2004. URL consultato il 20 luglio 2018.
  5. ^ (EN) Jon Pareles, Desmond Dekker, 64, Pioneer of Jamaican Music, Dies, su NYTimes.com, 27 maggio 2006. URL consultato il 20 luglio 2018.
  6. ^ (EN) Geoff Emerick, Here, There and Everywhere: My Life Recording the Music of the Beatles, New York, Gotham Books, 2007, p. 246, ISBN 1-59240-179-1.
  7. ^ (EN) Steve Turner, The Beatles, in A Hard Day's Write: The Stories Behind Every Beatles Song, 9ª ed., HarperResource, 1999, ISBN 0-06-273698-1.
  8. ^ Il concerto del Diamond Jubilee, su IlPost.it, 5 giugno 2012. URL consultato il 20 luglio 2018.

Collegamenti esterni

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