Nino Galizzi
Nino Galizzi (Bergamo, 12 marzo 1891 – Bergamo, 20 settembre 1975) è stato uno scultore italiano particolarmente noto per le sue opere che decorano palazzi pubblici nelle città di Milano, Bergamo e Roma.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Bergamo nel 1891, compie i primi studi alla scuola d'Arte applicata Andrea Fantoni e all'Accademia Carrara di Bergamo -dove è allievo del pittore Ponziano Loverini.[1] per poi passare a Roma e Firenze. Allo scoppio della prima guerra mondiale presta servizio militare per quasi sei anni combattendo su molto fronti Italiani, in Macedonia, Serbia e Grecia, guadagnandosi decorazioni al valore. Al termine del periodo bellico Galizzi riprende lo studio e il lavoro e soggiorna a Roma e Parigi, Milano, Roma e Bergamo. Partecipa a importanti esposizioni nazionali come la XXIV° Biennale di Venezia (1948), la Quadriennale di Roma, la Permanente di Milano e insegna plastica presso l'Accademia Carrara di Bergamo.[2]
Muore a Bergamo il 20 settembre 1975.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Nino Galizzi fu particolarmente attivo nella realizzazione di sculture che adornano palazzi pubblici fabbricati negli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta; in particolare si possono ricordare:
- L'Italia Etrusca e L'Italia Romana, 1931, Palazzo delle Poste di Bergamo
- il bassorilievo Il Serio, 1935, Sentierone (Bergamo)
- Sonno e sogno, 1936, Camera di Commercio - Bergamo
- il bassorilievo La giustizia di Bruto, marmo rosa, 1938, Palazzo di Giustizia - Milano
- il bassorilievo Crocefisso, 1940, Ospedale Niguarda Ca' Granda - Milano
- i bassorilievi I lavoratori della terra e i costruttori e La famiglia, i tributi e i lavoratori, 1945, Palazzo degli Uffici Statali - Bergamo
- Eolo re dei venti e delle stagioni, 1966, Villa Monteverdi - Bratto
- Dafne e Cloe o l'amore pastorale, 1959, Cassa di Risparmio PP.LL. - Alassio
- La pietà e La deposizione al cimitero di Bergamo.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pinetti, Angelo, Ponziano Loverini con 80 illustrazioni, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, 1930.
- ^ Nino Galizzi, su Nino Galizzi Scultore, ninogalizzi.it (archiviato il 18 agosto 2022).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- G. Nicodemi, Lo scultore Nino Galizzi, Clusone 1933, Arti Grafiche Giudici
- G. Visentini, Nino Galizzi sculture, Bergamo 1933, Edizioni Cronache
- Nicodemi - Visentini - Galmozzi - Borgese, Quattro studi sulla scultura di Nino Galizzi, Milano 1945, Officine grafiche Esperia
- B. Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi, Bergamo 1959, Poligrafiche Bolis
- M.N. Varga, Nino Galizzi - Frammenti, Milano 1960, Esperia
- G. Visentini - R. Birolli - A. Pica, 7 sculture di Nino Galizzi a Palazzo Strozzi di Firenze, Bergamo 1967, Industrie Grafiche Cattaneo
- C.L. Ragghianti, Nino Galizzi - sculture, Cinisello Balsamo 1972, Amilcare Pizzi Editore
- G. Anzani, Nino Galizzi scultore: tra secessione e classicismo. Catalogo mostra postuma, Torre Boldone 1988, Edizioni Grafital
Controllo di autorità | VIAF (EN) 20478385 · ISNI (EN) 0000 0000 1350 4508 · GND (DE) 118882104 |
---|